6.4 Luoghi di inchiesta
6.4.2 I luoghi d'inchiesta
All'interno dei confini di questo territorio abbiamo effettuato alcune rilevazioni sul campo, e più precisamente, da Nord a Sud, nei comuni di Castagneto Carducci, San
Carta 6-1: I luoghi d'inchiesta lungo il litorale maremmano103
Riportiamo di seguito alcune brevi indicazioni geografiche sui luoghi dove sono state condotte le indagini.
Castagneto Carducci è un comune di 8.927 abitanti della provincia di Livorno. Il
territorio comunale di Castagneto Carducci si inserisce nel cuore della Maremma Livornese, al centro della cosiddetta Costa degli Etruschi. La conformazione territoriale si configura come pianeggiante lungo la costa, mentre si innalza nell'entroterra. La fascia costiera si affaccia sul Mar Tirreno ed è caratterizzata da vaste pinete, impiantate a seguito delle bonifiche effettuate nel XIX secolo al fine di proteggere i retrostanti terreni agricoli. Il toponimo deriva da castagno. Nel 1900 fu aggiunta la specificazione
Marittimo, che nel 1907 fu cambiata nell'attuale in onore di Giosuè Carducci, che da
bambino vi abitò per alcuni anni. La storia del borgo, al pari di quella di altri centri dell'antica Maremma pisana, è legata alle vicende della famiglia Della Gherardesca.
Nel 754, il nobile longobardo Wilfrid (divenuto alla morte San Walfredo), capostipite della famiglia Della Gherardesca, dopo il suo ingresso nell'ordine dei monaci benedettini e la conseguente fondazione del Monastero di San Pietro in Palazzuolo a Monteverdi Marittimo, donò al monastero medesimo i propri possedimenti in terra maremmana; tra questi erano compresi Castagneto e altri territori limitrofi. Donazioni di questo tipo servivano probabilmente alla nobiltà longobarda per legare i propri possedimenti a quelli della Chiesa e difendersi dalle pretese patrimoniali dei Franchi. Da qui in poi, i terreni della zona e il centro urbano di Castagneto rimasero sempre legati ai Della Gherardesca, con alterne fortune nel corso dei secoli, fino all'Unità d'Italia. Economicamente, Castagneto è fortemente caratterizzato dal turismo balneare ed enogastronomico.
San Vincenzo è un comune di 7.003 abitanti in provincia di Livorno. È situato nel
tratto di costa a sud di Livorno, che prende il nome di Costa degli Etruschi e che si estende dal capoluogo di provincia fino a Piombino. Ubicato nella Maremma livornese, è delimitato a nord dal comune di Castagneto Carducci e a sud dal Parco costiero di Rimigliano e dal comune di Piombino. Nel suo entroterra si estende la Val di Cornia .Il toponimo è attestato per la prima volta nel 1285, con il nome di Torre di San Vincenzo; la torre faceva parte di una serie di fortificazioni costiere e vedette dislocate sul territorio, costruite dalla Repubblica Marinara di Pisa al fine di proteggere questi luoghi
dagli attacchi dei saraceni. Probabilmente, però i primi insediamenti nella zona risalivano già all'epoca etrusca, vista la vicinanza con Volterra. In epoca medievale subì l'influenza dei longobardi Della Gherardesca prima e del dominio fiorentino poi, alle quali seguirono una serie di conflitti tra fiorentini e pisani, culminati nel 1505 nella
Battaglia di San Vincenzo (immortalata anche dal Vasari ne La Sconfitta dei pisani a San Vincenzo del 1567, particolare dell'affresco del Salone dei Cinquecento di Palazzo
Vecchio a Firenze). In seguito, la sorte del comune sarà affine a quella del resto del Granducato di Toscana fino all'Unità d'Italia. San Vincenzo è divenuto Comune autonomo e indipendente da Campiglia Marittima nell'anno 1949. L'economia si basa sul turismo balneare.
Scarlino è un comune di circa 3.794 abitanti in provincia di Grosseto. Dista dal
capoluogo circa 35 km. Il centro storico si trova sulle pendici del Monte d'Alma. Il territorio comunale si estende su una superficie di poco inferiore ai 90 km² dalle pendici nord-occidentali di Poggio Ballone fino alla fascia costiera alta e frastagliata del promontorio delle Bandite di Scarlino. Il territorio comunale confina a nord-ovest con il comune di Follonica, a nord con il comune di Massa Marittima, a est con il comune di Gavorrano, a sud con il comune di Castiglione della Pescaia, mentre a ovest si affaccia nella parte orientale del Golfo di Follonica. A livello di altitudine, il territorio si estende dal livello del mare fino ai 559 metri s.l.m. del Monte d'Alma. Il centro di Scarlino è situato a 229 metri sopra il livello del mare. Il paese sorse prima dell'anno 1000 come possesso della famiglia Aldobrandeschi; successivamente passò prima ai vescovi di Roselle e poi alla famiglia Alberti. Nel Duecento gli Aldobrandeschi si impossessarono nuovamente del centro che venne ceduto ai Pisani alla fine del secolo, dai quali passò poi agli Appiani di Piombino che lo inglobarono nel loro principato, rimanendo nel territorio del Principato di Piombino fino agli inizi dell'Ottocento. Dopo il Congresso di Vienna entrò a far parte del Granducato di Toscana. Nel 1834 il Comune di Scarlino fu declassato a frazione e accorpato a Gavorrano. Ritornò autonomo nel 1960. Scarlino è sede di uno dei più rilevanti insediamenti industriali della provincia di Grosseto, in località Casone, noto per la presenza di industrie chimiche.
Castiglione della Pescaia è un comune italiano di 7.473 abitanti della provincia di
Grosseto, situato nel cuore della Maremma toscana; dista dal capoluogo circa 22 km. È considerata un'esclusiva meta turistica. Il territorio comunale confina a nord con i
comuni di Scarlino e Gavorrano, a est e a sud-est con il comune di Grosseto, mentre a ovest e a sud è bagnato dalle acque del Mar Tirreno. L'area in cui sorge gran parte del territorio comunale era quasi interamente occupata dal mare durante il Pliocene, era geologica in cui vi fu l'orogenesi appenninica. Durante il Quaternario vi fu un graduale sollevamento degli originari fondali marini di circa trecento metri, fenomeno che creò le premesse per la formazione della pianura alluvionale lungo i tratti dei fiumi Bruna ed Ombrone, Tra i due corsi d'acqua rimase un vasto specchio d'acqua, di fatto un bacino lacustre salato, il Lago Prile, la cui salinità venne sfruttata per la raccolta di sale fino al periodo tardo-medievale, epoca in cui divenne un'area palustre a seguito della totale perdita di salinità. Le bonifiche iniziate dai Lorena nel corso del Settecento portarono alla bonifica dell'area malsana, causa della diffusione della malaria, con le varie opere di canalizzazione che hanno lasciato nella riserva naturale Diaccia Botrona ciò che resta dell'antico bacino lacustre. Già abitato in epoca etrusca e romana (fanno infatti parte del territorio comunale l'insediamento etrusco di Vetulonia e i resti della villa romana delle Paduline), la zona fu successivamente posta dal X secolo sotto la dominazione pisana, per passare poi allo status di comune libero nel Trecento, status perduto durante il secolo successivo, quando il borgo passò sotto il dominio di alcune potenti famiglie toscane (tra cui i Piccolomini e i Medici). Dal periodo settecentesco in poi, il centro conobbe una forte rinascita grazie alle opere di bonifica e canalizzazione dell'antico Lago Prile e ai grandi scambi commerciali favoriti dal ruolo di primo piano che il porto di Castiglione della Pescaia aveva assunto in quel periodo. L'apertura della Ferrovia Maremmana dopo la metà dell'Ottocento determinò un improvviso decadimento degli scambi commerciali, che portò, tra la fine dello stesso secolo e gli inizi del Novecento, allo sviluppo delle prime strutture balneari che costituirono di fatto gli albori delle moderne strutture turistiche che caratterizzano il centro.
Grosseto è un comune italiano di 82.494 abitanti,capoluogo dell'omonima provincia
toscana e posto a circa 12 km dal mare. Per superficie territoriale, risulta il più vasto comune della regione, nonché il terzo dell'Italia Centrale e il nono d'Italia. Secondo i dati Istat, la città contava appena 4.724 abitanti subito dopo l'Unità d'Italia, iniziando da allora una crescita esponenziale che ha portato al superamento della soglia delle 70.000 unità nel 1991 e delle 80.000 nel 2009. Dal punto di vista urbanistico, la città è uno dei pochi capoluoghi di provincia il cui centro storico è rimasto completamente circondato
da una cerchia muraria, nell'insieme integra, che ha mantenuto pressoché immutato il proprio aspetto nel corso dei secoli. In passato, gran parte dell'area pianeggiante era occupata dal Lago Prile, che si estendeva quasi fino alla parte occidentale della città. L'antico bacino lacustre costiero dalle caratteristiche palustri è quasi del tutto scomparso a seguito delle opere di canalizzazione rientranti nelle bonifiche settecentesche apportate dai Lorena, completate definitivamente tra gli anni venti e trenta del secolo scorso dal governo fascista. A partire dal VII secolo a.C. andò sviluppandosi l'antica
Roselle, fondata dagli Etruschi, passata successivamente ai Romani e rimasta abitata
fino al XII secolo (di cui si conserva un vasto sito archeologico che rientra nei confini comunali). In epoca medievale la città si sviluppò sotto il dominio degli Aldobrandeschi, per poi divenire libero Comune nel Duecento. Dopo la caduta della Repubblica di Siena la città fu annessa al Granducato di Toscana. Dalla fine del Settecento, con i Lorena, iniziarono i lenti lavori di bonifica del territorio circostante, prevalentemente paludoso e scarsamente abitato. La città conobbe infine una buona crescita negli anni '50 e '60 durante il periodo del boom economico postbellico. Oggi Grosseto rappresenta di fatto il centro più importante della Maremma anche dal punto di vista socio-culturale (rappresentando, quindi, in qualche modo anche il principale centro di influenza e di prestigio linguistico).
Orbetello è un comune della provincia di Grosseto di 15.160 abitanti. Dista dal
capoluogo circa 40 km. La città sorge nel mezzo dell'omonima Laguna ed è unita al Monte Argentario da una strada costruita su un terrapieno artificiale (la diga). Il territorio comunale è estremamente variegato; la zona umida lagunare è delimitata verso il mare da due tomboli, il Tombolo della Feniglia e il Tombolo della Giannella, caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea. La costa in prossimità dei rilievi di Talamone e di Ansedonia diventa rocciosa e di difficile accesso. L'entroterra è caratterizzato da modesti rilievi, dove la vegetazione cresce spontanea, formando intricate macchie, e da zone pianeggianti, una volta malariche ed oggi intensamente coltivate. La zona della Laguna era probabilmente già abitata in epoca etrusca. Verso il 280 a.C. passò sotto il controllo dei Romani. In epoca medievale, come molte altre zone del grossetano, divenne possedimento degli Aldobrandeschi, per divenire successivamente parte dello Stato dei Presidii fino all'età della Restaurazione, quando passò al Granducato di Toscana. Fino a pochi decenni fa, la principale risorsa
economica proveniva dalla pesca e dallo sfruttamento della laguna ai fini dell'allevamento ittico. Al giorno d'oggi, l'economia è oramai principalmente di tipo turistico.
Montalto di Castro è un comune di 8.984 abitanti della provincia di Viterbo. Dista
dal capoluogo circa 60 km, e poco più di 70 km da Grosseto. Collocata a 42 m s.l.m., Montalto di Castro si trova nella zona costiera della Maremma laziale. Nato probabilmente come insediamento nei primi secoli del Medioevo, fu oggetto d'interesse nel corso dei secoli per la buona posizione strategica e la vicinanza ad un ambiente adatto allo sviluppo della pastorizia. In epoca moderna venne contesa tra alcuni nobili dello Stato Pontificio e gode dell'interessamento di alcuni papi. Nel XVIII secolo vedono la luce alcune opere urbanistiche per il ripopolamento della zona, che continuerà a fasi alterne fino agli anni del Ventennio e della Riforma Agraria. Dal punto di vista economico, grande importanza rivestì la costruzione, negli anni '80 del XX secolo, della centrale elettronucleare Alto Lazio, che venne in realtà riconvertita prima dell'effettiva messa in funzione nella attuale centrale termoelettrica Alessandro Volta.
In sostanza, le indagini sono state svolte stabilendo Grosseto come 'centro' dell'area e spingendosi a Nord e a Sud in un raggio di circa 80 km.