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Il mercato delle obbligazioni

Nel documento L’innovazione del credito delle PMI (pagine 78-82)

4. Il mercato dei capitali e le PMI

4.6 Le obbligazioni

4.6.3 Il mercato delle obbligazioni

Nel corso del 2012 si è verificato un vero e proprio boom dei corporate bond. Dati di Bloomberg infatti mostrano che le emissioni di questi bond si sono attestate a quota 3.890 miliardi di dollari, un incremento del 18% rispetto al 2011 (3.290 miliardi). Le ragioni di tale incremento vanno ricercate nell'enorme liquidità immessa dalle banche centrali. Gli investitori, carichi di liquidità, hanno sottoscritto bond aziendali attirati da rendimenti reali positivi e con un grado di rischio non troppo elevato. Inoltre, il mercato dei corporate bond, in crescita da diversi anni, ha raggiunto una dimensione tale da garantire una discreta diversificazione, indispensabile, per i grandi investitori istituzionali, per

73 abbassare il rischio di concentrazione degli investimenti. La previsione di tassi d’interesse vicini allo zero per il prossimo biennio ha spinto molti investitori ad uscire dai titoli sovrani, alcuni con rendimenti reali negativi come il Bund Tedesco, per entrare nei bond aziendali.

Sempre Bloomberg ha rilevato che nel novembre 2012 il mercato obbligazionario corporate dell’Eurozona era di 821 miliardi, per l’88% costituito da titoli a lungo termine. Considerando solo i bond a lunga scadenza risulta che il paese con maggior il maggior ammontare di emissioni in Europa è la Francia con il 46% del totale (378 milioni); le imprese italiane ha emesso bond per 97 miliardi (12% del totale) mentre, il sistema produttivo tedesco si è fermato a 87 miliardi (10%). Il fatto che le imprese italiana stiano ricorrendo maggiormente, in questi ultimi anni, alle obbligazioni rispetto alle imprese tedesche è un buon segno, tuttavia molto probabilmente la ragione risiede nel fatto che le imprese tedesche non stanno vivendo il credit cruch come le imprese italiane e dunque non sono “spinte” a ricorrere al mercato dei capitali come quelle italiane. C’è il rischio ed il sospetto quindi che l’incremento delle emissioni di obbligazione da parte delle imprese italiane sia dovuto più alla necessità di reperire nuovi capitali che vengono a mancare dalle banche piuttosto che per una scelta strutturale ben pianificata figlia di un’evoluzione culturale.

Altri dati sul mercato delle obbligazioni ci dicono che i corporate bond rappresentano solo il 29% del mercato obbligazionario europeo, il quale è comporto per il 60% da Titoli di Stato. Negli Stati Uniti la percentuale dei corporate bond cresce notevolmente fino quasi a raggiungere quella dei Titoli di Stato; le imprese americane infatti ricorrono maggiormente alle obbligazioni rispetto a quelle europee (Grafico 4.12).

Le obbligazioni possono essere sottoscritte sia da investitori istituzionali che da investitori individuali. Chiaramente se consideriamo il totale delle emissioni sottoscritte i primi prevalgono nettamente sui secondi; gli investitori individuali costituiscono infatti meno del 5%

74 dell'investimento diretto nei mercati obbligazionari europei. Per investitori istituzionali si intendono fondi pensione, compagnie assicurative e istituti bancari.

Grafico 4.12 Debito bancario VS Obbligazioni

Fonte: BCE

Per quanto riguarda l’Italia, dalla Tabella 4.13 si evince che il mercato delle obbligazioni è dominato dalle obbligazioni emesse dalle banche. Al secondo posto arrivano le altre società finanziarie e al terzo, ma con un distacco significativo, troviamo le obbligazioni emesse da società non finanziarie.

Analizzando nello specifico i dati relativi al mercato italiano vediamo che nel 2011 le consistenze dei corporate bond italiani non arrivavano a 90 miliardi, rappresentando il 7,44% del totale emesso, in calo rispetto al 2010 (7,87%). Inoltre, la maggior parte di queste obbligazioni è stata emessa da pochi giganti quali Pirelli, Eni e Telecom.

Nel 2012 si è registrato un cambio di tendenza; l'anno si è chiuso totalizzando 25 miliardi di euro di raccolta lorda, il doppio rispetto ai 12,7 miliardi del 2011. Le obbligazioni giunte a scadenza sono state circa 7 miliardi, facendo così registrare emissioni nette per 18 miliardi di euro. Nel 2012 si è dunque registrato un aumento delle emissioni

87% 91% 98% 88% 74% 24% 13% 9% 2% 12% 26% 76%

EURO Italy Spain Germany France USA

75 corporate da parte del sistema produttivo di oltre il 20% , portando le consistenze a 97 milioni di euro.

Tabella 4.13 Obbligazioni a medio e a lungo termine di banche e imprese italiane (1) (valori nominali; milioni di euro)

2009 2010 2011 2009 2010 2011

Banche 79.081 -11.800 66.330 819.601 807.045 873.618

Altre società finanziarie 44.337 -36.458 -4.376 279.767 243.371 239.050 Società non finanziarie 14.544 12.408 -534 77.121 89.776 89.487 Totale 137.962 -35.850 61.420 1.176.489 1.140.192 1.202.155

Emissioni nette(2) Consistenze

(1) La nazionalità e il settore di appartenenza sono quelli della società emittente e non della società capogruppo. Salvo diversa indicazione, sono inclusi i soli titoli con durata all’emissione superiore all’anno. – (2) Differenza tra il valore nominale dei titoli collocati e quello dei titoli rimborsati.

Fonte: Banca d’Italia.

C’è da dire però che se andiamo a vedere la distribuzione durante l’anno di queste emissioni si nota un'impennata da settembre in poi. Questo periodo coincide con l’annuncio da parte del Governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi circa l'introduzione dello scudo antispread, che altro non è che un piano di acquisto di Titoli di Stato da parte della BCE. Ciò ha permesso di normalizzare i mercati finanziari europei. Da quel momento si è innescata una intensa serie di emissioni da parte di grandi aziende nazionali (Telecom, Snam, Enel, Terna, Fiat, Lottomatica, Finmeccanica, A”A, Campari, Buzzi Unicem) per un totale di 15 miliardi.

Diverso invece in discorso per quanto riguarda le banche; le emissioni da parte degli istituti bancari nel 2012 è scesa di circa 41 miliardi netti, portando le consistenze bancarie a 832 milioni di euro. Nonostante l’incremento delle emissioni corporate e il calo delle emissioni bancarie, la percentuale di queste sul totale delle consistenze nel mercato italiano si attesta attorno al 75%, mentre il peso delle emissioni corporate sul totale delle consistenze rimane poco superiore all’8%.

Analizzando le imprese emittenti, i dati evidenziano che la tendenza europea delle grandi aziende è quella di sostituire il credito bancario

76 con l’emissioni di strumenti come le obbligazioni rivolgendosi così al mercato. Le PMI invece non sono state in grado di seguire la tendenza ed hanno quindi subito maggiormente il credit cruch in atto (Grafico 4.14).

Nel documento L’innovazione del credito delle PMI (pagine 78-82)