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I cambiamenti nella struttura dei flussi commerciali

Nel documento Volume Rapporto 2003 (.pdf 2.4mb) (pagine 144-147)

5. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

5.2. I cambiamenti nella struttura dei flussi commerciali

Le tendenze evidenziate per il totale dei prodotti agro-alimentari, sia per l’Italia che per l’Emilia-Romagna, risultano ovviamente più diversificate quando l’analisi viene condotta ad un dettaglio maggiore dal punto di vista merceologico; ciò è vero anche nel caso di quest’analisi, anche se il dettaglio consentito dai dati disponibili non è certamente quello auspicabile.

Mentre a livello nazionale sono soprattutto i prodotti del settore primario che, in termini relativi, contribuiscono di più alla formazione del disavanzo agro-alimentare complessivo, a livello regionale è il deficit relativo ai pro-dotti dell’industria alimentare ad essere maggiore in valore assoluto. Con ri-ferimento all’intero Paese, infatti, nel corso del 2003 il deficit è stato pari a 4.999 milioni di euro per il settore primario e solo a 2.271 milioni per i pro-dotti dell’industria alimentare. In ambito regionale, sempre con riferimento all’ultimo anno, il deficit si attesta sui 372 milioni di euro per i prodotti del settore primario e sui 436 milioni per quelli dell’industria alimentare, ma nei due casi risulta piuttosto diverso il peso dell’interscambio (definito come somma del valore delle importazioni con quello delle esportazioni): esso ammonta rispettivamente a 1.636 e 4.866 milioni di euro rispettivamente.

Rinviando ad altre parti del rapporto per l’analisi congiunturale dei dati relativi ai singoli comparti, di seguito si illustrano in modo sintetico le prin-cipali tendenze relative all’evoluzione recente della composizione merceo-logica delle importazioni e delle esportazioni agro-alimentari regionali, al fi-ne di fornire un quadro d’insieme, che permetta di descrivere meglio il ruolo dei singoli comparti nel sistema produttivo regionale.

Dal lato delle importazioni le carni e i prodotti a base di carne sono la merceologia più importante: le importazioni perdono in valore lo 0,5% ri-spetto all’anno prima, attestandosi nel 2003 sugli 895 milioni di euro. Gli acquisti di questi prodotti effettuati dalle imprese della regione costituiscono, ormai stabilmente, un quarto delle importazioni agro-alimentari complessive regionali (pari a 3.655 milioni di euro) e, al tempo stesso, poco più di un quinto delle importazioni nazionali di questo aggregato di prodotti (pari a

4.220 milioni di euro nel 2003).

L’aggregato dei prodotti dell’agricoltura e dell’orticoltura, un insieme di merceologie piuttosto eterogeneo che comprende, tra l’altro, frutta, ortaggi, cereali ed oleaginose, continua ad essere la seconda voce delle importazioni agro-alimentari regionali: il valore degli acquisti all’estero è aumentato in misura eccezionale nel corso del 2003 (+8,8%), raggiungendo il valore di 806 milioni di euro. La sua quota sulle importazioni agro-alimentari regiona-li è aumentata sino a superare il 22%, così come la sua incidenza sulle im-portazioni nazionali di questo aggregato, che nel corso del 2003 giunge a sfiorare il 14%.

Dopo i forti incrementi messi a segno nei tre anni precedenti, quando so-no passate da 308 a 440 milioni di euro, le importazioni di pesci trasformati e conservati e prodotti a base di pesce nel corso del 2003 restano stabili. La loro incidenza sulle importazioni agro-alimentari complessive della regione si attesta sul 12,1%, mentre quella sulle importazioni nazionali di questo prodotto resta stabile, anche nel corso del 2003, sul 18,3%.

Le importazioni regionali di oli e grassi animali e vegetali (burro esclu-so), dopo il forte incremento messo a segno nei due anni precedenti – sono passate tra il 2000 e il 2002 da 241 a 365 milioni di euro – nel corso del 2003 evidenziano una flessione dell’8,1%. Nel corso del 2003 si riduce, di conseguenza, dal 10,2% al 9,2% l’importanza relativa di questi prodotti sulle importazioni agro-alimentari regionali e dal 16% al 15% il relativo peso sul totale nazionale di questa merceologia.

Le importazioni di prodotti lattiero-caseari e gelati nel corso del 2003, per il secondo anno consecutivo, appaiono caratterizzate da una leggera fles-sione (-1,8%): in valore si attestano sui 316 milioni di euro, perdendo una posizione tra gli aggregati di prodotti agro-alimentari più importanti a livello regionale dal lato delle importazioni. Di contro, a livello nazionale, questa merceologia presenta una crescita del valore delle importazioni pari al 2,0%;

di conseguenza, scende dal 12,3% del 2002 all’11,8% dell’anno successivo il peso dell’Emilia-Romagna sulle importazioni nazionali di prodotti lattie-ro-caseari e gelati e contemporaneamente si riduce dal 9% all’8,6% il loro peso sulle importazioni agro-alimentari regionali.

Sempre nel 2003 sono aumentate in misura non trascurabile anche le im-portazioni di preparati e conserve di frutta e di verdura, passate da 190 a 204 milioni di euro in valore, con una variazione del 7,4% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso la loro quota sulle importazioni nazionali di questo prodotto risulta veramente importante, raggiungendo il 16,8%.

Tra i prodotti d’importazione più rilevanti a livello regionale c’è anche l’aggregato bevande: nel corso del 2003 il valore degli acquisti regionali sui

mercati esteri è cresciuto del 7,3% e con un valore che raggiunge i 133 mi-lioni di euro rappresenta l’11,5% di quelle nazionali di questa merceologia.

Infine l’Emilia-Romagna ricopre un ruolo di rilievo nazionale anche per le importazioni di altri prodotti alimentari, animali vivi e prodotti di origine animale, alimenti per animali e prodotti della macinazione, amidi e fecole.

Nel 2003 il valore di questi scambi è stato pari, rispettivamente, a 265, 114, 31 e 31 milioni di euro, con una quota sulle importazioni nazionali del 12,9%, del 5,9%, del 6,5% e del 7,3%. Vale la pena di sottolineare, a questo proposito, che le importazioni regionali di altri prodotti alimentari sono au-mentate di ben il 14,4% rispetto al 2002, mentre contemporaneamente le al-tre voci denunciano una flessione compresa tra il -4,7% dei prodotti della macinazione e il -8,8% dei prodotti animali.

Il principale “prodotto” agro-alimentare di esportazione dell’Emilia-Romagna, secondo il dettaglio di analisi possibile, è l’aggregato altri prodot-ti alimentari dell’industria alimentare, che con esportazioni pari a 628 milio-ni di euro nel 2003, in calo del 4,4% rispetto all’anno precedente, contribui-sce da solo per il 22,1% alle esportazioni agro-alimentari della regione. In questo ampio aggregato di prodotti rientra, tra l’altro, la pasta alimentare, importante prodotto dell’industri alimentare regionale.

Seguono, in ordine decrescente di valore delle esportazioni regionali, e con pesi non molto inferiori, altre due altre merceologie importantissime a livello regionale: i prodotti dell’agricoltura e dell’orticoltura e la carne e i prodotti a base di carne. La prima merceologia, in cui rientra anche la frutta fresca, nel 2003 presenta esportazioni in valore sostanzialmente stabili (-0,8%) e contribuisce alle esportazioni nazionali dello stesso aggregato per oltre il 15%; non molto diversa è la variazione che caratterizza la seconda merceologia, che comprende anche prosciutti crudi e cotti ed altri salumi:

appare caratterizzata da una sostanziale stabilità (-0,1% sul 2002) ed incide per il 40,6% sulle esportazioni nazionali dello stesso aggregato, che di con-tro evidenziano una flessione del 5,3%. Se si considera che proprio il prosciutto crudo ed i salumi costituiscono le principali voci di questo aggregato, si può sottolineare come per questi prodotti la tenuta delle esportazioni segnali ad un tempo la buona capacità competitiva dei suoi operatori e la possibilità di ulteriori significativi sviluppi.

Preparati e conserve di frutta e di verdura rappresentano la quarta voce delle esportazioni agro-alimentari regionali con un valore in discreta flessio-ne (-6,7%) rispetto all’anno precedente, che tuttavia si colloca sulla ragguar-devole cifra di 379 milioni di euro, vale a dire il 13,3% delle esportazioni agro-alimentari regionali e poco meno del 20% delle esportazioni nazionali di questo aggregato: anche in questo caso, quindi, ben un quinto delle

espor-tazioni nazionali ha come origine l’Emilia-Romagna.

Un consistente aumento è stato registrato invece dalle esportazioni di prodotti lattiero-caseari e gelati, passate nel corso dell’ultimo anno da 226 a 260 milioni di euro (+15,0%). Se si considera che in regione viene prodotto il più noto formaggio a pasta dura del nostro Paese, la quota sulle esporta-zioni nazionali di questo aggregato di prodotti, pari al 19,1% nel 2003, appa-re giustificata, soprattutto tenendo pappa-resente che nello stesso gruppo merceo-logico sono inclusi anche altri formaggi, sia duri che semiduri, di latte vac-cino ed ovicaprino. Le esportazioni di bevande, vino in particolare, sesto prodotto agro-alimentare d’esportazione in valore, sono calate pure in misu-ra significativa (-7,1%), attestandosi sui 226 milioni di euro, pari al 6,1%

delle esportazioni nazionali.

Nel 2003 le esportazioni regionali di oli e grassi, animali e vegetali si so-no attestate sui 67 milioni di euro, mettendo a segso-no una flessione, rispetto all’anno prima, di oltre il 14%, ma in questo caso il contributo regionale alle esportazioni nazionali si ferma al 6,4%.

Gli altri aggregati merceologici considerati, nel 2003 hanno fatturato sui mercati esteri valori assai più modesti, pur segnando, in quasi tutti i casi, va-riazioni molto elevate in termini percentuali rispetto all’anno precedente. Si tratta, nell’ordine, di pesci trasformati e conservati e prodotti a base di pesci (38 milioni di euro, -21%), prodotti della macinazione, amidi e fecole (31 milioni, +30,8%), pesci ed altri prodotti della pesca (26 milioni, +11,4%), animali vivi e prodotti di origine animale (25 milioni, +37,6%) e alimenti per animali (18 milioni, -28,5%).

Nel documento Volume Rapporto 2003 (.pdf 2.4mb) (pagine 144-147)