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Fu durante le riprese di Week-end di Jean Luc Godard, un decennio dopo il suo arrivo a Parigi, che si fece più forte in Marilù il desiderio di tornare a lavorare in Italia.

Questa volontà non sorprende, conoscendo il carattere difficile di Marilù e le dichiarazioni rilasciate ad Edgar Morin e Jean Rouch in Chronique d’un été126.

Marilù aveva acquisito, in quel momento, un’esperienza in campo fotografico ad altissimi livelli: un pass-partout che le permetterà di iniziare nuove collaborazioni in Italia. Fu proprio Godard a farle da intermediario per la realizzazione del suo sogno di lavorare in Italia. In quel momento, infatti, il regista stava collaborando a Vangelo 70, film antologico del 1968 che poi si intitolerà Amore e Rabbia, che, oltre a L’amore di Jean- Luc Godard comprende La sequenza del fiore di carta di Pier Paolo Pasolini, Agonia di Bernardo Bertolucci, Discutiamo discutiamo di Marco Bellocchio e L’indifferenza di Carlo Lizzani.

A partire dalla propria collaborazione a Teorema di Pasolini, per diversi anni Marilù si trovò ad altalenare tra Italia e Francia, a seconda delle collaborazioni: fu in quello stesso periodo, a partire dalla fine degli anni

125 L’amica delle rondini, [00:07’:30’’]. 126 Cfr., questa tesi, § 7.3.

Sessanta, che iniziava a Parigi la propria relazione – amorosa e lavorativa - con Jacques Rivette, con il quale fu sposata per diversi anni.

6.1.1 Il carteggio Pasolini - Godard

Nel 1967, durante le riprese di Week-end, Jean-Luc Godard tenne un carteggio epistolare con Pier Paolo Pasolini.

Nella lettera riportata di seguito, scritta per chiarire un’incomprensione rispetto alle proprie opinioni sull’Edipo Re e richiedere alcune delucidazioni riguardanti un prossimo incontro romano tra i registi di Vangelo 70, Godard presentò a Pasolini il caso della sua amica e collaboratrice Marilù Parolini:

Cher Pasolini,

je suis bien triste de ce que votre aimé m’a dit il y a quelques jours au téléphone: qu’Œdipe Roi était mal accueilli en Italie, et que Bini avait failli perdre courage. Soyez sûr en tous cas que je n’ai fait aucune déclaration à aucun journal italien sur votre film. Si j’en avais fait une, elle aurait été la suivante: si j’ai été un peu déçu en voyant ce film pour la première fois, c’était que je me croyais en avance sur lui; en fait, Œdipe était parti derrière moi de loin, de profond; et manteinant je sens qu’il me depasse lentement, piloté par l’ésprit joyeux de Ninetto, qu’il est dejà loin devant moi, se rendant au bal costumé de l’historie, retrouver Marx, Freud e Toto. Camarade et ami, je vous écris aussi pour vous dire que je pense venir à Rome vers le 10 octobre pour parler de Vangelo 70. Et je vous écris aussi pour parler d’une amie de Léaud, de Anne et de moi, Marilou Parolini, italienne er photographe, qui a fait les photos de tous me films et rêve (il sogno de una cosa) de revenir travailler en Italie. Et je vous écris ancore pour vous demander de la part d’Anne si vous connaissez plus précisement les dates de votre tournage car elle doit travailler en novembre avec M.Cournot sur son film. A bientôt, cher Pasolini,

A Jean-Luc Godard- Parigi [Roma, ottobre 1967] Caro Godard,

grazie della sua lettera, e grazie anche da parte di Ninetto.

Quanto all’aggressione telefonica della mia moglie non carnale127, capisco

come le sia riuscita traumatica: ma sia ben chiaro che io non ho prestato nessuna fede ai giornalisti, perché li conosco troppo bene, ed è stato quindi per me un affare senza importanza. Inesatta come tutte le mogli non carnali ma passionali, la Betti le ha dato anche notizie sbagliate dell’Edipo in Italia, che invece marcia benissimo, come mai nessuno finora dei miei film.

La Chinoise è bellissima, opera di un santo, magari di una religione discutibile e perversa, ma sempre religione.

Quanto alla Parolini, farò di tutto per averla come fotografa di “Teorema” (finora ho avuto sempre fotografi di scena pessimi).

Non so ancora le date di Teorema, quindi non posso dire ancora nulla per Anne128: ma subordinerò le mie date alle sue (e così per J-P. Léaud).

La cosa più importante, per ora, è la sua presenza qui per il giorno 20 ottobre (quindi dovrebbe arrivare almeno entro il 19). Curerò io infatti i titoli di testa del Vangelo ‘70129 e ho pensato di farli sotto forma di una riunione in una sala della

televisione (con un gran Cristo in croce, sacrilego, sul tavolo) dei registi del film, ognuno di essi dovrebbe dire i titoli di testa del proprio episodio, con una brevissima introduzione esplicativa (Perché il Padre del figliol prodigo è il Pc? ecc.).

Il giorno 20 è l’unico in cui siamo tutti a disposizione. Quindi lei dovrebbe cercare a tutti i costi di essere qui a Roma.

I più affettuosi saluti e i più affettuosi auguri per Week-end, suo Pier Paolo Pasolini130

127 Laura Betti.

128 Anne Wiazemsky che interpreterà Teorema.

130 In realtà si tratta di una minuta dattiloscritta senza firma conservata nell’Archivio

Pasolini.

Le lettere sono tratte da Nico Naldini (a cura di), Pier Paolo Pasolini, Lettere, 1955-1975, Einaudi, Torino, 1988, p. 629-630.

Il presente carteggio, datato ottobre 1967, oltre a testimoniare un importante ampliamento di orizzonti lavorativi per Marilù, è un documento che ci restituisce uno spaccato dell’atmosfera che si respirava alla fine degli anni Sessanta nell’ambito del cinema sperimentale.

È particolarmente interessante notare il valore che i registi danno reciprocamente alle opinioni sui loro film, valore che, nel caso di Pasolini, non viene invece attribuito ai pareri della stampa.

Fig.18 Foto di scena di Marilù Parolini, Porcile. Pierre Clementi.

Fu in questo clima fertile di scambio di idee e collaboratori tra Francia ed Italia che nacque la collaborazione tra Marilù Parolini e Pier Paolo Pasolini.

L’anno successivo, per Pasolini, Marilù fu fotografa di scena sia in Teorema che in Porcile quando, contemporaneamente, iniziava la sua amicizia e collaborazione con Bernardo Bertolucci.

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