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Capitolo 2. Approcci teorici alla migrazione e il welfare

2.4 L‟immigrato come straniero

E‟ possibile individuare dei fenomeni sociali connessi all‟immigrazione secondo Thomas e Znaniecki, da un lato la disorganizzazione sociale dovuta all‟ afflusso di masse eterogenee che determinano un assetto poco ordinato nella società, dall‟altro il fatto che gran parte dell‟immigrazione proviene da paesi con una tradizione contadina, quindi doppio livello di cambiamento, di modelli individuali e collettivi. Di fatto la disorganizzazione sociale prodotta dall‟incontro di culture e stili di vita diversi, rappresenta un ambito fecondo di tensione e conflitto culturale, di marginalità e devianza.

L‟immigrazione è dunque intesa come processo globale di mutamento sociale, come punto di svolta da una forma di socialità tradizionale e parentale, ad una forma complessa e individualistica che caratterizza la società moderna.

La disorganizzazione sociale sarebbe frutto anche della separazione con la famiglia d‟origine e dell‟emancipazione dai vecchi modelli culturali. La diversità di valori diviene a loro giudizio, l‟elemento che sancisce l‟estraneità deviante del migrante, determinando una relazione di causa-effetto fra estraneità e devianza che da luogo all‟esclusione dello straniero. L‟assenza di relazione fra individui determina una percezione di estraneità connessa alla percezione della differenza. I due studiosi hanno usato tre categorie per distingue gli stranieri:

- i filistei, sono gli stranieri che non desiderano integrarsi con la comunità ospitante

- i bohémien, sono i migranti incapaci di accettare le regole della società in cui vivono

- l‟individuo creativo, è animato da quattro desideri, il desiderio di nuove esperienze, il desideri di accettazione e apprezzamento sociale, il desiderio di dominio, il desiderio di sicurezza. Quindi per questo individuo la costanza dei suoi propositi gli consente di accumulare esperienze e la sua capacità di adattarsi alle situazioni lo aiuta ad avere successo nella vita.48

33 In base a questa distinzione proposta da Thomas e Znaniecki rispetto allo straniero, e considerando che l‟oggetto di questa tesi è l‟immigrazione delle donne senegalesi, è possibile ravvisare una connessione tra l‟individuo creativo e i suoi desideri, con le donne senegalesi, che come quell‟individuo hanno speranze e desideri e che cercano di integrarsi e di accettare la società in cui vivono, ovvero la realtà di Pontedera.

Un altro contributo della letteratura in merito allo straniero è quella teorizzata da Schutz, il quale sostiene che lo straniero assume un immagine inquietante per il solo fatto di non appartenere alla società nella quale si trova, egli turba la quotidianità, e minaccia la “nostra provincia si significato”.49

Bauman, anni dopo sosterà che: “l‟arrivo dello straniero fa l‟effetto di un terremoto. Lo straniero infatti fa vacillare la scala sulla quale poggia la sicurezza della vita quotidiana”.50

Lo straniero è il diverso, il portatore di altri presupposti, ed è una condizione analoga a quella del migrante.

Per Schutz il termine straniero indica un individuo adulto del nostro tempo che cerca di essere accettato o per lo meno ammesso nel gruppo in cui entra a far parte. L‟esempio più evidente di tale situazione è quello dell‟immigrato.51

Il tratto rilevante della relazione dello straniero con la comunità, è l‟estraneazione. Infatti, nel momento in cui lo straniero è connesso ai membri della comunità da relazioni generali e astratte, ognuna di queste relazioni può essere sostituita da qualsiasi altra, non avendo esse la specificità e l‟unità della connessione. A livello d‟analisi lo straniero ha lo stesso statuto simbolico del nemico. Pur non essendo la stessa cosa, nemico può essere uno del gruppo, o un gruppo con cui si condividono storia e cultura, il nemico e lo straniero in quanto collocati all‟esterno del gruppo, segnano simbolicamente il confine del gruppo e

49

Cfr. Schutz. A., Saggi sociologici, Editrice Torinese, 1979. 50

Cfr. Bauman. Z., Il disagio della postmodernità, Mondadori, 2002. 51 Cfr. Schutz. A., Saggi sociologici, Editrice Torinese, 1979.

34 l‟alterità rispetto ad esso. Lo straniero costituisce la minaccia dalla quale l‟intero gruppo si difende escludendolo.52

Come sostiene Colombo, la presenza di un estraneo favorisce una reazione di tutela di sé e del proprio gruppo istintiva e inevitabile, la prima reazione è la diffidenza che genera il pregiudizio, da questo nascono gli stereotipi, ossia rappresentazioni rigide, standardizzate, per lo più intrise di valutazioni negative, che si applicano a gruppi sociali considerati collettivamente, appiattendo le differenze tra gli individui e semplificando la definizione della realtà. Dal pregiudizio etnico e l‟etnocentrismo deriva la xenofobia, ovvero l‟atteggiamento di rifiuto o di paura nei confronti degli stranieri, che nell‟esperienza delle società interessate dalla mobilità umana, si esprime principalmente come ostilità dei confronti degli immigrati.

I comportamenti concreti che penalizzano singoli e gruppi in ragione di fattori come nazionalità, religione, aspetto fisico, affluiscono nella discriminazione razziale, cioè il trattamento differenziale e ineguale delle persone, il che comporta l‟esclusione di questi dalla condivisione di determinati beni sociali.53

Nell‟uso più frequente, per esclusione s‟intende un fenomeno economico e sociale, si tratta di un effetto della crisi economica, dei cambiamenti socio- economici. Le cause profonde della disaggregazione sociale vanno dalla globalizzazione alla crisi generale delle istituzioni dell‟integrazione sociale. La precarietà delle condizioni salariali riguarda poi, le donne e gli immigrati; il sessismo e il razzismo quindi si combinano per mantenere una parte della popolazione in posizioni subordinate nel mercato del lavoro, il genere costituisce di per sé, un fattore che predispone all‟esclusione e alla marginalità economica. Le donne immigrate, come gli uomini, esplicano dunque delle traiettorie, dove diverse variabili si combinano rispetto all‟esclusione e all‟integrazione, il lavoro è una di queste assieme alla socialità che riescono a sviluppare tra loro e con gli autoctoni, alle possibilità di scolarizzazione e di formazione. I percorsi delle

52

Cfr. Cotesta. V., Lo straniero, pluralismo culturale e immagini dell’Altro nella società globale,Editori Laterza, 2002.

35 donne immigrate si presentano oggi come percorsi a zig-zag, dove la polarità esclusione/integrazione non è più lineare, ma complessa, in base alle variabili e ai contesti e alle società. 54

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