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ICT e orientamento: quali intrecci?

PARTE SECONDA Orientarsi nell’era digitale

2. ICT e orientamento: quali intrecci?

I risultati dell’indagine condotta dai rappresentanti della Rete europea per le politiche di orientamento permanente mostrano che il ruolo delle ICT in relazione alle politiche di orientamento permanente è concepito come inesplorato, emergente, riconosciuto ma frammentato, strategico nel fornire servizi centrati sull’utente (Kettunen, Vuorinen & Ruusuvirta 2016).

De facto, le indicazioni comunitarie individuano nelle ICT un elemento

fondamentale per assicurare l’efficacia dei sistemi educativi e la competitività dell’economia europei. Già nel Memorandum on lifelong learning (2000), le ICT si attestano quale “mezzo formidabile” per offrire opportunità di formazione permanente il più possibile vicine agli utenti della formazione, nell’ambito delle loro comunità27. In seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona, la

Commissione europea ha adottato il piano di azione eLearning: Designing Tomorrow’s

Education (2001) con l’obiettivo di utilizzare le nuove tecnologie multimediali e

Internet per migliorare la qualità dell’apprendimento, facilitando l’accesso alle risorse ed ai servizi così come gli interscambi e la collaborazione a distanza. Ad essa ha fatto seguito l’iniziativa i2010 – A European Information Society for growth and

employment (2005), la quale conferisce alle ICT un ruolo di primo piano nella

promozione dell’inclusione e della qualità della vita. A partire dal 2006, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono state inserite nell’ambito degli obiettivi specifici previsti dal Programma di apprendimento permanente (2006): “sostenere lo sviluppo, nel campo dell’apprendimento permanente, di contenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e pratiche innovativi basati sulle TIC”. Con il documento On the use of ICT to support innovation and lifelong learning for all – A

report on progress (2008), la Commissione europea, inoltre, evidenzia il potenziale

insito nelle ICT nel favorire l’innovazione degli approcci per l’insegnamento e l’apprendimento. Di recente, è l’Agenda digitale europea (2010) a proporre di

sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso dell’Europa.

Negli ultimi decenni, ad attrarre sempre più l’attenzione delle politiche europee e nazionali anche il ruolo svolto dalle tecnologie dell’informazione e dalla comunicazione (ICT) nell’ambito dei servizi di orientamento permanente. Sebbene incentrati sulla singola persona, i benefici dell’orientamento e della consulenza hanno una portata ben più ampia. Per loro stessa natura, essi fanno da tramite tra i programmi individuali e gli obiettivi economici e sociali di imprese e governi: essendo strumenti flessibili, l’orientamento e la consulenza possono, infatti, aiutare le singole persone a realizzare le proprie aspirazioni e a comprendere contestualmente quali possano essere le loro prospettive occupazionali e i loro fabbisogni formativi.

L’orientamento permanente rappresenta, in sostanza, la risposta ad una triplice sfida: crisi economica, esclusione sociale e carriere incerte (Cedefop 2014). In questa direzione, l’investimento nelle ICT per l’orientamento – come promosso dall’Agenda 2020 – contribuisce efficacemente a:

- assicurare vantaggi a tutti i cittadini;

- rendere i servizi pubblici migliori, compresi i sistemi di istruzione e formazione, più efficaci dal punto di vista dei costi e più accessibili;

- migliorare l’apprendimento e la qualità della vita.

Non solo. Le ICT applicate ai processi di orientamento contribuiscono ad informare, comunicare, favorire un tipo di apprendimento/orientamento esperienziale, di stampo costruttivista. Dagli stessi documenti europei sul tema emerge l’esigenza di disporre di risorse web e supporti multimediali pensati e realizzati per rispondere alle nuove esigenze di orientamento e per garantire a tutti i soggetti parità di accesso alle opportunità e adeguato supporto nella costruzione di competenze di gestione del proprio percorso di crescita formativa e

professionale in prospettiva lifelong e lifewide. Di recente, l’utilizzo delle ICT nei servizi di orientamento è stato uno dei temi centrali della “7th Biennial EU Presidency Conference on Lifelong Guidance Policy and Practice” tenutasi in Estonia nel 2017. In questa occasione, particolare importanza è stata data alla necessità di condividere pratiche innovative e di diffondere strumenti e iniziative che favoriscano lo sviluppo di un orientamento permanente basato sulle ICT. Peraltro, si pensi che particolare attenzione al tema si è avuta a partire dalla metà degli anni ottanta del novecento: da quel momento si sono tenute diverse conferenze europee sull’uso delle ICT nell’orientamento (Watts 2009). Sebbene il focus di attenzione in queste conferenze sia cambiato a causa dell’evoluzione della tecnologia, il nucleo sottostante è rimasto lo stesso, ovvero la costante considerazione delle ICT come agente di cambiamento nell’orientamento (Hooley, Hutchinson & Watts 2010b) capace di favorire l’interconnessione tra istruzione, occupazione e politiche sociali. Alla base di questo interesse politico è l’idea che l’orientamento permanente rappresenti sia un bene privato che un bene pubblico (Watts 2005). Da ciò emerge come la Guidance community sia ormai consapevole dell’esistenza di pratiche di orientamento che utilizzano la tecnologia e sia coinvolta attivamente nella definizione di strategie di orientamento innovative e digitali che contribuiscano a garantire un’integrazione sicura ed inclusiva delle nuove tecnologie. La possibilità di impiegare delle e-solution nei servizi di orientamento è emersa anche durante l’evento di apertura della “European Guidance Week”, CareerNet. In occasione dell’evento, il presidente della Cedefop, James Calleja, ha dichiarato:

“Guidance, which is like oxygen for learners, must leave its natural home, the school, and penetrate workplaces; it must ride on the potential of ICT and must not lose its humanistic approach dealing with individuals on a one-to-one basis”.

A sua volta, il vice segretario estone del Ministero dell’Istruzione, Mart Laidmets, ha ribadito che l’orientamento svolge un ruolo importante per raggiungere i parametri di riferimento Europa 2020 e, dal momento che la comunicazione si snoda sempre più attraverso Internet, i servizi dedicati ai cittadini, tra cui il lifelong

guidance, devono sfruttare al meglio questa nuova realtà. Lo sviluppo delle ICT

nell’orientamento e nella e-governance costituisce, infatti, un’opportunità per gli Stati membri e per l’UE di fornire servizi maggiormente coerenti e facilmente accessibili da parte di tutti i cittadini.

In questa stessa direzione si pone quanto affermato a livello nazionale nella sezione «Orientamento e tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)» delle Linee guida nazionali per l’orientamento permanente emanate dal MIUR il 19.2.2014, in cui si sostiene appunto “la necessità di sviluppare una società dell’informazione basata sull’inclusione e sull’uso generalizzato delle TIC nei diversi settori: istruzione, formazione e lavoro”. Nel documento si legge, inoltre, che “l’impatto delle TIC su una società che guarda al futuro con una strategia di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, aumenta di pari passo con l’incremento del loro utilizzo”.

Tra i nuovi strumenti e le tecnologie disponibili, va evidenziato come internet rappresenti un significativo elemento di cambiamento nel campo dell’orientamento, in quanto ha completamente modificato la percezione ed il funzionamento dei servizi di orientamento, così come le competenze dei professionisti del settore e le modalità di accesso alle informazioni, sia da parte degli addetti, sia da parte degli utenti. In questa direzione – per migliorare ulteriormente la base di conoscenza connessa alla pratica nell’ambito dell’orientamento e del career counseling – Weber et al. (2018) hanno delineato una possibile Agenda Europea per la Ricerca (ERA - European Research Agenda): “as a knowledge-based practice, career guidance and counselling demands a solid research base. In view of changing educational, work and career questions and

conditions, the practice of career guidance and counselling also demands constant reflection and innovation on this research base” (p. 220).

Tra i percorsi di ricerca delineati nell’ambito dell’ERA, anche le risorse e gli strumenti resi disponibili dalle ICT alla pratica di career guidance e counseling:

“a final crucial area of innovative research would certainly concern the resources available for career services in terms of media, communication technology, information about vocations, educational pathways, the labour market and so on […] A particular concern for research and development here will be quality assurance: both in terms of the usability of the technologies (for professionals and citizens), and in terms of the reliability and validity of the information. Investigations on the impact of different sources of information on career outcomes are just as important in this respect as efforts to craft evidence-based quality standards” (ibidem).

L’aumento dell’accessibilità e dell’interattività è uno dei principali effetti dell’applicazione delle nuove tecnologie nell’ambito dei servizi di orientamento. Le nuove tecnologie e internet consentono, infatti, l’accesso a una quantità di informazioni, teoricamente illimitata, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo. Pertanto, l’offerta di orientamento e di servizi in questo nuovo ambito deve dotarsi di strumenti efficaci per selezionare ed elaborare questa quantità, spesso superflua, di informazioni. Gli interventi di orientamento dovrebbero concentrarsi sul processo di trasformazione di queste informazioni in conoscenza utile per l’utente. L’informazione ha, infatti, la capacità di educare e motivare, a patto che l’utente sia pronto non solo a impiegarla, ma anche a individuarla, raccoglierla, selezionarla, filtrarla, organizzarla, valutarla e assimilarla in modo critico, in modo tale da sviluppare capacità metacognitive. Riflettere sul modo di apprendimento e sullo svolgimento del processo può rafforzare le capacità strategiche della persona e migliorare future performance rispetto alla conoscenza di se stessi e delle

possibilità connesse all’ambito educativo, formativo, lavorativo, all’acquisizione di competenze decisionali e di gestione di eventuali transizioni e cambiamenti.