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I role playing

APPRENDIMENTO PER “RICEZIONE”

1.2.1.7 I role playing

Role playing significa letteralmente “gioco di ruoli” ma più efficacemente si può tradurre con il termine “simulazione comportamentale”. Tale termine ci permette di focalizzare l’attenzione sulla natura artificiale (simulazione) e sui comportamenti. È una metodologia molto nota, consiste in una recita con un copione predefinito, effettuata da uno o più partecipanti che interpretano le loro parti di fronte ai colleghi i quali saranno poi in un secondo momento chiamati a commentare e valutare le performances o in alcuni casi a ripeterle.

Si tratta di tecniche didattiche “esperienziali”, dove l’apprendimento avviene tramite la simulazione e la verifica, in una situazione sperimentale e protetta, della validità di certi comportamenti prescrivibili o discrezionali e della gestione delle emozioni che ne derivano.

Si possono individuare almeno due grandi tipologie di role playing:

• addestrativi che hanno come obiettivo didattico l’insegnamento di comportamenti circoscritti e predefiniti e si caratterizzano per la forte componente di prescrittività;

• veri e propri che hanno come obiettivo l’insegnamento di comportamenti abbastanza ampi e non definibili in modo preciso. In questo caso vengono indicate solo le tecniche comunicative che possono condurre ai risultati voluti e non le parole da impiegare in una determinata situazione.

Il role playing consiste in una recita a soggetto nella quale tutti i partecipanti, che possono essere dunque due o più, hanno un copione di massima a cui ispirarsi, attraverso il quale devono simulare una situazione specifica che si vuole esaminare. Ogni partecipante è però più o meno libero di utilizzare le proprie tecniche di comunicazione in quanto i vincoli riguardano solo la situazione nel suo complesso e l’obiettivo che si vuole raggiungere.

L’efficacia della prestazione dei partecipanti non dipende solamente dal contenuto delle cose che dicono, ma anche dalla forma che utilizzano per farlo. Attraverso questo strumento essi stessi comprendono che la forma adottata per comunicare determina il successo o meno di una certa attività sociale. I discenti comprendono inoltre quanto sia importante la preparazione che ogni relazione professionale complessa richiede e di quanto possa aumentare l’efficacia del risultato finale.

45 Il role playing permette ai partecipanti di apprendere i criteri generali che dovrebbero essere rispettati nella specifica relazione simulata ed in quelle affini. Anche coloro che non prendono direttamente parte al role playing acquisiscono una consapevolezza razionale della tecnica che sarebbe opportuno utilizzare in una determinata situazione ed anche per loro aumenta la probabilità di affrontare quella stessa situazione in modo efficace.

Poiché queste simulazioni hanno una forte carica emotiva, in quanto vi è un’esposizione delle persone coinvolte, è opportuna una accurata preparazione della simulazione tenendo presenti alcuni accorgimenti:

• le “parti” del role playing devono essere scritte e individuabili con chiarezza e occorre almeno delineare il contesto in cui agiscono le parti “giocate”;

• preparare una griglia di osservazione da consegnare a tutti coloro che non recitano;

questa griglia costituisce l’oggetto di discussione per la verifica dell’efficacia delle scelte comportamentali adottate nella simulazione, quindi favorisce la successiva razionalizzazione teorica;

• la situazione in cui si svolge la simulazione deve essere pressoché identica a quella che i partecipanti affrontano nella loro realtà lavorativa;

• è opportuno che i partecipanti si offrano volontariamente per la simulazione, evitando, quindi, scelte “obbligate” da parte del docente o del gruppo.

Uno dei maggiori limiti di questa metodologia è l’elevato dispendio di tempo, sia per la preparazione che per lo svolgimento della stessa. Un secondo limite riguarda la falsità della situazione: la simulazione comporta peraltro il trovarsi ad essere osservati da un gruppo di persone che possono essere spesso critiche. Inoltre non bisogna sottovalutare l’imprevedibilità di quanto può accadere in aula. Questo potrebbe rendere difficoltosa la gestione della situazione da parte del docente.

Ma il role playing costituisce la miglior approssimazione possibile della realtà e pertanto è una delle poche metodologie didattiche che può aiutare a modificare il comportamento individuale.

1.2.1.8 I soggetti della formazione d’aula

I soggetti che sono coinvolti nei processi di gestione della formazione possono essere molteplici:

questo dipende in particolar modo da come è organizzata la formazione all’interno di un’azienda e dalla complessità o dimensione dell’azienda stessa. Infatti nella pianificazione della formazione sono coinvolti generalmente diversi ruoli che vanno dal responsabile delle risorse umane al responsabile della formazione, al committente che può essere interno o esterno, ecc.

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Ma i ruoli più tipici coinvolti nella realizzazione di un intervento in aula sono necessariamente: il progettista/formatore, il docente e il tutor d’aula.

Il progettista/formatore è il soggetto che ha competenze nel campo della formazione degli adulti:

è colui che, sulla base degli obiettivi e delle risorse che generalmente sono prefissate, pianifica l’iter di apprendimento seguendo le diverse fasi della formazione. Può occuparsi di una parte o di tutte le attività previste da un intervento formativo: dall’individuazione degli obiettivi didattici mediante l’analisi del fabbisogno, alla progettazione e alla stesura del programma formativo fino alla valutazione degli apprendimenti e del gradimento. È colui che insieme al docente effettua le scelte metodologiche e logistiche che ritiene più utili per raggiungere gli obiettivi formativi.

Altro ruolo indispensabile è quello del docente, l’esperto della materia, che porta un contributo di conoscenza specifico e specialistico. Deve riuscire a coniugare le proprie competenze professionali con le esigenze dei discenti. Pertanto deve essere in grado di selezionare i contenuti da trasmettere, di adattarli al target di riferimento e di predisporre il materiale didattico. Inoltre deve possedere conoscenze sulle metodologie didattiche ed esperienza nella gestione d’aula, in modo da elaborare insieme al formatore i momenti applicativi e di verifica.

Infine il tutor è colui che collega ciò che avviene nell’ambiente dell’aula alla realtà aziendale e che accompagna il gruppo nelle dinamiche di apprendimento; ha anche il ruolo di coordinare tra di loro i docenti e di seguirli nella gestione d’aula. Deve monitorare il clima d’aula ed eventualmente segnalare ai docenti, e/o al responsabile del corso eventuali problematiche emerse in modo da porvi rimedio al più presto. È indubbio che quanta più collaborazione e sinergia vi è tra le figure coinvolte tanto più si avranno ricadute positive sull’andamento del corso.

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1.3 La formazione a distanza