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“LA GRANDE GUERRA NELLE CARTOLINE DELLA COLLEZIONE BLASI” - MERCOLEDÌ

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 24-27)

Perugia, 23 ottobre 2018 – L'Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea (Isuc), l'Istituto na-zionale ‘Ferruccio Parri’, l'Università degli studi e l'Università per stranieri di Perugia, con il patro-cinio dell'Accademia di Belle Arti ‘Pietro Vannucci’

e della Regione Umbria, presentano il convegno

‘Eredità e memorie del '68 italiano’.

L’appuntamento è per giovedì 25 e venerdì 26 ottobre presso l’Università di Perugia, diparti-mento di Lettere (Sala delle Adunanze).

I lavori si apriranno giovedì 25 ottobre alle ore 15 e proseguiranno il giorno successivo dalle ore 9,30 con relazioni che analizzano diversi aspetti del '68 italiano: dalle proteste studentesche alla memoria orale, dalle loro influenze su arti, cine-ma, letteratura e musica alla psichiatria, alle relazioni di genere e ai nuovi modelli comunicati-vi. I lavori si concluderanno con la relazione di Marco Boato: ‘II lungo ’68 in Italia e nel mondo.

Cosa è stato, cosa resta’.

“È opinione comune – si legge in una nota dell’Isuc - che le rivoluzioni dell’età moderna abbiano perso; più precisamente, che le loro sfide storiche siano state sconfitte o da agenti dominanti di stampo restaurativo o da intrinse-che contraddizioni o da un concorso di fattori endogeni ed esogeni. Sembra tuttavia inconte-stabile che queste abbiano comunque lasciato dei segni, delle eredità anche profonde, a volte delle conquiste (sociali, politiche, culturali, giuridiche, etc.). Il ’68 non è stato una rivoluzione nel senso classico del termine; al limite lo si può definire una rivoluzione sognata e mai compiuta. Peppino Ortoleva, nel volume ‘I movimenti del ’68 in Eu-ropa e in America’ lo accosta al ’48. Al pari delle rivoluzioni moderne, realizzate e tradite o tentate e fallite, il '68 ha lasciato su una molteplicità di campi e contesti tracce evidenti, ritagliandosi uno spazio duraturo nella categoria dei miti fon-dativi che connotano la storia dei popoli”.

“LA GRANDE GUERRA NELLE CARTOLINE DELLA COLLEZIONE BLASI” - MERCOLEDÌ 31 OTTOBRE 2018, ORE 17.30, CONFEREN-ZA AL MUSEO DI PALAZZO PENNA (PERU-GIA)

Mercoledì 31 ottobre si terrà a Perugia la confe-renza dell’Isuc ‘La Grande guerra nelle cartoline della Collezione Blasi’ conservata presso la Bi-blioteca comunale Augusta di Perugia. Appunta-mento alle ore 17.30 al Museo civico di Palazzo della Penna.

Perugia, 29 ottobre 2018 – Mercoledì 31 ottobre 2018, alle ore 17.30, nel Salone di Apollo del Museo civico di Palazzo della Penna (Perugia), si

cultura

terrà una conferenza dal titolo ‘La Grande guerra nelle cartoline della Collezione Blasi’ conservata presso la Biblioteca comunale Augusta di Peru-gia. L’evento è organizzato a corollario della mo-stra ‘Nemici. La rappresentazione del nemico nelle cartoline della Grande guerra’, allestita presso il Museo di Palazzo Penna fino al 4 no-vembre. L’esposizione, curata da Gianni Bovini, Valentina Marini e Alberto Sorbini, è organizzata dall’Istituto per la storia dell’Umbria contempo-ranea in collaborazione con il Comune di Perugia e il Comune di Narni, con il patrocino della Giun-ta regionale e dell'Assemblea legislativa dell’Umbria.

Francesca Ciacci e Mario Romano, introdotti da Mario Squadroni, approfondiranno i contenuti e le vicende del ‘Fondo Blasi’, conservato presso la Biblioteca comunale Augusta di Perugia, che prende il nome da Virgilio Blasi (Spello 28 marzo 1855-Perugia 21 luglio 1930), appassionato col-lezionista, che, alla sua morte, volle donare la sua raccolta alla Biblioteca. Saranno l’assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Teresa Seve-rini, Mario Tosti, presidente dell’Isuc, e Sabrina Mingarelli, Soprintendente Archivistico e Bibliote-cario Umbria e Marche, a introdurre l’evento nel corso del quale verrà proiettata una selezione delle cartoline.

TERNI-NARNI: “UN SITO UNICO PER IL PO-LO DELL’ACCIAIO” - LIBERATI (M5S) RI-CHIAMA LA REGIONE “AD UNA PIANIFICA-ZIONE CORRETTA, OLTRE GLI INTERESSI PARTICOLARI, OLTRE IL DISORDINE”

Il capogruppo M5S all’Assemblea legislativa, An-drea Liberati, auspica che venga superato l'iper-frazionamento territoriale del polo dell’acciaio, ora disseminato ovunque, in un disordine urbani-stico, logiurbani-stico, gestionale e funzionale”. Per Libe-rati “il risultato è un non-sense territoriale di lunga data, con Terni che ha pure subìto il fatto che una stessa filiera circondasse la città, con un fiorire di zone a destinazione industriale, peraltro con un inutile consumo di suolo”.

Perugia, 1 ottobre 2018 - Il capogruppo M5S all’Assemblea legislativa, Andrea Liberati, auspica che venga superato l'iperfrazionamento territo-riale del polo dell’acciaio, che ora è disseminato ovunque, in un disordine urbanistico, logistico, gestionale e funzionale”. Per Liberati “il risultato è un non-sense territoriale di lunga data, con Terni che ha pure subìto il fatto che una stessa filiera, anziché localizzata in unico sito, circon-dasse la città, con un fiorire di zone a destinazio-ne industriale, peraltro con un inutile consumo di suolo”.

Il consigliere di opposizione rimarca “il disinte-resse cinquantennale della Regione Umbria nei confronti di alcune macroaree, con interi brani di territorio ormai alla deriva. Volendo restare sol-tanto tra Terni e Narni, basti pensare alla ex Compendio Bosco, nella disponibilità della Regio-ne attraverso il fallimentare ‘Consorzio Tns’, Svi-luppumbria e seguenti. Si tratta di un gigantesco immobile industriale di grande pregio, da 15 anni rifunzionalizzato con una spesa ingente, dotato di collegamento ferroviario e, tuttavia, ampia-mente inutilizzato, così come la vicina piastra logistica, abbandonata da tempo, dopo l'ennesi-ma inaugurazione un lustro fa. Eppure sarebbe proprio qui che, ad esempio, si potrebbero anzi-tutto concentrare tutte le necessità di approvvi-gionamento di Ast-Tk, nonché dell'intera filiera, accogliendovi merci e materiali, e poi, di lì, via treno, dentro gli stabilimenti, fin quando se ne accetterà la compatibilità con la città, s'intende”.

Andrea Liberati aggiunge che “questo disastro programmatorio comporta enormi esternalità negative anche a livello energetico, così come una lunga teoria di camion ovunque: la città sto-rica di Terni, già sotto scacco culturale, economi-co e ambientale della fu grande industria, è economi-così contornata in ogni dove di aree produttive cre-sciute senza un'efficace pianificazione a monte, senza una visione di sistema e senza incisivi con-trolli in seguito, talora perfino in zone esondabili.

Occorre pertanto procedere con urgenza a una innovativa programmazione territoriale, identifi-cando interessi particolari ostativi al cambiamen-to, analizzando i fenomeni da tempo in corso, individuando infine i luoghi più adeguati tra Terni e Narni ove concentrare e delocalizzare tali

opifi-ci, incluse le rilevantissime necessità della logi-stica loro connessa. Un fatto – conclude - che genererebbe subito centinaia di posti di lavoro, alzando la qualità della vita di residenti e lavora-tori”.

“UMBRIA, LA REGIONE PIÙ POVERA DEL CENTRO ITALIA” - PER CARBONARI E LIBE-RATI (M5S) “MODELLO DI SVILUPPO ANTI-QUATO, SVILUPPUMBRIA E GEPAFIN IM-MOBILI”

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati, sottoli-neano che l’Unione europea “ha retrocesso l’Umbria tra le regioni ‘in transizione’ attestando-ne un impoverimento”. Per i consiglieri pentastel-lati “da due anni non viene discussa in Assem-blea la ‘Relazione della presidente sullo stato di attuazione del programma di governo’”, ed è

“intollerabile la perenne negazione della realtà che da tre anni impedisce di trovare soluzioni a problemi che neppure si ammette che esistano”.

Perugia, 2 ottobre 2018 - “Da anni le statistiche ufficiali di Istat e Banca d’Italia testimoniano una profondissima crisi economica, occupazionale e sociale in Umbria. Nel 2017, per il secondo anno consecutivo, abbiamo avuto il peggiore anda-mento del PIL d’Italia, con un calo cumulato tra il 2008 e il 2014 pari a -17,1 percento, il secondo peggiore in Italia. Sul fronte lavoro, siamo tra le peggiori regioni d’Italia in termini di occupazione e precariato. Tale quadro economico si riflette sulla vita personale e sociale degli umbri e forse non è un caso che siamo la seconda regione d’Italia per uso di antidepressivi”. Lo evidenziano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati.

Per i consiglieri pentastellati “l’ultima triste con-ferma arriva in questi giorni dall’Unione europea, che retrocede l’Umbria tra le regioni ‘in transizio-ne’ attestandone un impoverimento. Nel 2015 la Giunta si insediò parlando di ‘legislatura d’attacco per cogliere la ripresa’. Forse anche per questo da due anni non viene discussa in As-semblea la ‘Relazione della Presidente sullo stato di attuazione del programma di governo’, nono-stante sia prevista dall’articolo 65 dello Statuto regionale. Forse si teme il confronto politico su quello che c’è scritto e, soprattutto, su quello che non è scritto?”.

“Non amiamo strumentalizzare i dati negativi a fini politici (anche perché tutti paghiamo la crisi) – aggiungono gli esponenti dell’opposizione -, ma ciò che troviamo intollerabile è la perenne nega-zione della realtà che da tre anni impedisce di trovare soluzioni a problemi che neppure si am-mette che esistano. Chiediamo che la Giunta ripensi integralmente le politiche di sviluppo della nostra regione, rimettendo totalmente in discus-sione le precedenti politiche e l'utilizzo delle pro-prie partecipate Sviluppumbria e Gepafin. Ogni risorsa va valorizzata al meglio, senza perdere più tempo. Nel Palazzi – concludono - ancora si

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 24-27)