orlo di cio
N. Scatola Transetto Reperti osteologici
4.2.1 La grotta “Da Prima Ciappa Superiore” nell’ambito dei contesti dell’Età del Rame della Liguria
Ai fini del presente lavoro si rende tuttavia indispensabile restringere il cerchio dell’analisi all’arco appenninico e costiero tosco‐ligure dove i rinvenimenti relati‐ vi a questo periodo sono numerosi. L’assetto geologico della regione e la morfo‐ logia del territorio hanno forse condizionato ad una prevalente tipologia di se‐ polcreto, ossia quella che sfrutta grotte ed anfratti naturali; si consideri anche che le piane alluvionali si sono formate solo in epoca recente (Ottomano 2004, pp. 81‐84). In relazione a ciò, inoltre, è stata evidenziata la possibilità che la scel‐
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ta dei siti fosse già parte di un rituale che prevedeva l’utilizzo di luoghi impervi e difficilmente accessibili tali da comportare un cospicuo investimento di energie da parte dei membri del gruppo; alternativamente viene proposta l’ipotesi che la scelta del luogo potesse assolvere la funzione di ridurre i rischi di depredazione di gruppi allogeni. (Maggi 1998, pp. 19‐20).
Durante la Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (Neolitico medio) in Liguria le se‐ polture erano caratterizzato prevalentemente da tombe singole con cadavere fortemente flesso collocato entro una cista litica con corredi diversificati, compo‐ sti prevalentemente da macine e vasi. Sono poco conosciute le pratiche funerarie della successiva facies Chassey: uno dei rari esempi, è quello della sepoltura all’interno della Tana del Bandito di Valle Lagorara (Campana et al. 2002, pag. 297‐317), sito in grotta non molto distante dalla Val Frascarese, le cui analisi radiometriche consentono di riferire il contesto sepolcrale alle fasi avanzate del Neolitico (Beta 48695: 5390 ± 160 4540‐3800 BC calibrazione a due sigma: Maggi, 2002 pag. 325). Nell’Età del Rame la quasi totalità delle attestazioni funerarie è rappresentata da grotticelle sepolcrali: la grotta “Da Prima Ciappa Superiore” costituisce una delle principali testimonianze di tale rituale. Nel 1998 Maggi e Del Lucchese (1998, p.332 e poi Maggi,1996, p.26) rimarcavano l’assenza di ceramica campaniforme all’interno dei contesti sepolcrali delle grot‐ ticelle; l’osservazione di una diversificata modalità rituale dei gruppi campani‐ formi sembrerebbe confermata dalla scoperta della tomba a tumulo di tradizione nettamente estranea alle grotticelle sepolcrali, in loc. Castellari di Loano nel cui corredo era presente un vaso campaniforme quasi completo (Odetti 1998, p. 89, fig.9). La continuità dell’uso delle grotticelle quali luoghi di sepoltura tra l’Età del Rame e il Bronzo antico sembra più avvertibile in Liguria che in altre regioni. Se nell’Età del Rame ben 11 delle grotte conosciute vennero usate per scopi funerari, con il Bronzo Antico il numero varia di poco (Maggi 1996, pp. 314‐315). Il rito della se‐ poltura collettiva in grotta perdura generalmente fino al Bronzo Medio/Recente (Del Lucchese 1998, pag.36), momento in cui sembra essere sopravvenuto il rito
incineratorio rimasto in uso fino all’Età Romana. Non mancano esempi di un pro‐ trarsi del rituale della sepoltura collettiva fino alle soglie dell’Età del Ferro: è il caso del Buco del Diavolo in Alta Valle Argentina (IM), che ha fornito sei datazioni che si collocano tra 970 e 790 BC (Del Lucchese 2008, pp.378‐379). Nelle grotticelle sepolcrali liguri, come in tutte le sepolture collettive dell’Età del Rame, sono testimoniate più deposizioni, appartenenti a più generazioni lì sepol‐ te nell’arco di un lungo periodo. Questo trova conferma proprio nel caso in oggetto di studio, dove le cinque da‐ tazioni radiocarboniche coprono un arco di circa 700 anni, dal 3035 al 2340 BC (Campana et al 1996, p. 556).
Sigla laboratorio Materiale datato Età 14C (BP) Data calibrata
( l BC) 2 i
GrN 14928 osso umano 4010±60 2840‐2340
GrN 14929 osso umano 4285±35 2930-2870
GrN 14930 osso umano 4040±35 2840-2470
Bln 3386 osso umano 4340±60 3270-2880
GIF 7212 osso umano 3920±60 2580-2200
Inoltre nell’ambito del sepolcreto della grotta “Da prima Ciappa Superiore” Roberto Maggi ravvisa una organizzazione interna degli spazi; dal rilievo planimetrico (Maggi 1978, fig. 3), si evince la presenza di alcuni blocchi litici interpretati come sorta di delimitazione degli spazi, in particolare quelli posti tra la galleria B e la galleria A; analoga delimitazione sembrava ricorrere anche tra le contigue gallerie E e C. Si fa presente che strutturazioni degli spazi interni sono stati identificate in alcune grotticelle liguri: alla Grà di Marmo, i morti furono deposti in una fossa, con le pareti ricoperte da piccole lastre, nella Tana della Volpe una concentrazione di resti scheletrici è stata rinvenuta entro una struttura delimitata da lastroni con copertura di pietrame, nell’Arma della Gastea e nella Grotta del Pertuso, rozzi divisori di pietra delimitavano gli spazi (Ricci 1998, p.60).
In relazione al rituale funerario Roberto Maggi riconosceva la presenza di tre “raggruppamenti” deposizionali distinti, localizzati all’interno della galleria B, che ipotizzava potesse essere l’esito di “ammonticchiamento di resti ormai
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ancora che uno di questi raggruppamenti era costituito dai resti appartenenti a non meno di cinque individui sormontati da due calve; la mancata congruenza tra il numero di individui ed il numero dei crani, unitamente ai dati emersi dallo successivo studio antropologico, ha indotto l’autore a confermare ancora questa ipotesi, vale a dire che possa trattarsi di resti di individui accumulati qui per sgomberare lo spazio per nuove sepolture (Maggi 1998, p.19).
Relativamente al rituale funerario un’ulteriore ipotesi è stata avanzata da Danie‐ la Cocchi Genick (2012, p.523); l’autrice ipotizza che le due cavità “Da Prima Ciappa Superiore” e “Tana delle Fate” costituiscano spazi distinti destinati ad uno stesso rito funerario: la “Tana delle Fate” in cui non sono state rinvenute ossa umane, ma un vaso a fiasco di fattura accurata, sarebbe stato il luogo di atti ce‐ rimoniali nell’ambito di articolate pratiche di rituale che si sarebbero concluse con la sepoltura dei defunti nella vicina grotta “Da Prima Ciappa Superiore”.