• Non ci sono risultati.

Greenslade ha colto bene il peso determinante assunto dalle «dispute litur giche» negli scismi della Chiesa primitiva (cfr S.L Greenslade, Schism in the Early

Nel documento Il campo religioso. Con due esercizi (pagine 121-123)

Church, New York, Harper & Bros., 1953, pp. 37-124). Tra i fattori che spiegano

l’apparizione delle eresie bisogna annoverare alcune caratteristiche strutturali del- la burocrazia sacerdotale e in particolare la sua più o meno spiccata capacità di riformarsi, oppure di accogliere e accettare nel suo seno gruppi di riformatori: è possibile pertanto identificare, nella storia medievale della Chiesa cristiana, dei pe- riodi durante i quali le tendenze «eretiche» possono dirsi realizzate nel momento stesso in cui si annullano nella creazione di nuovi ordini religiosi (il che si verifica grosso modo fino all’inizio del tredicesimo secolo) e dei periodi in cui queste tendenze non possono che assumere la forma del rifiuto esplicito dell’ordine ec- clesiastico in conseguenza dell’interdizione a fondare nuovi ordini (cfr. G. Leff,

Pierre Bourdieu

114

logie religiose (incluse quelle secolarizzate) che, entro assetti assai differenti del campo ideologico, si definiscono eretiche (nel senso che tendono a contestare l’ordine religioso che la «gerarchia» ecclesiastica mira a mantenere) presentano una serie di tematiche invarianti (ad esempio: rifiuto della grazia istituzionale, predicazione dei laici e sacerdozio universale, autogestione diretta delle imprese di salvezza – gli ecclesiasti- ci «stabili» sono quindi considerati semplici «servitori» della comunità – «libertà di coscienza», intesa come diritto rico- nosciuto a ogni individuo di autodeterminazione religiosa, in nome dell’uguaglianza delle qualifiche religiose ecc.), è perché esse hanno tutte per principio generatore una conte- stazione più o meno radicale della gerarchia sacerdotale che può inasprirsi in una denuncia dell’arbitrarietà di un’autorità religiosa non fondata sulla santità dei suoi detentori, fino a sfociare in una condanna radicale del monopolio ecclesia- stico tout court. Si aggiunga che, originariamente prodotte- riprodotte in funzione della lotta interna contro la gerarchia ecclesiastica (a differenza dalla maggior parte delle ideologie squisitamente «teologiche» che rispondono ad altre funzioni e restano perciò relegate nel mondo dei chierici), esse erano predisposte a esprimere-ispirare – a costo di radicalizzarsi – gli interessi religiosi delle categorie di laici più inclini a contesta- re la legittimità del monopolio ecclesiastico degli strumenti di salvezza. Qui come altrove, la questione degli albori, o, se si preferisce, dell’eresiarca e dei suoi settari, è pressoché priva di senso e il catalogo degli errori che questo falso problema ingenera risulterebbe infinito. In effetti, lo stesso sottocampo teologico è un campo di concorrenza e si può ipotizzare che le ideologie prodotte in funzione di questa concorrenza siano più o meno predisposte a essere riprese e utilizzate in altre lotte (ad esempio, nelle lotte per il potere all’interno della Chiesa) a seconda della funzione sociale che esse svolgono per dei produttori che occupano posizioni diverse in questo cam- po. Inoltre, posto che ogni ideologia insignita di un’efficacia

Hérésies savantes et hérésies populaires dans le Bas Moyen Âge, in J. Le Goff, Hérésies cit.,

pp. 220-221). Sviluppando una suggestione di Jacques Le Goff (ibid., p. 144), ci si può chiedere se esista una relazione tra le variazioni nella frequenza delle eresie ed alcuni fenomeni morfologici quali le variazioni di volume del corpo dei chierici e della connessa capacità della Chiesa di digerire le eresie offrendo loro un’evasio- ne mistica nel suo stesso seno.

Genesi e struttura del campo religioso

115

storica è il prodotto del lavoro collettivo di tutti coloro che essa esprime, ispira, legittima e mobilita, i differenti momenti del processo di circolazione-reinvenzione costituiscono altret- tanti albori. Un modello del genere consente di comprende- re il ruolo assegnato ai gruppi situati in corrispondenza del punto archimedeo in cui si articolano il conflitto tra specialisti religiosi situati in posizioni opposte (dominanti e dominati) della struttura dell’apparato religioso e il conflitto esterno tra chierici e laici: si tratta dei membri del basso clero che, ordina- ti o spretati, occupano una posizione dominata nell’apparato di dominio simbolico. Il ruolo assegnato al basso clero (e, più in generale, all’intellighenzia proletaroide) nei movimenti ereticali potrebbe spiegarsi col fatto che essi, nella gerarchia dell’apparato ecclesiastico di dominio simbolico, occupano una posizione dominata, che presenta alcune analogie, do- vute all’omologia di posizione, con la situazione delle classi dominate; e, grazie a questa posizione liminare [tra dominan- ti e dominati] nella struttura sociale, essi dispongono di un potere di critica che consente loro di dare alla loro rivolta una formulazione (quasi) sistematica e di servire in questo modo da portaparola per le classi dominate. Dalla denuncia della Chiesa mondana e dei costumi corrotti del clero, e soprattutto degli alti dignitari ecclesiastici, alla contestazione del prete come dispensatore accreditato della grazia sacramentale e alle rivendicazioni estremiste di una democrazia totale del «dono di grazia» il passo è breve: abolizione degli intermediari, con la sostituzione dell’espiazione volontaria alla confessione e alle compensazioni che la Chiesa, detentrice del monopo- lio del sacramento di penitenza, aveva il diritto esclusivo di imporre al peccatore; ancora, abolizione degli intermediari, passando per il rifiuto dei commentatori e dei commenta- ri, dei «simboli ecclesiastici obbligatori intesi come fonti di interpretazione»52, e volontà di tornare alla lettera stessa della

fonte sacra non riconoscendo altra autorità che il preceptum

evangelicum; denuncia del monopolio sacerdotale e rifiuto del-

la grazia d’istituzione in nome dell’uguale distribuzione del dono di grazia, che si esprime nella ricerca di un’esperienza diretta di Dio come pure nell’esaltazione dell’ispirazione di-

52. L. Kolakowski, Chrétiens sans église. La conscience religieuse et le lien confessionnel au

Nel documento Il campo religioso. Con due esercizi (pagine 121-123)

Outline

Documenti correlati