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L’interesse propriamente religioso

Nel documento Il campo religioso. Con due esercizi (pagine 102-104)

2.1. In quanto sistema simbolico strutturato funzionante co- me principio di strutturazione che: (1) nel momento stesso in cui la esprime, costruisce l’esperienza in forma di logica

allo stato pratico, di condizione impensata di ogni pensiero e

di problematica implicita – ossia di sistema di questioni indiscus- se delimitanti il campo di ciò che merita essere discusso di contro a ciò che è fuori discussione, e quindi ammesso senza discussione – e che, (2) in virtù dell’effetto di consacrazione (o di legittimazione) prodotto dalla semplice esplicitazione, impone un cambio di natura al sistema delle disposizioni ver- so i mondi naturale e sociale inculcate dalle condizioni di esistenza, trasformando in particolare l’ethos come sistema di schemi impliciti di azione e valutazione in etica come in- sieme sistematizzato e razionalizzato di norme esplicite, la religione è predisposta ad assumere una funzione ideologica: funzione cioè pratica e politica di assolutizzazione del relativo e di

legittimazione dell’arbitrario che può svolgere solamente nella

misura in cui essa assicura una funzione logica e gnoseologica

Genesi e struttura del campo religioso

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e che consiste nell’accrescere la forza materiale o simbolica in grado di essere mobilitata da un gruppo o da una classe tramite legittimazione di tutto ciò che definisce socialmente questo gruppo o questa classe – ossia di tutte le proprietà distintive di un modo di esistere tra i tanti, tratti perciò stesso

arbitrari che al gruppo o alla classe si associano per il fatto stesso che occupano una determinata posizione nella struttura sociale (ef­ fetto di consacrazione nei termini di una sacralizzazione tramite

«naturalizzazione» ed eternizzazione).

2.1.1. La religione esercita un effetto di consacrazione in due modi: (a) trasformando in limiti di diritto, tramite le sue san- zioni santificanti, i limiti e le barriere economiche e politiche di fatto, e contribuendo, in particolare, alla manipolazione sim­

bolica delle aspirazioni che tende ad assicurare l’adeguamento

delle speranze vissute alla possibilità oggettive; (b) inculcan- do un sistema di pratiche e di rappresentazioni consacrate la cui struttura (strutturata) riproduce in forma trasfigurata, quindi irriconoscibile, la struttura dei rapporti economici e sociali vigenti in una data formazione sociale.

La religione non può produrre l’oggettività che produce (in quanto struttura strutturata) che producendo il misco­

noscimento dei limiti della conoscenza che essa stessa rende

possibile, e dunque apportando il rinforzo simbolico delle sue sanzioni ai limiti e alla barriere logiche e gnoseologiche imposte da un tipo determinato di condizioni materiali di esistenza (effetto di conoscenza-misconoscimento).

Si deve aver cura di non confondere l’effetto di consa- crazione che ogni sistema di pratiche e rappresentazioni religiose tende a esercitare – in modo diretto o immediato, nel caso della religiosità delle classi dominanti, in maniera indiretta, laddove è questione della religiosità delle classi do- minate – con l’effetto di conoscenza-misconoscimento che qualunque sistema di pratiche e rappresentazioni religiose necessariamente esercita per il fatto stesso di imporre una problematica e che rappresenta probabilmente la più na- scosta forma di mediazione attraverso la quale si produce l’effetto di consacrazione; gli schemi di pensiero e di perce- zione che sono costitutivi della problematica religiosa posso- no produrre l’oggettività che producono solo producendo il misconoscimento dei limiti della conoscenza che rendono possibile (cioè l’adesione immediata, nelle modalità della

Pierre Bourdieu

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credenza, al mondo della tradizione vissuto come «mondo naturale»), nonché dell’arbitrario della problematica in quanto sistema di questioni che non è mai messo in discus- sione. In virtù di ciò, non si può, senza per questo cadere in contraddizione, attribuire alla religiosità popolare una fun- zione mistificatrice di spostamento dei conflitti politici e al contempo scorgere in un certo tipo di movimenti religiosi, come le eresie medievali, una forma mascherata della lotta di classe, a meno di prendere in considerazione, cosa che Engels non fa, l’effetto di conoscenza-misconoscimento, che è come dire ogni singola conseguenza del fatto che la lotta di classe non può compiersi, in un momento storico dato, se non assumendo la forma e mutuando il linguaggio (non la «maschera») della guerra di religione. In sostanza, le guerre di religione non sono né le «violente controversie teologi- che» che in esse per lo più si ravvisano né i conflitti di «inte- ressi materiali di classe» che Engels vi rinviene: sono le due cose assieme dato che le categorie teologiche del pensiero sono ciò che rende impossibile pensare e condurre la lotta di classe in quanto tale, permettendo di pensarla e condurla come guerra di religione. Allo stesso modo in cui, sul piano pratico, l’alchimia religiosa fa «di necessità virtù», ovvero, per dirla con William James, «rende facile e lieto ciò che in ogni caso è inevitabile», così, in ambito gnoseologico, essa fa «di necessità ragione» trasformando le barriere sociali che defi- niscono l’«impensabile» in limiti logici, eterni e necessari. Così, ad esempio, si potrebbe facilmente mostrare che, come suggerisce Paul Radin, la rappresentazione della relazione tra l’uomo e le potenze soprannaturali proposta dalle differenti religioni non può superare i limiti imposti dalla logica che re- gola lo scambio dei beni nel gruppo o nella classe in questio- ne36: tutto sembrerebbe far credere che la rappresentazione

«eucaristica» del sacrificio, quasi del tutto sconosciuta nelle società primitive, dove gli scambi obbediscono alla legge del dono e del contro-dono, e altresì nelle classi contadine che, come osserva Weber, nella loro interazioni col dio e col pre- te, tendono a obbedire a «un’etica rigidamente formalistica del do ut des», potesse svilupparsi solo una volta trasformate le strutture dello scambio economico, in particolare con lo

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