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I L COMMERCIO INTERNAZIONALE DELLA PROVINCIA DI PAVIA

Nel documento DELLE CAMERE DI COMMERCIO (pagine 87-94)

6. IL COMMERCIO CON L’ESTERO

6.1 I L COMMERCIO INTERNAZIONALE DELLA PROVINCIA DI PAVIA

Per avere un quadro complessivo del significato più appropriato da attribuire alle variabili che ci danno il polso dell’andamento del commercio internazionale della provincia di Pavia è opportuno soffermarsi sui valori registrati dal nostro import-export nel medio-lungo periodo. A questo scopo può essere interessante analizzare l’andamento della nostra Bilancia Commerciale negli ultimi 10 anni.

Osservando i dati si denota immediatamente una costante chiusura in disavanzo, il cui valore assoluto è lievitato regolarmente da poco più di 1,6 miliardi di euro del 2003 agli attuali 6,4 (sbilancio 2013).

Ciò rivela che importiamo continuamente molto di più di quanto riusciamo a vendere sul mercato internazionale. Questo comportamento è confermato da importazioni sempre maggiori, che nel periodo sono aumentate in modo più che proporzionale rispetto all’incremento registrato sul fronte dell’export.

La crescita in valore assoluto è infatti in questo caso inferiore poiché le esportazioni hanno subito nel periodo un aumento che non arriva al raddoppio, passando infatti dai 2,4 miliardi di euro del 2003 ai 4,4 del 2013. La serie storica delle nostre importazioni rivela, per contro, un progresso molto maggiore, con un distacco notevole tra il valore di 10 anni fa (4,1 miliardi di euro) e il valore dell’ultima tornata statistica (10,8 miliardi). In questo caso le cifre sono più che raddoppiate nel corso del periodo considerato.

Commercio estero. Valore delle esportazioni 2009-2013. Valori in euro

Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

Bilancia commerciale della provincia di Pavia. Periodo 2003-2013. Valori in euro

Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

Entrando nel dettaglio, possiamo inoltre analizzare l’andamento delle importazioni e delle esportazioni pavesi nel decennio attraverso l’osservazione delle loro variazioni percentuali su base annua.

Dal grafico seguente si può riscontrare un trend positivo e appaiato nella prima parte del periodo (dal 2004 al 2008): import ed export segnalano variazioni positive e analoghe, ad eccezione del 2006 quando discostano notevolmente; in seguito, nell’annualità 2009, il calo è sofferto da entrambe le variabili, e solo successivamente le curve risalgono su posizioni positive: le esportazioni crescono in maniera più costante e regolare come si denota dall’appiattimento della curva osservato dal 2010, mentre negli ultimi quattro anni le importazioni subiscono prima un’impennata nel biennio 2010-2011 e più recentemente una brusca contrazione fino all’ultimo dato che le vede di nuovo in ripresa.

Fonte: Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

Nel confronto con le altre realtà provinciali lombarde, vediamo che Pavia si distingue nettamente in Lombardia, configurandosi come la più vivace provincia esportatrice: con il suo 11,4% di incremento annuo, a fronte di un dato medio regionale sostanzialmente nullo (-0,1%), le esportazioni pavesi fanno un notevole balzo in avanti; le seguono a distanza solo quelle di Lecco (5% l’incremento annuo dell’export). Tutti gli altri territori mostrano incrementi delle esportazioni piuttosto contenuti a livello percentuale (Cremona +3,8, Como e Brescia +2%, Mantova +1%) se non addirittura alcuni diffusi decrementi (Sondrio -3%, Milano -2%, Varese -1%), che in certi casi diventano pesanti, come accade per Lodi (-6%).

Nell’ultimo anno Pavia dimostra uguale dinamismo anche sul fronte degli acquisti dall’estero totalizzando nel 2013 un +8,6% di importazioni rispetto all’anno precedente. Questa performance dalla valenza ambigua, poiché incide sulla locale Bilancia Commerciale, non trova riscontro in altre province lombarde che chiudono il 2013 con risultati sostanzialmente stabili (Como, Lecco e Sondrio +1%, Brescia -1%) o significativamente negativi su questo fronte (Bergamo e Mantova -4%, Milano e Varese -6%, Monza e Brianza -7%, Cremona -8%, Lodi -15%). Le prevalenti diminuzioni diffuse in ambito regionale trascinano al ribasso anche la media lombarda, che si assesta intorno al -4%, in linea con i dati nazionali aggregati che vedono le importazioni italiane calare su base annua del -5,5%.

In presenza di queste evidenze statistiche che ci contraddistinguono occorre quindi chiedersi quali siano le voci che condizionano così pesantemente le importazioni provinciali, interrogandosi, cioè, su quali siano i processi commerciali in grado di spiegare la nostra forte dipendenza dall’estero sul versante degli approvvigionamenti nonostante le eccellenti performance del nostro export, che non ha pari in Lombardia.

Commercio estero. Valore delle importazioni 2012 e 2013. Variazione annua. Valori in euro

Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

6.1.1 Le importazioni della Provincia di Pavia

Abbiamo visto che le importazioni provinciali nel 2013 guadagnano più dell’8% in valore rispetto all’anno precedente. Estendendo l’analisi alla composizione settoriale di ciò che acquistiamo dall’estero, si assiste nell’anno 2013 ad un trade off nei ruoli dominanti, con una sostanziale perdita di posizioni a carico di un settore preponderante per le nostre importazioni. In particolare si osserva che il settore definito statisticamente “altro industria”, che prevale in termini di peso nella composizione delle nostre importazioni, perde punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione, passando da un 48% del 2012 ad un 41% attuale. In realtà si tratta di un peso condizionato dalla voce merceologica che grava quasi totalmente sul comparto, le importazioni di greggio e materie prime, che con un valore di 4 miliardi e 230 milioni di euro spesi nel 2013 per la loro acquisizione, da sole, sfiorano il totale del comparto e costituiscono quasi la metà dell’import totale della provincia. La minore consistenza in termini di peso del settore “altro industria” non sta tuttavia ad indicare solo una contrazione significativa negli acquisti di petrolio – la cui diminuzione annua segna -8,7% di import, che in valore assoluto si traduce in soli 400 milioni di euro in meno – ma piuttosto si spiega anche con il contestuale aumento di peso di altri comparti, in particolare a causa dell’importante lievitazione di importazioni afferenti al settore chimico (+56% l’incremento annuo).

Le ragioni di ciò risiedono principalmente nell’impennata – davvero eccezionale – registrata nel 2013 di acquisti di prodotti farmaceutici di base (+180%, per un valore assoluto di 1 miliardo e 400 milioni di euro) e di medicinali e preparati farmaceutici (+119%, per un valore assoluto di 1 miliardo e 100 milioni di euro). A rigor di logica è abbastanza scontato non aspettarsi drastiche discese nelle acquisizioni di beni, quali gas e petrolio, ancora oggi di fatto primaria fonte energetica. Mentre è più interessante considerare che la forte ascesa negli acquisti dei prodotti chimici summenzionati conferma la vitalità del settore e la rilevanza delle ricadute dell’industria chimico farmaceutica sull’economia locale.

Grazie a questo balzo il settore della chimica, che comprende anche la gomma/plastica, si accaparra una fetta percentuale di import ben più consistente dell’anno precedente (36% contro il 25% del 2012).

Proseguendo nell’analisi dei settori si può osservare la crescita del comparto moda che, per quanto pesi sempre poco nella composizione del valore totale importato dal nostro territorio, registra un aumento di flussi in uscita: nel 2013 si è speso infatti il 17,4% in più rispetto al 2012 (per un controvalore di circa 15,5 milioni di euro) per l’acquisto di beni – tra capi, accessori e calzature – destinati all’abbigliamento.

Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

Un altro comparto che contribuisce meno del precedente anno alla composizione dell’import pavese, passando dal 20% al 18%, è quello dell’industria metalmeccanica ed elettronica, che si ridimensiona anche in valore assoluto (quasi 2 miliardi, il 6% in meno rispetto al 2012). A questa flessione contribuisce certamente il calo di acquisizioni di autoveicoli dall’estero (-16%), confermato dalla parallela discesa delle importazioni di questo genere di beni dalla Germania.

I dati purificati dalla componente “automobili” mostrano come le importazioni metalmeccaniche negli ultimi 10 anni siano state sostenute, vantando anche livelli di crescita compresi tra il 16-20% a conferma di un trend al rialzo, che ha avuto una pausa nel 2009 – anno in cui si è registrata una sostanziale invarianza delle importazioni in questo settore – e, più recentemente, con una significativa battuta d’arresto nel 2012 con un calo di quasi 14 punti percentuali sull’anno precedente.

Metalmeccanica ed elettronica al netto degli autoveicoli. Valori in euro

In lieve flessione anche il peso del paniere di generi alimentari che la provincia di Pavia acquisisce sul mercato estero: essa determina nel 2013 solo il 3% delle importazioni totali, contro il 4% del 2012;

anche in questo caso il settore alimentare flette in termini di valore importato (-6% la variazione su base annua, per un controvalore di 350 milioni di euro spesi).

Importazioni per settore - Provincia di Pavia. Valori in euro

Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

6.1.2 Le esportazioni della Provincia di Pavia

Quasi la metà delle esportazioni pavesi – quasi 2 miliardi di euro – sono da attribuire al settore chimico e della gomma/plastica, in particolare fermento: la crescita nel 2013 sopravanza di ben 28 punti percentuali i valori dell’anno precedente.

Il dinamismo del comparto si mostra anche con un deciso rafforzamento della quota di mercato che passa dal 40% del 2012 al 45% del 2013. La conferma di questa tendenza ci viene data dalle cifre, in forte rialzo, delle vendite oltreconfine di medicinali e preparati farmaceutici, prima voce dell’export provinciale, con un +33% nel 2013, per un controvalore di oltre 1 miliardo di euro. Con la stessa chiave di lettura possiamo interpretare i risultati dell’export relativo ai prodotti farmaceutici di base – quarta voce dell’export pavese, quasi tre volte tanto quanto riscontrato nell’ultima tornata statistica (+256%

l’incremento 2013 sul 2012) – che seppure sia di più modesta entità in valore assoluto, circa 270 milioni di euro, conferma il rafforzamento e la vitalità della chimica.

L’altro comparto che gioca un ruolo dominante e vitale nell’andamento dell’export provinciale è il metalmeccanico che, con i suoi 1,5 miliardi di euro introitati nel 2013 e una crescita annua di quasi 4 punti percentuali, costituisce il 35% del totale esportato. Da notare una flessione nel peso del settore:

la fetta di export che la metalmeccanica pavese si aggiudicava nel 2012 era pari al 38% del totale.

Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

Dobbiamo far presente che il commercio internazionale di autoveicoli, le cui vendite superano i 70 milioni di euro nell’ultimo anno e sono in tendente rialzo rispetto al 2012 (+7%), incide significativamente sul peso complessivo del settore.

Analizzando le cifre possiamo comunque osservare che, tra le voci principe del comparto, la fanno da padrone le vendite di macchine per impieghi generali e speciali, che insieme valgono oltre 700 milioni di euro incassati. Ultimamente sono venduti all’estero principalmente i macchinari per impieghi speciali

(+18% le vendite nel 2013) a scapito di quelli ad uso generale (-8%). La stabilità delle vendite anno su anno di queste due tipologie merceologiche prese nel loro complesso, indica infatti una compensazione tra gli andamenti di segno opposto appena commentati.

È opportuno segnalare anche il soddisfacente andamento del sistema moda, che cresce ancora in questa tornata statistica del 7%, in continuo progresso visto che già nel 2012 si era registrato un incremento del 5% sul precedente anno. La quota di mercato del fashion targato Pavia, che si avvicina al 5% del totale esportato, vale nel 2013 oltre 212 milioni di euro. Di questi quasi la metà, oltre 100 milioni di euro, provengono dalle vendite di calzature, prodotto storicamente leader delle esportazioni pavesi legate al settore della moda.

Esportazioni - Provincia di Pavia. Valori in euro

Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT Fonte: Elaborazione Ufficio Promozione Estera Camera di Commercio di Pavia su dati ISTAT

Proseguendo nell’analisi settoriale, vediamo che l’alimentare cede una posizione in termini di quota export sul totale, arretrando all’11% contro il 12% dell’anno prima. In valore assoluto le esportazioni di generi alimentari nel 2013 fruttano 490 milioni di euro, una cifra che rimane stabile rispetto al 2012.

La voce principale degli alimenti pavesi esportati è costituita dai prodotti delle industrie lattiero-casearie (7a posizione nella classifica delle merci esportate nel 2013) che, con oltre 180 milioni di euro di fatturato, valore che cresce di oltre 9 punti percentuali rispetto al periodo precedente.

Nel documento DELLE CAMERE DI COMMERCIO (pagine 87-94)