• Non ci sono risultati.

La nuova Legge regionale n° 65 del 10 novembre del 2014 sul governo dl territorio divide, all’art.

10, gli “Atti di Governo del territorio” in Strumenti della pianificazione territoriale e strumenti della pianificazione urbanistica; a questa seconda categoria appartiene il piano operativo comunale che viene dettagliatamente definito dall’art. 95 della stessa Legge.

Ai sensi del comma 1 del citato articolo della Legge regionale il “piano operativo disciplina l’attività urbanistica ed edilizia per l’intero territorio comunale e si compone di due parti”:

La prima riguarda la disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti ed è valida a tempo indeterminato; in particolare individua e definisce:

- le disposizioni di tutela e di valorizzazione dei centri e dei nuclei storici, comprese quelle riferite a singoli edifici e manufatti di valore storico, architettonico o testimoniale;

- la disciplina del territorio rurale, in conformità alle disposizioni di cui al titolo IV, capo III, al fine di assicurare il perseguimento degli specifici obiettivi di qualità di cui all’articolo 68, compresa la ricognizione e la classificazione degli edifi ci o complessi edilizi di valenza storico-testimoniale;

- gli interventi sul patrimonio edilizio esistente realizzabili nel territorio urbanizzato, diversi da quelli di cui al comma 3;

- la disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni, ai sensi dell’articolo 98, ove inserita come parte integrante del piano operativo;

- la delimitazione degli eventuali ambiti portuali del territorio comunale, entro i quali le previsioni si attuano tramite il piano regolatore portuale di cui all’articolo 86;

- le zone connotate da condizioni di degrado.

La seconda parte riguarda la disciplina delle trasformazioni delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio ed ha valenza quinquennale; in particolare individua e definisce:

- gli interventi che, in ragione della loro complessità e rilevanza, si attuano mediante i piani attuativi di cui al titolo V, capo II;

- gli interventi di rigenerazione urbana di cui all’articolo 125;

- i progetti unitari convenzionati di cui all’articolo 121;

- gli interventi di nuova edifi cazione consentiti all’interno del perimetro del territorio urbanizzato, diversi da quelli di cui alle lettere a), b) e c);

- le previsioni relative all’edilizia residenziale sociale di cui all’articolo 63 nell’ambito degli interventi di cui alle lettere a), b e c) dell’art. di legge;

- l’individuazione delle aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria, comprese le aree per gli standard di cui al d.m. 1444/1968;

- l’individuazione dei beni sottoposti a vincolo ai fini espropriativi ai sensi degli articoli 9 e 10 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità);

- ove previste, la perequazione urbanistica di cui al l’articolo 100, la compensazione urbanistica di cui all’articolo 101, la perequazione territoriale di cui all’articolo 102, e le relative discipline.

Al comma 4 la legge introduce un altro elemento innovativo che, nell’ambito della disciplina di cui al comma 1, lettera il piano operativo può individuare gli edifici esistenti non più compatibili con gli indirizzi della pianificazione. Con riferimento a tali edifici, il Comune può favorire, in alternativa all’espropriazione, la riqualificazione delle aree ove essi sono collocati attraverso forme di compensazione, rispondenti al pubblico interesse e comunque rispettose dell’imparzialità e del

buon andamento dell’azione amministrativa. Nelle more dell’attuazione delle previsioni di valenza quinquennale del piano operativo, resta salva la facoltà del proprietario di eseguire su tali edifici tutti gli interventi conservativi, ad esclusione degli interventi di demolizione e successiva ricostruzione non giustificati da obiettive ed improrogabili ragioni di ordine statico od igienico sanitario.

Il Piano operativo deve inoltre essere supportato:

- Dalla ricognizione e dalle disposizioni che attengono la tutela e la disciplina del patrimonio territoriale in attuazione del Piano Strutturale nonché delle revisioni del piano paesaggistico regionale;

- Dal quadro conoscitivo del patrimonio edilizio esistente, delle aree urbanizzate con relative criticità accompagnate dagli elementi di rischio idrogeologico e sismico con valutazioni di fattibilità geologica, idraulica e sismica e relative opere di mitigazione;

- Dal monitoraggio dei dati della domanda e dell’offerta di edilizia residenziale sociale;

Le scelte localizzative devono, ove esistono strutture di supporto, devono essere inquadrate nell’ambito della programmazione dei servizi di trasporto collettivo e di connessione intermodale e dalle disposizioni per la programmazione degli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche nell’ambito urbano.

Con la relazione di valutazione il Piano Operativo deve rendere conto delle sue previsioni a quelle del piano strutturale e ai piani regionali e provinciali motivando le sue scelte in relazione agli aspetti paesaggistici, territoriali, economici e sociali rilevanti per l’uso del territorio.

Da quanto sopra richiamato e da quanto riportato al comma 8 dell’art. 95 il dimensionamento del piano operativo deve avvenire sulla scorta del quadro previsionale strategico per i cinque anni successivi alla sua approvazione nel rispetto dei dimensionamenti sostenibili. Per la definizione del dimensionamento quinquennale del POC, l’Amministrazione può dare avviso sui propri siti istituzionali invitando i soggetti interessati, pubblici e privati, a presentare proposte o progetti finalizzati all’attuazione degli obiettivi e delle scelte strategiche del piano strutturale con la precisazione che, nel caso di piani attuativi, interventi di rigenerazione urbana o progetti unitari convenzionati perdono efficacia nel caso che al termine del quinquennio del piano operativo i piani o programmi non siano stati approvati.

Risulta evidente, da quanto previsto dalla legge regionale, che tutti gli interventi previsti dal Piano Operativo debbano essere contenuti all’interno di una fattibilità che nel valutare la loro sostenibilità non può esaurire nel primo quinquennio tutta le previsioni del Piano Strutturale sia per motivi di sostenibilità ambientale ed economica per la realizzazione delle infrastrutture necessarie alla loro corretta attuazione. Va inoltre considerato che un eventuale assorbimento da parte del primo POC di tutto il PS non garantirebbe quella flessibilità che riteniamo debba essere contenuta in ogni strumento di pianificazione urbanistica e accompagnata da dalla partecipazione attiva di tutti i soggetti che operano e che hanno a cuore la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile di

questo territorio.

Tutto questo comporta un impegno da parte dell’Amministrazione nell’ analizzare in modo attento le scelte strategiche del Piano Strutturale e di come metterle in atto nel quinquennio di validità del POC che richiede una attualizzazione degli studi effettuati visto la rapidità dei cambiamenti, positivi e negativi, a cui la società è oggi sottoposta.

4.1 Quadro conoscitivo del piano operativo di Pontremoli

Dai dati in nostro possesso, il “Quadro Conoscitivo” del territorio comunale non ha subito in questi anni modifiche significative rispetto a quanto contenuto nelle analisi sviluppate con il Piano Strutturale e contenute nella relazione generale e negli elaborati grafici che accompagnano il Quadro Conoscitivo del PS stesso a cui rimandiamo.

Di fatto, in questi anni, non si sono verificate modifiche dello stato di attuazione del P.R.G. vigenti tali da richiedere ulteriori valutazioni e analisi rispetto a quelle sviluppate con il Piano Strutturale.

La maggioranza degli interventi hanno riguardato contenute modifiche interne degli edifici che non hanno provocato incrementi del carico urbanistico. I pochi interventi di nuova edificazione sono stati attuati in lotti liberi con presenza di opere di urbanizzazione tanto da non creare impatti significativi sull’ambiente.

I piani attuativi (lottizzazioni e piani di recupero), con le proroghe del decreto del fare e a causa della crisi non hanno avuto corso e alcune imprese, per le difficoltà sopra richiamate, sono in stato fallimentare o fallite.

L’unico intervento, di grande interesse, che ha iniziato il suo iter di attuazione è la realizzazione della “Casa del Blues” in località Ca’ Baldassa a nord del quartiere di Verdeno promosso dall’artista contemporaneo Zucchero Fornaciari.

L’unica modifica che possiamo richiamare a scala territoriale è un aggravio del degrado idro-geomorfologico che ha segnato e sta segnando pesantemente la Lunigiana e il territorio di Pontremoli. Il problema verrà attentamente valutato con gli studi tematici che i geologi incaricati svolgeranno con il POC monitorando e aggiornando lo stato attuale dei dissesti e delle varie forme di pericolosità (geomorfologica e idraulica) fornendo schede di dettaglio sulla fattibilità degli interventi. Per alcune considerazioni di carattere generale rimandiamo al successivo capitolo 16 e seguenti del presente rapporto.

4.2 Indirizzi programmatici e obiettivi del Piano Operativo

Relativamente agli indirizzi programmatici e agli obiettivi del Piano Operativo alleghiamo alla presente relazione (ALL.A) il documento programmatico approvato dalla GMC con deliberazione n°…….del………….

4.3 La valutazione di coerenza del Piano Operativo del comune di Pontremoli Concetto di coerenza negli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica

Il concetto di coerenza nelle analisi sociali, economiche, ambientali e in generale territoriali può sembrare equivoco e non correttamente definito se si considera la complessità degli interessi coinvolti che possono apparire anche contradditori e conflittuali e fortemente collegati alla variabile tempo con le sue del trascorrere del tempo e con le sue presupposti di incertezza (in particolare in periodo di crisi) che non permettono di intuire con dovuta certezza i risultati che si vogliono ottenere con le scelte del POC.

Spesso, nella pianificazione, il termine può assumere il significato di “tentativo” nel ricercare e conseguire logiche di “coerenza” nell’articolato delle azioni rispetto alla consistenza delle decisioni e degli obiettivi con lo scopo di eliminare ogni contraddizione e la “illusoria” aspettativa di perseguire stabilità delle scelte assunte nel tempo.

Tuttavia è indiscutibile come la complessità delle pressioni esercitate sul piano (se pur positive) non può non considerare che il piano medesimo sia nel tempo soggetto a cambiamenti di decisione considerati i cambiamenti, anche repentini, che interagiscono con una società e una economia più aperte tali da richiedere una più ampia la gamma di obiettivi che il piano per “coerenza” vorrebbe perseguire; in questo contesto più difficile sarà trovare la coerenza tra le politiche e le azioni che andranno a comporre il piano: maggiori aperture, se pur garantendo la tutela delle risorse territoriali, dovranno essere la sfida del piano rivolta ad una flessibilità e osmosi con le richieste che dovessero essere sollecitate dalla società tutta.

In una successione di analisi che sono proprie della stessa valutazione il termine “coerenza”

assume il suo reale significato solo se si compongono obiettivi composti in modo non confuso; ma anche quando ciò si presenta, il modo con cui viene realizzato il programma può non essere

giudicato coerente, perché ci può essere conflitto tra gli interessati in merito alla visione del mondo, all’interpretazione dei fatti, alla propensione al rischio, o perché manca evidenza nella via migliore per raggiungere i risultati.

La domanda di coerenza a cui il piano deve dare risposta deve essere sostenuta da una visione priva di contraddizioni e supportata da contenuti estrema chiarezza che non possono lasciare spazio a sbrigative interpretazioni o valutazioni di “coerenza” che andrebbero a ledere l’attendibilità del piano medesimo.

Se vogliamo schematizzare il concetto e ricercarne il significato riteniamo che la valutazione di coerenza non può che porre le sue basi sui seguenti assunti anche troppo ovvi:

un piano, un’azione possono essere ritenuti coerenti quando non è vero il contrario;

quale tipo di coerenza perseguire e assumere.

Molte potrebbero essere le considerazioni che potrebbero essere sviluppate su questo tema che in questa fase ci limitiamo ad enunciare per poi esplicitarle meglio in sede di documento definitivo nel quale verranno enunciate anche le azioni assunte.

Dobbiamo comunque richiamare che non sempre azioni coerenti possono raggiungere gli obiettivi attesi come del resto è vero il contrario che azioni incoerenti possono portare ad risultati peggiori.

Sarà la valutazione e le sue analisi a stabilire il percorso valutativo migliore per un territorio delicato e complesso come quello di Pontremoli.

L’altro aspetto che vogliamo richiamare e in merito alla dimensione a ai livelli su cui sviluppare l’analisi di coerenza che possono essere individuati come segue:

- coerenza tra obiettivi e azioni proprie del Piano Operativo (coerenza interna del Piano);

- coerenza del Piano Operativo con gli altri piani e programmi dell’Amministrazione Comunale (coerenza interna dell’Amministrazione Comunale);

- Coerenza tra il Piano Operativo e i piani sovraordinati (coerenza esterna).

Nella successiva fase prevista dalla per la Valutazione verranno effettuate le seguenti verifiche di coerenza:

- interna del Piano Operativo;

- esterna tra il Piano Operativo e:

- il PIT/e integrazione con valore di Piano Paesaggistico Regionale;

- il PRS 2011-2015;

- il PTCP di Massa - Carrara;

- Piani regionali aventi valenza ambientale;

- Piano Strutturale Comunale.

Metodologia e procedura di riferimento

Relativamente alla analisi di verifica di coerenza esterna si potrà valutare di utilizzare, quale strumenti operativo, una tabella o una matrice dove mettere in relazione gli obiettivi del Piano Operativo sottoposto ad analisi con gli obiettivi dell’altro/altri piano/i considerato/i.

Riteniamo che questa operazione debba seguire i criteri e la metodologia adottata nel procedimento di VAS del Piano Strutturale a cui rimandiamo per un verifica più puntuale e specifica.

Tuttavia nell’ambito dei processi valutativi sono stati, in alcuni casi, utilizzate altre metodologie di cui riportiamo alcuni criteri con le tabelle di riferimento.

Nella tabella di analisi di coerenza saranno riportati nella prima colonna gli obiettivi del Piano Operativo, così come indicati nel documento programmatico dell’Amministrazione Comunale, nella colonna centrale i sono esplicitati le valutazioni e nella terza gli obiettivi dell’altro/i piano/i.

PIANO OPERATIVO VALUTAZIONE ALTRO PIANO

obiettivo giudizio obiettivo

Nello schema della matrice seguente troviamo indicati gli obiettivi del Piano Operativo del Comune di Pontremoli e nell’altra colonna i giudizi sugli altri piani considerati; l’incrocio degli elementi in ogni casella della matrice ci consente di prefigurare il risultato finale delle analisi sulla coerenza in base alla definizione dei livelli di coerenza fra le varie strategie.

OBIETTVI ALTRO PIANO

PIANO

OPERATIVO giudizio

In questo caso la scelta di utilizzare l’una o l‘altra delle ipotesi sopra formulate è determinato dall’entità di obiettivi da confrontare. Una quantità minore di obiettivi vedrà l’uso della tabella mentre in caso di una entità superiore si ipotizza l’uso della matrice.

Ove gli argomenti trattati dal piano sovraordinato risultano molto puntuali in merito agli argomenti trattati appare più pertinente e immediata l’utilizzazione della tabella che nella sua immediatezza ci permette di richiamare solo le strategie dell’altro piano che si configurano più pertinenti per il processo di valutazione ai fini della verifica di coerenza.

Comunque si orienti la scelta in entrambi i casi, sia che l’analisi di coerenza utilizzi la matrice o la tabella, i giudizi riporteranno la valutazione di corrispondenza tra i piani analizzati che verrà espressa secondo la seguente scala di valori che viene sintetizzata in:

Alta;

Media;

Bassa;

In Contrasto.

I valori sopra enunciati riportano in sintesi la valutazione della effettiva corrispondenza tra gli obiettivi dei piani analizzati considerato che essendo una valutazione strategica la valutazione dei valori applicata agli obiettivi e quella che ci fornisce il criterio più pertinente.

Rimane comunque plausibile che verrà adottata la metodologia utilizzata per la valutazione di VAS del Piano Strutturale.

Analisi e verifica dei piani sovraordinati analizzando le loro azioni e gli obiettivi per poi rapportarli a quelli previsti per il POC

5. IL PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE E INTEGRAZIONE AL PIT CON