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1.3 Riflessioni

2.1.1 Politiche europee per l’innovazione

2.1.1.2 Horizon 2020

La Commissione Europea per dare seguito all’iniziativa “L’Unione dell’innovazione”, nel 2014 ha varato il programma “Horizon 2020”. Esso viene definito come il “più grande programma mai realizzato dall’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione”. Infatti prevede circa € 80 mld di finanziamenti per il periodo che va dal 2014 al 2020, oltre agli investimenti nazionali e privati attratti da questi.

Si prevede il potenziamento di 6 tematiche riguardanti l’innovazione, le quali sono:

“Eccellenza scientifica”, per riuscire a essere i leader mondiali nel campo scientifico attraverso:

o “Ricerca di frontiera finanziata dal CER” (Consiglio Europeo della ricerca): essa prevede un forte sostegno alla ricerca scientifica meritevoli, con un finanziamento di € 13 mld;

o “Azioni Marie Sklodowska Curie”: sostegno ai ricercatori attraverso la formazione;

o “Tecnologie future ed emergenti”: potenziamento e creazione di nuovi posti di lavoro altamente specializzati;

o “Infrastruttura a livello mondiale”: potenziamento delle strutture e degli strumenti utili per la ricerca;

 Leadership industriale per migliorare la competitività, l’innovazione e l’efficienza all’interno delle imprese attraverso questi passi:

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o “Leadership nelle tecnologie di supporto e industriali”: sostegno alle imprese che producono innovazione nel campo manifatturiero, con una particolare attenzione alle PMI innovative;

o “Accesso alla finanza di rischio”: finanziamenti da parte dell’UE per le PMI innovative che faticano a trovare in altri modi questi finanziamenti per l’innovazione;

 Sfide per la società: 7 tematiche principali in cui focalizzare gli investimenti in ricerca e innovazione:

o “Salute e benessere”;

o “Sicurezza alimentare, agricoltura e silvicoltura sostenibile e bioeconomia”;

o “Energia sicura, pulita ed efficiente”;

o “Miglioramento nei trasporti, per una migliore integrazione e rispetto dell’ambiente”;

o “Azioni per il clima, ambiente e efficienza nell’uso delle risorse”; o “Società più inclusive, innovative e riflessive”;

o “Società sicure”, in un’ottica di protezione della libertà e di sicurezza;

 Diffusione dell’eccellenza e promozione della partecipazione per riuscire a creare una ricerca a livello Europeo che non sia la semplice somma delle ricerche nazionali, ma che sia frutto di una vera sinergia;

 La scienza per la società: per creare un maggior confronto fra specialisti della ricerca e cittadini, cercando di migliorare l’informazione verso questi ultimi;

 Ricerca mirata: Horizon 2020 non vuole puntare al finanziamento di campi disciplinari di ricerca definiti, ma punta alla risoluzione delle sfide già citate, anche se in parte si focalizza su questi campi di ricerca:

o Scienze sociali ed umanistiche; o Ricerca nucleare;

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Trovo giusto ribadire che si è posto l’accento all’aiuto per le PMI innovative, le quali in molti casi faticano ad accedere a finanziamenti cospicui per poter effettuare ricerca scientifica di alto livello.

Questo piano prevede diversi modalità di azione a cui tutte le imprese e team di ricerca possono accedere:

“Azioni di ricerca e innovazione”: finanziamento di progetti che possono portare a nuove conoscenze o nuove tecnologie (copertura 100% dei costi ammissibili);

“Azioni di innovazione”: finanziamento per attività vicine al mercato, come la creazione di prototipi o collaudi. L’obiettivo è la produzione di nuovi prodotti o servizi (copertura 70% dei costi ammissibili);

“Coordinamento e azioni di supporto”: finanziamento per attività di coordinamento e messa in rete di progetti, programmi e politiche per l’innovazione;

“Sovvenzioni per la ricerca di frontiera – CER”: finanziamento per progetti di eccellenza, svolti da un solo team nazionale o internazionale in qualsiasi campo di ricerca;

“Sostegno per la formazione e lo sviluppo della carriera – Azioni Marie Sklodowska Curie”: finanziamento per borse di ricerca, formazione e scambi di personale;

“Strumento per le PMI”: finanziamenti per le PMI fortemente innovative attraverso somme forfettarie per studi di fattibilità, contributi per progetti di innovazione e accesso agevolato al debito e capitali.

In seguito a questi piani, dei quali il secondo è figlio del primo, sempre nel 2014 è stato presentato dalla Commissione Europea, un rapporto sui risultati intermedi di Europa 2020, per poter fare il punto della situazione e per poter capire le modifiche da fare alle proprie strategie. A livello globale, si è osservato che a causa della crisi ancora persistente

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non c’è stata una forte crescita del PIL a breve termine, nonostante le misure espansive adottate dall’Unione Europea. Comunque, le previsioni dimostrano che nel periodo 2014- 2020 il PIL dell’UE crescerà annualmente dell’1,6%, contro il 2,3% del quinquennio pre- crisi.

Figura 2.2: Livello del PIL reale dell’UE e della zona Euro nel periodo 2000-2020 (indice 2010=100). Fonte: Commissione Europea, “Bilancio della strategia Europa 2020 - Per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. www.ec.europa.eu, 2014.

In ogni caso, per la discussione della tesi è più importante analizzare gli effetti di queste politiche per l’innovazione sul PIL. “Europa 2020” prevedeva di portare gli investimenti pubblici e privati in R&S al 3% del PIL. Al 2012 (ultimo dato disponibile per la Commissione), il livello di questi investimenti era pari al 2,06% con scarsissimi progressi registrati nei 2 anni di Piano. Questo dato fa capire che è altamente improbabile che l’obiettivo del 3% venga raggiunto. Infatti, sempre stando alle previsioni della Commissione Europea, gli investimenti in R&S dell’UE potrebbero salire al 2,2% del PIL, e al 2,6% del PIL se ogni Stato membro raggiunge i rispettivi obiettivi nazionali.

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Figura 2.3 Spesa Lorda domestica in Ricerca e Sviluppo suddivisa per Stato membro. Fonte: Commissione Europea, “Bilancio della strategia Europa 2020 - Per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. www.ec.europa.eu, 2014.

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In seguito allo studio di questi dati, sono state individuate le problematiche che non hanno permesso di raggiungere gli obiettivi assegnati per l’innovazione e anche negli altri campi9:

 Gli obiettivi non sono esaurienti: il problema principale è che ci sono molti indicatori, ma che essi non sono valutati e discussi correttamente. Si è sempre posto l’accento sugli indicatori che rappresentano i risultati migliori, per poter avere maggior popolarità a livello nazionale ed Europeo.

 Gli obiettivi non sono vincolati politicamente: a livello di “Europa 2020”, solo gli obiettivi riguardanti la riduzione dei gas serra e l’uso delle fonti di energia rinnovabile sono giuridicamente vincolanti per gli stati membri, con la possibilità di applicazione di sanzioni nel caso in cui tali obiettivi venissero mancati. Tutti gli altri obiettivi sono solamente di tipo strategico, anche se hanno comunque una grandissima importanza a livello sociale ed economico.

 Rimane la necessità di una valutazione qualitativa: ogni obiettivo pone un valore da raggiungere, senza spiegare la qualità delle modalità per il raggiungimento di esso. L’esempio più lampante viene proprio dall’obiettivo per la Ricerca e Sviluppo, il quale prevede il 3% di investimenti in R&S in rapporto al PIL. Questo però non permette di capire se tale finanziamento ha portato a risultati eccellenti o di poco valore. Per sopperire a questa mancanza, è allo studio un indicatore che permetta di misurare proprio la qualità dell’innovazione, per capire al meglio i risultati del programma Europeo.

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