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Venezia città-museo

3.2. I musei di Venezia: un prodotto culturale esperienziale

L’attuale assetto dei musei di Venezia hanno una forte “connotazione sistemica”, e si è realizzato attraverso alcune tappe cruciali, che hanno interessato molteplici aspetti, tra cui la riorganizzazione delle strutture amministrative, la gestione delle sedi museali e l’esternalizzazione dei servizi aggiuntivi. La componente museale, quindi, risulta essere chiaramente una risorsa fondamentale per la funzione turistica della città. Il ruolo del museo diventa effettivamente attivo e si propone con insistenza ai potenziali visitatori, tra i quali ovviamente compaiono i turisti. Il complesso museale veneziano può rappresentare una componente importante del prodotto turistico. Questa opportunità nasce dal nuovo ruolo che il museo svolge nella società, perdendo l’immagine di contenitore di pezzi d’arte, di quadri, di oggetti, per diventare un ente propositivo, attivo, vivo, che si ponga come attrazione all’interno di un sistema urbano più complesso. Molte città si possono permettere musei di

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rilievo anche grazie al flusso di turisti. Ad esempio, Palazzo Grassi e l’Accademia a Venezia possono mantenere le strutture museali soprattutto grazie al flusso dei visitatori turistici che contribuiscono ad aumentare le entrate del museo42.

I trentaquattro musei43 di Venezia potrebbero rappresentare molto bene il potenziale artistico- culturale che la città d’arte mette al servizio dei turisti. Si tratta, quindi, di una complessa offerta museale in grado di sviluppare una particolare immagine della città. L’immagine di Venezia, infatti, è un elemento immateriale e dipende fortemente dal prodotto culturale e turistico. Per avere successo sul mercato turistico una città d’arte deve avere una immagine che motivi la visita. E’, dunque, sempre più evidente la necessità per i musei di differenziare la propria offerta, ampliando la propria missione verso una maggiore attenzione al mercato, e di puntare sul miglioramento ed il rafforzamento non soltanto dell’immagine cognitiva (percezione che si forma grazie agli aspetti materiali dell’offerta, quali edifici, teche, personale), ma anche, e soprattutto, dell’immagine funzionale (determinata dalla percezione di ciò che il museo offre al potenziale visitatore con riferimento ai benefici ricercati). Si ritiene che, per tutte queste ragioni, attualmente i musei dovrebbero modificare la propria immagine e la propria offerta verso esperienze di visita maggiormente coinvolgenti. Infatti, “i musei sono essenzialmente prodotti esperienziali”44 e odori, colori, suoni, animazioni e

interazioni sono potenzialmente parte di tale prodotto45.

Il concetto ed i contenuti dell’istituzione museale sono cambiati, dunque, nel tempo. Tali evoluzioni sono facilmente evidenziabili se analizziamo il cambiamento che è intervenuto nella definizione46 coniata dall’ICOM (International Council of Museum) che rappresenta la denominazione “universalmente” riconosciuta da cui non può prescindere nessuna analisi delle funzioni museali. Con queste nuove prospettive, gli enti museali veneziani, quindi, potrebbero impegnarsi ed essere in grado di intrattenere oltre che di esporre a fini di studio e

42 Jan Van Der Borg, Il museo come prodotto turistico, 1 dicembre 1999 (art. consultabile on line:

http://www.undo.net/cgibin/openframe.pl?x=/cgibin/undo/management).

43 Lista dei musei a Venezia consultabile nel portale TurismoVenezia.it:

(http://www.turismovenezia.it/Musei).

44 Richard Prentice, Managing implosion: the facilitation of insight through the provision of context,

Museum Management and Curatorship, vol.15, n.2, 1996, p. 169.

45 Richard Prentice R., Experiential cultural tourism: museums and the marketing of the new

romanticism of evoked authenticity, Museum Management and Curatorship, vol. 19, n.1, 2001, p.5.

46Nel 2001, l’ICOM definisce il museo “a non-profit making, permanent institution in the service of

society and of its development, and open to the public, which acquires, conserves, researches, communicates and exhibits, for purposes of study, education and enjoyment, material evidence of people and their environment”.

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di educazione. I visitatori, che apprezzano una certa varietà, sembrano gradire questi progressi anche rispetto a collezioni i cui contenuti non sono molto conosciuti (si pensi al Palazzo Mocenigo, il museo civico veneziano che, dopo un profondo restyling, è stato rilanciato come Museo del Profumo: da storica sede del Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, si è data recentemente vita al primo percorso espositivo italiano dedicato al profumo). La gestione della leva dell’intrattenimento può rispondere per le imprese alla duplice finalità di differenziare l’offerta, (ri)posizionandosi rispetto alla concorrenza, e di potenziare le relazioni con i visitatori. Il museo utilizzando il proprio potenziale di divertimento, può raggiungere il grande pubblico ed essere più vitale finanziariamente, pur mantenendo il proprio status scientifico (in questo caso, invece, si pensi al museo civico veneziano di Storia Naturale, sede che realizza studi e ricerche volte alla conoscenza del territorio, promuove attività didattiche per bambini, cercando di unire la conoscenza con lo svago).

In questo contesto, nuove modalità, diverse dalle didascalie e dalle visite guidate tradizionali, sono utilizzate per presentare gli oggetti esposti in relazione con altri oggetti e con il visitatore, ad esempio tramite la ricostruzione di un’ambientazione che rispecchi il contesto originario. Altre innovazioni riguardano, ad esempio, l’introduzione di nuove metodologie di comunicazione che guidano ed accompagnano la visita dei luoghi (dall’utilizzo di guide multimediali all’uso di attori che raccontano storie associate alla collezione: si pensi alla figura del mediatore culturale, che la stessa Università Ca’ Foscari di Venezia promuove, dando la possibilità ad alcuni studenti appassionati di arte di fare da intermediari all’interno delle strutture museali), la creazione di pacchetti di servizi mirati alla fruizione interattiva di specifici target, l’offerta di laboratori in cui gli utenti possono sentirsi coinvolti totalmente. L’esposizione può diventare, così, un’esperienza fuori dal comune, offrendo una combinazione di immagini, suoni, luci e colori per affascinare e attrarre i visitatori, divenendo un’esperienza orchestrata da nuove professionalità (ad esempio attori, scenografi, costumisti: si pensi al Palazzo Ducale di Venezia, che rende la propria visita più interessante inserendo nelle varie sale del palazzo - tra cui le Prigioni - figure e attori che rimandino al contesto storico di un tempo ormai passato), da soggetti presenti nel museo ma addetti, normalmente, ad attività del back office (ad esempio i restauratori) e con l’ausilio di tecnologie. Le nuove tecnologie, in particolare, rendono possibile l’offerta ai visitatori di strumenti dinamici ed immersivi per la fruizione delle esposizioni, o la ricostruzione in 3D dei contesti in cui i reperti presentati erano originariamente inseriti.

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Possiamo affermare, quindi, che vi sono musei che nel tentativo di differenziarsi dagli altri ed incrementare la propria visibilità cercano di esaltare il valore ludico della visita. In questo caso la visita è focalizzata su valori non funzionali e non strettamente utilitaristici e l’attenzione del visitare si sposta verso elementi ludici, di intrattenimento. Ciò stimola la creatività, la fantasia, l’emotività e non solo i tradizionali sentimenti contrastanti che si possono provare trovandosi davanti ad un'opera: emozione o noia, curiosità o estraneità. Il museo effettivamente è una delle poche attrazioni che si possono costruire ex novo. Le risorse turistiche naturali e culturali sono uniche non riproducibili. Perciò se Venezia possiede queste risorse è fortunata e quindi può inserirsi nel mercato turistico, diventando una città d’arte altamente competitiva. Il punto è usare bene queste risorse.

Il museo, dunque, oltre ad essere un elemento di attrazione, funzionale al coinvolgimento e alla dimensione esperienziale dei visitatori, è anche una parte dell’industria turistica ad ampio raggio.