• Non ci sono risultati.

Il contributo di Kimmo Soramaki per quel che riguarda

Capitolo 2. Applicazioni in finanza dei modelli a rete

2.2 Analisi delle tipologie di rete: recenti contributi a applicazioni

2.2.1 Il contributo di Kimmo Soramaki per quel che riguarda

Un’importante contributo, per quel che riguarda una panoramica generale di

quelle che sono le tecniche e le metodologie di un’analisi di rete e le recenti applicazioni volte a modellizzare e comprendere le connessioni dei sistemi finanziari e di pagamento, è dato da Kimmo Soramaki. Ricercatore e sviluppatore di strumenti software, egli attualmente si dedica ad arricchire sempre di più tale campo di analisi. Lavora molto con le banche centrali ed ha anche creato un blog,

www.financialnetworkanalysis.com, con lo scopo di raccogliere assieme tutte le varie

ricerche che sono state fatte riguardo questi argomenti.

Nell’ottobre del 2009, la Banca Centrale Europea ha organizzato un seminario intitolato “Recent Advances in modelling sistemic risk using network analysis”, con lo scopo di riunire insieme, nello stesso giorno, esperti, provenienti dalla diverse banche centrali e organizzazioni internazionali, che lavorano nel campo della stabilità finanziaria e dell’analisi dei sistemi di pagamento26.

Soramaki, presente a tale conferenza, attraverso una ricca introduzione, espose agli ospiti i punti che sarebbero stati toccati durante la giornata, oltre a dare un quadro generale di cosa è un’analisi di rete e quali sono state fino a quel momento le concrete applicazioni. Tutto ciò che venne detto a tale conferenza è presente anche nel paper intitolato “Is network theory the best hope for regulating systemic risk?”, il quale si concentra ad illustrare le recenti tesi, avanzate da alcuni economisti, riguardo al fatto che la Network Theory potrebbe rappresentare un nuovo strumento in grado di tenere in considerazione il contagio e il rischio sistemico27.

Kimmo Soramaki organizzò la sua presentazione, alla conferenza della BCE, attorno a 3 importanti domande:

1. Come è possibile misurare l’importanza sistemica di una banca? 2. I regolatori possono promuovere un sistema bancario più sicuro?

26 Lo scopo del seminario era quello di scambiare opinioni ed esperienze sul tema della modellazione e

analisi del rischio sistemico in diversi tipi di reti, rilevanti per la stabilità finanziaria e per i sistemi di pagamento. Il workshop aveva come obiettivo quello di ampliare il livello di consapevolezza sui modelli a rete in generale, di migliorare la conoscenza sulle possibilità e i limiti in questo campo di analisi, e di scambiare esperienze che hanno avuto i vari economisti durante il percorso di analisi: l'uso e la formattazione dei dati, le tecniche di elaborazione e analisi dei risultati ottenuti.

27 Per un maggior approfondimento, si veda, per esempio, il paper del l'FMI (2009), "Global Financial

Stability Report", paragrafo II sulla valutazione delle implicazioni sistemiche di legami finanziari e A.G.

Haldane (2009), "Rethinking the financial network", discorso pronunciato presso il Fianancial Student Association, ad Amsterdam, nel mese di aprile.

43

3. È possibile creare degli indicatori di allarme provenienti da dati in tempo reale?

Rifacendosi agli studi e alle parole di Soramaki, si definiscono reti finanziarie le collezioni di nodi (banche) e links (relazioni creditizie o finanziarie). I links che esistono tra i nodi incidono sulle caratteristiche dei nodi stessi (per esempio, i bilanci delle banche sono influenzati da legami esistenti con altre banche), e sulla

performance dell’intero sistema. Numerose proprietà vengono condivise da un

elevato e complesso numero di reti, attirando l’attenzione di molti economisti, in quanto consentirebbero di capire meglio le recenti dinamiche delle reti finanziarie. Tali proprietà possono essere riassunte come segue:

La proprietà “robust yet fragile” delle reti a invarianza di scala, cioè di quei sistemi dove la probabilità di trovare un nodo con un elevato grado (un elevato numero di links) è molto bassa, mentre la probabilità di avere poche connessioni è molto più alta. Questa proprietà considera sia la robustezza della rete, data dalla elevata frequenza di nodi con un basso grado, nel momento in cui viene tolto casualmente un nodo, sia la sua fragilità nel caso di un attacco mirato nei confronti dei pochi vertici altamente connessi, che rappresentano hub finanziari.

 La “forza dei legami deboli”, che si riferisce alla relativa importanza, in termini di disponibilità e diffusione di informazioni, delle connessioni deboli rispetto a quelle forti nella formazione delle varie tipologie di rete.

 “L’omofilia”, cioè quel concetto che si riferisce al fatto che con determinate caratteristiche si tendono a creare gruppi di nodi.

 Il “fenomeno del piccolo mondo”, la cui caratteristiche è che il numero di links che ricoprono la distanza tra due nodi tende ad essere relativamente basso, oppure, detto in altri termini, che i percorsi all’interno di una rete sono brevi. Questo potrebbe avere implicazioni interessanti per episodi di contagio in molte reali reti di piccole dimensioni, poiché il numero di nodi che vengono colpiti e attraverso i quali l’epidemia si propaga a livello di sistema, è particolarmente basso, se non tendente a zero.

Per applicare questi risultati alle reti finanziarie è necessario prendere in considerazione anche il processo di formazione della rete e il comportamento dei nodi nel particolare campo di applicazione.

44

Una caratteristica importante da considerare è la centralità, cioè l’importanza della posizione di un nodo nella rete. La centralità può essere misurata attraverso il numero di links che arrivano ad un nodo (in-degree), la distanza tra due vertici (closeness), o le connessioni esistenti verso il nodo centrale. Una misura di centralità particolarmente adatta per le reti finanziarie è la intermediazione (betweeneess) di un nodo, definita come il numero dei più brevi sentieri che passano attraverso un nodo. La centralità dovrebbe avere la funzione di dare una visione di quelli che sono i nodi di “importanza sistemica”. Soramamki, comunque, ha anche illustrato chiaramente quali sono i limiti di tale misura, poiché, sebbene in grado di catturare i tipi di flussi che ci sono in una rete, non riesce a capire e definire tutti i vari comportamenti, cioè quei drivers che fanno sì che un nodo compia una determinata scelta e imposti certi legami che possono, a volte, portare a delle conseguenze anche gravi.

La mancanza di aspetti comportamentali è, forse, la critica maggiore che viene rivolta alle analisi di rete da molti economisti di oggi. La rappresentazione di come la struttura si sia creata e si sia evoluta nel tempo, dimostra come non sia riuscita a catturare a pieno gli effetti feedback e le risposte endogene, che rappresentano, invece, il cuore dello sviluppo delle reti finanziarie. In effetti, la recente crisi ha mostrato come i processi a rete possano cambiare in maniera improvvisa e senza avviso

Documenti correlati