• Non ci sono risultati.

nei primi decenni del Novecento in Russia

2.4 I “giovani gnoseologi” e la rivista Logos

Nello stesso periodo in cui in cui Špet insegna nei seminari di Čelpanov ad allievi brillanti come Boris Pasternak, egli inizia ad av- vicinarsi all’orientamento scientifico della rivista Logos, che rap- presenterà il punto di riferimento in Russia per la diffusione della fenomenologia husserliana. Ricordiamo che Husserl pubblica il suo saggio La filosofia come scienza rigorosa, su invito del neokantiano Heinrich Rickert, nel 1911, sulla rivista Logos, le cui pubblicazioni erano iniziate non da molto e a cui seguirà, quasi immediatamente e parallelamente, la pubblicazione della rivista russa con lo stesso titolo.

Fra i nomi di spicco, che prendono parte al gruppo di lavoro denominato “ i giovani gnoseologi” 23 vi è, fra gli altri aderenti, B.V. Jakovenko (1884-1948) che si era formato in Germania, con Windelband e con Rickert ; Jakovenko, tornato in Russia nel 1910, vi resterà fino al 1913 e sarà proprio lui ad assumersi il compito di fondare la rivista russa Logos, con la finalità di divulgare agli stu- diosi russi gli ultimi esiti del pensiero occidentale e, in particolar modo, gli esiti del neokantismo, che in quel momento veniva con-

23 Tale denominazione, “molodye gnoseologi” venne attribuita al gruppo di lavoro da N.O.Losskij.

siderato dallo stesso Jakovenko come il necessario approdo dello sviluppo del pensiero filosofico mondiale. 24

Va ricordato che nel 1909 esce la prima edizione delle Ricerche

logiche, dei Prolegomeni a una logica pura, la cui traduzione dal te-

desco è opera di E.A. Berštejn mentre la redazione e la prefazione sono curate da un filosofo piuttosto noto, Semën Frank.

Come la maggior parte dei filosofi russi dell’epoca anche Semёn Frank è interessato al platonismo, risente l’influenza della corrente sofianica, del pensiero di Solov’ëv e riprende il concetto di sobornost’ come pure la nozione della divino - umanità. L’intuizione della tota- lità, di Dio e del mondo, di immanenza e trascendenza rappresenta la facoltà che va oltre, che oltrepassa il pensiero logico - razionale per cogliere “l’inattingibile”. Tuttavia, Frank vuole distinguere il pensiero religioso da quello filosofico, per garantire l’autonomia di quest’ultimo. Il suo impegno nella diffusione della filosofia tedesca è attestato dall’attività di traduzione di diverse opere di filosofi con- temporanei come Windelband, Dilthey, Hartmann, Scheler, Cassirer. Sia Jakovenko 25 che un altro noto filosofo come N O. Losskij 26 fanno riferimento alle Ricerche logiche e a La filosofia come scienza

24 Il comitato di redazione della rivista Logos era composto da S.I.Hessen per l’edizione di San Pietroburgo e da E.K. Metner, F.A.Stepun e B.V.Jakovenko per l’edizione moscovita, colleghi di Gustav Špet.

rigorosa. Tuttavia, sottolinea Maryse Dennes 27, Jakovenko non pen- sa di doversi servire degli elementi della logica per la costruzione di una nuova visione del mondo che portasse allo svecchiamento del quadro di riferimento della filosofia russa:

Dans ses écrits, Husserl serait replacé dans le cadre de l’histoire de la philosophie, il serait présenté, au même titre que les autres philosophes occidentaux de son époque, comme l’aboutissement d’une attitude critique par rapport aux éléments empiristes encore présents dans le kantisme, comme un exemple pour la Russie, du mode selon lequel devait se déployer la vraie philosophie. Les attaques acerbes de B. Jakovenko contre les répresentants de la renaissance spirituelle russe de l’époque le firent considérer en Russie comme un exemple du parasitisme allemand dans la culture russe. 28

25 Alcuni articoli di Jakovenko dove sono presenti riferimenti alla filosofia husserliana: O sovremennom sostojanii nemeckoj filosofii (Sulla situazione odierna della filosofia tedesca), Logos, 1910- 11, I, pp. 250-267. Filosofija Ed. Gusserlja (La filosofia di Edmund Husserl) terza serie delle Novye idei

v filosofii (Nuove idee nella filosofia), collana diretta da N.O. Losskij e da E.L. Radlov in Teorija poznanija I (Teoria della conoscenza I), San Pietroburgo, 1913, pp. 74 -146.

26 N.O. Losskij, resoconto della traduzione delle Ricerche logiche, tradotte dal russo da E. Berštein, Russkaja mysl’ (Il pensiero russo), n. 12, 1909.

27 Maryse Dennes, Husserl - Heidegger – Influence de leur œuvre en Russie, L’Harmattan, 1998, pp. 65-66.

Il pensiero di Husserl rientrava, secondo Jakovenko, nel quadro dello sviluppo della storia della filosofia e il suo pensiero doveva essere considerato come quello di altri filosofi occidentali dell’epoca. La sua riflessione non veniva vista come una “rivoluzione” quanto piuttosto come il risultato dell’attitudine critica nei confronti di quei residui di empiria ancora presenti nel kantismo; la fenomenologia husserliana avrebbe dovuto rappresentare un modello per la Rus- sia, grazie al quale si sarebbe potuto sviluppare un nuovo pensiero critico . 29

Nikolaj Losskij (1870-1965) fu un’altro accademico di spicco, professore di filosofia presso l’università di Pietroburgo dal 1900 al 1921, costretto all’esilio insegnò presso l’università russa di Praga dal 1922 al ’42, si trasferì a Bratislava dove tenne la cattedra di fi- losofia fino al 1945. Nel ’46 si recò negli Stati Uniti, a New York, do- ve insegnò per quattro anni presso l’Accademia teologica ortodossa. L’intuizionismo di Losskij, sostanzialmente platonico per quanto riguarda l’aspetto gnoseologico e leibniziano per quanto riguarda l’ambito metafisico con la ripresa della monadologia, sono i princi- pali riferimenti della sua linea di pensiero, del suo “ideal-realismo”. Gli scritti, molto numerosi, vennero pubblicati non solo in russo ma anche in inglese, in tedesco e in francese. È del 1939 un suo articolo,

fra i più importanti dedicati alla filosofia husserliana, dal titolo

L’idealismo fenomenologico trascendentale di Husserl (Transcendental’nyj fenomenologičeskij idealizm Gusserlja). 30

30 N. O. Losskij, Transcendental’nyj fenomenologičeskij idealizm Gusserlja, Put’, 1939, 60, pp. 37-56, ripubblicato su Logos, 1991, I, pp. 132-147.

2.5 Lev Šestov e la teoria della conoscenza in Husserl

Lev Šestov (1866 – 1938) 31 è un pensatore che, sia per la vicenda biografica che per i contenuti delle sue opere, sembra aver incarnato

31 Lev Isaakovič Šestov (il nome ebraico è Lejb Švarcman) nasce a Kiev nel 1866 da una ricca famiglia di commercianti ebrei. Si iscrive all’Università di Mosca dove frequenta in un primo tempo la facoltà di matematica e successivamente intraprende gli studi giuridici; non riesce a conseguire il titolo di dottore a causa della sua tesi sulla legislazione operaia, considerata dalla

commissione accademica, rivoluzionaria. Si interessa agli studi storico-sociali durante il periodo giovanile, rifiutando tuttavia il marxismo, inteso come dottrina. Come ricorda nel suo ultimo articolo del 1938, scritto in memoria di Husserl, l’incontro con la letteratura e la filosofia

avviene a grazie a Shakespeare, a cui dedica la sua prima opera.

Lascia la Russia nel 1896 e viaggia per l’Europa: nel ’97 è a Roma, poi in Svizzera. Torna in

Russia per rendere omaggio nel 1910 a Tolstoj . Lascia di nuovo la sua città natale per stabilirsi con la famiglia in Svizzera a Coppet, sulla riva del lago Lemano. Nel 1914, allo scoppio della guerra, torna in Russia. Il suo figlio illegittimo muore in battaglia e Šestov si reca personalmente

al fronte per tentare di riaverne il corpo, ma senza successo. Non potrà più rimanere nella Russia bolscevica perchè, quando anche Kiev diventa sovietica, le difficoltà per la pubblicazione dei suoi libri diventano insormontabili e la sua filosofia non si può conciliare con l’ortodossia

marxista.

Nel ’21 si trasferisce a Parigi dove ritrova parte dell’intelligencija russa e dei suoi vecchi amici. Nel ’22 ottiene la docenza presso la Facoltà di lettere (sezione russa di slavistica). Nel 1924,

durante gli incontri periodici organizzati da Jules de Gaultier, incontra lo scrittore di origine romena, Fondane, che diverrà il suo discepolo e collaboratore. Gli impegni culturali si intensificano: nel ’28, durante un convegno su Plotino ad Amsterdam, incontra Husserl. A

Friburgo, nel mese di Novembre dello stesso anno, incontra a casa di Husserl, Heidegger. Muore in una clinica parigina il 20 Novembre 1938 . Il suo ultimo contributo è l’articolo in

memoria di Husserl, che si era spento nell’aprile dello stesso anno.