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Impatti della Crisi Economica sui Distretti Italiani

Capitolo 2. Distretti in Crisi o Contro la Crisi?

2.6 Impatti della Crisi Economica sui Distretti Italiani

La rilevanza del fenomeno distrettuale in Italia e le grandi sfide che tale modello si trova ad affrontare, spingono ad interrogarsi su quale siano state le performances dei clusters in questi anni di dura crisi.

I dati raccolti e analizzati da parte dell’Osservatorio Nazionale dei Distretti Italiani79 mettono in luce come già nel primo anno dopo lo scoppio della bolla immobiliare e finanziaria abbiano iniziato a manifestarsi i primi segnali di peggioramento dell’andamento economico dei distretti. Nel complesso, nel corso del 200880, questi

hanno visto una riduzione sia del ROI che del ROE rispetto al 2007.

78Rullani E., Imprese, reti e idee motrici: Investimenti, rischi e governance di impresa verso un nuovo paradigma di vita e di lavoro, 2011.

79 Dati forniti dalle indagini annuali sui bilanci aziendali di Intesa SanPaolo.

80L’analisi relativa all’andamento economico dei distretti industriali italiani nel corso del 2008 è stata condotta sui 92 distretti individuati dall’Osservatorio dei distretti, tenendo conto delle indagini effettuate

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Figura 2.6.1 – Evoluzione di ROI81 e ROE82 2006-2008 (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2007, 2008, 2009.

Figura 2.6.2 – Evoluzione di Margini Unitari e Fatturato 2006-2008 (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2007, 2008, 2009.

da Unioncamere e Mediobanca relative all’indagine annuale sulle medie imprese italiane. All’interno del campione risulta essere maggiore il peso delle aziende appartenenti al settore Moda (Abbigliamento, Calzature, concia, Occhialeria), al Sistema Casa (Mobile, Bioedilizia, Piastrelle), e all’Automazione- Meccanica, che a ben vedere è determinato da una spiccata specializzazione produttiva in tali comparti dei distretti italiani. A livello geografico, il 30% del campione è localizzato nel Nord-Est, il 27% a Nord-Ovest, il 27% al Centro e solo il 16% al Sud.

81 Margini Operativi Netti in percentuale del capitale investito. 82 Risultato Netto rettificato in percentuale del patrimonio netto.

0 2 4 6 8 10 2006 2007 2008 ROI ROE 6 6,5 7 7,5 8 2006 2007 2008

Margini operativi lordi in % del atturato

-4 -2 0 2 4 6 var. % 2007 var. % 2008

71

Il peggioramento delle condizioni reddituali ha interessato tutti i settori, ad eccezione di quello Agroalimentare. Mentre i distretti specializzati nella Moda, nel Sistema Casa e nella Meccanica sono stati quelli che hanno registrato il ridimensionamento più significativo dei Margini Operativi Lordi in percentuale del fatturato.

In tale difficile contesto è rimasta invariata la distanza tra le imprese leader e quelle

follower, con aziende che hanno messo a segno un aumento delle vendite e dei margini

unitari ed altre che hanno registrato un forte calo del fatturato e margini unitari negativi. Ad un’analisi più accurata viene in luce, poi, che la variabilità dei risultati è riscontrabile non solo tra distretti appartenenti a diversi settori produttivi, ma anche tra distretti appartenenti allo stesso settore di specializzazione e all’interno dei medesimi distretti.

Figura 2.6.3 Evoluzione di Margini Unitari e Fatturato 2006-2998, per settore (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2007, 2008, 2009.

0 2 4 6 8 10 Moda Casa Altri settori Metalmeccanica Alimentare

Margini operativi lordi in % del fatturato

2008 2007 2006 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 Moda Casa Altri settori Metalmeccanica Alimentare

variazione % del fatturato

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Il 200983 senza dubbio sarà ricordato a lungo come uno degli anni più difficili per l’economia italiana nel suo complesso ed anche per i distretti. Le aziende più colpite nei primi due anni dopo lo scoppio della grande crisi finanziaria sono state, indubbiamente, quelle export-oriented, le quali hanno risentito di un brusco calo dell’export (-21%84) e di un marcato ridimensionamento del commercio internazionale. Nel complesso, dopo un primo calo del fatturato accusato nel 2008, nel 2009 il fatturato delle aziende distrettuali ha registrato un vero e proprio crollo, arretrando – in termini mediani – del 18,9%.

83L’analisi relativa all’andamento economico dei distretti industriali italiani nel corso del 2009 è realizzata sulla base dei bilanci di esercizio del Servizio Studi e Ricerche di Intesa San Paolo relativi alle aziende dei distretti individuati dall’Osservatorio dei Distretti Italiani. Sono state pertanto individuate 14.116 imprese distrettuali. Dal punto di vista dimensionale le micro-imprese rappresentano il 30% del campione, le piccole il 51%, le aziende medie e grandi risultano essere invece meno numerose, e rappresentano rispettivamente il 16,6 % ed il 3,4%. Nonostante ciò, le grandi aziende realizzano poco meno del 50% del fatturato e quelle medie il 28,3%. Pertanto le piccole e le piccolissime imprese, seppure numericamente prevalenti, contribuiscono a circa un quarto del fatturato complessivo del campione analizzato. All’interno del campione risulta essere maggiore il peso delle aziende appartenenti al settore Moda (Abbigliamento, Calzature, concia, Occhialeria) e al Sistema Casa (Mobile, Bioedilizia, Piastrelle), che a ben vedere è determinato da una spiccata specializzazione produttiva in tali comparti dei distretti italiani. A livello geografico, il 37,1% del campione è localizzato nel Nord-Est – area tipicamente conosciuta per la sua spiccata intensità distrettuale – il 32,5% a Nord-Ovest, il 23,7% al Centro e solo il 6,6% al Sud.

84I dati export relativi all’anno 2009 sono forniti dalle analisi condotte da Fondazione Edison nel 2009. In particolare, a partire dal 2006 Fondazione Edison elabora un Indice delle esportazioni dei principali distretti italiani, utilizzando i dati provinciali relativi al commercio con l’estero forniti dall’Istat. L’indice comprende 101 distretti industriali suddivisi in 5 settori: Alimentare-Vini (15 distretti), Abbigliamento- Moda (31 distretti), Arredo-Casa (16 distretti), Automazione-Meccanica (32 distretti), e Hi-tech (7 distretti). A livello geografico, 38 distretti sono ubicati nel Nord-Est italiano, 33 nel Nord-Ovest, 23 nel Centro e 7 nel Sud e nelle Isole.

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Figura 2.6.4 – Distretti: evoluzione del Fatturato 2008-2009 (variazione percentuale del fatturato; valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2009, 2010.

Come l’anno precedente, la flessione ha riguardato tutti i comparti ad esclusione di quello Agroalimentare. Tra i settori più colpiti rientrano nuovamente quello della Metalmeccanica, Abbigliamento-Moda e Sistema Casa. Il primo colpito dal calo degli investimenti nazionali ed internazionali e dall’aumento della capacità produttiva inutilizzata, i secondi due penalizzati dal calo della domanda interna e dalla crisi del settore immobiliare che ha travolto molti Paesi sviluppati. Nel complesso dell’anno è avvenuto un ulteriore ridimensionamento del ROI e del ROE.

-3,1 -18,9 -20 -15 -10 -5 0 2008 2009 Totale distretti -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 Alimentare Moda Casa Altri settori Metalmeccanica 2009 2008

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Figura 2.6.5 – Distretti: Evoluzione di ROI e ROE 2007-2009 (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2008, 2009, 2010.

Ma il ridimensionamento non è stato uniforme e, a ben vedere, nel corso del 2009 ha avuto luogo un’esplosione della dispersione di performances tra le aziende appartenenti ai clusters. Come già evidenziato, l’alta dispersione è spiegabile dall’elevata divaricazione tra le performances reddituali sia “tra” distretti produttivi (anche appartenenti allo stesso settore di specializzazione), sia “nei” distretti. Il gap di performances tra aziende appartenenti alla stessa filiera produttiva è spiegabile attraverso il loro diverso posizionamento a livello strategico in termini di know-how tecnologico, produttivo, commerciale e terziario. La dispersione tra imprese appartenenti al medesimo distretto è invece riconducibile alla crescente importanza assegnata alle fasi non connesse alla trasformazione industriale in sé, come il marketing, la distribuzione ed i servizi, e più in generale alle diverse strategie poste in essere dalle aziende (innovazione, riposizionamento, collegamento a filiere globali, ecc.85).

Il 201086 ha invece rappresentato un anno di ripresa per l’economia italiana e distrettuale. In particolare, l’incremento delle esportazioni ha portato ad una crescita del

85 Per un maggior grado di dettaglio si veda infra Capitolo 3, Paragrafo 5.

86 L’analisi relativa all’andamento economico dei distretti industriali italiani nel corso del 2010 è realizzata sulla base dei bilanci di esercizio del Servizio Studi e Ricerche di Intesa San Paolo relativi alle aziende dei distretti individuati dall’Osservatorio dei Distretti Italiani. Sono state pertanto individuate 14.399 imprese distrettuali. Dal punto di vista dimensionale le micro-imprese rappresentano il 30% del campione, le piccole il 51%, le aziende medie e grandi risultano essere invece meno numerose, e rappresentano rispettivamente il 15,8% ed il 3,2%. Nonostante ciò, le grandi aziende realizzano poco meno del 50% del fatturato e quelle medie il 28,3%. Pertanto le piccole e le piccolissime imprese, seppure numericamente prevalenti, contribuiscono a circa un quarto del fatturato complessivo del campione analizzato. All’interno del campione risulta essere maggiore il peso delle aziende appartenenti al settore Moda (Abbigliamento, Calzature, concia, Occhialeria) e al Sistema Casa (Mobile, Bioedilizia, Piastrelle), che a ben vedere è

8,3 6,4 3,9 6,4 2,8 0,9 0 2 4 6 8 10 2007 2008 2009 ROI ROE

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fatturato delle aziende distrettuali del 8,2% (in termini mediani) rispetto al biennio precedente.

Figura 2.6.6 – Distretti: Evoluzione del Fatturato 2008-2010 (variazione percentuale del fatturato; valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2009, 2010, 2011.

Tra i settori che hanno vissuto una ripresa rientrano la Metalmeccanica ed il Sistema- Moda, mentre l’Agroalimentare ha confermato il trend tendenzialmente positivo. Hanno invece continuato a soffrire le aziende specializzate nel Sistema Casa, ancora pesantemente penalizzate dal calo della domanda interna e dalle criticità che sussistono nei mercati immobiliari di molti Paesi di esportazione. Va poi evidenziato che, se si confrontano i dati del 2010 con i livelli pre-crisi, solo il settore Agroalimentare ha messo a segno una crescita, mentre tutti gli altri comparti hanno continuato ad essere lontani.

determinato da una spiccata specializzazione produttiva in tali comparti dei distretti italiani. A livello geografico, il 35,5% del campione è localizzato nel Nord-Est – area tipicamente conosciuta per la sua spiccata intensità distrettuale – il 34,7% a Nord-Ovest, il 23,2% al Centro e solo il 6,7% al Sud.

-3,1 -18,5 8,2 2008 2009 2010 Totali distretti -30 -20 -10 0 10 20 Casa Alimentare Moda Altri settori Metalmeccanica 2010 2009 2008

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Così ROI e ROE, seppure rafforzatisi rispetto al crollo del 2009, sono rimasti ancora al di sotto dei livelli pre-recessione.

Figura 2.6.7 – Quanto è lontano il 2008: differenza percentuale tra il Fatturato 2010 e il Fatturato 2008 (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2009, 2010, 2011.

Dopo la ripresa registrata nel corso del 2010, nel 201187 il fatturato delle aziende distrettualizzate ha messo a segno un’ulteriore crescita: +5,2%.

87 L’analisi relativa all’andamento economico dei distretti industriali italiani nel corso del 2011 è realizzata sulla base dei bilanci di esercizio del Servizio Studi e Ricerche di Intesa San Paolo (Intesa Sanpaolo Integrated Database – ISID) relativi alle aziende dei distretti individuati dall’Osservatorio dei Distretti Italiani. Sono state pertanto individuate 13.555 imprese distrettuali. Dal punto di vista dimensionale le micro-imprese rappresentano il 36% del campione, le piccole il 46%, le aziende medie e grandi risultano essere invece meno numerose, e rappresentano rispettivamente il 14,8% ed il 3,2%. Nonostante ciò, le grandi aziende realizzano poco meno del 50% del fatturato e quelle medie il 28%. Pertanto le piccole e le piccolissime imprese, seppure numericamente prevalenti, contribuiscono a circa un quarto del fatturato complessivo del campione analizzato. All’interno del campione risulta essere maggiore il peso delle aziende appartenenti al settore Moda (Abbigliamento, Calzature, concia, Occhialeria), Metalmeccanica e Sistema Casa (Mobile, Bioedilizia, Piastrelle). A livello geografico, il 36,5% del campione è localizzato nel Nord- Ovest, il 33,3% a Nord-Est, il 24% al Centro e solo il 6,1% al Sud.

6 ,9 0 4 ,3 0 5,1 0 3 ,5 0 1 ,3 0 2 ,8 0 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0

77

Figura 2.6.8 – Distretti: Evoluzione del Fatturato 2008-2011 (variazione percentuale del fatturato; valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2010, 2011, 2012.

Tra i diversi comparti, nel 2011 sono spiccati quelli dei Prodotti in Metallo e l’Agroalimentare – entrambi sospinti dal rincaro dei prezzi. Hanno mantenuto tassi positivi di crescita anche i clusters appartenenti alla Metalmeccanica – sempre più proiettati verso i mercati extra-UE – ed al Sistema Moda. Tra i distretti che invece hanno continuato a trovarsi in difficoltà sono rientrati invece, senza dubbio, quelli specializzati nel Sistema Casa – gravati dalla crisi del settore immobiliare in molti Paesi sviluppati e dal calo della domanda interna.

È emerso pertanto, anche nel 2011, un quadro di luci ed ombre; dove, a ben vedere solo il settore Moda e Agroalimentare hanno raggiunto e superato i valori pre-crisi, mentre gli altri comparti sono rimasti ancora molto distanti. In generale, la redditività delle aziende italiane – distrettuali e non – è stata fortemente penalizzata dalla riduzione della domanda

-3 ,1 -1 7 ,9 9 ,7 5 ,2 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 2 0 1 1 Fatturato Distretti -30 -20 -10 0 10 20 30 Mobili Prodotti e Materiali da Costruzione Altri prpdotti intermedi Alimentare e Bevande Moda (Beni intermedi) Meccanica Moda (Beni di consumo) Prodotti in metallo

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nazionale ed europea, e da una crescente pressione competitiva derivante dalle economie emergenti.

Figura 2.6.9 – Distretti: Evoluzione di ROI e ROE 2008-2011 (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2009, 2010, 2011, 2012.

Dopo la breve ripresa registrata nel biennio 2010-2011, nel corso del 2012 i distretti italiani hanno registrato una nuova flessione del fatturato (-2,8%). Così la scarsa dinamicità delle esportazioni (+1,9%88 rispetto al + 11,3% nel 201189) e soprattutto la

debolezza della domanda interna, hanno frenato i segnali di ripresa manifestatisi nei due anni precedenti. Nello stesso anno anche il ROI si è ridotto, allontanandosi sempre più dai livelli pre-crisi.

88I dati export relativi all’anno 2012 sono forniti dalle analisi condotte da Fondazione Edison nel 2012. In particolare, a partire dal 2006 Fondazione Edison elabora un Indice delle esportazioni dei principali distretti italiani, utilizzando i dati provinciali relativi al commercio con l’estero forniti dall’Istat. L’indice comprende 101 distretti industriali suddivisi in 5 settori: Alimentare-Vini (15 distretti), Abbigliamento- Moda (31 distretti), Arredo-Casa (16 distretti), Automazione-Meccanica (32 distretti), e Hi-tech (7 distretti). A livello geografico, 38 distretti sono ubicati nel Nord-Est italiano, 33 nel Nord-Ovest, 23 nel Centro e 7 nel Sud e nelle Isole.

89I dati export relativi all’anno 2011 sono forniti dalle analisi condotte da Fondazione Edison nel 2011. In particolare, a partire dal 2006 Fondazione Edison elabora un Indice delle esportazioni dei principali distretti italiani, utilizzando i dati provinciali relativi al commercio con l’estero forniti dall’Istat. L’indice comprende 101 distretti industriali suddivisi in 5 settori: Alimentare-Vini (15 distretti), Abbigliamento- Moda (31 distretti), Arredo-Casa (16 distretti), Automazione-Meccanica (32 distretti), e Hi-tech (7 distretti). A livello geografico, 38 distretti sono ubicati nel Nord-Est italiano, 33 nel Nord-Ovest, 23 nel Centro e 7 nel Sud e nelle Isole.

6 ,1 0 4 ,0 0 4,60 4,8 0 3 ,8 0 1 ,5 0 3 ,2 0 2 ,8 0 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 2 0 1 1

79

Figura 2.6.10 – Distretti: Evoluzione del ROI 2008-2012 (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo su bilanci aziendali, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013.

I dati dell’Osservatorio evidenziano, poi, che nel corso del 201390 il fatturato delle

aziende distrettuali è tornato a crescere, sebbene in misura lieve (+0,9% – in mediana), anche grazie all’andamento positivo delle esportazioni (+5,2%91). La crescita ha

riguardato gran parte dei settori di specializzazione produttiva, in particolare la filiera Agroalimentare. Nel corso dell’anno sono risultati essere, al contrario, ancora in difficoltà sia il settore dei Metalli sia il Sistema Casa.

Il ROI, sebbene migliorato rispetto al 2012, è risultato essere ancora fortemente inferiore ai livelli raggiunti nel 2008.

90 L’analisi relativa all’andamento economico dei distretti industriali italiani nel corso del 2013 è realizzata sulla base dei bilanci di esercizio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo (Intesa Sanpaolo Integrated Database – ISID) relativi alle aziende dei distretti individuati dall’Osservatorio dei Distretti Italiani. Sono state pertanto individuate 12.108 imprese distrettuali. Dal punto di vista dimensionale le micro-imprese rappresentano il 34,3% del campione, le piccole il 45,2%, le aziende medie e grandi risultano essere invece meno numerose, e rappresentano rispettivamente il 16,3% ed il 4,2%. Nonostante ciò, le grandi aziende realizzano poco meno del 50% del fatturato e quelle medie il 28%. Pertanto le piccole e le piccolissime imprese, seppure numericamente prevalenti, contribuiscono a circa un quarto del fatturato complessivo del campione analizzato. All’interno del campione risulta essere maggiore il peso delle aziende appartenenti al settore Moda (Abbigliamento, Calzature, concia, Occhialeria), Metalmeccanica e Sistema Casa (Mobile, Bioedilizia, Piastrelle).

91 I dati export relativi all’anno 2013 sono forniti dalle analisi condotte da Fondazione Edison nel 2013. In particolare, a partire dal 2006 Fondazione Edison elabora un Indice delle esportazioni dei principali distretti italiani, utilizzando i dati provinciali relativi al commercio con l’estero forniti dall’Istat. L’indice, a partire dal 2013, comprende 99 distretti industriali suddivisi in 5 settori: Alimentare-Vini (15 distretti), Abbigliamento-Moda (29 distretti), Arredo-Casa (14 distretti), Automazione-Meccanica (32 distretti), e Hi- tech (9 distretti). A livello geografico, 38 distretti sono ubicati nel Nord-Est italiano, 31 nel Nord-Ovest, 22 nel Centro e 8 nel Sud e nelle Isole.

5 ,8 4 4,6 4,9 4 ,4 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 2 0 1 1 2 0 1 2 ROI Distretti

80

Figura 2.6.11 – Distretti: Evoluzione del ROI 2008-2013 (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID), 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014.

Nel corso del 201492 è continuata la crescita (+2,5%) del fatturato delle aziende

distrettuali registrata nel corso del 2013, anche grazie alla buona tenuta delle esportazioni (+4,9%93).

92 L’analisi relativa all’andamento economico dei distretti industriali italiani nel corso del 2014 è realizzata sulla base dei bilanci di esercizio del Servizio Studi e Ricerche di Intesa San Paolo (Intesa Sanpaolo Integrated Database – ISID) relativi alle aziende dei distretti individuati dall’Osservatorio dei Distretti Italiani. Sono state pertanto individuate 11.337 imprese distrettuali. Dal punto di vista dimensionale le micro-imprese rappresentano il 35,6% del campione, le piccole il 45%, le aziende medie e grandi risultano essere invece meno numerose, e rappresentano rispettivamente il 15,3% ed il 4,1%. Nonostante ciò, le grandi aziende realizzano poco meno del 50% del fatturato e quelle medie il 28%. Pertanto le piccole e le piccolissime imprese, seppure numericamente prevalenti, contribuiscono a circa un quarto del fatturato complessivo del campione analizzato. All’interno del campione risulta essere maggiore il peso delle aziende appartenenti al settore Moda (Abbigliamento, Calzature, concia, Occhialeria), Metalmeccanica e Sistema Casa (Mobile, Bioedilizia, Piastrelle).

93 I dati export relativi all’anno 2014 sono forniti dalle analisi condotte da Fondazione Edison nel 2014. In particolare, a partire dal 2006 Fondazione Edison elabora un Indice delle esportazioni dei principali distretti italiani, utilizzando i dati provinciali relativi al commercio con l’estero forniti dall’Istat. L’indice, a partire dal 2013, comprende 99 distretti industriali suddivisi in 5 settori: Alimentare-Vini (15 distretti), Abbigliamento-Moda (29 distretti), Arredo-Casa (14 distretti), Automazione-Meccanica (32 distretti), e Hi- tech (9 distretti). A livello geografico, 38 distretti sono ubicati nel Nord-Est italiano, 31 nel Nord-Ovest, 22 nel Centro e 8 nel Sud e nelle Isole.

5 ,8 4 4 ,6 4,9 4 ,4 4,8 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 2 0 1 1 2 0 1 2 2 0 1 3 ROI Distretti

81

Figura 2.6.12 – Distretti: Evoluzione del Fatturato 2012-2014 (valori mediani)

Fonte: Elaborazioni Intesa Sanpaolo Integrated Database (ISID), 2013, 2014, 2015.

Secondo i dati raccolti, la crescita dell’attività produttiva ha riguardato quasi tutti i comparti, con performances particolarmente positive messe a segno dal comparto Meccanico, Altri Prodotti Intermedi e Prodotti in Metallo. Per la prima volta dopo molti anni sono tronati a crescere anche i clusters specializzati nel Sistema Casa, trainati dalla crescita nei mercati esteri.

Osservando l’andamento economico – dal 2008 al 2014 – dal punto di vista dimensionale, è possibile evincere come la crisi abbia colpito pesantemente sia le piccole aziende sia quelle di dimensioni maggiori. Nonostante ciò, la situazione delle piccole e delle micro imprese risulta essere più critica, anche a causa dell’elevata leva finanziaria e della maggiore incidenza dei debiti a breve termine. Tutto questo si riflette infatti in un maggiore costo del debito che esse si trovano a dover pagare. Inoltre, le aziende di dimensioni minori risultano essere anche quelle che hanno sofferto di più della competizione globale – in quanto le loro produzioni, se non personalizzate ed esclusive, hanno potuto essere facilmente sostituite da altre provenienti da economie a basso costo – e dal calo della domanda interna ed internazionale – in quanto le piccole realtà sono quelle che hanno tipicamente consentito di gestire i picchi di produzione delle imprese capofila, garantendo loro elevata flessibilità. E infatti, dai dati di bilancio emerge come la distanza tra le aziende “migliori” e quelle “peggiori” sia una funzione decrescente della dimensione. Va tuttavia evidenziato che non tutte le aziende di piccole dimensioni hanno registrato un andamento negativo; più nel dettaglio, alcune piccole e piccolissime imprese hanno mantenuto un sentiero di crescita riuscendo a diventare terzisti e/o subfornitori insostituibili delle aziende leader. Mentre, i soggetti più in difficoltà sono stati quelli

-3 -2 -1 0 1 2 3 2012 2013 2014 fatturato distretti

82

fornitori di beni standardizzati, che potevano essere facilmente sostituiti da produttori localizzati nei Paesi emergenti, o prodotti all’interno dell’impresa leader stessa.

Se da un’analisi annuale sull’andamento economico dei clusters si passa a confrontare le performances registrate dai distretti con quelle delle aree non distrettuali, emerge con chiarezza che i primi hanno avuto una performance superiore alle seconde. E, proprio nel corso del 2014, tale divario è aumentato vertiginosamente: i distretti hanno messo a segno una crescita quasi tripla rispetto alle aree non distrettuali (+2,5% vs. +0,9%) – a parità di specializzazione produttiva. Ciò ha permesso alle aree distrettuali – osservate nel complesso – di ripianare la perdita subita nel 2009 e avvicinarsi ai livelli pre-crisi (anche se, ricordiamo, alcuni settori distrettuali – come Moda e Agroalimentare – hanno già raggiunto e superato i valori del 2008). Al contrario, le aziende non distrettuali si sono rivelate ancora assai distanti dai livelli antecedenti alla crisi.

Figura 2.6.13 – Distretti e Aree non Distrettuali: Evoluzione del Fatturato 2008-2014 (variazione percentuale su dati a prezzi correnti; valori mediani)

Fonte: Intesa SanPaolo Integraed Database (ISID) 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015.

-20 -15 -10 -5 0 5 10 15 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2008-2014

83

Figura 2.6.14 –Distretti e Aree non Distrettuali: Evoluzione del Fatturato nel 2014, suddivisa per settori (variazione percentuale su dati a prezzi correnti; valori mediani)

Fonte: Intesa SanPaolo Integraed Database (ISID), 2015.

La migliore performance delle aree distrettuali è spiegabile, in primo luogo, dal loro migliore posizionamento strategico sui mercati esteri. Questi ultimi, sebbene inizialmente molto colpiti dal rallentamento del mercato internazionale, hanno infatti mostrato, in un secondo momento, un’elevata dinamicità – soprattutto se confrontati alla debolezza della domanda interna. Va poi evidenziato che nei distretti non è solamente più alta la quota di imprese che esportano (38,4% vs. 29,4%), ma è a superiore anche la quota di aziende con marchi registrati a livello internazionale (37,2% vs. 25,8%), il numero di brevetti (49,8% vs. 41,9%), e la presenza all’estero con partecipate straniere (24,9% vs. 18,1%).

-4 -2 0 2 4 6 Meccanica Altri Intermedi Prod. In Metallo Sistema Moda Mobili Metallurgia Alimentare Prod. E Mat. Costr. Agricoltura Elettrodomestici