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3. Il fenomeno culturale del samizdat

3.3 I fenomeni culturali paralleli tamizdat e magnitizdat

Il fenomeno culturale del tamizdat (pubblicato là, tam in russo), indicava la pubblicazione all’estero di opere di autori che provenivano dall’Unione Sovietica. Il termine venne utilizzato per la prima volta negli anni Cinquanta, sebbene il fenomeno, all’interno della realtà letteraria russa, sia precedente, in quanto ha avuto origine nella “Stampa libera russa” stabilita da Aleksandr Herzen a Londra nel 1852, dove per la prima volta, una casa editrice russa pubblicò opere proibite in patria.128 La differenza tra il fenomeno sviluppatosi a metà dell’Ottocento e il fenomeno sviluppatosi a metà del Novecento, fu l’atteggiamento del potere nei suoi confronti: le autorità imperiali non disapprovarono completamente l’esistenza delle pubblicazioni all’estero, al contrario, in epoca sovietica, il tamizdat era visto come un problema e una minaccia dal punto di vista politico.129 Fino alla fine degli anni Venti del Novecento, era relativamente semplice ottenere sia il permesso di pubblicare che quello di ottenere libri stampati all’esterno, fu infatti nel 1929 che per la prima volta agli scrittori sovietici venne negato il diritto di pubblicare fuori dall’URSS.130

Nel periodo sovietico tuttavia un grande numero di opere venne pubblicato all’estero clandestinamente, in quanto l’opera, appena

127 Ivi p. 245.

128 B. Specht, Tamizdat – Publication abroad by writers in the Soviet Union 1929-1985, in: D. Jones (a cura di),

Censorship – A world Encyclopedia, Routledge, New York 2015, p. 2379.

129 Ibidem. 130 Ibidem.

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giungeva in Europa o America, non aveva più ostacoli e diventava quindi molto complicato per la censura sovietica intervenire. Tra queste opere stampate clandestinamente vi è il celebre Dottor Živago di Boris Pasternak, che fu pubblicato in Italia presso la casa editrice Feltrinelli scatenando un vero e proprio scandalo. Iniziò subito una campagna diffamatoria nei confronti dell’autore che dovette rifiutare il premio Nobel, venne espulso dall’Unione degli scrittori e subì costanti repressioni fino all’anno della sua morte nel 1960.131 Tra il materiale tamizdat ricordiamo: I racconti di Kolyma di Varlam Šalamov; opere di Andrej Sinjavskij, Sergej Dovlatov, Georgij Vladimov; Arcipelago gulag di Aleksandr Solženycin; Žizn’ i sud’ba di Vasilj Grossman e molti altri.132 Il tamizdat si serviva di case editrici piuttosto conosciute come “Ardis” (Michigan, USA), presso la quale verrà pubblicato l’almanacco

Metropol’, “Feltrinelli” in Italia, “Gallimard” in Francia ecc.

A partire dalla seconda metà degli anni Settanta il tamizdat sostituì quasi completamente il samizdat; gli autori preferivano stampare all’estero, piuttosto che sottoporsi al difficile processo di riproduzione clandestina in patria133 e iniziarono a rivolgersi direttamente alle case editrici straniere, senza diffondere la propria opera in samizdat prima di inviarla in Occidente.134 Questa situazione fu possibile grazie anche alla terza ondata migratoria, diversi intellettuali, sotto pressioni del KGB o per propria volontà, decisero di emigrare in Occidente, in questo modo per loro era possibile evitare la censura sovietica.135

131 Ibidem.

132 A. Gullotta, Il samizdat e il tema della repressione sovietica: una ricostruzione storica tra criticità e punti di domanda, in: “eSamizdat”, 2010-2011, VIII, p. 243.

133 M. Zalambani, Censura, istituzioni e politica letteraria in URSS (1964-1985), Firenze University Press, Firenze 2009, p. 130.

134 Ibidem.

135 B. Specht, Tamizdat – Publication abroad by writers in the Soviet Union 1929-1985, in: D. Jones (a cura di),

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Il fenomeno riscosse un certo successo, benché molti autori notassero come il tamizdat non ampliasse la cerchia dei lettori, che restava ancora molto limitata.136 Se da una parte diversi intellettuali vedevano il fenomeno sia come possibilità di diffusione della propria opera che quella di acquisire notorietà all’estero,137 d’altra parte molti erano scettici nei suoi confronti soprattutto sulla sua capacità di veicolare materiale del sottosuolo.138 Il tamizdat continuava però ad avere successo nella diffusione letteraria all’estero, ciò unito al supporto internazionale offerto agli autori repressi, costrinse l’Unione Sovietica a sviluppare nuove strategie di controllo. Gli organi di potere cercarono di convincere autori di successo nel tamizdat, a pubblicare in Unione Sovietica, naturalmente sempre sotto il controllo della censura.139 Venne così istituita nuovamente la VAPP, l’agenzia pansovietica per la tutela dei diritti d’autore, per dare agli scrittori sovietici un canale ufficiale mediante il quale pubblicare all’estero, affermando così il diritto di copyright e dando agli scrittori dei privilegi in campo editoriale.140 La pubblicazione all’estero, senza essersi sottoposti al vaglio della VAPP, era illegale, e poteva essere punita. In realtà la VAPP risultava avere poca influenza nella realtà tamizdat, in quanto il fenomeno aveva già acquisito molta importanza essendo l’unico a dare un’effettiva libertà di parola e un rifugio dalla censura.141

A partire dagli anni Sessanta si sviluppò il fenomeno culturale del

magnitizdat (registrazioni magnetofoniche), grazie al quale le

registrazioni delle canzoni dei bardi e le loro trascrizioni, circolavano nel

136 V. Parisi, Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956-1990, Il Mulino, Bologna 2013, p. 88. 137 B. Specht, Tamizdat – Publication abroad by writers in the Soviet Union 1929-1985, in: D. Jones (a cura di),

Censorship – A world Encyclopedia, Routledge, New York 2015, p. 2380.

138 V. Parisi, Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956-1990, Il Mulino, Bologna 2013, p. 96. 139 B. Specht, Tamizdat – Publication abroad by writers in the Soviet Union 1929-1985, in: D. Jones (a cura di),

Censorship – A world Encyclopedia, Routledge, New York 2015, p. 2380.

140 Ibidem. 141 Ibidem.

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samizdat.142 Il successo di questo fenomeno fu favorito anche dal fatto che qualsiasi cittadino sovietico poteva utilizzare il magnetofono per ascoltare musica, ma anche per registrare e copiare nastri. Il maginitizdat entrò nelle case della gente comune, diffondendo così temi riguardanti la dissidenza, la libertà, la critica al partito, la repressione ecc.143 Il fenomeno riuscì ad entrare in contatto con quel pubblico che non era mai stato toccato dal

samizdat, un pubblico significativo finalmente poteva conoscere gli

argomenti proibiti dalla censura come le storie dei lager e delle repressioni.144 Le poesie cantate dai bardi erano molto ascoltate e amate, ricordiamo ad esempio: Ban’ja bianca di Vladimir Vysockij, che narrava dei lager staliniani; Ave Maria di Aleksandr Galič, che faceva morire Gesù in un campo; le canzoni di lager; le romanze di Bulat Okudžava ecc.145 Il fenomeno era molto esteso ed ebbe una funzione non solo di opposizione, ma anche di appoggio per lo sviluppo culturale del paese.