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VEIENTIVM CUR VALERIO IVNIANO C

10. C OMPLESSI ARCHEOLOGICI COMPARABILI

10.5. I L COMPLESSO TERMALE , TERAPEUTICO E CULTUALE DI V ICARELLO , A QUAE

APOLLINARES NOVAE338 (Fig. 276).

Il sito è stato oggetto di parziali indagini di scavo. Si presenta articolato in diverse aree di cui si hanno soltanto sommarie descrizioni. In età romana il complesso si articolava in due aree distinte, separate dal Fosso della Mola (Periodo I, Fase 1). Il nucleo principale è costituito da un ampio terrazzamento in opera laterizia (6.750 m²), al di sopra del quale sono presenti le terrazze 4 e 5. La terrazza 4 è dotata di ambienti, tra cui uno absidato (6); la terrazza 5, scoperta e decorata con portici, è stata interpretata come palestra o, secondo un’altra ipotesi, luogo adibito alla pratica dell’incubatio, che un’iscrizione greca (CIL XI 3296= IG XIV 2256, vedi oltre) ricorda essere praticata. Nell’angolo nord è presente il ninfeo (7), costituito da un edificio in opera laterizia con rari specchi in opera reticolata; un salone a pianta quadrangolare (9.45 m x 9.20 m) è il vano principale ed è ornato da due grandi nicchie emicicliche opposte e da una fontana quadrilobata (7). Risultano particolarmente ricercate le decorazioni pavimentali marmoree. Sul lato sud-est sorge una fontana a scivolo d’acqua su gradini rivestiti di lastre marmoree (8), che doveva essere sovrastata da una statua di Apollo nudo in marmo pentelico rinvenuta nelle vicinanze. A nord-ovest del ninfeo è costruita una cisterna (9), alimentata da una sorgente ritenuta pertinente ad una captazione secondaria dell’Aqua Traiana, che riforniva le due fontane del ninfeo. Questa area (terrazza 4-5) è stata datata, in base alle tipologie pavimentali in opus sectile e alle caratteristiche architettoniche, dall’età domizianea fino agli inizi del II sec. d.C. ed è stata proposta anche un interpretazione come proprietà privata dell’imperatore339.

La seconda area è costituita dalla sorgente termale (conceptio, 1), sgorgante da una fenditura della roccia vulcanica, a sinistra del Fossa della Mola. E’ presente una piscina rettangolare con celle e sedili. La famosa stipe votiva si trovava all’interno di un edificio costruito nel 1737 e venne scoperta in occasione di ristrutturazioni edilizie nel 1852. Il ritrovamento di alcuni bolli (CIL XV 637, 999, 1000, 1253) ha permesso di datare

338COLINI 1979; TURCHETTI 1999a, pp. 73-77;CHELLINI 2002, pp. 99-104; GASPERINI 2006, pp. 193-213. 339Questa ipotesi è stata recentemente avanzata daGUIDOBALDI,ANGELELLI 2001in base all’accuratezza di alcuni pavimenti in opus sectile analizzati dalla VON FALKENSTAEIN-WIRTH 1997-98. Questa ultima studiosa trova come confronto per i pavimenti di Vicarello, datati nella fase tarda dell’impero di Domiziano, quelli della villa imperiale del Palatino e propone come committente dei lavori presso le terme, di cui non mette in dubbio l’interpretazione, una personalità vicina alla casa imperiale, non essendoci dati sufficienti per proporre lo stesso imperatore Domiziano. La nuova interpretazione di GUIDOBALDI,ANGELELLI 2001si basa soltanto su ulteriori considerazioni di alcuni pavimenti e non pare convincente, d’altronde l’esistenza di una villa attribuita all’imperatore Domiziano, che avrebbe frequentato il sito in esame a causa dei suoi problemi di salute (Suet.Domiz. XVIII), è nota da tempo: VIRGILI 1988. Sul problema cfr. da ultimoCHELLINI 2002, pp. 103-104 con bibliografia precedente.

la sistemazione edilizia della fons agli ultimi anni del regno di Domiziano. E’ stato proposto di localizzare vicino alla sorgente un tempio di Apollo, come presso il complesso di Stigliano 10.4, e un sacello dedicato ad Esculapio, come suggerirebbe la presenza di una statua del dio.

E’ possibile accennare anche ad altre strutture di cui non si hanno ulteriori dati (Fig. 276): alcune strutture murarie (2), i resti di muratura e di un pavimento a mosaico con sotto un fognolo (3), alcuni ambienti inesplorati (10) e i resti di una viabilità e di un ponte (11).

In base all’enorme quantità di monete ritrovate nella stipe votiva è possibile affermare che la fonte è stata frequentata almeno dalla fine del IV sec. a.C. fino al IV sec. d.C. Secondo alcuni è dubbia la notizia riguardante l’esistenza nella stipe di materiale litico del Periodo preistorico. Tra i materiali di maggior interesse è possibile menzionare alcuni vasi potorii d’oro, argento e bronzo iscritti: tra questi quattro bicchieri d’argento, a forma di colonne miliari, ciascuna riportante, con alcune varianti, le tappe dell’itinerario stradale da Cadice a Roma, e databili tra la fine dell’età augustea e gli inizi di quella tiberiana. Questa tipologia di reperti indica anche che l’acqua termale era impiegata non solo per la balneazione ma anche come bevanda a fini terapeutici.

Per quanto concerne le iscrizioni votive rinvenute nel sito è possibile citare:

- vaso d’argento con dedica ad Apollo, Ninfe Domiziane ad opera di Q. Cassio Ianuario, fine I sec. d.C. (CIL XI 3286)

- vaso d’argento con dedica ad Apollo Sancto, Ninfe ad opera di Gavia Rodine, fine I sec. d.C. (CIL XI 3287)

- vaso d’argento con dedica ad Apollo Sancto ad opera di Claudio Severiano, fine I sec. d.C. (CIL XI 3285)

- vaso d’argento con dedica ad Apollo, Silvano e alle Ninfe ad opera di Q. Licinio Nepote, inizi II sec. d.C. (CIL XI 3289)

- anforetta di bronzo con dedica ad Apollo e alle Ninfe Sante ad opera di Nevia Basilla, II-III sec. d.C. (CIL XI 3288)

- vasetto di bronzo con dedica alle Ninfe ad opera di Minucia Zosime, II-III sec. d.C. (CIL XI 3290)

- base marmorea con dedica ad Apollo posta da Sestilio Obas in seguito all’apparizione in sogno (incubatio), età imperiale (CIL XI 3296 = IG XIV 2256)

- iscrizione perduta con dedica a Apollo, Silvano, Asclepio e alle Ninfe, posta da L. Aiatio Febo (CIL XI 3294)

- iscrizione, di dubbia autenticità, con dedica a Esculapio, Igea e alle Ninfe (CIL XI 378)

In base ai dati riportati il complesso termale, terapeutico e cultuale delle Aquae Apollinares novae si rivela essere di tipo policultuale in quanto vi erano venerate diverse divinità: Apollo, Silvano, Asclepio, le Ninfe e Igea (?). L’unico indizio per il culto di Ercole è rappresentato da una piccola clava di foglia di rame, riempita di piombo e di incerta datazione. Risulta evidente comunque che la divinità principale era Apollo che è sempre citato nelle iscrizioni in prima posizione e che inoltre dava il nome al sito. Non risulta convincente l’interpretazione della grande terrazza (4-5) come basis villae, in quanto se nella terrazza 5 veniva realmente praticata l’incubatio sembra difficile poter considerare la struttura come un edificio privato, mentre un’interpretazione a carattere pubblico, come complesso termale, terapeutico e cultuale, sembra essere più idonea. Queste strutture potrebbero rientrare in un programma di monumentalizzazione dell’area fatto da Domiziano340, frequentatore assiduo delle terme, e quindi essere considerate come strutture facenti parte integrante del complesso termale di Vicarello.

10.6. IL COMPLESSO TERMALE, TERAPEUTICO E CULTUALE DI PIAN DI CARLOTTA,AQUAE