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GREGORIO TAUMATURGO

Nel documento S. DIONIGI CON A PPEN D IC E (pagine 36-63)

CAPO I .

Nascita. — S tu d ii d i s. Gregorio.

F r a i sa n ti che term inarono gloriosa­

mente la vita sotto al pontificato di s. D io ­ n ig i fu s. Gregorio Taum aturgo. L e azioni di quest’ uomo maraviglioso sono così amene e stre pito se, che noi crediamo di fa r cosa grata ai n o stri le tto ri coll’ esporle qui in forma di appendice.

S . Gregorio, detto anche Teodoro, è so­

prannominato Taumaturgo, ossia operator di miracoli a cagione de’ m olti e stre p ito si pro d ig ii da lu i operati in vita e dopo m orte.

E g li era nato in Neocesarea città del Po nto che è un regno dell’ Asia m inore.

Apparteneva ad una nobile e ricca fa m i­

g lia ; suo padre era pagano; ma Gregorio lo perdette in età di qua ttord ic i a n n i, e fin da quel tempo cominciò ad is tr u ir s i in to r­

no alle verità del C ristianesim o. L a madre vedova attese colla maggior cura alla buona educazione del fig lio . Gli fece imparare la lin ­ gua la tina , necessaria per chi aspirava ai pubblici im p ie g h i, e gli procacciò buoni m aestri affinchè lo ammaestrassero nella le t­

teratura e nella eloquenza. Nei quali s tu d i pel raro suo ingegno Gregorio in breve pro­

gredì così rapidamente che diede a’suoi pa­

re n ti le p iù belle speranze di riu sc ita in qualche lum inosa carriera. Sin o da quella età era s ì grande il suo amore per la ve­

rità , che neppure per esercizio oratorio p o ­ teva in d u rs i a lodare quelli che non ne fossero veramente degni. Aveva m olto a cuore l ’ innocenza e la p u rità della v ita , e vedendo le azioni dei filo sofi pagani non conformi a’ loro insegnamenti volle p iu t­

tosto starsene contento delle cognizioni o r­

dinarie, che andarne ad apprendere delle più su b lim i da m aestri così c o rro tti.

A B er i t o , città della F e n ic ia , era in

que’ tempi una famosa scuola per lo s tu ­ dio delle leggi romane. G regorio vi fu m an­

dato; ma prima di fe rm a rv isi passò in Cesa- rea, dove ebbe la bella sorte di ud ire il famo­

so Origene, il quale m entre menava una vita da santo, faceva al t r i santi e m a rtiri. Ma­

ravigliato per i bei discorsi di quel maestro, Gregorio invece di rito rn a re a B e rito , come incantato rimase a Cesarea. D i ottim o cuore qual era ben presto si u n i coi vincoli di una stre tta amicizia a questo nuovo maestro, il quale colla sua benevolenza e tenerezza gli fece dimenticare fino la propria patria. O ri- gene dal canto suo' conobbe pure la eccel­

lenza del suo allievo, e non tralasciò cura nè fatica per ben coltivarlo. Ma a fine di pie­

gare quell’ animo ancor fiero e sotto m e tterlo a poco a poco al soave giogo di G. C risto procurò anzi tu tto di guadagnarsi ben bene la sua confidenza. Non ardì pa rla rg li subito della fede c ristia na, ma s i contentò sulle prim e di biasimare in generale la ce­

cità di quegli uo m ini i quali vivevano come gli anim ali b ru ti senza conoscere i l loro Creatore. Q uind i gli manifestò il gran de­

siderio che esso aveva dì pro cura rg li la soda e vera sua felicità.

Dopo di avergli così preparato il cuore lo

is t r u ì nelle cose della vera filosofia. Lo ammaestrò prim ieram ente nella logica, os­

sia in quella scienza che m ostra a ragionar bene ed a separare i l vero dal falso. L o applicò poscia alla scienza fisica, cioè alla considerazione dell’ in fin ita sapienza ed on­

nipotenza del Creatore nelle sue opere. Gli insegnò 1’ astronom ia, ossia la scienza delle stelle per assuefarlo a sollevare il suo sp i­

rito al cielo. Q uindi lo is t r u ì nella morale, ossia nella scienza della v irtù , praticando egli pel prim o quelle cose che gli racco­

mandava. In fine gli insegnò la teologia, e gli fece leggere lu tti quei filo sofi che avevano s c ritto delle cose divine, eccetto quelli che empiamente negavano D io e la Provvidenza. Questo prudente maestro non abbandonava a se medesimo il suo scolaro in tu tte le sue le ttu re , ma lo conduceva come per m ano; gli indicava quello che ogni filosofo aveva di buono e di cattivo;

lo premuniva contro i passi pericolosi. Cal­

damente poi g li raccomandava che attac­

casse il suo cuore alla Sacra S c rittu ra ed ai suoi in te rp re ti, come alla sola e vera fonte dalla quale si poteva attingere la ve­

rità senza mescolanza d’ errore.

CAPO I I .

Tram e contro di Gregorio. — Le tte ra a lu i d i Origene. — Suo battesimo. — Suo r it ir o .

In quel tempo sorse la sesta persecu­

zione contro i c ristia n i, mossa dall’ Impe­

ratore M assim ino. Questa' persecuzione m i­

nacciava Origene più che ogni a ltro, es­

sendo il dottore più rinom ato della Chiesa.

Vedendosi mal sicuro in Cesarea egli se ne fuggì. Gregorio costretto di abbandonare il caro suo maestro si r it ir ò nella città di A le ssa nd ria , dove la gioventù concorreva da tu tte le p a rti per istud ia re la filosofia e la medicina. Sebbene non fosse ancora battezzato, tuttavia menava già una vita così pura e casta, che si era guadagnata la stim a e la venerazione di tu t t i. A lcuni perversi compagni scorgendo nella buona vita di lu i un santo rim pro ve ro della pessima lo ro condotta, ro si da invidia, cer­

carono di diffamarlo. Stando egli un giorno a disputare con alcuni sapienti, gli man­

darono u n ’ infame cortigiana a chiedergli la mercede c h e , ella diceva, aver da lu i m eritata. I suoi compagni che conosce­

vano la pu rità della sua vita arsero di sdegno contro a quella svergognata; ma egli senza punto tu rb a rsi disse tra n q u il­

lamente ad uno do’ suoi compagni: Date a costei qualche cosa in mio nome a ffin ­ chè ci lasci tra n q u illi. L e diede l ’ altro quanto ella domandava; ma appena ebbe sporta la mano per riceverla, assalita dal demonio, si mise ad urla re con voce da disperata.. I l maligno sp irito la g ittò per te rra in mezzo dell’ adunanza, ed essa cogli occhi sc o n vo lti, colla schiuma alla bocca già stava per essere soffocata. Ma Gregorio vedendola in quello stato ne ebbe com­

passione , e pregato i l Sig nore per lei im m a ntine nti fu libera.

Durante la sua dimora in Alessandria ebbe una lettera da Origene. In questa egli lo chiama suo fig liuo lo . Gli dice che i l suo bell’ ingegno può renderlo grande nel m ondo; ma lo esorta di tu tto cuore di non adoperarlo in altro che in favore della religione cristiana. Gli raccomanda di nuovo lo stu d io delle divine s c rittu re ; aggiungendovi l ’ orazione, la qua le , egli dice, è necessarissima per poterla in te n ­ dere.

Ta n to approfittò Gregorio di questi saggi

consigli che più non s i potrebbe deside­

rare. R ito rn a to dopo qualche tempo ad Origene te rm inò d’ is t r u ir s i. Stette cinque anni suo discepolo; con indicibile gioia del suo cuore ricevette il b a tte sim o , che ardentemente desiderava; poscia rito rn ò in patria col suo fratello Atmedoro, il quale fu poi vescovo e m a rtire . P rim a però di lasciare i l suo caro maestro volle assicu­

ra rlo della sua riconoscenza con un bel discorso che egli fece inna nzi a lu i e ad una numerosa adunanza. In questo discorso g li dà le m aggiori lo d i che dar si p o s­

sono ad u n uomo vivente, tanto da chia­

m arlo in sp ira to da Dio e divino. Fin isc e q uind i col raccomandarsi alle sue orazioni dicendo: « Prega D io che m i consoli al­

quanto della vicina tua p riva zio n e ; pre­

galo che m i mandi il suo buon angelo a condurm i ; ma p iù di tu tto pregalo che m i riconduca vicino a te, p e rchè q u esto solo basterà per rend erm i felice. »

Presane licenza dall’ amato m aestro, Gre­

gorio rito rn ò a Neocesarea, dove quei di sua famiglia occupavano le prim e dignità. T u tta la città a lu i rivolgeva gli occhi aspet­

tando, che venisse ad occupare qualche alta carica. Ma Gregorio già per nulla s ti­

mava i vani o n o ri e le ricchezze di questo mondo. L ’ amore dell’ orazione e della scienza dei santi gli fecero nascere un gran desiderio di ritira rs i in luogo s o lita rio , dove, senza disturb o alcuno, attendere u n i­

camente alle cose di Dio, e non conversare con a ltri se non con lu i solo. Divise per­

tanto le sue ricchezze tra i parenti ed i poveri, non riserbando p e r sè che la sola fiducia nella divina Provvidenza. Abban­

donato così tu tto ciò che possedeva si r i ­ tirò in una s o litu d in e , dove rimase per lungo tempo tra n q u illo , tu tto dedito alle cose del cielo.

CAPO III.

Sua visione. — E promosso a lla sede ve­

scovile d i Neocesarea. — Suoi m iraco li in un tempio d 'id o li.

L e lum inose v irtù di Gregorio non pote­

vano a meno di risvegliare la pubblica atten­

zione. Ben presto si pensò di farlo vescovo;

ma egli reputandosi indegno di quella su b li­

me dignità cercava esimersene non la­

sciandosi ritro v a re ; e cangiando dimora passava di solitud ine in solitud ine, e per

qualche tempo gli riusc ì di tenersi nascosto.

A lla fine Fe d im o arcivescovo di Amasea, il quale aveva i l dono di profezia, vedendo di non poterlo raggiungere, inspirato da Dio, sebben lontano tre g io rn i di cammino lo elesse vescovo di Neocesarea sua patria, dove g li id o la tri erano senza num ero, e i c ristia n i soltanto diciassette. Gregorio vedendo che quella era la volontà di D io si sottopose al giogo, e colle dovute cerim onie fu con­

sacrato vescovo. Tu tta v ia tremando per una cosi grande dignità pregò Fedim o di dargli ancora qualche spazio di tempo per acqui­

stare una più profonda e p iù esatta cogni­

zione dei n o s tri sacri m is te ri.

Dopo aver passato u n ’ intera notte nella più profonda meditazione vide apparirgli in na nzi u n vecchio venerando in compa­

gnia di una signora di augusto aspetto.

Gregorio malgrado l ’ oscurità della notte non poteva sostenere lo splendore di questa visione. Intese essere la Grande Madre di Dio che g li appariva col discepolo prediletto, s. Giovanni al quale Maria diceva di sp ie ­ gare al vescovo i m iste ri della religione.

S u b ito i l discepolo g li spiegò il m istero dell’ adorabile T r in it à , e Gregorio imman- tin e n ti scrisse quella celeste le zio ne , che

poi tramandò a’ suoi successori. Questa maraviglia nulla ha d’ incredibile nella vita d i un santo, la quale non è che una serie di m iracoli.

Dopo questa visione Gregorio usci del suo r itir o per andare alla città che doveva governate. U n violento temporale e l ’oscu- r i t à della notte lo obbligarono a r it ir a r s i in un tempio d 'id o li i l più famoso del paese nel rendere gli oracoli. N e ll’e n tra rvi egli fece il segno della santa croce, se­

condo i l suo costume, e cantando l odi al Sig nore passò cosi grande parte della notte.

L a mattina venne il sacerdote del tempio pei s u o iu ffiz i; ma il demonio , il quale rendeva gli oracoli, gli disse che g li Dei non potevano p iù abitare in quel luogo dove un empio uomo v i aveva passata la notte. I l sacer­

dote si pose ad o ffrire dei sacrifizi s tra o r­

d ina ri per placare l ’ ira de' suoi D e i, ma tu tto fu in u tile . Montato in collera quel sacerdote chiese della strada che Gregorio aveva presa e si mise ad inse g uirlo . Rag­

giunto che l ' ebbe lo caricò d’ in g iu rie , e lo minacciò di accusarlo ai m agistrati sic ­ come profanatore della religione dell’ im ­ pero. Il santo vescovo lo ascoltò con molta tra n q u illità . Quando il sacerdote ebbe fin ito

Gregorio si m ise a fa rg li vedere l ’ impo­

tenza de’ suoi D e i, i quali erano re sta ti m u ti per la presenza di un povero servo di Gesù C risto . Gli soggiunse che egli aveva i l potere di scacciarli da qualunque luogo egli volesse e di fa rli anche rito rn a re dove stim asse a proposito, tanta era la sua con­

fidenza in D io.

A queste parole maravigliato l ’ idolatra, dalle minaccie passando alle preghiere, lo scongiurò perchè volesse fa rli rito rn a re nel tempio. A llora i l Ta um a turg o gli diede un biglietto, su cui aveva sc ritto queste parole: « Gregorio a satana: R ie n tra .» I l sa­

cerdote preso quel biglietto se ne rito rn ò al tempio, e q u ivi lo pose s u ll’ altare. Fa tte le solite cerimonie rivid e i suo i De i, ov­

vero ciò che soleva veder prim a. S tu p e ­ fatto il pagano corse di nuovo dietro ai ve­

scovo, e lo pregò di fa rg li conoscere quel Dio così potente, che esercitava un tanto im pero sopra i demonii. Gregorio gli espose i principa li m iste ri della nostra S . Fe d e ; ma i l sacrificatore non poteva capacitarsi del m istero dell’ incarnazione, giudicando cosa indegna di Dio il venire fra gli uo­

m in i e prendere carne m ortale. A llora G re­

gorio gli disse: « Non sono nè le parole nè

g li umani ragionamenti che possono per­

suadere questa v e rità , ma bensì le mara­

viglie di Dio. » A ll’ uno dei la ti di quella strada dove si trovavano eravi un macigno di sm isurata grossezza: « Comanda a questa pietra, g li disse il sacrificatore, che cangi luogo e vada in quell’ altro (e gli indicava dove) e poi ti crederò.» Gregorio comandò, e la pietra, come se fosse animata, ubbidì. I l pagano allora non seppe p iù resistere; ab­

bandonò e moglie, e fig liu o li, e casa, e beni, e sacerdozio per seguire Gregorio e d ive nir suo discepolo, e non andò m ollo che fu da lu i ordinato diacono. Questi- m iracoli del Ta um aturgo sono rife riti da s. Gregorio Nisseno, da s. Ba silio suo frate llo, da R u ­ fin o , da s. Girolam o, dallo storico Socrate, da Teodoreto e da m o lti a ltri.

CAPO IV .

M ira c o li operati in Neocesarea. — Nume­

rose conversioni iv i operate. — P r o ­ sciuga un lago. — A rre sta una inonda­

zione.

L a fama del mentovato miracolo, essendo g iunta a Neocesarea p rim a del vescovo,

mosse tu tto i l popolo ad andargli incontro sia fu o ri della c ittà. D i ta nti beni che aveva posseduto in quel luogo di sua nascita, Gre­

gorio non si era riserb ato neppure una stanza per d im ora rvi. I fedeli che lo accom­

pagnavano ne m ostrarono qualche in q uie ­ tudine. « Non siamo noi forse al coperto, disse lo ro , sotto le ali della provvidenza di D io ? I l no stro D iv in Salvatore non ci ha forse comandato la sola cura di fabbri­

carci u n ’ eterna dimora in Cielo ? » To sto - chè ebbe proferito queste parole m o lti cit­

ta d ini a lu i si avvicinarono chiedendogli come per grazia che andasse ad alloggiare nella loro casa. E g li diede la preferenza ad un certo M usonio, non già che fosse uno de’ principali dell a città, ma bensì perchè faceva onore alta fede cristiana che pro ­ fessava.

Prim a che term inasse il giorno un gran num ero di c itta d ini credette in Gesù C risto . I l giorno seguente di buon m attino s i vide alla porta del santo pastore molta gente d’ ogni età e condizione con ogni sorta d’ in fe rm i. E g li dando loro la bene­

dizione t u tti li guarì sino all’ u ltim o . Questi m iracoli replicati di giorno in giorno e l ’ e­

sempio anche più m irabile delle sue v irtù 4 L. C . — An. IX, F. V III.

resero così fruttaose le sue parole che in breve tempo s i form ò un gregge num eroso e pieno di fervore. Allora fece fabbricare una chiesa alla cui fabbrica ognuno con­

trib u ì o col danaro o coll’ opera. Essa era posta nel luogo più alto della c ittà , e fu considerato come un continuo m iracolo, che abbia re sistito a m o lti te rre m o ti, i quali coll’ andare del tempo d istrussero quasi tutta Neocesarea. F u pure ris p a r­

miata durante la persecuzione tanto cru ­ dele e violenta di Diocleziano e di Massi­

miano, la qual cosa fu considerata non meno maravigliosa delle altre.

E g li non mai s’ impiegava più vo le ntie ri che quando trattavasi d’ impedire la viola­

zione della santa legge di D io, o di fa r no­

ve lli c ristia n i. I suoi frequenti e grandi m i­

racoli persuasero a tu tti gli abitanti di Neo­

cesarea e dei d in to rn i che egli non diceva nè faceva cosa alcuna senza ii poter di D io.

P e r la qual cos a conchiusero non esservi alcun tribunale più giusto del su o ; perciò quando avevano qualche questione anda­

vano da lu i. Così tu tti gli affari anche i più d iffic ili essendo da esso d e funti, tu tti gode­

vano grande pace e grande concordia. Un giorno gli si presentarono due fra te lli che

litigavano su l possesso di un lago, nel quale allora si faceva la pesca. Non avendo i l santo vescovo potuto m e tte rli d 'a c c o rd o , essi grandemente in fie riti raccolsero gente a r­

mata da una parte e dall’ altra per fa r va­

lere colle arm i le loro ragioni. I l santo pa­

store fu di ciò avvisato da alcuni caritatevoli vic ini. S u b ito si recò su lle riv e del lago che alla mattina dovevano essere bagnate dal sangue di quegli uo m ini arm ati. Dopo di aver passata qui la notte in orazione, pieno di fede nell’onnipotenza di D io , comandò all’a­

cqua di r it ir a r s i. A quel comando l ’ acqua disparve in modo che lasciò quel luogo secco da po te rsi lavorare. V e n u ti alla mat­

tina i due giovani ciascuno colle sue genti, e non trovando p iù a ltro che puro terreno, deposero il loro fu ro re , e da nemici quali erano tornarono fra te lli. Cento anni dopo vedevansi ancora i segni di questo lago ra ­ sciugato.

U n ’ altra volta in u n modo non meno miracoloso comandò alle acque del fium e Lie o , il quale ingrossando im provvisam ente, principalm ente in tempo d’ inve rno , ro m ­ peva gli a rg ini, inondava le campagne e seco travolgeva ric o lti,b e stia m i e fino gli abitanti.

Una volta fra le altre crescendo quelle

ac-que in maniera p iù del solito spaventevole, molta gente gridando e piangendo dirotta- mente corse al santo vescovo e lo scongiurò ad impedire la totale loro rovina. E g li andò seco loro dicendo che non dovevano aspet­

tare soccorso da a ltri se non da Dio. G iunto a quel fium e, allora che vide la furia delle onde, ravvivò la sua fede in Gesù C ris to , il quale aveva comandato ai venti ed al mare, e lo supplicò a rendere nota la stessa po­

tenza in faccia ad un popolo ancora debole nella fede. Te rm ina ta !a sua preghiera piantò il suo bastone nel luogo dove i l fium e ve r­

sava. S u ll’istante si arre stò l ’ inondazione, nè mai p iù l’ acqua passò quel b a sto ne , il quale mise le radici e divenne u n albero che s i vedeva ancora più d’ un secolo dopo.

L o zelo e la riputazione di quest’ uomo ope­

ratore di m iracoli sta b iliro n o ferma la fede non solo in Neocesarea, ma in tu tti i luoghi circonvicini.

CAPO V .

Consacra Alessandro i l Carbonaio vescovo di Comana. — Castiga la rib a ld e ria di due Giudei.

Gregorio consacrò m o lti vescovi in pa­

recchie c ittà ; fra questi m erita particolare menzione s. Alessandro, detto i l Carbonaio.

La città di Comana dipendente da Neoce­

sarea aveva mandato alcuni deputati per ottenere u n pastore. Gregorio v i andò per esaminare que lli che venivano p ro p o sti a quella dignità. Colà giunto fece loro s a ­ pere che non bisognava aver riguardo nè alla nobiltà della nascita, nè alle no­

sarea aveva mandato alcuni deputati per ottenere u n pastore. Gregorio v i andò per esaminare que lli che venivano p ro p o sti a quella dignità. Colà giunto fece loro s a ­ pere che non bisognava aver riguardo nè alla nobiltà della nascita, nè alle no­

Nel documento S. DIONIGI CON A PPEN D IC E (pagine 36-63)

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