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3 I grandi cantieri dello Stato

Nel presente capitolo vengono descritti in forma sintetica i due grandi progetti che vedono coinvolto attualmente il nostro Cantone. Si tratta in entrambi i casi di dossier politico-strategici che hanno come obiettivo la riforma dell’organizzazione cantonale e che sono strettamente correlati con il sistema di perequazione finanziaria intercomunale e la sua futura impostazione e proprio per questo è importante conoscerne i contenuti. Stiamo parlando dei progetti denominati “Ticino 2020” e “Piano Cantonale delle Aggregazioni (PCA)”.

3.1 Il progetto Ticino 2020

In Svizzera il dibattito sulla riorganizzazione dei rapporti tra Cantoni e Comuni è più che mai ricorrente e anche il nostro Cantone Ticino non sfugge a tale problematica (Dipartimento delle Istituzioni, 2015, p. 4). Il Governo cantonale ha mostrato una chiara intenzione di voler rispondere a quelle nuove sfide che la gestione pubblica di ultima generazione richiede presentando al Gran Consiglio in data 21 gennaio 2015 la richiesta di un credito quadro per l’elaborazione del progetto denominato Ticino 2020.

Nel compendio al Messaggio Governativo, il Governo ammette apertamente che nell’organizzazione attuale e in particolare nel sistema di distribuzione dei compiti e delle competenze e nel sistema di gestione dei flussi finanziari tra Stato e Comuni vi sono delle inefficienze.

Parimenti, il Governo è assolutamente consapevole che per una riforma della gestione pubblica sia imperativo operare parallelamente su più fronti in maniera da gettare le condizioni quadro ottimali e garantire così la giusta impostazione dei rapporti e delle competenze tra i vari livelli istituzionali. La riforma moderna che si intende mettere in atto è impostata in modo tale da andare a toccare tutti gli aspetti che regolamentano il rapporto tra Cantone e Comune.

I 5 grandi assi, tra loro interdipendenti, su cui si fonda il progetto Ticino 2020 sono i seguenti: 1) Il consolidamento istituzionale per il tramite delle aggregazioni (si veda il Piano Cantonale

delle Aggregazioni (PCA)); 2) La riforma dei compiti; 3) La revisione dei flussi;

4) La riforma del sistema di perequazione;

5) La riorganizzazione dell’Amministrazione cantonale e dell’assetto comunale.

Come indicato, è inclusa la riforma dell’attuale sistema di perequazione alla quale già nel corso del 2011 il Governo aveva dato incarico ad uno speciale Gruppo di lavoro di verificarne i meccanismi e proporre misure correttive parziali allo scopo di attenuarne il fabbisogno. Visto l’imminente avvio del progetto Ticino 2020 il Gruppo di lavoro decideva però di rimandare la revisione integrale della legge preferendo una più contenuta modifica del solo Regolamento sulla perequazione finanziaria intercomunale. Questo con l’obiettivo di integrare la revisione generale all’interno del progetto Ticino 2020 e correlarla al PCA (Dipartimento delle Istituzioni, 2015, p.12).

Tramite il Messaggio governativo 7038 del 21 gennaio 2015 il Governo ha deciso di affrontare apertamente le critiche mosse dallo Studio di Avenir Suisse, elencandole, spiegandole, e fornendo una prima descrizione delle conseguenze.

Tabella 11: Principali inefficienze del modello ticinese di perequazione secondo il Governo

Nr Tema Problema Conseguenza

1 Mancato rispetto del principio di

equivalenza

Discrepanza significativa tra chi beneficia, chi paga e chi decide

 Rischio di prestazioni inefficienti  Controllo dei costi difficoltoso  Minore autonomia comunale 2 Perequazione

verticale indiretta

Sbagliato stabilire il sussidio unicamente sulla base della capacità finanziaria comunale (IFF)

 Poca trasparenza e difficoltà nel misurare i sussidi

 Creazione di stimoli sbagliati (effetto incitativo)

3 Calcolo dell’indice di forza finanziaria (IFF)

Inserimento del MP (con valore doppio) nella formula

 I Comuni rigorosi sono penalizzati

4 Legge sui sussidi

cantonali

Sussidi vengono versati in base alle spese

 Scarsa efficacia ed efficienza  Scarsa economicità nei progetti

5 Sistema di

perequazione

Forte dipendenza del sistema dal MP

 Il sistema si basa dunque sulla politica comunale in materia di uscite

 Non si premia la gestione efficiente delle risorse

 Rischio di aumenti “strategici” del MP  MP indicatore di oneri e non di risorse

6 Contributo di

livellamento (CL)

Garanzia di

raggiungimento di almeno il 70% delle risorse pro capite medie cantonali

 Al di sotto della soglia del 70%

l’aumento della capacità contributiva è compensato con una diminuzione dei contributi perequativi. Non vi è dunque incentivo a migliorare

Nr Tema Problema Conseguenza

7 Comuni deboli Secondo lo studio di

Avenir Suisse sono 46 i Comuni deboli in Ticino, ovvero quelli con Rf Co< 75% Rf Ca e i cui CL sono oltre il 50% delle loro entrate

 Si riconosce che l’ottenimento di contributi elevati è un aspetto che può inibire le riforme strutturali (tra cui le aggregazioni)

8 Contributo supplementare

Rilasciato sulla base di precisi parametri della legge e regolamento

 Enorme sforzo amministrativo e di controllo generato

 Effetto compensativo dei costi effettivi Fonte: elaborazione dell’autore

L’aspetto forse più evidente è che oggi la perequazione sta costando più del necessario e che non sempre riesce a raggiungere gli scopi prefissati in tutti i Comuni. Attualmente sono all’opera gruppi di lavoro ad hoc che hanno il mandato di studiare le misure correttive da apportare al sistema in modo da sanare tutte quelle inefficienze che lo Studio di Avenir Suisse e il Governo hanno identificato.

3.2 Il Piano Cantonale delle Aggregazioni (PCA)

Il PCA è lo strumento con cui il Consiglio di Stato ha disegnato la sua visione strategica del Ticino del domani, perseguendo lo scopo (intrinseco anche nella perequazione) di dare solidità ai Comuni trasformandoli in attori forti e attivi, dotati di una capacità manageriale, amministrativa e finanziaria solida e stabile nel tempo.

Già nel 1998 il Dipartimento delle Istituzioni aveva identificato nella ricerca della dimensione ottimale del Comune il fattore chiave per la creazione dei nuovi Comuni (Dipartimento delle Istituzioni, 1998, p. 11).

Nel tempo, sono stati concretizzati ben 31 processi aggregativi che hanno visto coinvolti 133 dei 245 Comuni degli anni 2000, permettendone la riduzione sino a raggiungere quota 130 Comuni nel 2016. Malgrado gli enormi sforzi già fatti, persistono ancora delle realtà comunali non sufficientemente strutturate e solide finanziariamente.

A tal proposito, il progetto prevede quale riferimento il “Comune minimo per funzionare”ossia la definizione di requisiti minimi che quest’ultimi dovranno rispettare per assolvere i propri compiti caratteristici della società del ventunesimo secolo (Dipartimento delle Istituzioni, 2013, pp. 34-35). In questo ambito potrà essere d’incentivo un altro degli assi della riforma del Ticino 2020 quello della ridefinizione dei compiti: si potrà difatti ambire ad avere una struttura minima per poter assolvere i futuri compiti che saranno assegnati alla nuova definizione di Comune. Il legame tra i diversi assi della riforma appare dunque alquanto evidente.

Dal lato pratico, il traguardo posto dall’Esecutivo cantonale prevede il raggiungimento di 23 comprensori di aggregazioni meglio identificabili dalla cartina seguente:

Figura 9: Scenario obiettivo cantonale a 23 Comuni

Fonte: Dipartimento delle Istituzioni, 2013, p.12

Al momento della sua pubblicazione, lo scenario a 23 Comuni entro il 2020 aveva fatto discutere trovando nei Comuni sia le necessarie condivisioni, ma anche delle critiche, soprattutto da parte dei Comuni Luganesi.

Come detto è però importante che questo progetto venga letto non come una singola iniziativa, ma come un tassello di un puzzle di 5 enormi pezzi, i 5 assi della riforma.

In questo senso è fondamentale che si identifichino i collegamenti tra le modifiche che potranno essere apportate all’attuale sistema di perequazione per rapporto al potenziale e auspicato