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3 Analisi traduttologica

3.5. Identificazione e categorizzazione dei fattori di specificità del prototesto

3.5.1 Aspetti fonologici

Il ritmo del testo è veloce, grazie alla struttura principalmente paratattica ed i periodi brevi. Spesso, esso è improvvisamente accelerato da elenchi di parole, frasi nominali o frasi semplici. In molti punti, si trovano anche gruppi di sostantivi (di solito tre) elencati senza virgola, a velocizzare repentinamente il ritmo. L’autore ha una assoluta padronanza delle cadenze, sia nella misura del periodo semplice, sia nelle scansioni più ampie, comprensive di parallelismi e di incidentali parentetiche.43

3.5.2 Lessico

Il lessico è caratterizzato da una scelta quasi scientifica dei termini, provenienti da vari campi semantici: idraulica, architettura, scienza (nomi di vegetali, pietre, metalli), lingua medievale (lessico di guerra, di mezzi di trasporto, arcaismi), filosofia, linguaggio orale. Parole di diversi ambiti sono mescolate in elenchi o successioni di frasi che danno loro un senso di comune provenienza, di normale vicinanza nel mondo concreto. Una serie di parole ritornano sistematicamente lungo tutta l’opera. Sono nomi aggettivi ed espressioni comuni in italiano, che creano un effetto di collegamento tra le varie sezioni del testo, distaccate ed indipendenti tra loro.

I nomi delle città sono in realtà nomi di donna, di cui alcuni molto comuni (Anastasia, Melania, Irene, ecc.) ed altri non molto in uso, ma dal suono nettamente femminile (Diomira, Bersabea, Clarice, Eusapia, ecc.). Gli unici nomi di persona che si trovano sono quelli di Marco Polo e Kublai, chiamato anche “Gran Kan”. Vi sono poi i nomi di alcune divinità di origine Romana (Mercurio, Lari, Penati) e di personaggi storici (Averroè, Maometto) o mitologici (Ulisse, la Sfinge) propri della cultura Occidentale.

I nomi di luoghi esistenti sono resi in diversi modi: la Cina è chiamata China, la capitale del regno di Kublai è chiamata Cambaluc (l’attuale Pechino), e la località della sua reggia Quinsai (l’attuale Hangzhou), riprendendo il modo in cui sono chiamate nel Milione. Nomi di altre città, che si trovano in abbondanza soprattutto all’inizio del nono capitolo, sono scritti in versione moderna (Venezia, Urbino, Los Angeles, Kyoto-Osaka ecc. ), o con il loro nome antico (Nuova Amsterdam, Nuova York),

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affiancate a città di epoche più antiche (Costantinopoli, Gerusalem, Samarcanda, Troia). La mescolanza di lessico di varie epoche crea anacronismi e lascia dubbia la collocazione temporale della narrazione.

3.5.3 Sintassi

“La sintassi calviniana obbedisce ad un principio di economia logico-linguistica che riduce i nessi subordinativi allo stretto necessario, sì che spesso la coordinazione assolve anche al compito di esprimere i legami di dipendenza.”44

Il testo si compone di frasi semplici e dirette, eventualmente composte da una sola proposizione, con tendenza alla distribuzione dei sintagmi in coppie, terne, serie. Queste frasi brevi sono frequentemente combinate in alternanza di frasi lunghe. La sintassi presenta per lo più, nelle descrizioni delle città, costruzioni paratattiche o ipotattiche in cui le subordinate non vanno oltre il primo grado di subordinazione. Si nota una “limitazione dei fenomeni subordinativi più spiccati ai periodi di media lunghezza, che però mantengono saldamente il baricentro sintattico all’inizio della frase, senza comprometterne l’andamento progressivo”.45Le parti narrative della cornice sono caratterizzate da una

sintassi più ipotattica. Le scene con Marco Polo e Kublai sono per la maggior parte costituite da discorso diretto e indiretto. Vi è uno sfasamento tra le cornici e i tondi descrittivi nell’uso dei tempi (passaggio dal presente al passato), e nelle persone verbali (dal singolare al plurale, e dalla terza alla prima persona); la dimensione temporale è così messa in crisi, privata di linearità. Il flusso informativo nelle parti descrittive procede per accumulazione di sostantivi o brevi frasi relative coordinate in serie, seguite da una conclusione o frase a effetto sul significato più astratto delle città. 46

3.5.4 Fattori testuali ed extratestuali:

La coesione interna dell’opera è data dalla struttura matematica, dai percorsi tematici e dai rimandi intratestuali (parole ed espressioni ricorrenti). Ma il fattore di coesione più determinante è sicuramente lo stile di scrittura, i cui caratteri plasmano l’ambiente mistico nel quale prendono forma le città. In esso possiamo riconoscere l’ispirazione e rielaborazione del Milione nell’ottica di un linguaggio senza tempo né provenienza. Lo stile di Calvino è comunemente considerato di impronta razionalistica, evidente nella sua linearità e chiarezza. “All’interno di un genere di scrittura in prosa non molto popolare né facile, la descrizione, Calvino applica una linea poetica scientifica, che unisce la ricerca

44 Ibid. 45 Ibid, p. 148. 46 Ibid.

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dell’esattezza con il senso di provvisorietà di qualsiasi risultato.”47 L’esattezza è uno dei tratti

fondamentali del Milione, che si presentava come trattato geo-etnografico basato sull’esperienza diretta. In realtà, esso contiene anche parti scientifiche, romanzesche, o tipiche del trattato commerciale. Sono stupore e meraviglia che accompagnano la mano di Rustichello Da Pisa nella narrazione, ma la preoccupazione di dare veridicità e attendibilità mantiene lo stile semplice, puramente enunciativo e descrittivo, ordinato. Troviamo quindi un ritorno di questo spirito duplice della scrittura nella poeticità scientifica di Calvino.

Analizzando i riferimenti espliciti all’opera troviamo arcaismi medievali in nomi propri e comuni; frasi d’apertura riferite alle distanze percorse (es. Di là, dopo sei giorni e sette notti…48); formule rivolte

ai lettori (es. Se volete credermi, bene.49); uso frequente dell’apocope; soggetto in terza persona (l’uomo, il viaggiatore).

Il Milione è la fonte viva dell’immaginario di Calvino, il continente dell’“altrove”, che rende lo spettacolo delle meraviglie del mondo concepito in un tempo in cui era sconosciuto.50

47S.Blazina, “Italo Calvino: un linguaggio fra scienza e mito” , Chroniques italiennes n. 75/76 ;1-2 2005, p.1; p. 15. 48 I. Calvino, op cit., cap. 3,Le città e il desiderio. 5.

49 I. Calvino, op cit., cap. 5, Le città sottili. 5.

50 M. Zancan, “‘Le città invisibili’ di Italo Calvino”, in Letteratura Italiana, a cura di A. Asor Rosa, Le Opere. Vol. IV, Il Novecento. La ricerca

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