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3.2 Caratteristiche dei gruppi

3.2.2 Gruppo: Cattolico classico

Nella definizione del gruppo “cattolico classico”, vengono adottati due criteri discriminanti : • pratica religiosa regolare;

• non appartenenza al movimento di Rinnovamento Carismatico;

Ciò permette anzitutto di distinguere tra “cattolicesimo” e “Chiesa Cattolica”280; distinzione che si inserisce nella differenziazione tra religiosità individuale e religione. Il cattolicesimo è il fenomeno religioso così come vissuto dall’individuo, che può essere indipendente dalle orientazioni della Chiesa intesa come istituzione. Per tale motivo, nel volere osservare l’influenza esercitata dal corpus dottrinario religioso istituzionale sul sistema decisionale del fedele, si è preso in esame

276

Cfr. D. dos Santos Rodrigues, Juventude sem religião: uma crise do pertencimento institutional no Brasil, Teoria & Sociedade, n°18.1, janeiro-junho 2010, pp.. 66-93

277

A tal proposito, merita riportare un episodio capitatomi in un taxi a Sāo Paulo, ove scambiando delle brevi battute con il tassista riguardo la mia ricerca, mi disse che non faceva parte di nessun gruppo religioso, tuttavia era membro di una comunità spiritista kardecista. Si tratta ora di riflettere sul fatto che lo spiritismo kardecista è una dottrina filosofica-religiosa, censita in Brasile come religione, sebbene non necessariamente riconosciuta come tale dai propri adepti.

Cfr. Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística (IBGE), Censo Demográfico 2010, CaracteristÍcas Gerais da

População, Religião e Pessoas com Deficiência, Rio de Janeiro, RJ, Brasil, 2012

Cfr. J. Reginaldo Prandi, Os mortos e os vivos: uma introduçāo ao espiritismo, Três Estrelas, Sāo Paulo, 2012

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Anch’esso come il gruppo “senza religione”, in forte crescita, ricevendo principalmente da cattolici, religioni afro brasiliane oltre che dai “senza religione” appunto

Cfr. R. de Almeida, P. Montero, Trânsito religioso no Brasil, São Paulo em Perspectiva 15(3) 2001

279

Cfr. D. dos Santos Rodrigues, Liberdade de afirmar-se sem religião: reflexo de transformações no Brasil

contemporâneo,PLURA, Revista de Estudos de Religião, vol. 2, nº 1, 2011, p. 49-64

280

coloro che maggiormente paiono esser legati agli orientamenti dell’istituzione religiosa281, assumendo come riferimento l’esercizio regolare della pratica religiosa, che consente di individuare la parte dei cattolici, che ottempera agli obblighi cultuali, mostrando in tal modo un più forte contatto con l’istituzione religiosa stessa.

Il campione dei cattolici praticanti è qui definito dalla dichiarazione di partecipazione settimanale alle funzioni religiose.

[F1_Q1] Quante volte si reca in chiesa e/o alle funzioni cultuali? o Più di una volta a settimana

o Almeno un a volta a settimana o Almeno una volta al mese o Solo in occasioni speciali o Quasi mai

o Mai

L’insieme dei praticanti regolari è quindi costituito da persone che frequentano regolarmente la chiesa e “rappresenta quel popolo di fedeli praticanti che ha familiarità con gli ambienti ecclesiali e che più si espone agli influssi della religione di chiesa”282 . Essi rappresentano una minoranza rispetto a quanti si dichiarano cattolici283, marcando una differenza socio-culturale sostanziale rispetto, ad esempio, alle denominazioni evangeliche–pentecostali, ove l’appartenenza alla

281

Il cattolico praticante rappresenta l’unità elementare della Chiesa - intesa come sub-sistema interno al sistema religioso - in quanto è accoppiato strutturalmente ad essa .Un sistema si articola sui processi d’interazione tra individui che riconduce a livello comunicativo nella propria rete di mediazione strutturale volta a ridurre la complessità ambientale, gestendo l’interazione come sistema chiuso.

282

Ibid. F. Garelli, L’Italia cattolica nell’epoca del pluralismo, il Mulino, Bologna, 2006

In questo testo Garelli adotta l’espressione “Cattolicesimo di minoranza” al posto di “praticanti regolari”.

283

Come mostra Cartocci, la percentuale di praticanti regolari è una minoranza nel mondo cattolico che si aggira attorno al 30% . Dati confermati nel caso brasiliano, dal lavoro: Pesquisa Dimensões Sociais da Desigualdade (PDSD) coordinata dal ricercatore Nelson do Valle Silva

Cfr. R. Cartocci, Geografia dell’Italia Cattolica, il Mulino, Bologna, 2012 44% 45% 46% 47% 48% 49% 50% 51% 52% 53% 54%

Più di una volta a settimana Almeno una volta a settimana Frequenza partecipazione

Cattolici Praticanti

comunità religiosa è imprescindibile dalla partecipazione ai culti. È possibile che nei Paesi in cui la Chiesa ha avuto il monopolio religioso, la differenza tra praticanti regolari e non praticanti sia dovuta ad un fatto puramente sociale: nati in una cultura cattolica (l’ambiente) e in mancanza di una dinamica plurale all’interno del sistema religioso che potesse relativizzare l’autorità della Chiesa (tensioni intra-sistemiche), assumere l’identità cattolica diviene un fatto naturale, che non necessita un convincimento profondo o un atto di conversione intima; si è cattolici ab originem indipendentemente se si seguano i dettami prescritti. Ciò muta con la separazione tra Stato e Chiesa (relazioni inter-sistemiche) e la progressiva differenziazione del sistema religioso, oltre che la sua ridefinizione all’interno dei nuovi equilibri del sistema-società, sotto la spinta dei processi di modernizzazione, che vede da un lato la Chiesa Cattolica riorganizzare la propria struttura per sopravvivere alle mutate condizioni e dall’altro conduce il credente a ridefinire criticamente la propria identità religiosa che può portare o a un rafforzamento della propria fede, o una conversione verso un’altra istituzione religiosa o ad un abbandono dei vincoli istituzionali e il mantenimento consapevole o meno di un sentimento di religiosità nel proprio intimo. Il primo caso, può spingere ad una più assidua pratica religiosa, volta a manifestare la propria appartenenza ad una istituzione religiosa specifica, nel nostro caso alla Chiesa Cattolica, oltre che una partecipazione più attiva, entrando in organizzazioni e movimenti all’interno dell’istituzione stessa (unità complesse), la cui scelta ricade ad una libera decisione del singolo. Un caso concreto è la partecipazione ai cenacoli di preghiera del Movimento Carismatico Cattolico (RCC) o alle attività delle “nuove comunità” che emergono da tale movimento, marcando uno specifico segno di appartenenza alla Chiesa attraverso attività extra-liturgiche ben precise. Tale specificità è qui adottata come criterio selettivo per distinguere tra “cattolici classici” e “cattolici carismatici”284 . Per “classico” viene quindi inteso il credente cattolico praticante, che non partecipa all’esperienze emozionali delle nuove comunità carismatiche, assumendo al contempo un atteggiamento di quieta convivenza e di testimonianza silenziosa di fede (non mediatica) all’interno della società.

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