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Fonte Itabia

CAPITOLO 3 IL PIOPPO NELLA SRF

3.1 Il genere Populus L.

Al genere Populus, come detto, appartengono una trentina di specie a portamento prevalentemente arboreo. Molti di questi sono alberi a rapido accrescimento che possono raggiungere anche dimensioni ragguardevoli; la loro chioma è arrotondata o allungata, hanno corteccia di colore variabile con la specie, liscia da giovane, con ritidoma anche molto solcato in piante adulte.

La ramificazione è monopodiale (eccetto che in P. euphratica in cui la gemma apicale abscinde) e marcatamente eteroclasica con brachiblasti molto caratteristici.

Le foglie sono caduche, alterne e spiralate, semplici palminervie (più raramente penninervie). La lamina è ovaleggiante o triangolare con margine intero o dentato ed è frequentemente anfistomatica, cioè presenta gli stomi in entrambe le pagine fogliari. Il picciolo è più o meno lungo, spesso compresso lateralmente. Le stipule sono caduche. Vi è quasi sempre un forte eteromorfismo fra le foglie brachiblastali e quelle macroblastali. Sono piante dioiche (ad eccezione di P. lasiocarpa). I fiori, in amenti peduncolati, appaiono sui rami dell’anno precedente prima delle foglie, mancano i nettari e l’impollinazione è anemofila. Gli amenti maschili sono di solito più brevi e più compatti di quelli femminili.

La fase adulta della pianta inizia precocemente, verso i 5-15 anni; il frutto è una capsula che di solito matura prima del pieno sviluppo delle foglie e che alla disseminazione si apre in 2-4 valve. I semi sono piccoli, ovoidali, arrotondati o acuti all’apice, muniti di numerosi peli sericei molto lunghi che in molte specie conferiscono loro un aspetto cotonoso. La loro germinabilità è elevata ma la facoltà germinativa dura solo poche settimane. Le plantule hanno cotiledoni epigei, piccoli, troncati o rotondeggianti alla base; le prime foglie sono ovali e la prima coppia è opposta.

Diverse specie hanno grande attitudine alla rizogenesi e si possono propagare per talea; inoltre per diversi pioppi è molto alta l’emissione di polloni radicali.

L’apparato radicale si allarga ampiamente producendo anche grosse radici laterali; si rende profondo grazie a numerose radici verticali se la falda o altri fattori non lo impediscono. Il legno dei pioppi è omogeneo, a porosità diffusa, in alcuni casi discolore; i raggi sono sottili e omocellulari nella maggior parte delle specie.

Il genere è diffuso prevalentemente nelle regioni temperate e fredde dell’emisfero settentrionale, ma si ritrova anche in regioni subtropicali, su suoli umidi o molto umidi. Sono specie esigenti in luminosità, pioniere e spesso costituiscono cenosi ripicole. Molti pioppi sono specie ad accrescimento rapido e sostenuto. Il loro accrescimento longitudinale è solo parzialmente determinato e la crescita libera può prolungarsi nel tempo fino all’autunno. Queste caratteristiche fanno dei pioppi un genere molto importante per la produzione del legname. Attualmente l’agricoltura si basa su cloni selezionati e si attua tramite propagazione agamica lasciando quella gamica alla diffusione naturale e alla ricerca.

Il genere Populus è suddiviso in 5 sezioni (Gellini R., Grossoni P., 1997):

Sezione Turanga Bunge. La gemma apicale abscinde. I fiori maschili hanno 8-12 stami. E’ limitata ad una sola specie P. euphratica Oliv., un grosso arbusto che si ritrova su terreni salmastri dell’Asia Minore e dell’Egitto e della Mongolia. In maniera disgiunta è presente anche in Africa settentrionale fino al Marocco.

Sezione Populus (=Leuce Duby). La corteccia a lungo liscia e chiara può essere anche bianca. Presenta gemme spesso tomentose ma con resina scarsa o assente; la squama fiorale è lungamente ciliata mentre la capsula è stretta e lunga. E’ presente in tutte le regioni temperate di tutto l’emisfero (compresa l’Africa settentrionale). Questa sezione viene a sua volta suddivisa in:

Sottosezione Albidae nella quale i rametti e le gemme sono biancastri e pelosi. L’eterofillia è marcata con foglie dei macroblasti tomentose e biancastre nella pagina inferiore con picciolo di sezione quasi circolare. Caratteristico è P. alba L..

Sottosezione Trepidae in cui i rametti e le gemme sono glabri o appena pubescenti. L’eterofillia è appena pronunciata con foglie tomentose solo al germogliamento. Il picciolo è molto appiattito. Si ricordano tra le specie P. tremula L., P. tremuloides Michx., P. grandidentata Michx..

Sezione Aigeiros Duby. La corteccia è fessurata mentre le gemme sono appuntite e resinose. Le foglie sono di forma deltoidale o romboidale, con il bordo traslucido, glabre e

verdi, con picciolo appiattito. E’ presente in tutte le regioni temperate dell’emisfero nord. Tra le specie di questa sezione ci sono P. nigra L., P. deltoides Marsh..

Sezione Leucoides Spach. Le gemme sono grosse, coniche, non vischiose e poco profumate. Le foglie sono molto grandi (anche 30 cm), spesso cordate e senza eterofillia accentuata. E’ presente in Cina e in Nord America. Tra le specie c’è P. lasiocarpa Oliv. pianta monoica.

Sezione Tacamahaca L.. Le gemme sono grosse, vischiose, molto profumate. Le foglie sono biancastre nella pagina inferiore, acute all’apice e più lunghe che larghe. Le foglie macroblastali con piccioli più corti di quelli delle foglie brachiblastali. Le ghiandole fogliari sono ben visibili. E’ presente in Asia settentrionale e centrale ed in Nord America. Le specie più importanti sono P. balsamifera L., P. trichocarpa Torr. & Gray, P. laurifolia Ledeb., P. koreana Rehd., P. maximowiczii Henry, P. ciliata.

In Europa compresa l’Italia sono autoctone tre specie: il pioppo bianco (P. alba), il pioppo tremulo (P. tremula), il pioppo nero (P. nigra), più un’altra entità che è considerata ibridogena (P. x canescens). Oltre a questi taxa sono coltivate alcune specie esotiche e numerosi cloni ibridi ottenuti con impollinazione controllata.

3.2 La pioppicoltura

La pioppicoltura è una branca dell’arboricoltura da legno. E’ una coltivazione specializzata di specie arboree per la produzione di legname che si inserisce nel normale ciclo produttivo dell’azienda agricola.

La forma più antica di coltivazione del pioppo è quella che in gergo è definita pioppicoltura “di ripa”. Tale coltivazione si svolge in filari che possono trovarsi ai fianchi delle strade, dei canali e dei fiumi sfruttando questi spazi per produrre legno, frasca da foraggio, azione frangivento e anche ombra ed ornamento..

La pioppicoltura specializzata è un’attività più recente che implica l’impianto di pioppeti più o meno estesi, per produzione di legno con turni di 9-15 anni. Questo ordinamento produttivo richiede una notevole capacità nella coltivazione e nella scelta del materiale di impianto. Tale pioppicoltura ha come obiettivo l’ottenimento di una produzione quali- quantitativa di legname. Alla fine del ciclo l’impianto può essere sostituito da altre specie o comunque rinnovato con un nuovo impianto.

Ultima delle coltivazioni di pioppo è quella degli impianti a breve rotazione per la produzione delle biomasse. Gli impianti hanno un ciclo di 1-5 anni che può essere reiterato

più volte, attraverso ceduazioni successive. Tali impianti hanno come scopo quello della produzione quantitativa del legname in tempi ridotti.