1.4 Il mercato del Gas Naturale in Italia
1.4.5 I progetti di potenziamento delle infrastrutture
Il settore del gas naturale è ormai da 10 anni oggetto di grande attenzione nell’ottica del potenziamento delle infrastrutture di importazione e della capacità di stoccaggio. Ben prima che la Strategia Energetica Nazionale mettesse in luce le potenzialità del Paese come piattaforma di scambio in grado di intercettare i flussi di gas sia sulla direttrice sud-nord, sia su quella est-ovest, i temi della sicurezza degli approvvigionamenti e della diversificazione delle fonti erano al centro del dibattito tra operatori e attori istituzionali.
Nonostante questo particolare livello di attenzione, dal 2000 – anno di avvio del processo di liberalizzazione del settore – a oggi, sono stati portati a termine due soli nuovi progetti: il gasdotto Greenstream e il terminale di rigassificazione di Rovigo.
Questa circostanza, se da un lato è riconducibile alla governance estremamente articolata del settore energetico italiano, che contribuisce ad alimentare un elevato grado di incertezza in ordine ai tempi e alle modalità di realizzazione delle infrastrutture; dall’altro ha risentito della severa battuta d’arresto sperimentata dalla dinamica dei consumi nel corso degli ultimi anni. La
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stagnazione del mercato, infatti, ha reso meno urgente il potenziamento della capacità di importazione, in un contesto caratterizzato, peraltro, da una generale scarsità di risorse, portando molti operatori a differire nel tempo le decisioni di investimento.
Oggi, solo la prospettiva di creazione di un mercato unico su base europea, congiuntamente alla possibilità di giocare un ruolo centrale nell’area del Mediterraneo, può creare le condizioni per un rilancio del comparto con la realizzazione di nuovi gasdotti e terminali.
Analizzando in dettaglio i piani di sviluppo di nuove infrastrutture di approvvigionamento è possibile osservare come esistano numerosi progetti in essere che, se integralmente realizzati, porterebbero la capacità di ricezione del nostro Paese quasi a raddoppiare.
Con riferimento ai gasdotti si evidenziano quattro progetti principali:
➔ due – TAP e IGI – che dovrebbero consentire all’Italia di intercettare i flussi di gas naturale del corridoio sud che a sua volta dovrebbe convogliare risorse provenienti dall’Azerbaijan, dall’Iraq e dal Turkmenistan;
➔ uno – GALSI – che prevede la realizzazione di un’interconnessione tra l’Algeria la Toscana, attraverso la Sardegna, consentendone finalmente la metanizzazione; ➔ uno – TGL – che comporta la realizzazione di un flusso bidirezionale (reverse
flow) tra Italia, Austria e Germania, coinvolgendo i mercati della Repubblica Ceca e della Slovacchia.
Lo stato di avanzamento di queste infrastrutture registra luci e ombre. Se l’iter dei gasdotti di connessione con il corridoio sud procede con la sottoscrizione degli accordi tra le parti e le richieste di autorizzazione per l’esenzione dal TPA e il progetto TGL avanza con le richieste di Valutazione di Impatto Ambientale, il progetto GALSI si trova in una fase interlocutoria, con i soci che hanno fatto slittare la decisione finale di investimento a maggio 2013. L’operatore di Stato algerino Sonatrach, in particolare, imputa questa circostanza non solo al calo della domanda ma anche a un indebolimento della volontà di supportare il progetto da parte del Governo italiano, a oggi maggiormente orientato a sostenere gli investimenti per l’interconnessione con l’Europa sud-orientale.
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Figura 25 – Progetti per nuovi gasdotti
Ancor più complesso il quadro relativo ai terminali di rigassificazione, per i quali si rileva una moltitudine di progetti, con diverso stadio di avanzamento e differenti probabilità di realizzazione. La necessità di acquisire numerose autorizzazione da un lato e la presenza di un elevato grado di opposizione da parte di Enti e Comunità locali dall’altro, rende particolarmente incerte le previsioni di sviluppo di questo segmento di business. Le elaborazioni effettuate da Nomisma Energia1 evidenziano come i progetti in fase più avanzata risultino quelli di Falconara Marittima, Gioia Tauro, Porto Empedocle e Livorno. Proprio quest’ultimo, che prevede la realizzazione di un impianto di rigassificazione off- shore con una capacità di 3,75 mld/mc/a dovrebbe entrare in esercizio entro la fine dell’anno in corso.
Figura 26 – Progetti per nuovi terminali di rigassificazione
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Nomisma Energia stila bimestralmente un rating delle infrastrutture di importazione gas in fase di progetto/ autorizzazione/ realizzazione, valutando quantitativamente ciascuna delle seguenti variabili: 1) processo di autorizzazione; 2) processo di negoziazione e conclusione degli approvvigionamenti; 3) esistenza di progetti di importazione alternativi; 4) livello di accettazione politica (Enti Locali il cui territorio è interessato dal progetto); 5) livello di accettazione sociale (popolazioni residenti nel territorio interessato dal progetto); 6) tempistiche di realizzazione dichiarate dai proponenti; 7) stato di avanzamento dei lavori; 8) esenzioni TPA; 9) problematiche legate all’accesso alla rete di trasporto nazionale;10) strategie e posizionamento del proponente sul mercato italiano dell’energia ed europeo, e integrazione lungo la filiera. Il rating si articola su 12 livelli (da “aa+” a “c-”) e non ha valore predittivo ma di monitoraggio dell’evoluzione dei progetti nel loro complesso.
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Nell’ottica di creazione di una piattaforma del gas naturale, il potenziamento delle infrastrutture di stoccaggio riveste un ruolo particolarmente rilevante. Un sistema potente e flessibile, infatti, non solo può garantire in modo più efficace la sicurezza e la continuità delle forniture a livello nazionale, ma è in grado di agevolare il funzionamento delle infrastrutture di trasporto come hub di scambio. In questo contesto, l’area della Pianura Padana – su cui già oggi insiste la più significativa capacità di stoccaggio a livello europeo – potrebbe rappresentare un punto di snodo fondamentale per il gas proveniente dall’estero attraverso le nuove infrastrutture di approvvigionamento.
Figura 27 – Progetti per nuove infrastrutture di stoccaggio
A oggi sono presenti sul territorio nazionale dieci progetti per la realizzazione di nuovi impianti di stoccaggio: sei localizzati proprio in Pianura Padana (quattro in Lombardia, due in Emilia Romagna); due nelle Marche, uno in Abruzzo, uno in Molise e uno in Basilicata.
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Di questi: tre sono in corso di realizzazione (San Potito e Cotignolo, Cornegliano e Bordolano) per una capacità complessiva di oltre 3 mld/mc/a; uno (Cugno le Macine), con una capacità di 700 mln/mc/a, è in fase di rilascio; sei (Romanengo, Bagnolo Mella, S. Benedetto, Sinarca, Palazzo Moroni e Poggiofiorito) hanno intrapreso l’iter autorizzativo.