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IL REDDITO DI CITTADINANZA COME REMUNERAZIONE O RICONOSCIMENTO

Nel documento Il reddito di cittadinanza (pagine 54-57)

UN REDDITO DI CITTADINANZA CONTRO L’INCERTEZZA DEL PRESENTE

3.4 PERCHÉ SERVE?

3.4.5 IL REDDITO DI CITTADINANZA COME REMUNERAZIONE O RICONOSCIMENTO

94 Luigi FERRAJOLI, "Il futuro dello stato sociale e il reddito garantito", in AAVV. "Ai confini dello stato sociale", Roma, Manifestolibri, 1995

95 Andrea FUMAGALLI, Per una nuova interpretazione del basic income, in Reddito per tutti. Un’utopia concreta per l’erea globale, BIN-Italia, Manifestolibri, Roma, 2009

96 Andrea FUMAGALLI, Il reddito di base, in Aa.Vv, Reddito per tutti. Un’utopia concreta per l’era globale, a cura del B.I.N., Roma, Manifestolibri, 2009.

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Secondo Carlo Vercellone il reddito di cittadinanza corrisponde a un salario sociale derivante dallo svolgimento di un lavoro che sfugge alla misura ufficiale e che non è compreso tra le forme tradizionali del lavoro salariato97. Questo nuovo lavoro non ancora riconosciuto deriva dalla diffusione della conoscenza tramite internet e le tecnologie di comunicazione, nonché alla scolarizzazione di massa permessa dal welfare state. Affermandosi sempre più, la conoscenza “viva” acquisita dall’intelletto del lavoratore si è contrapposta alla conoscenza “morta” incorporata nel capitale fisso della fabbrica e nell’organizzazione scientifica delle imprese. La preponderanza della conoscenza viva ha messo in crisi la misurazione del tempo di lavoro, che non è più solo quello produttivo e di durata fissa, svolto direttamente nel luogo di lavoro, ma che si è esteso ai tempi sociali della riproduzione della forza lavoro, prima considerati completamente improduttivi. Il reddito di cittadinanza può diventare la remunerazione del lavoro cognitivo svolto al di fuori del tempo di lavoro dedicato alla produzione diretta e si può considerare come il riconoscimento dell’attività di vita svolta durante l’esistenza.

Nel contesto del capitalismo cognitivo la ricchezza si spartisce tra chi produce valore attraverso l’impiego della propria vita e chi estrae valore dall’attività produttiva e terziaria o attraverso i diritti di proprietà (intellettuale, sul territorio, sui mezzi di produzione, sulle transazioni finanziarie, ecc). Il reddito di cittadinanza è uno strumento redistributivo perché è una forma di welfare che remunera l’esistenza messa al lavoro. La differenza tra salario e reddito svanisce se l’orario di lavoro si estende al tempo della riproduzione della forza lavoro. Il basic income, che ripaga il tempo della vita messo al lavoro, ha una componente salariale perché ripaga le prestazioni lavorative svolte sotto contratto o per la formazione o nelle attività di relazione sociale o riproduttive e comprende contemporaneamente una componente di reddito che è composta dalla distribuzione a ogni individuo della ricchezza sociale prodotta dalla collaborazione e dalla produttività sociale. Il basic income è quindi “la remunerazione di un’attività lavorativa già precedentemente svolta”98.

97 Carlo VERCELLONE, Il giusto prezzo di una vita produttiva, Il Manifesto, 22 novembre 2006 98 Andrea FUMAGALLI, Il reddito di base, op. cit.

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Il reddito di cittadinanza non solo è la remunerazione per il lavoro già svolto, ma favorisce anche lo sviluppo delle attività dell’intelletto che sono alla base del capitalismo cognitivo. Dare a tutti un reddito di cittadinanza significa permettere agli individui di dedicarsi alle attività vocazionali che preferiscono, a ritornare a studiare per migliorare la propria formazione, a fare volontariato, a scegliere percorsi lavorativi nuovi. Tutto ciò accresce la conoscenza comune, il general intellect99, che incrementa l’innovazione e migliora la competitività e la produttività e favorisce la crescita dell’accumulazione capitalistica.

3.4.6 IL REDDITO DI CITTADINANZA COME STRUMENTO DI

CONTROPOTERE

L’introduzione del reddito di cittadinanza minerebbe dalla base il rapporto di subordinazione che lega il lavoratore al datore di lavoro. Attualmente i lavoratori precari non hanno la sicurezza economica per il proprio futuro e pur di lavorare sono costretti ad accettare lavori e condizioni di lavoro non sempre ideali. Il reddito di cittadinanza sarebbe uno strumento di contropotere100 perché ridurrebbe il grado di ricattabilità imposta a chi ha bisogno di lavorare per poter vivere. Introdurre un reddito di cittadinanza significherebbe dare agli individui la possibilità di scegliere se lavorare oppure no, ponendo lavoratore e datore di lavoro sullo stesso piano nella contrattazione del lavoro. Il reddito di cittadinanza può essere considerato uno strumento di contropotere anche perché permette ai produttori di riappropriarsi di parte della ricchezza prodotta dalla cooperazione sociale. Da questo punto di vista il reddito di cittadinanza è una misura riformista perché è in grado di incidere sul rapporto di sfruttamento e di produzione di plusvalore del capitalismo cognitivo101.

La flessibilizzazione del lavoro ha portato i lavoratori ad accettare occupazioni dequalificanti e sottopagate e c’è la necessità di individuare dei sistemi che non permettano che ciò accada. Il reddito di cittadinanza, il reddito minimo garantito e il diritto a una formazione gratuita volontaria e continua vanno in questa direzione e per

99 Karl MARX, Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, vol. 2, trad. it. Enzo Grillo,

La Nuova Itala editrice, 1970, pg.. 403

100

Andrea FUMAGALLI, Stefano LUCARELLI, Basic income and counter-power in cognitive

capitalism, op. cit.

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questo motivo Alain Supiot sostiene che il welfare state può essere rilanciato a partire dall’importanza del singolo individuo102. Il reddito minimo garantito protegge il cittadino in quei momenti di attesa tra un lavoro e l’altro durante tutto l’arco della vita, provvedendo alla sussistenza quando non ci sono altre fonti di reddito disponibili. Permette anche di scegliere il percorso lavorativo più adatto a sé, senza cadere nel ricatto del lavoro a tutti i costi. La subordinazione al centro del mondo del lavoro lascerebbe spazio a lavori vocazionali. Secondo Luca Santini e Sandro Gobetti del BIN Italia, il reddito di cittadinanza rende possibile la costruzione di una nuova società fondata sul riconoscimento del lavoro umano creativo che genera del bene comune attraverso l’azione soggettiva e che non è più legata al tempo del profitto del lavoro tradizionale103.

Nel documento Il reddito di cittadinanza (pagine 54-57)