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IL SODALIZIO TRA MOISEJ WEINBERG E FEDOR CHITRUK

1. Mieczysław/Mojsze/Moisej Weinberg. Cenni sulla biografia artistica

Moisej (Mieczysław) Weinberg nasce l’8 dicembre 1919 a Varsavia, nella Polonia che poco prima della sua nascita aveva riconquistato l’indipendenza dall’Impero Russo237

.‘Metek’ per gli amici, le varianti del suo nome ufficiale ci parlano di una biografia complessa: nel certificato di nascita, nella domanda di ammissione al Conservatorio di Varsavia e nelle pubblicazioni del teatro ebraico “Skala” (di Varsavia) il compositore figura come Mojsze Wajnberg. Nella Russia sovietica il suo nome viene trasformato in Moisej Samuilovič Vajnberg. Negli ultimi anni della vita (muore a Mosca nel 1996) per sua scelta il nome viene modificato ancora, alla versione ebreo-russa ne subentra una polono-germanica: Mieczysław Wаjnberg o Wеinberg. A questa forma ci atterremo nel corso di questa trattazione.

Immagine 19 – Certificato di nascita di Mojsze Wajnberg.

Dopo un lungo periodo di quasi totale oblio, anche precedente alla sua morte, l’interesse per l’opera di Weinberg (1919-1996) rinasce alla fine del primo decennio

237 Il Regno di Polonia era stato definitivamente spartito alla fine del XVIII secolo fra Russia, Austria e Prussia. La Polonia riguadagna la sua indipendenza l’8 novembre 1918, alla conclusione della prima guerra mondiale, come Seconda Repubblica di Polonia.

del ventesimo secolo grazie a due eventi. Il 21 novembre 2009, a Liverpool, ha luogo la prima del Requiem (mai eseguito durante la vita dell’autore) nell’esecuzione della “Royal Liverpool Philharmonic Orchestra” diretta da Thomas Sanderling. Il 31 luglio del 2010, al Festival di Bregenz, viene messo in scena il primo allestimento teatrale della sua opera Passažirka (La passeggera), con la regia del direttore artistico del festival David Pountney e la direzione di Teodor Currentzis238. Si tratta delle due opere che meglio esprimono il tema fondamentale e forse anche la missione della produzione musicale di Weinberg: la denuncia degli orrori dell’olocausto e della guerra, e il compianto per le migliaia di vittime innocenti delle politiche del ventesimo secolo.

La ‘scoperta’ di queste composizioni apre la strada al rilancio delle altre opere di Weinberg. Registrazioni delle sue sinfonie e dei suoi concerti sono state incise dalla casa Chandos, marchio inglese che ha in corso la pubblicazione di una serie di opere orchestrali del compositore, con particolare attenzione alla musica orchestrale, mentre la formazione “Quatuor Danel” ha inciso tutti i 17 quartetti di Weinberg, immessi sul mercato dalla “CPO” fra il 2009 e il 2011.

Il successo delle esecuzioni, che si susseguono numerose — per limitarsi a La

passeggera ricordiamo che l’opera va in scena a Varsavia nel 2010, a Karlsruhe nel

2013, a Houston nel 2014, a Chicago e a Francoforte nel 2015, in Florida nel 2016, in Israele nel 2019, mentre un nuovo allestimento si prepara a Madrid per il 2020 — è accompagnato e preceduto da un crescente interesse per Weinberg nel campo della musicologia, dove si procede ad integrare la scarna bibliografia sovietica sul compositore, che contava pochissimi titoli: il volume Simfonii Vajnberga e due articoli di Ljudmila Nikitina239, seguiti nel 1995 da un articolo di Manašir Jakubov,

Mečislav Vajnberg: «Vsju žizn’ ja žadno sočinjal muzyku»240.

Lo studio approfondito e sistematico della musica di Weinberg ha inizio nel XXI secolo, ed è legato al nome del musicologo, scrittore e direttore d’orchestra svedese Per Skans, il cui primo articolo dedicato a Weinberg (Mieczyslaw Weinberg –

ein bescheidener Kollege241) vede la luce nel 2001. Nei sei anni successivi Skans si dedica alla raccolta dei materiali per la pubblicazione di una biografia dettagliata del compositore che avrebbe dovuto uscire per i tipi della “Toccata Press”242. Purtroppo la morte precoce gli impedisce la realizzazione del progetto. Tutti i materiali raccolti

238 Una prima esecuzione in forma di concerto aveva avuto luogo a Mosca il 25 dicembre 2006. Il 14 febbraio 2010 lo stesso Currentzis aveva diretto La passeggera a Novosibirsk, ma anche qui solo in forma di concerto.

239 Ljudmila Nikitina, Simfonii Vajnberga, Muzyka, Moskva 1972; Id., Počti ljuboj mig žizni – rabota, «Muzykal’naja Akademija», 1994, nr. 5, p. 18; Id., O muzyke, o sebe. Is besedy s M.S. Vajnbergom

Ljudmily Nikitinoj kandidata iskusstvovedenija, «Muzykal’naja akademija», 5 (1994), pp. 17-24.

Nikitina non completò mai la progettata monografia sulla vita e sull’opera del compositore.

240 Manašir Jakubov, Mečislav Vajnberg: «Vsju žizn’ ja žadno sočinjal muzyku», «Utro Rossii», 7 (67), 16-22 febbraio 1995, p. 12.

241 Per Skans, Mieczyslaw Weinberg – ein bescheidener Kollege, in: Dmitri Schostakowitsch und das

jüdische musikalische Erbe / Dmitri Shostakovich and the Jewish Heritage in Music, Ernst Kuhn u.a. [Studia slavica musicologica, 21], Berlin
2001, pp. 298 -324.

242 Cfr. Martin Andersen, Per Skans – Champion of Soviet composers, «The Independent», 15.03.2007.

da Skans sono stati ripresi dal musicologo britannico David Fanning, che ha dato così alle stampe la prima opera completa dedicata alla vità e alle opere di Weinberg: David Fanning, Mieczyslaw Weinberg in Search of Freedom, Wolke Verlag, Hofheim, 2010. Sempre nel 2010 al compositore è dedicato un numero monografico della rivista «Östeuropa» intitolato Die Macht der Musik. Eine Chronik in Tönen, con articoli dedicati all’analisi di tutti gli aspetti della sua opera e della sua biografia.

Nel 2012 si è tenuto il convegno The Composer Mieczysław Weinberg and

Social Realism during the Brezhnev Era, organizzato dal Musikwisswnschaftliches Institut dell’università di Amburgo243. Altri appuntamenti importanti sono stati il Forum Internazionale Mieczysław Vajnberg (1919-1996). Vozvrašenie, tenutosi a Mosca nei giorni 16-19 febbraio 2017, e il convegno Mieczysław Weinberg: Between

East and West organizzato a Manchester per il primo centenario dalla nascita di

Weinberg244.

Nel 2013 la studiosa polacca Danuta Gwizdalanka ha pubblicato la monografia

Mieczysław Wajnberg: kompozytor trzech światów245. Una nuova monografia dal

titolo Juden, die ins Lied sich retten – der Komponist Mieczyslaw Weinberg

(1919-1996) in der Sowjetunion246 è uscita nel 2017. L’autrice, Verena Mogl, propone una accurata indagine del contesto storico in cui si è svolta l’attività di Weinberg, analizzando i suoi rapporti con il potere e con le regole stilistiche del realismo socialista e il peso dell’identità ebraica nella sua opera.

La Varsavia dell’infanzia di Weinberg conservava ancora le tradizioni russo-ebraiche che l’avevano caratterizzata durante il dominio russo. Il padre, il violinista, direttore e compositore Samuil (Samuel, Shmuel) Weinberg, si era trasferito a Varsavia, probabilmente da Baku, poco prima della nascita del figlio. Qui risiedeva già parte della famiglia, proveniente da Kišinëv (Chișinău), abbandonata dopo il

pogrom del 1903 in cui erano periti il padre, il nonno e altri parenti di Samuil

Weinberg. Weinberg padre lavorava al “Teatro ebraico” come violinista, dirigeva un complesso musicale e componeva musica per gli spettacoli. La madre del compositore, Sonja (Sura Dwojra Stern), era un’attrice di teatro di origini ebree

243 Gli atti del convegno sono stati pubblicati in un numero tematico della rivista «Die Tonkunst. Magazin für klassische Music und Musikwissenschaft», X, 2, 2016, dal titolo Thema: Mieczyslaw

Weinberg in der Ära Brežnev, a cura di Friedrich Geiger e Verena Mogl.

244 Si può vedere il programma del convegno organizzato dall’istituto di Musicologia dell’università di Amburgo sul sito http://hummedia.manchester.ac.uk/schools/salc/subjects/music/events/weinberg-conference/schedule.pdf . Negli ultimi anni sono aumentate le risorse accessibili on-line. Tra le più ricche fonti di informazione riguardanti la biografia, le opere, lo stato della ricerca, le nuove pubblicazioni e le registrazioni di Weinberg è il blog ideato del musicologo Daniel Elphick (http://linesthathaveescapeddestruction.blogspot.com/), autore di importanti scritti sull’argomento, tra cui la tesi di dottorato The String Quartets of Mieczysław Weinberg: A Critical Study (2016, https://www.academia.edu/28121947/The_String_Quartets_of_Mieczys%C5%82aw_Weinberg_A_Cri tical_Study), numerosi articoli e la monografia su Weinberg nel contesto polacco: Music behind the

Iron Curtain: Weinberg and his Polish Contemporaries, Cambridge University Press, Cambridge 2019.

Un altro sito degno di interesse è http://www.music-weinberg.net. Infine, possiamo ricordare il violinista Linus Roth, che ha fondato nel 2015 la International Mieczysław Weinberg Society http://www.weinbergsociety.com/index.php?article_id=18&clang=1.

245 Danuta Gwizdalanka, Mieczysław Wajnberg: kompozytor trzech światów. Teatr Wielki im. Stanisława Moniuszki, Poznań 2013.

odessite247. Mieczysław/Mojsze non riceve una vera e propria educazione musicale, benché di tanto in tanto sostituisca il padre accompagnando al piano gli spettacoli del “Teatro ebraico” e perfino cimentandosi nella composizione. La sua prima insegnante di pianoforte, la signora Matulewicz, che possedeva una scuola di musica a Varsavia248, si accorge però subito del grande talento dell’allievo dodicenne e lo indirizza al Conservatorio di Varsavia, nella classe di un celebre pedagogo, il pianista Józef Turczyński.

La ricca esperienza di improvvisazione, composizione e orchestrazione accumulata grazie alla collaborazione col “Teatro ebraico” di Varsavia è indubbiamente molto utile a Weinberg, come lo era stata per il suo futuro amico, Dmitrij Šostakovič. Già a sedici anni, ancora studente, Weinberg partecipa alla composizione della musica per il film Fredek uszczęśliwia świat (Fredek rende felice

il mondo) di Zbigniew Ziembiński, del 1936249. Al periodo varsaviano risale anche il

Quartetto per archi n. 1 op. 2, che il compositore dedica al proprio maestro

Turczyński.250

Nel 1939 Weinberg riesce miracolosamente a fuggire dalla Polonia invasa dai nazisti251: i genitori e la sorella minore, rimasti a Varsavia, periranno nel lager di Trawniki. In URSS gli sono concessi non solo i diritti di rifugiato, ma anche la possibilità di frequentare il conservatorio, dato che al servizio militare era risultato inabile per motivi di salute. È proprio a Minsk che Weinberg inizia a studiare seriamente composizione:

Cominciai a occuparmi seriamente di composizione solo all’inizio della guerra, quando i tedeschi attaccarono la Polonia e io mi rifugiai in Unione Sovietica, iscrivendomi al conservatorio di Minsk. Qui, fino all’inizio dell’aggressione nazista all’URSS, studiai col professor Vasilij Andreevič Zolotarev, allievo di Rimskij-Korsakov, qui seguii i corsi di contrappunto e di storia della musica252.

Nei due anni di studio trascorsi a Minsk hanno luogo alcuni incontri e avvenimenti cruciali nella vita di Weinberg. Nel 1940, nonostante la sua origine

247 Suo nome d’arte era Sarra Kotlickaja: Zalman Zylbercweig, Leksikon fun yidishn teater, vol. 1, New York 1931, colonna 683.

248 Le fonti concordano nell’affermare che il nome di battesimo della signora Matulewicz non è noto. 249 Fra gli autori della musica per il film, oltre a Weinberg, si ricordano il compositore Wiktor Krupiński e la cantante Wanda Wobond.

250 Jozéf Turczyński (1884 – 1953) fu un pianista, pedagogo e musicologo polaco, che influenzò lo sviluppo della didattica e dell’esecuzione pianistica, in particolare delle opere di Chopin.

251 Al confine bielorusso, dove folle di polacchi aspettavano il permesso di passare il confine, era stato organizzato in gran fretta un centro per il rilascio delle autorizzazioni. Pare che quando Weinberg declinò le proprie generalità ‘alla polacca’ (Mieczysław) la guardia di confine, riconosciuto in lui l’ebreo, gli abbia attribuito il nome Moisej, che Weinberg avrebbe accettato senza obiezioni (“Moisej, Abram, faccia come le pare; basta che io metta piede nell’Unione Sovietica”) e portato poi per tutta la vita in Unione Sovietica (cfr. Ljudmila Nikitina, Počti ljuboj mig žizni – rabota, «Muzykal’naja Akademija», 1994, 5, p. 18).

252 «Всерьез я стал заниматься композицией, только в начале войны, когда немцы напали на Польшу, и я удрал в Советский Союз, поступив в Минскую консерваторию. Там я занимался до начала нападения Гитлера на СССР у профессора Золотарева Василия Андреевича, ученика Римского-Корсакова. Там я прошел полный курс контрапункта, истории музыки». Nikitina, Počti

polacco-ebraica, viene prescelto per partecipare al primo festival dell’arte e della letteratura bielorusse a Mosca (“Pervaja dekada belorusskogo iskusstva i literatury”). Qui incontra Nikolaj Mjaskovskij, sinfonista e pedagogo di prim’ordine, che mostra grande apprezzamento per il giovane compositore. I rapporti si mantengono anche in seguito, dopo il trasferimento a Mosca di Weinberg, che spesso esegue opere di Mjaskovskij e sottopone al suo giudizio le proprie.

Sempre nel 1940, a Minsk, Weinberg prende parte all’esecuzione della Sinfonia n. 5 in Re minore op. 47 di Šostakovič. Non essendo disponibili celesta e arpa viene invitato a eseguire nell’orchestra queste parti al pianoforte. Il concerto è per lui, che aveva scarsa familiarità con la musica di Šostakovič, una scoperta importantissima: la sua esperienza precedente lo portava a credere che le tendenze più ‘progressiste’ della musica moderna fossero l’impressionismo e il “neo-impressionismo”, termine con cui definiva lo stile delle proprie opere giovanili, quali per esempio il ciclo vocale Akacii (Acacie) op. 4, composto su versi di Julian Tuwim.

Di questo periodo si sono conservate Due Mazurche op. 10, Tre pezzi per

violino e pianoforte, indicati in seguito come op. 1, e il Poema sinfonico op. 6. La

prima esecuzione del Poema sinfonico ha luogo il 21 giugno 1941, e costituisce l’esame di diploma del giovane compositore. L’orchestra sinfonica della Filarmonica di Minsk era diretta da Il’ja Musin253.

Non erano trascorse ventiquattr’ore dal brillante concerto di Weinberg quando giunge la notizia dell’attacco dell’esercito nazista contro l’URSS: l’unica possibilità di salvezza era l’evacuazione. Come ricorda Musin, la maggior parte dei musicisti di origine ebraica che lavoravano nell’orchestra sinfonica sarebbe stata ben presto annientata254. Weinberg non aveva i documenti necessari e gli mancava il tempo per procurarsi l’autorizzazione a partire; questo non gli impedisce di mettersi viaggio verso Taškent (4000 chilometri a est di Minsk) e di raggiungere la sua destinazione, ma gli rende poi estremamente difficile trovare lavoro.

Il suo primo impiego a Taškent è presso il “Teatro dell’opera” uzbeco, dove accompagna i cantanti durante le prove. Qui fa la conoscenza di altri colleghi compositori, tra i quali Izrail’ (Emil’) Finkel’štejn e Jurij Levitin, come lui sfollati o fuggiti agli orrori della guerra. Weinberg e Levitin mantengono mantennero per tutta la vita uno stretto rapporto di amicizia. Un altro incontro importante è quello con Tochtasyn Džalilov, compositore, suonatore di gidžak (uno strumento ad arco dell’Asia centrale), raccoglitore di folklore uzbeco, direttore della Filarmonica di Taškent. Con lui e altri compositori, ma senza figurare col suo nome, Weinberg partecipa nel 1942 alla creazione del dramma musicale Meč Uzbekistana (La spada

dell’Uzbekistan). Negli anni della guerra la vita culturale Taškent era molto ricca.

Anna Achmatova, Kornej Čukovskij, Faina Ranevskaja e molti altri scrittori,

253 Eminente pedagogo e direttore d’orchestra, nel 1937 Musin aveva lasciato Leningrado per assumere la carica di primo direttore dell’orchestra sinfonica di Minsk. Con Weinberg continuò a collaborare a Taškent, dove entrambi trascorsero gli anni della guerra. In seguito Musin ritornò a Pietroburgo, dove per molti anni continuò a formare nuove generazioni di direttori d’orchestra.

254 Il’ja Musin, Uroki žizni: Vospominanija dirižera, Prosvetit.-izd. Centr DEA-ADIA-M, Puškin. Fond, Sankt-Peterburg, 1995.

musicisti e attori vi erano sfollati da Mosca e Pietroburgo. Direttore artistico del “Teatro dell’opera” uzbeco era lo straordinario regista e attore, già direttore del “Teatro Statale Ebraico”, Solomon Michoels. Nel 1942 la figlia maggiore, Natalija Vovsi-Michoels, diviene moglie di Weinberg.

Per Weinberg questi sono anni molto produttivi: nel solo 1942 compone il balletto in un atto V boj za rodinu (In lotta per la patria) e due operette: Boevye

druz’ja (Compagni d’armi) и Kar’era Klaretty (La carriera di Claretta) (le partiture

di queste operette non si sono conservate), la Sonata per pianoforte n. 2 op. 8, la

Sinfonia n. 1 op. 10, l’Aria per quartetto d’archi op. 9.

Nel 1943, grazie anche all’interessamento di Šostakovič, Weinberg riesce a trasferirsi a Mosca. Esistono diverse versioni sul modo in cui la partitura della

Sinfonia n. 1 op. 10 di Weinberg sarebbe giunta nelle mani di Šostakovič. Secondo la

versione di Natalija Vovsi-Michoels a far da tramite sarebbe stato il padre, Solomon Michoels:

Metek aveva dato la partitura della prima sinfonia a mio padre perché la portasse a Mosca a Šostakovič. Questi guardò la partitura, che gli piacque molto. Dato che si era in tempo di guerra, era necessario avere il visto per l’ingresso a Mosca, e Šostakovič ci fece avere questa possibilità255.

Secondo Weinberg, intermediario era stato Jurij Levitin, allievo di Šostakovič. Si è conservata una lettera di quest’ultimo, spedita il 6 dicembre 1942 da Kujbyšev (dove Šostakovič sarebbe rimasto fino al marzo del 1943) a Izrail’ Finkel’štejn, suo collega e assistente nel corso di composizione del conservatorio di Leningrado sfollato, come già si è detto, a Taškent:

Lei mi ha già scritto diverse volte del compositore Weinberg, e sempre con grandi lodi. Mi piacerebbe molto conoscere le sue opere, perché ho molta considerazione per il Suo gusto e la Sua intuizione. Non potrebbe aiutarmi a conoscere la musica di Weinberg?256

Comunque stiano le cose, un mese o due dopo Weinberg riceve un invito ufficiale a Mosca e nell’ottobre del 1943 ha luogo il primo incontro fra i due compositori, che avrebbe dato inizio a un’amicizia destinata a durare per tutta la vita. Per vari anni Weinberg e Šostakovič abitano molto vicini, e anche questo favorisce i loro incontri. Una componente importante del loro rapporto era l’esecuzione a quattro mani: Weinberg si trova spesso a suonare per la prima volta le nuove composizioni di Šostakovič a quattro mani con l’autore. Come ricorda nel 1986

255 «Metek gave my father […] the score [of the First Symphony] to take with him to Moscow, so that Shostakovich would listen to it. Shostakovich so the score and liked it very much. Since it was wartime, one needed a visa to enter Moscow, and Shostakovich arranged it». Lettera di Natalija Vovsi-Michoels a Per Skans del 22 giugno 2006, cit. in Fanning, Mieczyslaw Weinberg..., cit., p. 40.

256«Вы мне уже несколько раз писали о композиторе Вайнберге, каждый раз с большой похвалой. Мне было бы очень интересно познакомиться с его сочинениями. Я ценю Ваш вкус и интуицию. Не могли бы Вы мне помочь узнать его музыку?». Emil’ Finkel’štejn, O mastere v

Šostakovič adorava suonare con gli amici. Era la sua passione. Fino ai suoi ultimi giorni di vita si entusiasmava quando qualche musica nuova gli dava piacere. Perfino quando era già malato mi invitava a suonare un po’ da lui257.

Una tradizione cui non vennero mai meno era quella di eseguire davanti all’altro le rispettive opere appena portate a termine, in una sorta di amichevole ‘competizione’. Šostakovič per esempio dedicherà a Weinberg il Quartetto n. 10 op. 118, (1965) con la seguente motivazione:

Lui [Weinberg] aveva scritto nove quartetti, io ne avevo otto. Allora mi proposi di raggiungere e superare Weinberg, e così ho fatto258.

Weinberg per parte sua riconosce quanto sia stata importante per lui la scuola di Šostakovič:

Anche se molti pensano e addirittura scrivono che io sia stato allievo di Šostakovič, non lo sono mai stato. Ma la scuola di Šostakovič è stata fondamentale per il mio lavoro creativo… Šostakovič mi ha aiutato in molti modi, di alcuni dei quali non sono neppure consapevole. Forse si è dato anche da fare per suscitare simpatia per la mia musica. Mi consideravo una persona fortunata perché potevo mostrare le mie opere al miglior compositore del ventesimo secolo. È stato un onore, che inconsciamente mi ha stimolato a comporre259.

Nel breve periodo che precede la fine della guerra la produzione di Weinberg si sviluppa nell’ambito di due generi diversi: la musica da camera per piccoli complessi e i cicli vocali. Tra le opere di questi anni sono da ricordare il Quartetto per archi n. 3 op. 14 (che nel 1987 sarà rielaborato nella Sinfonia da camera n. 2) e il Quartetto per

archi n. 4 op. 20 (lo Scherzo tratto da questo quartetto sarà più tardi utilizzato da

Weinberg nella Sinfonia n. 21, dedicata alle vittime del ghetto di Varsavia), la Sonata

per violino e pianoforte n. 1 op. 12, dedicata a Solomon Michoels, la Sonata per violino e pianoforte n. 2 op. 15, la Sonata per violoncello e pianoforte n. 1 op. 21, il Trio per pianoforte e archi op. 24 e il Quintetto per pianoforte e archi op. 18.

I cicli vocali sono per lo più dedicati al tema della guerra, sempre centrale nella sua opera: in Evrejskie pesni (Canti ebraici) op. 13 o Detskie pesni (Canti infantili), come inizialmente era intitolato il ciclo ispirato a versi del poeta ebreo polacco Itzhok-Leib Peretz, Weinberg rappresenta in modo giocoso il mondo semplice del bambino, sino a quando nell’ultima, tragica scena, intitolata Pis’mo siroty (Lettera di

un orfano), il mondo infantile scompare, irrompe la guerra a seminare nella vita dei

257 «Шостакович очень любил музицировать. Это была его страсть. До последних дней, если ему что-либо нравилось из новой музыки, он загорался: даже будучи больным, приглашал поиграть». Sof’ja Chentova, V mire Šostakoviča, Moskva, Kompozitor 1996, p. 188.

258 «Он [Вайнберг] написал девять квартетов, тем самым обогнав меня (у меня их было восемь). Я поставил задачу догнать и перегнать Вайнберга, что и сделал». Lettera di Šostakovič a Isaak Glikman del 21 luglio 1964, cit. in I.D. Glikman (ed.), Pis’ma k drugu. Dmitrij Šostakovič Isaaku

Glikmanu, Kompositor, Moskva-Sankt-Peterburg, 1993, p. 196.

259 «Хотя многие считают и где-то даже писали, что я – ученик Шостаковича, я им не был. Но школа Шостаковича является основой моей творческой работы. Мне многим помогал Шостакович, всего я сам не знаю. Возможно, он предпринимал шаги, чтобы вызвать симпатию к моим сочинениям. Я чувствовал себя счастливым человеком, потому что могу показать свои произведения лучшему композитору двадцатого века. Это была честь и она подсознательно активизировала сочинительство музыки». Chentova, V mire Šostakoviča, cit., p. 186.

bambini il terrore260. Qui il compositore scopre un linguaggio musicale personale, che univa il folclore ebraico con nuove soluzioni armoniche. Šest’ evrejskich pesen (Sei

canzoni ebraiche) op. 17, con parole di Samuil Galkin, è una sorta di prosecuzione del

ciclo Detskie pesni op. 13, con l’accento posto sul rifiuto della guerra. Una linea più lirica è quella delle Sei romanze su versi di Fedor Tjutčev (op. 25) e delle Tre

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