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Il turismo in Medio Oriente

Nel documento DUBAI: analisi del settore turistico (pagine 40-44)

Il turismo moderno è giunto in Medio Oriente con la penetrazione occidentale dell’Impero Ottomano nel XIX secolo, che ha diffuso interesse nei confronti della società e della storia

87 Lew, Hall e Timothy, World Geography of Travel and Tourism, 17-18. 88 Battilani, Vacanze di pochi vacanze di tutti, 161-162.

89 Lew, Hall e Timothy, World Geography of Travel and Tourism, 21. 90

41 di questo territorio. Rami Farouk Daher, nel libro Tourism in the Middle East: Continuity,

Change and Transformation evidenzia le attrazioni di maggiore interesse per l’elite

europea:

Principalmente, le antiche rovine (ad esempio gli antichi siti archeologici in Egitto) e le località bibliche in Palestina o Siria sono stati i punti salienti di questo tipo di turismo. Un viaggio tipico dall'Europa copriva gli antichi monumenti d’Egitto, il Nilo, i luoghi santi in Palestina e le attrazioni principali in grandi città come Beirut, Gerusalemme e Damasco. Siti come il Tempio di Giove a Ba'albeck, la Cupola della Roccia e la Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, la Moschea degli Omayyadi a Damasco, le rovine di Palmira, e la città di Petra erano siti più popolari tra i turisti.91

Con la caduta dell’Impero Ottomano e la formazione degli stati moderni, le nuove amministrazioni cercarono di dare sempre più importanza e valore alle origini più antiche e soprattutto preislamiche, come i monumenti dell’antico Egitto o quelli fenici in Libano, per soddisfare la domanda turistica occidentale.92 Il turismo divenne uno dei componenti fondamentali dello sviluppo economico del dopoguerra e di tutto il XX secolo, come spiega Waleed Hazbun:

Il turismo internazionale è stato uno dei primi settori nella regione ad essere integrato nei mercati e flussi dell'economia internazionale del secondo dopoguerra. […] Negli ultimi decenni, il turismo è stato una delle principali fonti di valuta estera, adottata da policy makers e imprenditori come motore di crescita economica e un mezzo per promuovere la liberalizzazione economica e l’integrazione economica mondiale. […] Da quando i nuovi regimi arabi hanno cercato di promuovere lo sviluppo economico nazionale dopo aver ottenuto l'indipendenza, i sostenitori del turismo hanno affermato che le spiagge assolate della regione, i suoi deserti pittoreschi, i luoghi biblici, le rovine architettoniche, la cultura "esotica", e l’ospitalità della popolazione dovrebbero essere usati per generare nuove fonti di ricchezza. I risultati sono costituiti dal rimodellamento dei paesaggi costieri, dei siti del patrimonio culturale e degli ambienti artificiali. […] Con il finanziamento di investitori internazionali, capitale locale, e una quantità abbondante di petrodollari, la regione ha registrato una serie di boom di costruzioni di hotel, che hanno prodotto un’imbiancata di generici hotel a blocchi lungo le spiagge assolate in Nord Africa, il restauro di gruppi di vecchi edifici in boutique hotel a Damasco, e hanno dato luogo ad una ondata di nuovi palazzi di lusso a Amman, Beirut e Dubai. […] L’espansione di flussi di viaggiatori internazionali - attratti dai siti del patrimonio culturale mondiale come la città di Petra in Giordania o

91 Rami Farouk Daher, Tourism in the Middle East: Continuity, Change and Transformation (Channel View

Publications, 2007), 5.

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dalla scena culturale cosmopolita di città come Beirut - ha contribuito a rappresentare il Medio Oriente come una destinazione emergente all'interno dei circuiti di viaggio globale.93

I primi stati che sono riusciti ad integrarsi nel mercato turistico internazionale sono stati quelli affacciati sul Mediterraneo e che avevano conosciuto la colonizzazione diretta dell’Europa, come Siria, Libano, Egitto, Tunisia e Algeria. Il loro sviluppo turistico, tuttavia, non è stato indipendente, ma finanziato soprattutto da capitali esteri e grandi aziende straniere, che avevano come target i clienti europei. Il risultato è stato una sorta di integrazione di questi stati in un nuovo spazio turistico “Euro-Mediterraneo”, in cui gli stati occidentali hanno il predominio economico e quelli arabi dipendono dalle rendite dei flussi turistici europei, replicando un modello di tipo colonialistico.94 Specialmente negli anni ’60 con l’affermazione del turismo di massa balneare, stati, come ad esempio la Tunisia, preferirono adattare la propria offerta turistica ai gusti del mercato straniero piuttosto che quelli del mercato locale. Così, negli anni, nuove località turistiche vengono costruite, modificando l’ambiente naturale e offrendo specifiche esperienze culturali.95

Emblema di questo tipo di sviluppo turistico è la città di Sharm al-Sheikh, situata nella penisola del Sinai sul mar Rosso, in Egitto. La città è costituita da un agglomerato di hotel costruiti da catene alberghiere internazionali e spesso il turista non esce neanche dal perimetro del resort, quando lo fa si ritrova in uno spazio condiviso degli hotel: un lungomare completato dalla presenza di ristoranti, negozi e club studiati appositamente per il cliente. Sharm sta fungendo da modello di massimizzazione dei profitti per le altre città della regione come ad esempio Aqaba in Giordania.96

Lo sviluppo del turismo è stato un mezzo per aumentare la crescita e l’integrazione nell’economia globale e nonostante le turbolenze politiche che caratterizzano la regione, gli arrivi internazionali sono aumentati dal 2.5% al 3.5% dal 1995 al 2000. L’epicentro della crescita turistica è stato registrato a Dubai, che iniziò ad emergere come destinazione proprio in questo periodo.

Il rallentamento della crescita avviene dopo gli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001; globalmente si riscontra un calo dell’11% di arrivi turistici e il Medio Oriente detiene

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Waleed Hazbun, Beaches, Ruins, Resorts: The Politics of Tourism in the Arab World (USA: University of Minnesota Press, 2008), xi.

94 Daher, Tourism in the Middle East: Continuity, Change and Transformation, 8.

95 Hazbun, Beaches, Ruins, Resorts: The Politics of Tourism in the Arab World, xxxiv-xxxv. 96

43 la performance peggiore con un calo del 30%. Il calo però, è stato limitato all’anno 2001, infatti in quello seguente gli arrivi ricominciano a crescere e il Medio Oriente registra il tasso di crescita più alto al mondo (16.7%) e Dubai si rivela come una delle mete turistiche in più rapida crescita al mondo.97

La conseguenza più importante dell’11 Settembre è stato un cambiamento di destinazione dei turisti arabi e dei loro investimenti. Infatti, se dagli anni ’70 le ricche famiglie del Golfo avevano preferito passare le vacanze visitando l’Europa e gli USA, dopo l’attacco terroristico le mete regionali divennero le favorite, aumentando così i flussi interregionali. Allo stesso modo, gli investimenti che prima erano orientati sui mercati occidentali, furono diretti all’attuazione di progetti di sviluppo turistico in Medio Oriente. Dubai con i suoi eventi annuali e la costruzione di nuovi centri commerciali per favorire lo shopping, si era già affermata nel settore turistico da anni e divenne un modello da seguire per gli altri stati del Golfo, che avevano appena iniziato ad aprirsi al turismo.98

Dopo gli attacchi terroristici, la regione ha investito molto anche nella promozione e nella diversificazione della sua offerta, concentrandosi su segmenti diversi. Hazbun afferma:

Dal 2000 una crescente attività di marketing e una maggiore copertura nelle sezioni viaggio di giornali e media elettronici hanno generato nuove immagini della regione. Queste includono la rinascita della cosmopolita vita notturna a Beirut, villaggi turistici costieri in Egitto, boutique hotel in Tunisia, ecoturismo in Giordania, ed eventi sportivi internazionali a Dubai.99

Il piano strategico per il turismo adottato in Giordania dal 2004 al 2010, ad esempio, ha incentivato altri segmenti del settore, aiutando così lo stato ad arricchire maggiormente la sua immagine, oltre al turismo archeologico per le rovine di Petra. La Giordania è emersa come una meta ideale per gli amanti della natura, puntando sui viaggi-avventura e il turismo ecosostenibile, grazie ai suoi parchi naturali e acquatici, ai paesaggi montani e le opzioni di vacanze al mare. Una tendenza diversa, invece, si ha nei paesi del Golfo che stanno espandendo il segmento del turismo culturale, come Abu Dhabi che sta costruendo il Louvre Museum e il Guggenheim.100

97 Hazbun, Beaches, Ruins, Resorts: The Politics of Tourism in the Arab World, 189-192. 98 Daher, Tourism in the Middle East: Continuity, Change and Transformation, 42-43. 99 Hazbun, Beaches, Ruins, Resorts: The Politics of Tourism in the Arab World, 201. 100

44 Il Medio Oriente è così riuscito ad inserirsi nel mercato turistico internazionale e uno degli esempi più riusciti è l’emirato di Dubai.

Nel documento DUBAI: analisi del settore turistico (pagine 40-44)