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Capitolo 3 - Tra città e campagna, i territori periurbani

3.1 L’emergere del periurbano

3.1.3 Il processo di periurbanizzazione del territorio in Italia

65 economiche, motivati dalla possibilità di una migliore fruizione degli spazi aperti, in ottica della ricerca di salubrità e di qualità dell’aria o in altri da episodi di ritorno al centro città.

Uno dei motivi del ritorno alla città della popolazione è rappresentato dall’offerta di edilizia residenziale ad elevata qualità e da un diffuso miglioramento degli spazi pubblici, specie nelle zone di maggior pregio. La popolazione con possibilità economiche torna nei centri delle città se trova aree di qualità urbana in cui vivere, con verde e servizi (sennò resterebbe nelle zone esterne) (Baldini, 2008).

Emerge come in tre grandi città industriali italiane quali Torino, Milano e Bologna, il processo di de-urbanizzazione, nonché di spostamento verso il periurbano, si è quasi ridotto a zero attorno al 2010. Questo ha posto le condizioni per un possibile avvento del processo inverso, definita di riconcentrazione urbana (Baldini, 2008).

66 produttiva. La crescita delle aree più esterne continua, ma a ritmi più lenti. Questi fenomeni si rendono ancora più evidenti nel corso degli anni ’80, periodo in cui la tendenza alla periurbanizzazione del territorio è sempre più evidente (Baldini, 2008).

Nella maggior parte dei casi inoltre il fenomeno di periurbanizzazione del territorio si attua senza un disegno di organizzazione spaziale del territorio, seguendo la struttura della viabilità esistente e occupando aree tendenzialmente ad attività agricola.

La spinta alla periurbanizzazione delle aree più esterne delle fasce metropolitane nell’Italia settentrionale ha fatto registrare la fase più acuta nel corso degli anni ’80, tuttavia essa si è prolungata anche nella prima parte degli anni ’90.

La tendenza alla riurbanizzazione, a cui si è accennato, non implica tuttavia l’arresto della crescita delle aree periurbane, che nel periodo più recente è diminuito da un punto di vista quantitativo, ma con caratteri qualitativamente maggiori rispetto al passato.

Il caso di Bologna

La dispersione si configura come la forma specifica contemporanea dell’urbanizzazione diffusa. Essa comporta la frammentazione della forma urbana, l’apparente casualità delle nuove localizzazioni residenziali e produttive, un suo consumo non giustificato dalle dinamiche di crescita demografica e occupazionale, l’incessante incremento della mobilità su gomma, con congestione delle strade e impatti di elevato inquinamento ambientale. Le tendenze appena descritte, comuni a tutti i territori urbanizzati, vengono individuate nello specifico caso di Bologna. Pur non trattandosi di un’area metropolitana classica, Bologna tuttavia presenta i tipici tratti della trasformazione urbana e ha intrapreso da tempo, tra le prime città in Italia la sperimentazione di forme di governo metropolitano (Baldini, 2008). Vengono prese in considerazione le trasformazioni metropolitane del territorio bolognese, caratterizzate dal decentramento residenziale dei cittadini verso le aree periurbane. Questo fenomeno spontaneo è iniziato nell’area bolognese nei primi anni ‘70.

Una serie di rapide trasformazioni di espansione verso le aree più esterne ha portato le analisi territoriali effettuate sull’area Bolognese a considerare anche le porzioni di territorio poste all’esterno dei confini comunali, riferendosi ad un sistema territoriale che allora era del tutto inedito (primi anni Settanta).

In Italia, il rallentamento della crescita dei centri maggiori a favore dello sviluppo di quelli minori, distribuiti nei territori provinciali, ha comportato di conseguenza l’avvento di alcune dinamiche e fenomeni ormai comuni in molte aree urbanizzate, quali l’incremento del pendolarismo, la rilocalizzazione di molte attività produttive e la nascita di nuovi

67 luoghi di aggregazione, che non sorgono più solamente nei centri della città. Alcune conseguenze positive dello spostamento della popolazione verso le aree esterne ai centri urbani compatti sono ad esempio la scoperta delle risorse ambientali che questi ambiti possiedono, insieme alla migliore qualità della vita di cui giovare. Questi fattori hanno portato a riscoprire recentemente il ritorno ad una vita rurale, con spostamenti nei centri maggiori ad esempio solo per motivi lavorativi. Si è così affievolita la compattezza dei confini comunali, che era dovuta anche a territori molto scissi tra di loro, collegati solamente da infrastrutture, i quali invece oggi risultano per la maggior parte occupati da sistemi insediativi sparsi nelle aree metropolitane.

Bologna è stata particolarmente interessata dagli anni ‘70 da questa migrazione residenziale al di fuori del confine comunale, nei territori periurbani, perciò pone un’importante attenzione ad essi. Si sottolinea inoltre come alcuni comuni in particolare sono risultati i più attrattivi per coloro che hanno abbandonato il Comune di Bologna (Baldini, 2008).

L’urbanizzazione quantitativa dei territori, che oggi possiamo definire del tutto avvenuta e anche conclusa, induce attualmente gli studiosi del territorio a considerare l’importanza delle aree periurbane, per la qualità ambientale e le risorse che offrono, fattori che non sono propri dei centri compatti.

Troppo spesso l’attenzione nella pianificazione ricade sui territori urbanizzati o da edificare, probabilmente poiché comportano apparentemente un maggiore profitto economico legato all’edilizia e quindi suscitano più interesse. Ma non bisogna dimenticare che la nuova frontiera nell’ottica di una pianificazione sostenibile è quella di preservare e dare attenzione agli spazi liberi, alle aree aperte, da gestire in modo ottimale per le loro potenzialità ecosistemiche. Se non solo per il valore ambientale, in ogni caso è opportuno svolgere su queste aree delle adeguate analisi, in un’ottica ambivalente, cioè di per comprendere da una parte quali essendo ormai già depauperate possono essere edificate o comunque ospitare certe destinazioni d’uso mentre dall’altra capire quali sono quelle di valore da preservare. Questo è uno degli obiettivi principali che questo elaborato si propone di raggiungere. La panificazione del periurbano non significa mettere vincoli, ma significa comprendere le qualità, o meno, dei territori, per pianificarli in modo adeguato.

68 3.2 Dispositivi per le aree periurbane in Toscana

3.2.1 Il parco agricolo: un nuovo strumento per la pianificazione del territorio aperto