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Le immigrazioni in Europa

Nel documento Immigrazione: aspetti economici e sociali (pagine 136-142)

CAPITOLO 5 – FLUSSI MIGRATORI IN ITALIA: ASPETTI, CONTRADDIZIONI E

5.1 Le immigrazioni in Europa

Quasi tutto il continente europeo è interessato da afflussi e deflussi migratori. Si può ritenere che la fine delle dittature sovietiche abbia fatto da spartiacque nella storia delle migrazioni continentali, perché da tale evento il quadro degli spostamenti si è arricchito delle numerose partenze dai paesi dell’Europa Orientale dirette verso gli stati più a ovest. Il percorso di formazione dell’Unione Europea ha favorito la circolazione intracontinentale di persone e per gli stati mediterranei del continente si è verificata la trasformazione da paese di emigrazione a paese di immigrazione. Oltre l’Italia, tale cambiamento ha riguardato Spagna, Grecia, Portogallo. I tradizionali paesi di immigrazione rimangono mete importanti, come Germania, Francia, Belgio, Regno Unito e Svizzera.

Secondo l’OECD13, il 60% degli immigrati in Europa nel 2006 è di origine europea, mentre i flussi migratori provenienti dai paesi asiatici verso paesi dell’OCSE non europei rappresentavano il 50% del flusso totale. L’Europa accoglie circa l’85% dei flussi provenienti dal Nord Africa, pur se il 60% dei lavoratori originari dell’Africa sub-sahariana si sposta in paesi Ocse non europei. I flussi migratori di provenienza asiatica sono diretti prevalentemente verso i paesi OCSE non europei.

Di seguito si procede all’esame dell’andamento delle serie delle popolazioni straniere (fig. 5.1), nel periodo 1998 – 2007, per alcuni paesi europei, scegliendo come anno base t il 1998. I dati usati sono dell’OECD e sono incerti perché mancano di una definita armonizzazione internazionale; inoltre, per alcuni paesi la serie non è completa. Precisamente, per la Francia mancano i dati degli anni 1998, dal 2000 al 2004, 2006 e 2007; per l’Irlanda si hanno riferimenti solo per il 2002 e il 2006; per la Polonia, invece, si dispone solo di 2002, 2006 e 2007. Stante queste mancanze, il grafico svela una tendenziale stabilità della presenza straniera nei paesi valutati.

Gli stati della penisola iberica sono un’eccezione: il Portogallo registra un distacco notevole dagli altri paesi nel biennio 2000-2002, anno in cui la popolazione straniera inizia a decrescere sino al 2005, quando raggiunge una dimensione complessiva minore che nel 1998 (sebbene dal 2005 in poi sembra in atto una lieve ripresa). Simile è la situazione della Spagna, in cui gli stranieri sono aumentati sino al 2000, quando è cominciata una lieve e costante flessione, fermatasi solo nel 2003. Dopo il triennio 2004 - 2005 si osserva una stabilizzazione.

Nel contesto europeo rappresentato, gli unici paesi che presentano andamenti singolari sono quelli mediterranei, che, come si è già detto, sono quelli a processi di immigrazione “giovane”, per cui predomina ancora la prima generazione di immigrati. Eccetto Spagna e Portogallo, infatti, le linee che si differenziano dal quadro generale sono quelle di Italia e Grecia: questi quattro paesi mostrano una linea di andamento simile, anche se di entità diversa e con uno sfasamento temporale di circa un biennio (nel Portogallo la crescita è evidente per gli anni 2001-2002, per la Spagna nel biennio 1999-2002, per la Grecia in quello 2000-2003, per l’Italia tra il 2002 e il 2004).

E’ da menzionare il calo registrato in Germania per l’arco 2004-2005.

Per quanto riguarda le motivazioni delle migrazioni in Italia, Germania e Regno Unito hanno il primato quelle economiche, mentre per Francia e in Portogallo è più frequente lo spostamento per ricongiungimento familiare (in particolare i lavoratori immigrati ucraini)14

Austria Belgium Denmark Finland France Germany Greece

Ireland Italy Poland Portugal Spain Sweden United Kingdom

-20,00 40,00 60,00 80,00 100,00 120,00 140,00 160,00 180,00 200,00 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fig. 5.1: Serie della popolazione straniera (anno base t=1992) in alcuni paesi europei: andamento.

Tabella n.5.1

Popolazione straniera residente in alcuni paesi europei. Anni 1998 – 2007 (valori assoluti)

Stato 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Austria 686,481 693,955 701,768 718,259 743,255 759,576 776,75 801,621 817,536 840,247 Belgium 891,98 897,11 861,685 846,734 850,077 860,287 870,862 900,473 932,161 971,448 Denmark 256,276 259,357 258,629 266,729 265,424 271,211 267,604 270,051 278,096 298,49 Finland 85,06 87,68 91,074 98,577 103,682 107,003 108,346 113,852 121,739 132,708 France .. 3258,5 .. .. .. .. .. 3501,1 .. .. Germany 7319,593 7343,591 7296,8 7318,628 7335,593 7334,753 6738,681 6755,821 6755,811 6744,879 Greece 292,04 273,868 304,617 355,758 436,781 472,835 533,36 553,061 570,57 643,066 Ireland .. .. .. .. 219,296 .. .. .. 413,223 .. Italy 1090,82 1340,655 1379,749 1448,392 1503,286 2227,567 2402,157 2670,514 2938,922 3432,651 Poland .. .. .. .. 49,221 .. .. .. 54,883 57,548 Portugal 177,774 190,896 207,607 360,815 423,788 444,641 469,138 432,022 437,124 446,333 Spain 748,953 923,879 1370,657 1977,946 2664,168 3034,326 3730,61 4144,166 4519,554 5220,577 Sweden 499,931 487,175 477,312 475,986 474,099 476,076 481,141 479,899 491,996 524,488 United Kingdom 2207 2208 2342 2587 2584 2742 2857 3035 3392 3824 Fonte: OECD

Austria Belgium Denmark Finland France Germany Greece

Ireland Italy Poland Portugal Spain Sweden United Kingdom

98,00 98,50 99,00 99,50 100,00 100,50 101,00 101,50 102,00 102,50 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

In figura 5.2 è riproposto il grafico precedente ma per la serie costruita sui dati della popolazione residente di tali paesi nello stesso arco temporale ed è pure in tal caso la Spagna a distinguersi. Essa mostra una popolazione in crescita sostenuta fino al 2004, a cui segue un picco e un calo relativamente rapido nel 2006. L’Irlanda ha una crescita demografica simile, però ha poco peso nel presente studio a causa della mancanza di dati sulla popolazione straniera; vale lo stesso per la Polonia, che però ha un trend di espansione demografica opposta.

La Spagna ha, il primato sia nei tassi di crescita della popolazione immigrata e sia nell’aumento demografico dei residenti rispetto al restante scenario europeo parziale vagliato. L’Italia mostra una rialzo dell’ammontare di popolazione soprattutto nel 2003 – 2006, ma la crescita stabile più alta è di Francia e Portogallo. Le altre nazioni hanno un andamento simile, eccetto per la Germania che è in graduale declino demografico dal 2003, più o meno in concomitanza con la diminuzione di presenza straniera.

Austria Belgium Denmark Finland France Germany Greece

Ireland Italy Poland Portugal Spain Sweden United Kingdom

-20,00 40,00 60,00 80,00 100,00 120,00 140,00 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Tabella n.5.2

Popolazione residente in alcuni paesi europei. Anni 1998 – 2007 (valori assoluti)

Stato 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Austria 7977 7992 8012 8043 8084 8121 8173 8232 8281 8305 Belgium 10203 10226 10251 10287 10333 10376 10421 10487 10559 10586 Denmark 5304 5322 5340 5359 5376 5391 5405 5419 5438 5453 Finland 5160 5171 5181 5195 5206 5220 5236 5256 5277 5290 France 58352 58577 58850 59249 59660 60067 60462 60825 61168 61387 Germany 82047 82100 82212 82350 82488 82534 82516 82482 82384 82268 Greece 10836 10884 10918 10946 10950 10972 10994 11016 11038 11076 Ireland 3713 3755 3805 3866 3932 3996 4068 4096 4124 4174 Italy 56911 56922 56949 56981 57157 57605 58175 58463 58554 58670 Poland 38668 38660 38649 38443 38230 38205 38182 38169 38172 38111 Portugal 9649 9693 9749 9816 9889 9960 10018 10056 10084 10122 Spain 39721 39926 40263 40720 41314 42005 42692 43592 44185 44685 Sweden 8854 8861 8883 8909 8941 8976 9011 9048 9113 9149 United Kingdom 58482 58691 58893 59121 59328 59566 59847 60221 60521 60845 Fonte: OECD

Dall’andamento delle percentuali di popolazione straniera per paese (fig. 5.3) si desume che è l’Austria ad avere percentuali più elevate e leggermente in aumento per il periodo considerato. La linea della Spagna è quella più interessante, perché riflette il dato iniziale di 19 stranieri per 1000 spagnoli al 1998 accresciuto a 116 nel 2007. Elevate anche le cifre associate alla Germania, passate da 89 stranieri per 1000 nel 1998 e gradualmente diminuiti a 82 nel 2007. Simile il trend del Belgio, passato dalla percentuale dello 87 al 92‰ di stranieri rispettivamente al 1998 e al 2007. Le altre nazioni convergono verso il valore percentuale di 60 nel 2007, anche se il gruppo di Italia, Portogallo e Grecia parte da poco più del 20‰ nel 1998 e Svezia, Danimarca e Regno Unito spnp al 1998 rispettivamente a livelli percentuali di 56, 48, 38.

La condotta così singolare dell’immigrazione in Spagna potrebbe esser dovuta anche al fatto che lì i cittadini extracomunitari non in possesso del titolo equivalente al permesso di soggiorno italiano hanno la possibilità di inscriversi al Padrón municipal, l’equivalente dell’Ufficio Anagrafe15.

Dal quadro delineato emerge una generale condizione di stabilità dei flussi migratori ed è verosimile supporre che essi continueranno o addirittura cresceranno in futuro, per le esigenze di manodopera, che non sarebbero altrimenti soddisfatte, e per le strutture demografiche di Asia e Africa. Le migrazioni temporanee, preferite da molti paesi a quelle durature, possono giovare a poco se le domande di lavoro a bassi costi e qualifiche sono persistenti.

L’economia avanzata non ha bisogno solo di mestieri non qualificati, ma anche di livelli di specializzazione eterogenei e in grado di ottemperare alle richieste di mercato. Per l’OCSE16 sarebbe opportuno realizzare programmi di impulso alle immigrazioni di più qualificazioni professionali, che prevedano incentivi al rispetto delle regole di tutela della concorrenza e del lavoro, indirizzati ai datori, agli immigrati e ai lavoratori nazionali.

Per fare in modo che questo sia possibile, deve essere promosso l’utilizzo di canali formali per le assunzioni di manodopera non qualificata, al fine di monitorare ed evitare le condizioni di irregolarità nel lavoro e nell’immigrazione.

Il controllo dei flussi fondato sul coordinamento di livelli differenti di governo - locale centrale ed europeo – può rendere la migrazione economica particolarmente vantaggiosa simmetricamente a paesi di destinazione e di origine, se è prevista un’azione mirata ad aumentare l’attrattività di investimenti delle rimesse degli emigrati in patria, in ambiti specifici come sanità, istruzione, ecc. e del capitale umano in entrambi i paesi coinvolti.

15

Istat, 2009. La popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2009. Statistiche in breve, 8 ottobre, 2009.

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