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Health communication e web: protagonisti e nuovi modell

Walter Gatti

Internet cambia il modo di pensare



2 milioni di lettori”1.

Inutile, si diceva, discutere sull’utilità della diffusione digi- tale di contenuti, ma questa planetaria penetrazione pone molte domande, non ultime quelle che si sono posti due ce- lebri giornalisti, uno italiano e uno statunitense. L’italiano è Giulio Anselmi, che al Festival internazionale del giornali- smo di Perugia ha detto alcuni anni fa: “Il web non è il mes- sia. La carta stampata è in declino, ma internet non è la so- luzione di tutti i problemi: l’improvvisazione è fatale e non basta declinare l’informazione in molti modi perché diven- ti buona. Se è scadente, resterà tale. Bisogna puntare alla qua- lità”. L’americano è invece Nicholas Carr, membro del bo- ard editoriale dell’Enciclopedia britannica, che ha dedicato un volume a questo tema, in cui è partito da questa consi- derazione: “Negli ultimi anni ho avuto la scomoda sensa- zione che qualcuno o qualcosa stesse armeggiando con il mio cervello, ridisegnando la mappa del mio circuito neuronale e riprogrammando la memoria. Per quanto ne so, il mio cer- vello non è ‘andato’ ma sta cambiando. Non penso nello stes- so modo in cui pensavo prima”2.

Internet ci sta cambiando nel nostro modo di pensare, di co- municare, di cercare notizie, di produrle, di fruirne, di ra- gionare. Si parla di Google e di Wikipedia come ieri si par- lava della Treccani o del sussidiario di scuola. I bambini una volta andavano alla scoperta del mondo che c’era fuori dal cortile di casa, oggi si piazzano davanti al pc e internet svol- ge lo stesso richiamo di fascinazione e mistero: lì dentro, in quell’infinito gioco di rimandi proposto da una navigazione on-line, c’è tutto il mondo, c’è l’universo. In ambito sanità, l’imponente mole di contenuti offerti dalla rete sta portan- 1 Per tutta la storia dello sviluppo della comunicazione digitale in ambito sanità si veda: Wal- ter Gatti, Sanità e Web. Come Internet ha cambiato il modo di essere medico e malato in Ita- lia, Springer, 2011

Le informazioni del paziente/cittadino



do ad un rovesciamento nel tradizionale rapporto terapeuti- co: prima era il medico a detenere le conoscenze e le com- petenze, definendo una asimmetria informativa che andava a suo vantaggio, base di un rapporto fiduciario. Oggi è il pa- ziente ad avere a sua disposizione miriadi di informazioni più o meno valide da mettere sul tavolo dell’alleanza tera- peutica. In nome dell’empowerment è il cittadino oggi a vi- vere con posizione di forza il rapporto con il medico, grazie a quel “terzo incomodo” rappresentato dal web. Questo ri- baltamento pone dei problemi reali che, partendo dal- l’asimmetria informativa, passa attraverso una mancanza di verifica di autorevolezza delle fonti cui si connettono le ri- flessioni su certificazione e validazione dei contenuti e – in tempi di collaborative journalism e di social communication – di analisi dell’effettiva validità di quella informazione vi- rale su cui Manuel Castells3, il più noto e visionario dei so-

ciologi contemporanei della comunicazione, basa tutte le sue riflessioni più ardite e innovative. Temi delicati, questi cita- ti, che si connettono ad altre tre marco riflessioni: la sempre crescente ipocondria digitale, la non sempre acquisita tra- sparenza del rapporto tra informazione e ambito farmaceu- tico, l’etica medica nello spazio dei social network.

Ne consegue che il medico e il paziente rischiano oggi di es- sere due soggetti in balia di problematiche non trasparenti, dove spesso gli interessi non sono direttamente dichiarati, con l’aggravante che l’autorevolezza che viene attribuita ad internet oggi – il web come contenitore di verità – rende i suoi contenuti potenzialmente più pericolosi di quelli (ad esempio) della televisione, che è molto più penetrante su tut- ta la popolazione, ma che è percepita ormai con un certo di- sincanto4.

3 Per Manuel Castells si veda: Galassia Internet, Feltrinelli, 2006 4 10° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione, ottobre 2012

Ma se le problematiche di incidenza diretta dei contenuti sull’empowerment e sull’alleanza terapeutica sono le più im- mediatamente percepibili, ce ne sono altre che riguardano il presente e il cambiamento in corso dei modelli sanitari e di welfare di tutto il mondo. Recentemente Kofi Annan, ex se- gretario dell’Onu e uomo che ha dato il via al World Global Forum su HIV, malaria e tubercolosi, ha detto con una for- mula efficace che oggi occorre cercare una soluzione di “mi- glior sanità a costi inferiori che nel presente”. Il cambiamento non passa solo attraverso le riscritture del modello Beverage e coinvolge la comunicazione, la presenza professionale, il rapporto tra medici, decisori e istituzioni: il mondo medico e il mondo dell’informazione digitale possono contribuire ad un cambiamento che non penalizzi le fasce più deboli di popolazione? Nel nostro Paese riusciremo a superare questa fase di “rifondazione” salvaguardando l’art.32 della Costitu- zione? Le parole chiave del nostro presente sono sostenibili- tà, predittività, disinvestimento, aderenza, costo-efficacia, in- novazione, personalizzazione, post-universalismo, cronicità. Medici e giornalisti (due categorie fortemente “terremotate” dall’avvento dei contenuti digitali) sapranno essere alleati nel governo responsabile dell’informazione corretta anche in te- ma di revisione delle politiche sanitarie, dei modelli di wel- fare e di sostenibilità?

In ogni caso l’unica vera preoccupazione è l’ignoranza. Igno- rare il campanello d’allarme, ignorare la necessità di diveni- re protagonista di un mutamento in atto, ignorare il fatto che oggi “se io non comunico, qualcuno comunica per me”, questi sono i campanelli d’allarme. Il mondo medico, il mon- do dei cittadini, il mondo dei media e il mondo delle istitu- zioni sapranno ascoltare il tocco della campana che richia- ma tutti ad una maturità che la “prima fase del web” lascia in eredità alla seconda, nella speranza di vedere l’epoca di un internet più maturo?



Verso un internet più maturo?

D I A M O AT TO AG L I O RG A N I Z Z ATO R Idi essere stati parti-

colarmente tempestivi nel proporre un convegno su un tema così scottante. Tuttavia, ridurre in una breve relazione le ri- flessioni sul titolo assegnatomi è difficile e costringe ad esse- re apodittico. Inoltre non ho sufficiente competenza tecnica e quindi non mi addentrerò nella discussione sulle possibili- tà dell’ICT: tenterò piuttosto una sorta di analisi critica dei riflessi di questa sulla professione.

La prima parola del tema assegnatomi è “medicina”. La mi- gliore definizione che conosco è di Giorgio Cosmacini che è descrittiva e non metodologica. Sostiene che la medicina è una pragmatica che utilizza scienze diverse, compresa la rela- zionalità che non è soltanto un dovere morale ma è parte in- tegrante dell’atto medico.

Ma di che si occupa la medicina oggi? Uno dei grandi pro- blemi della medicina è la ridefinizione dei confini. L’indefi- nitezza dei limiti e i progressi logaritmici delle tecnologie che



Medicina informatica,