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Capitolo 2. Approcci teorici alla migrazione e il welfare

2.5 Identità e devianza

L‟identità è un tema moderno, che nasce dai processi di differenziazione sociale e dal riconoscimento nella società a cui si appartiene. Già Durkheim aveva individuato proprio in questo progressivo sviluppo della coscienza individuale, dettata anche dalla necessità di una specializzazione all‟interno della divisione del lavoro, il problema centrale dell‟ordine sociale, proprio per il venir meno, contemporaneamente, della coscienza collettiva.

L‟identità tuttavia, è un concetto polisignificante, possiede come caratteristica fondamentale, la relazionalità, in quanto non è attributo immediato del soggetto, bensì il risultato di un processo che nasce e si sviluppa socialmente, essa si costituisce all‟interno di una reciprocità tra sistema psichico e sistema sociale, ma proprio dal momento in cui si forma, l‟identità inizia a costruire una distanza con la realtà esterna. In altre parole l‟identificazione avviene per differenza, come scoperta dell‟alterità, dell‟essere contemporaneamente per se e per l‟altro. L‟identità è quindi un concetto che non si pone in modo autonomo, nel soggetto e nella società, bensì va collocato dentro la relazione io-mondo sociale, dove l‟altro da se rappresenta appunto un mondo degli altri.55

Studi recenti sull‟identità fanno riferimento ad un‟idea di essere umano come un agente-mediante-strumenti-culturali, quindi come prodotto e produttore di cultura. In tale prospettiva si colloca quella più specifica che vede l‟essere umano come animato dalla ricerca del significato e la cultura come luogo di ri- creazione continua di significato. Il fatto che l‟identità sia non solo esperita, ma legittimata, vincolata a certe norme e pratiche sociali condivise, rende necessario

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Cfr. Campani. G., Genere, etnia e classe: migrazioni al femminile tra esclusione e identità, Editori ETS, 2000.

36 non distinguere concettualmente il processo di auto identificazione dai principi attraverso cui l‟identità viene definita, riconosciuta o assegnata agli individui in una determinata società.

E‟ possibile rilevare nella lingua latina due termini per definire l‟identità di una persona, ipse e idem. Il primo indica l‟identità del soggetto stesso in sé e per sé, il secondo la sua identità con gli altri. 56

L‟identità è di conseguenza il risultato di un processo di individuazione e differenziazione. All‟inizio l‟individui si autorappresenta attraverso il sesso biologico, che organizza realtà in cui viviamo in due poli. Poi si valuta il concetto di genere che invece indica la divisione dei sessi, quindi la categorizzazione degli individui in maschi e femmine, stabilendo per ciascun sesso identità e ruoli sociali che ogni società reputa adeguati. L‟analisi sul genere permette di valutare mascolinità e femminilità come un prodotto culturale e non più come qualcosa di innato. La differenza di genere si trasforma in disuguaglianza sociale per le donne.57

La conoscenza della realtà richiede classificazione, ossia distinzione e ordinamento degli oggetti in categorie precostituite. Alla base dei meccanismi cognitivi della mente umana, c‟è il pregiudizio. Noi tendiamo a conoscere generalizzando, ossia costruendo categorie collettive e riconducendo a esse i casi individuali.

Il problema nasce quando i processi di categorizzazione danno luogo a forme di generalizzazione, che consistono nell‟attribuire a tutti i membri di un determinato gruppo sociale alcuni comportamenti o caratteristiche, o anche solo attribuite a uno o ad alcuni individui di quel gruppo.58

Nella vita quotidiana tutti gli individui si relazionano tra loro, dando vita a quella che è definita la socializzazione, che è un processo che si realizza durante l‟intera esistenza dell‟individuo. Attraverso quella che Parsons chiama “cattiva socializzazione”, cioè l‟incapacità di adattare ogni soggetto alle norme che

56 Cfr. Paolicchi. P., Storie tra diversi, in A che ruolo giochiamo?, a cura di R. Biancheri, Edizioni ETS, 2012.

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Cfr. Taglioli. A., Rappresentazioni sociali e stereotipi di genere, in Educare alle differenze, a cura di R. Biancheri, Edizioni ETS, 2012.

37 regolano la società attraverso un‟opportuna educazione costituisce l‟origine e la causa di ogni comportamento deviante.

La devianza non è una proprietà di tipo particolare di comportamento, è piuttosto conferita a un determinato modo di agire in base ai valori e alla cultura di quel particolare sistema sociale.

Come scrive Becker: “la devianza non consiste nella qualità dell‟atto che una persona commette, non ha un‟eziologia patologica, ma è una conseguenza dell‟applicazione di regole e sanzioni su un determinato soggetto”.

Dunque è la stigmatizzazione dell‟azione, l‟etichettamento, a dare luogo a un comportamento deviante.59

Di conseguenza sono la società e i sistemi di controllo a vario titolo a considerare una persona come deviante, per le azioni che compie, per il colore della pelle, perché proveniente da un altro paese.

La devianza poi riguarda anche la religione come sostiene Sen, in quanto la religione di un individuo non deve necessariamente essere la sua identità esclusiva. L‟insistenza sulla natura univoca, senza possibilità di scelta, dell‟identità umana, non è soltanto riduttiva per noi tutti, ma ha anche effetti incendiari nel mondo. Sostenere irrealisticamento che siamo tutti uguali, è sbagliato, perché non lo siamo. La principale speranza di armonia nel nostro mondo risiede nella pluralità delle nostre identità, che si intrecciano l‟una con l‟altra e sono refrattarie a divisioni drastiche lungo linee di confine invalicabili a cui non si può opporre resistenza. L‟errore più grande si fa forse quando viene trascurato e negato il ruolo della scelta razionale, che è una diretta conseguenza del riconoscimento delle nostre identità plurali.60

Pertanto si può essere donne, immigrate, nere che parlano perfettamente l‟italiano e che si sentono italiane, pur non rinnegando le proprie origini di senegalesi, quindi un‟identità plurima che necessità di un‟integrazione nella società.

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Cit in Bartholini. I., Percorsi della devianza e della diversità,FrancoAngeli, 2007. 60 Cfr. Sen. A., Identità e violenza, Editori Laterza, 2008.

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