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2.1 Religione e religiosità: tra sistemi sociali e psichici

2.1.2 Sintesi

Nell’affrontare lo studio della religione e il suo impatto sul sistema socio-economico, occorre tener presente il limite che ogni possibile definizione sociologica incorre, nell’identificare i confini di un fenomeno così ampio e complesso.

La metodologia sociale, per la sua caratteristica di scienza, assume una prospettiva di analisi, che in virtù degli strumenti adottati, inevitabilmente fornisce una visione parziale e relativa dell’oggetto religioso e questa risulta ancor più approssimata a seconda del paradigma interpretativo che l’osservatore assume nell’utilizzare tali strumenti di ricerca.

In altre parole, si immagini di voler osservare la luna dalla terra; il primo problema a cui l’osservatore va incontro, consiste nel fatto che essa rivolgerà sempre la stessa “faccia” alla terra, pertanto l’altra “faccia”, il lato oscuro della luna, sarà escluso dall’osservazione. Si continui ad immaginare che l’osservatore ha a disposizione diversi telescopi posizionati in aree differenti del pianeta; essi sono inamovibili ed ognuno è regolato in modo diverso, in maniera tale che alcuni garantiscono una visione dettagliata di una specifica porzione della superficie lunare visibile, mentre altri offrono una visione più ampia ma sfocata, e l’osservatore possa scegliere di utilizzare solo uno tra questi; per poi dalle informazioni ricavate, fornire una descrizione delle caratteristiche del suolo lunare. Cosa potrebbe accadere? Se l’osservatore ignorasse in maniera consapevole o meno, che la sua analisi deriva da una rilevazione parziale, potrebbe comportarsi come se le conclusioni alle quali giunge, fossero valide per l’intera superficie lunare, ma ciò non è possibile stabilirlo se non facendo altre osservazioni da altri telescopi, cui gli è impedito l’uso perché poteva sceglierne uno e uno soltanto. Se per ventura, incontrasse un altro osservatore, e confrontassero le rispettive osservazioni e riuscissero a trovare dei punti in comune ad entrambe, anche così il risultato sarebbe del tutto parziale e continuerebbe ad esserlo anche se si dovessero incontrare tutti gli osservatori di tutti i telescopi e riuscissero (ipotesi improbabile) a trovare dei punti comuni alle rilevazioni effettuate, in quanto resterebbe inconosciuto sempre il lato non visibile della luna. Ora, con le dovute differenze, risulta possibile associare la luna all’oggetto del nostro studio che è la religione, la quale ha un quid inconoscibile (il lato oscuro della luna) se osservata dalla prospettiva delle scienze sociali (la terra), i cui strumenti metodologici (telescopi), colgono aspetti parziali del fenomeno a seconda del paradigma interpretativo adottato dall’osservatore come lente di lettura (le diverse regolazioni dei telescopi e la loro posizione inamovibile) dell’oggetto di studio. A ciò si aggiunge, la possibilità che lo studioso sia affetto a sua insaputa da miopia, cosicché la nitida

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immagine che riceve dal telescopio perfettamente funzionante, viene da questi vista in maniera sfocata, e basandosi sulla rilevazione effettuata, trarrà delle conclusioni che sono vere in riferimento alla sua visione e valide rispetto all’oggetto di analisi, in quanto si è avvalso della strumentazione scientifica (il telescopio), attenendosi - poniamo - scrupolosamente alle procedure standard d’utilizzo, ma non necessariamente vere in riferimento all’effettiva immagine osservata. Tenendo presente codeste considerazioni, si è optato nel presente lavoro, privilegiare una descrizione operativa del fenomeno religioso, senza però tralasciare le sue caratteristiche fondamentali appartenenti al suo “lato nascosto”; ovvero una definizione minima di religione, che postula come necessario il riferimento al trascendente e al soprannaturale.

Trascendenza e soprannaturalità sono due caratteristiche del sacro, l’oggetto della religione esperibile dagli individui nella loro esperienza personale.

Tutti gli individui possono in potenza avere esperienza del sacro, consistente in una particolare qualità emozionale, che delinea la presenza di un animus religioso; tuttavia il suo palesarsi dipende sia da condizioni psichiche individuali e sia dai condizionamenti socio-strutturali. Da qui l’affermazione fatta in precedenza: “l’uomo è un essere religioso in potenza”.

L’organizzazione e gestione a livello collettivo del sacro, porta alla formazione delle istituzioni religiose, intese come strutture sociali o fatti sociali, che si autonomizzano costituendo un proprio linguaggio comunicativo.

Si profilano così due aspetti: religiosità individuale e religione (a livello) sociale. La distinzione già proposta da Simmel, viene qui resa assoluta considerando in chiave luhmianna la religione nella società (tardo)moderna come un sottosistema sociale autonomo e autoreferenziale al pari di altri sistemi relativi (politica, economia, scienza, arte);capace di svolgere attività di funzione, prestazione e riflessione. Nello specifico:

• il rapporto con la società diventa questione di funzione, che costituisce anche il senso del sottosistema;

• il rapporto con altri sistemi sociali e individuali (psichici) diventa questione di prestazione; che rappresenta il servizio svolto dal sottosistema religioso;

• infine, il rapporto con sé diventa questione di (auto-)riflessione che si esprime nella teologia e nella dogmatica.

L’autonomia e l’indipendenza funzionale tra sistemi è il prodotto dei processi di differenziazione all’interno della società, che rimandano al fenomeno della secolarizzazione inteso come separazione delle sfere secolari dal controllo religioso (istituzionale e simbolico). La secolarizzazione è quindi un processo che riguarda i sistemi sociali, come formazione di sistemi autoreferenziali che hanno in se stessi il senso della propria funzione (non dovendo far riferimento al sistema religioso per la propria legittimazione esistenziale); tale processo conduce il sistema religioso a specializzarsi, divenendo un sistema relativo come altri. Ciò non esclude l’interpenetrazione tra sistemi, che anzi risulta accresciuta per via della complessità sociale, aumentando le prestazioni operate dal sottosistema religioso. Come fenomeno che riguarda i sistemi sociali, la secolarizzazione così intesa, non coinvolge direttamente i sistemi psichici (individui), in quanto, così come i sistemi di ordine più elevato (i sistemi sociali), anch’essi sono chiusi ed autoreferenziali (autopoietici). Pertanto la dissacrazione delle coscienze, intesa come incapacità di fare esperienza del sacro (e quindi di avere fede) è da considerarsi come un epifenomeno rispetto la secolarizzazione oggettiva di tipo strutturale;

“La possibilità per la religione di riprodursi anche quando sono venuti meno i riferimenti istituzionali, le premesse culturali e i contesti sociali che l’hanno alimentata per secoli, dimostra semplicemente la sua relativa

autonomia dai diversi contesti che, se fanno da contenitori, dettando forme e modelli, non di meno non sono in condizione di regolare il flusso di domanda di senso che alimenta costantemente le sensibilità al trascendente”113 Come sistema autonomo, il sottosistema religioso per mezzo dei sistemi di comunicazione spirituale definiti dalle organizzazioni religiose, entra in interpenetrazione con i sistemi individuali (sistemi psichici), attraverso l’accoppiamento strutturale nel medium comunicativo della fede.

Senza la fede individuale, intesa come istanza spirituale derivante dalla percezione del sacro, non potrebbe avvenire nessuna relazione orientante e l’accoppiamento non avrebbe luogo114.

Attraverso tali “interazioni comunicative” a livello cognitivo, il sottosistema religioso può essere osservato come variabile indipendente – proprio perché autonomo - di mutamento sociale, capace di perturbare le scelte individuali (purché tra sistemi psichici e sistema religioso si sia instaurato un’interazione attraverso il suo medium), in relazione agli altri sistemi relativi.

In questa prospettiva, verrà di seguito analizzato come e in quale misura il sottosistema religioso influenzi attraverso il suo corpus dottrinario, gli atteggiamenti individuali in riferimento alla sfera socio-politica ed economica.

“(…) a fare la differenza è la cultura” David Landes

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