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Il modello definito dal gruppo di lavoro è stato presentato il 25 luglio 2013 a Firenze può costituire il riferimento per certificazione del SGSL secondo la Norma OHSAS 18001.

Gli attori più rilevanti della sicurezza sono il DG/DL, che rappresenta l’Alta Direzione, il RSPP e i ASPP, il MC, i RLS, ma affinché la sicurezza sia più diffusa ed entri a far parte della attività quotidiana, alla stregua di qualsiasi altro processo aziendale, è necessario creare un dialogo e un’integrazione tra le attività di tali attori e quelle delle altre strutture aziendali: Area Tecnica, Ufficio Qualità, Gestione del Rischio Clinico, Gestione delle Risorse Umane, Ufficio Formazione, Controllo di Gestione, Fisica Sanitaria. Bisogna quindi che si crei un sistema in cui siano pianificati e stabiliti gli obiettivi di sicurezza, siano individuate le risorse adeguate, siano messe in atto le attività programmate e, alla fine, si verifichi l’adeguatezza delle misure intraprese.

Nel documento è descritto dettagliatamente gli aspetti da

presidiare per adottare un SGSL certificabile ed

implementabile. Nelle tabelle successive sono riportate sinteticamente le azioni che le ASL/AO dovrebbero attuare.

1 Politica

Requisito/Riferimenti

Legislativi/Osservazioni Evidenze oggettive

Adozione di una specifica Politica di SSL, in cui il datore di lavoro esplicita la visione, i valori essenziali e le convinzioni

dell’organizzazione in materia di SSL RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 3, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Documento relativo alla Politica di SSL

All’interno della Politica di SSL, dovrebbero essere espressi con chiarezza, gli impegni:

- alla eliminazione/riduzione degli infortuni e delle malattie professionali;

- al rispetto della legislazione e degli accordi sottoscritti in materia di SSL;

- a considerare la SSL ed i relativi risultati come parte integrante della gestione complessiva dell’organizzazione;

- alla prevenzione dei rischi per la SSL ed al miglioramento continuo delle condizioni di SSL;

- a fornire le risorse necessarie al funzionamento del SGSSL ed al raggiungimento dei relativi obiettivi;

- a far sì che i lavoratori siano sensibilizzati e formati per svolgere i loro compiti in sicurezza in modo che siano in grado di assumersi le loro responsabilità in materia di SSL;

- al coinvolgimento ed alla consultazione dei lavoratori, anche attraverso i loro rappresentanti per la sicurezza;

- a riesaminare periodicamente la Politica di SSL, gli obiettivi e complessivamente il sistema di gestione attuato;a definire e diffondere all’interno dell’organizzazione gli obiettivi di SSL ed i relativi programmi di attuazione.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 3, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Documento relativo alla Politica di SSL.

La comunicazione della Politica di SSL a tutto il personale, costituisce, come già citato nel punto precedente, il presupposto necessario e imprescindibile per

l’attuazione in concreto del modello gestionale ed organizzativo.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 3, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Bacheca, circolari interne, verbali di riunioni

Controllo periodico sulla conoscenza della Politica di SSL da parte dei lavoratori e di tutte le parti interessate, verificando concretamente le azioni che l’ASL/AO ha svolto per adempiere a tale requisito. RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 3, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1 Registrazioni, interviste Tabella 20Politica 2 Pianificazione Requisito/Riferimenti

Legislativi/Osservazioni Evidenze oggettive

Definizione di obiettivi specifici in materia di SSL; tali obiettivi possono essere sia di mantenimento (ovvero obiettivi necessari a garantire il

mantenimento, nel tempo, delle misure valutate idonee ed adeguate) che di miglioramento (ovvero obiettivi necessari a garantire, nel tempo, il miglioramento dei livelli di sicurezza). RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Piani di

miglioramento/manteni mento della SSL, DVR.

Per ogni obiettivo specifico dovrebbe essere definito un programma di attuazione con tempi, priorità, risorse assegnate (umane, economiche e di attrezzature), e definizione compiti e responsabilità relative.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Piano o programma o disposizioni interne, da cui sia possibile

evincere gli elementi indicati.

Consultare

prioritariamente il DVR e la relativa

misure di prevenzione e protezione.

Determinazione degli obiettivi specifici di SSL (es. numero di ore di infortunio /anno, numero infortuni/anno, ecc.). RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Come sopra,

evidenziando l’esistenza di indicatori, unità di misura, standard di riferimento

Definizione delle procedure e/o prassi, nelle quali sono individuate le relative modalità di attuazione per la

realizzazione degli obiettivi specifici di SSL.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Come sopra, evidenzian- do l’esistenza di procedu- re o istruzioni operative. Non necessaria redazione di procedure e/o istruzioni operative per tutti gli obiettivi specifici; può essere sufficiente verificare la loro esistenza, anche attraverso interviste al personale.

Determinazione dei criteri di valutazione per ogni obiettivo specifico ai fini di dimostrare le modalità di verifica e l’effettivo raggiungimento.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Come sopra,

evidenziando se sono stati individuati i tempi e i soggetti incaricati della valutazione, nonché le azioni che dovrebbero essere svolte da chi effettua la valutazione dell’effettivo raggiungimento dei risultati. Verificare attraverso interviste ai soggetti indicati se essi sono a conoscenza e

pienamente

consapevoli dei compiti assegnati.

piani/programmi per la SSL con i risultati della valutazione dei rischi e con le conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

coerenza tra la

valutazione dei rischi e gli obiettivi e i

piani/programmi stabiliti.

Pianificazione del processo di valutazione dei rischi.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Piano, programma, progetto, agenda appuntamenti,

schedulazione attività della valutazione dei rischi

Valutazione dei rischi, previa

consultazione dei lavoratori e/o RLS, secondo le modalità definite nel piano/procedura relativo.

L’adempimento di tale requisito non è quello di verificare se la valutazione dei rischi è stata effettuata e se è stato redatto il relativo DVR. Nell’ottica del sistema integrato con il modello organizzativo del D.Lgs. 231/01, la valutazione dei rischi consente di identificare i rischi, ovvero analizzare il contesto aziendale per evidenziare dove (in quale area/settore di attività) e secondo quali modalità si possono verificare eventi pregiudizievoli, per gli obiettivi e scopi scaturenti dal D. Lgs. n. 231/01 e quindi un elemento

imprescindibile del modello organizzativo.

La valutazione dei rischi ricomprende anche l’analisi delle possibili azioni da adottare in caso di reati per omicidio o lesioni colpose gravi o gravissime verificatisi in violazione degli obblighi di tutela della salute e sicurezza sul lavoro Lo scopo è quindi quello di verificare se la valutazione dei rischi è stata condotta secondo i criteri e le modalità definite

DVR, RLS (avvenuta consultazione), interviste al RSL.

nel piano di valutazione dei rischi. RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1 Nella valutazione del rischio si dovrebbe:

- definire le modalità di tenuta e di periodico aggiornamento;

- tener conto sia dell’attività lavorativa ordinaria che di quella straordinaria, comprese le situazioni di emergenza;

- tener conto delle interferenze con le attività lavorative svolte del personale che ha accesso al luogo di lavoro (inclusi eventuali lavoratori autonomi, dipendenti di soggetti terzi, lavoratori di imprese subappaltatrici e visitatori occasionali);

- tener conto di tutto il personale (inclusi fornitori, visitatori, ecc.), che ha accesso al luogo di lavoro;

- tener conto dei luoghi di lavoro e dei metodi di lavoro, delle macchine, degli impianti, delle attrezzature, delle sostanze utilizzate (sia quelle proprie dell’azienda sia quelle che vengono fornite da ditte esterne);

- identificare le misure di prevenzione e protezione adottate per il controllo dei rischi, incluse quelle previste da specifiche norme di legge.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Idonee indicazioni nel DVR e/o nelle

procedure e/o negli altri documenti del SGSL es. liste di ambienti e locali, elenchi di attrezzature di lavoro e impianti, elenchi di sostanze utilizzate, elenchi di persone che possono accedere nei luoghi di lavoro; checklist compilate riguardanti i punti evidenziati; soggetti incaricati, scadenze e modalità per l’aggiornamento del DVR; raccolta dei DUVRI formalizzati ed

eventuali

aggiornamenti, ecc.

Integrazione delle indicazioni in materia di SSL nelle procedure

organizzative/operative necessarie alla gestione della attività dell’ASL/AO. RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Presenza di indicazioni in materia di SSL nelle procedure operative (es. comportamenti, DPI, ecc.).

Pianificazione delle seguenti attività:

- identificazione, accesso, adeguamento e diffusione di prescrizioni di legge, regolamenti e

Piano, programma, progetto, agenda appuntamenti,

accordi sottoscritti che trovano applicazione nella realtà aziendale specifica;

- definizione e adozione delle misure di prevenzione e protezione;

- introduzione e/o modifiche di macchine, impianti, posti e cicli di lavoro, processi produttivi, sostanze e preparati pericolosi utilizzati tenendo conto degli aspetti di SSL;

- coinvolgimento del personale e/o dei suoi rappresentanti;

- comunicazione interna ed esterna;

- definizione e attuazione di azioni preventive e correttive;

- riesame del SGSL.

Documentazione dei risultati della pianificazione.

Il requisito si riferisce alla pianificazione delle attività elencate Riguardo

all’introduzione e/o modifiche di macchine, impianti, ecc., il rispetto del requisito implica l’effettuazione dell’analisi preventiva dell’impatto in termini di SSL e la verifica della conformità normative e legislativa dell’intervento.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

ecc. delle attività elencate.

Relazioni, ecc.

Elaborazione di procedure per identificare le possibili situazioni di emergenza e per rispondere attivamente al verificarsi di tali situazioni ai fini di prevenire e limitare al massimo la probabilità del verificarsi anche di infortuni o malattie professionali. Lo scopo di questa domanda non è quello di verificare se sono stati

adempiuti gli obblighi degli artt. 43, 44, 45 e 46 del D.Lgs. 81/2008, ma è invece quello di constatare se il processo di

Procedure

(documentate o meno) sulle modalità di identificazione e di gestione delle situazioni di emergenza

identificazione e di gestione delle situazioni di emergenza è

adeguatamente pianificato e gestito con modalità sistematiche.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Predisposizione dei piani per la gestione delle emergenze.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1

Elenco delle situazioni di emergenza, piani per la gestione delle

emergenze, programma di controllo sullo stato dei luoghi e delle attrezzature antincendio. Riesame e revisione di piani e procedure,

in particolare dopo il verificarsi di un’emergenza, in base all’esperienza acquisita.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 commi 1 e 4

Accertamento del riesame delle

procedure in base alla raccolta di interviste o registrazioni sulle situazioni di emergenza verificatesi.

Prove periodiche delle procedure di emergenza.

RIF. LEGISL.: D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2 lett. b, D.Lgs. 81/2008 art. 30 comma 1 e comma 4

Registrazioni delle prove delle procedure di emergenza, con i relativi esiti e gli eventuali input per la revisione delle procedure di emergenza. Tabella 21 Pianificazione

  

 3 Attuazione e operatività Requisito/ Riferimenti Legislativi/

Osservazioni Evidenze oggettive

Verifica dell’effettivo e diretto

coinvolgimento dell’AD nella gestione della SSL, sulla:

- definizione della Politica di SSL ;

- effettuazione della valutazione dei rischi;

- definizione della struttura organizzativa, compresa la designazione del RSPP e l’assegnazione delle connesse responsabilità. La Politica di SSL, documentazione che dimostri il reale coinvolgimento dell’AD nel processo di

valutazione dei rischi e nella definizione della struttura organizzativa per la SSL.

Ai fini di verificare l’impegno concreto nella gestione della SSL, AD dovrebbe assumersi la responsabilità di definire:

• gli obiettivi di mantenimento e di miglioramento;

• le risorse, incluse quelle tecniche ed economiche, finalizzate alla realizzazione del sistema ed al conseguimento degli obiettivi.

I Piani di miglioramento/ mantenimento in materia di SSL, budget, altri documenti da cui si possa evincere l’effettiva partecipazione del DG nella definizione delle risorse necessarie per conseguire gli obiettivi di SSL.

Definizione dei compiti e delle responsabilità in materia di SSL. Lo scopo del requisito non è quello di verificare se all’interno

dell’ASL/Azienda Ospedaliera sono state designate figure come RSPP, MC, Addetti alle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, ma se la nomina è accompagnata da una

adeguata definizione dei compiti e dalla formalizzazione di tale incarico.

Tale requisito dovrebbe comprendere le figure che all’interno

dell’organizzazione sono investite di compiti e responsabilità in materia di SSL (es. dirigenti, preposti, addetti a

Deleghe formalizzate di poteri/funzioni in materia di SSL, nomine controfirmate per accettazione dagli

incaricati, con indicazioni chiare dei suoi compiti, e formalizzazione secondo le modalità in essere nell’organizzazione e secondo quanto disposto dalle leggi vigenti;

oppure organigrammi, funzioni grammi, matrici delle responsabilità, mansionari, procedure

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