CAPITOLO 1: L’IMPATTO DELLA CRISI SULLE BANCHE p
2.2 La corporate governance nelle banche p
2.2.3 I possibili effetti delle nuove disposizioni p
La situazione delle principali banche italiane può essere delineata mediante l’analisi dei risultati del processo di autovalutazione108
.
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Si evidenzia che per questi soggetti il rapporto tra parte variabile e parte fissa non supera il limite di un terzo.
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Il tema dei Sistemi di Controllo Interni verrà trattato successivamente nel presente capitolo, vista l’importanza assunta dall’aggiornamento alle disposizioni in materia.
108 L’analisi dei risultati è condotta sui dati derivanti dai processi di autovalutazione dell’esercizio 2012. Il
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I risultati presentati in base ai dati dell’esercizio 2012109 sono i seguenti:
numerosità media dei board pari a 13 consiglieri;
scarsa presenza delle donne nei consigli (la presenza maschile è pari al 93%);
età media dei consiglieri di circa 60 anni (61 per gli uomini e 53 per le donne);
permanenza in carica di 6,2 anni; casi particolari sono riconducibili alla carica di Presidente e di Amministratore Delegato, la cui permanenza supera i 15 anni per il primo e i 10 anni per il secondo;
più della metà dei consiglieri con un titolo di laurea, in primis in economia, seguita da giurisprudenza e ingegneria;
72% dei membri del board non esecutivo;
43% dei componenti del board indipendenti, superando in alcuni casi il numero dei componenti non esecutivi;
più della metà delle banche del campione ha costituito all’interno del
board i comitati endo-consiliari, in particolare: il comitato per i controlli
interni e i rischi, il comitato remunerazioni, il comitato nomine e il comitato strategie.
Tali risultati evidenziano la necessità di alcuni miglioramenti, tra i quali: l’elevata numerosità dei consiglieri, la mancanza di equilibrio uomo-donna, l’età media dei componenti del board. Ciò è auspicabile, poiché si evidenzia il disallineamento rispetto ai dati medi delle banche europee110.
informazioni riguardo la composizioni quali-quantitativa e il funzionamento degli organi sociali, in particolare del board. Cfr. Banca d’Italia, Analisi dei risultati e dei processi di autovalutazione, Roma, Novembre 2013.
109 L’analisi si concentra sulla struttura del board. Il campione utilizzato è composto da 43 banche. Per
alcune particolari indagini è stato individuato un sub-campione di 11 banche, rappresentativo comunque del campione di partenza. Inoltre, l’analisi è stata condotta suddividendo le banche in tre categorie: grandi (con attivo superiore a 20 mld di euro), medie (con attivo compreso tra i 3,5 mld e i 20 mld di euro), piccole (con attivo inferiore a 3,5 mld di euro).
110 In quest’ambito si fa riferimento ai risultati delle analisi condotte in Europa dalla Egon Zehnder
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Nonostante vi sia un riferimento alle esperienze professionali pregresse dei membri degli organi di vertice, non si verifica nell’analisi se alcune specifiche esperienze possano contribuire o meno a migliorare la performance della banca in cui tali consiglieri sono impiegati.
Un’ulteriore aspetto è la mancata valutazione della professionalità dei membri del board. In particolare, l’autovalutazione non esprime l’adeguatezza professionale dei consiglieri rispetto ai diversi profili di rischio assunti dalla banca. Tale aspetto non deve essere sottovalutato, poiché gli esiti di gestione del
business bancario sono altamente correlati all’assunzione delle diverse categorie
di rischio111.
Infine, viene minimizzato il contributo ottenibile dai risultati dei processi di autovalutazione. Una differenza significativa si rileva nelle diverse modalità di adozione di tale processo. In merito, si individuano due ipotesi: la prima in cui l’autovalutazione è condotta da un esperto esterno; la seconda ipotesi prevede l’esercizio del processo dal personale preposto all’interno della banca112.
La presenza di un esperto o di una società esterna presenta sia aspetti positivi, sia aspetti negativi (Tabella 1).
Tab. 1: Aspetti positivi e negativi del processo di autovalutazione condotto da un soggetto esterno alla banca.
ASPETTI POSITIVI ASPETTI NEGATIVI
metodologie adottate per la procedura altamente dettagliate;
maggiore importanza affidata ai risultati;
individuazione delle possibili azioni correttive.
aumento dei costi;
procedure utilizzate eccessivamente standardizzate;
debole grado di personalizzazione rispetto alla struttura della banca.
Fonte: Banca d’Italia
Nel caso di autovalutazione esercitata internamente alla banca, vi è la tendenza a considerare sempre positivi i risultati derivanti dal processo, tralasciando
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Cfr. M. Comana, Governance bancaria e governance dei rischi: sinonimi o complementi?, Banche e Banchieri, n. 3, Milano, 2014, pagg. 301-313.
112 In particolare, in quest’ultimo caso si sottolinea la presenza del Presidente del board nello svolgimento
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eventuali elementi di debolezza che richiederebbero l’attuazione di azioni correttive.
Per ovviare a questi problemi è stata attuata un’analisi d’impatto sulle nuove misure introdotte in tema di governo societario, al fine di verificarne l’adeguatezza e l’applicabilità113
. Le misure di intervento sulla governance delle banche italiane sono destinate a restringere i margini di discrezionalità e consentire l’allineamento alle disposizioni sovranazionali. Si riassumono le principali misure e i rispettivi costi-benefici (Tabella 2).
Tab. 2: Costi e benefici della nuova disciplina del governo societario delle banche.
OPZIONE
REGOLAMENTARE COSTI BENEFICI
Limite massimo alla numerosità dell’organo
con funzioni di supervisione strategica (con possibili eccezioni, da
motivare)
Banche complesse: può
comportare difficoltà di coordinamento, nonché debole o assente rappresentazione degli interessi presenti nella base sociale;
Banche di Credito Cooperativo:
debole o assente
rappresentazione di alcune realtà territoriali;
Gruppi Bancari: contenimento dell’autonomia statutaria.
diminuzione dei costi operativi;
aumento dell’efficienza e dell’efficacia del processo decisionale;
diminuzione della presenza di figure di rilievo che
possono incidere negativamente sulla dialettica interna e monopolizzare il potere decisionale. Definizione di un limite minimo di consiglieri indipendenti, pari a 1 4⁄ del
board
riduzione dell’autonomia
statutaria.
garantita la presenza di consiglieri indipendenti nel
board;
orientamento più marcato dell’attività del board verso l’interesse sociale.
Banche popolari: numero deleghe non inferiore a
cinque.
riduzione o assenza di autonomia statutaria.
riduzione dei possibili svantaggi derivanti dal principio del voto capitario;
orientamento verso una sana e prudente gestione della banca.
113 Cfr. Banca d’Italia, Disposizioni di vigilanza in tema di organizzazione e governo societario delle
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Banche popolari: introduzione meccanismi di voto per corrispondenza o mediante mezzi di voto a
distanza.
dovuti all’introduzione di nuovi meccanismi di voto e delle
strutture adeguate per
assicurarne l’efficienza.
aumento della
partecipazione da parte dei soci
Banche popolari: criteri per la presentazione delle
liste per la nomina degli amministratori.
Indebolimento del principio del voto capitario, soprattutto per le banche popolari quotate
derivanti dalla presenza sia del voto capitario, sia del voto capitalistico. Implementazione autovalutazione attraverso l’introduzione di meccanismi e procedure. dovuti all’implementazione di tecniche, meccanismi e procedure;
maggiore utilizzo dei risultati derivanti dalle analisi, vista la forte attenzione prestata dalla disciplina.
Rafforzamento ruolo Presidente dell’organo con
funzioni di supervisione strategica
indebolimento del ruolo di mediazione tra gli organi sociali e la base sociale.
puntuale definizione delle funzioni affidate
Fonte: Banca d’Italia
Dall’analisi si evidenzia la possibilità di ottenere maggiori benefici rispetto ai costi. La prevalenza degli aspetti positivi è dovuta alla definizione di una disciplina volta a rendere efficienti le funzioni di supervisione strategica e di gestione. I costi sono ricondotti principalmente alla riduzione della discrezionalità per le banche, nonché alle modifiche dello statuto.