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L’impatto dei contenuti female-driven

Nell’industria cinematografica molti decision-makers hanno da sempre sostenuto che i contenuti pensati per il pubblico femminile o comunque con protagoniste femminili non fossero abbastanza profittevoli dal punto di vista commerciale. Tuttavia, il problema principale come si afferma in uno studio “Ms. Factor – The Power of Female Driven

Content” (2015) è dovuto al fatto che mentre da un lato le donne che lavorano da entrambi

i lati della telecamera quindi sia come attrici, sia come registe, produttrici o scrittrici sono sottorappresentate dall’altro da alcuni dati di mercato riferiti al mondo del cinema per i film e al mondo della televisione per le serie tv, dimostrano in maniera evidente che i contenuti female-driven in realtà sono redditizi. Tuttavia, finora il problema principale è collegato alla presenza di barriere di genere in ciascuna fase del processo di produzione, dalla creazione e modalità di finanziamento fino alla distribuzione, marketing e exhibition

del prodotto. In particolare, la dottoressa Stacy L. Smith (2013), Director of USC Annenberg’s Media, Diversity and Social Change Initiative, ha scoperto che le creatrici femminili nel momento in cui cercano di ottenere i finanziamenti per un film devono affrontare una serie di ostacoli come barriere finanziarie di genere, reti industriali dominate da maschi e una molteplicità di stereotipi sul set. Questo spiega perché la maggior parte delle statistiche sulla rappresentazione femminile non hanno avuto cambiamenti significativi da oltre 15 anni.

Innanzitutto, è importante sfatare due miti molto diffusi nel settore dell’intrattenimento. Il primo consiste nell’idea che le donne siano solite frequentare molto meno il cinema rispetto agli uomini, idea assolutamente infondata. Il secondo che le donne abbiano una minore capacità di generare profitti al box-office.

3.3.1 Il pubblico femminile

Come possiamo notare nella figura 3.4, secondo l’MPAA la percentuale di donne che è solita andare al cinema è addirittura superiore rispetto agli uomini, similmente alla composizione globale, e costituisce circa il 52% di tutte le persone che sono andate al cinema almeno una volta nell’arco di un anno.

Figura 3.4: 2016 Popolazione totale, Frequentatori di cinema e biglietti venduti, in base al sesso

Fonte: www.mpaa.org (2016)

Anche le potenzialità delle donne come mercato di riferimento sono da sempre state sottovalutate (Pilcher & Silverstein, 2015). In realtà, le donne hanno un enorme potere di spesa in America al giorno d’oggi, e oltre ad avere una maggiore capacità economica, sono anche quelle che prendono la maggior parte delle decisioni familiari. Infatti, non solo gestiscono la maggioranza delle scelte d’acquisto per i beni di consumo, ma entro il 2018 saranno anche le prime ad influenzare o addirittura a gestire gran parte dei possibili

acquisti per altre tipologie di beni come macchine, elettrodomestici, mobili. Inoltre, il target femminile agisce spesso come un potente influenzatore per colleghi, amici, e familiari (Pilcher & Silverstein, 2015).

Altri aspetti chiave da evidenziare sono che, dal punto di vista demografico, le donne stanno iniziando a guadagnare e a svolgere lavori di più alto livello, e che una buona parte di esse ha iniziato a condurre una vita indipendente. Oltre a questo sia donne che uomini stanno creando in misura crescente strutture familiari non tradizionali, o hanno figli ancor prima del matrimonio (Pilcher & Silverstein, 2015).

Oltre a queste considerazioni, bisogna aggiungere che il potere e l’influenza che sono in grado di esercitare i fandom al femminile sono piuttosto forti, basta pensare al successo della saga “Twilight” (2008), guidato soprattutto da un target composto da ragazze e da donne.

Infine, un ultimo aspetto da valutare è che qualsiasi discussione sulle donne come mercato, risulterebbe incompleta senza considerare il loro modo di utilizzare i social media e riconoscere, anche in questo caso, il loro potere sulle piattaforme digitali. Dal 2000, le donne hanno superato gli uomini nell’utilizzo di Internet, e ad oggi sono molto di più le donne attive su Internet, rispetto all’universo maschile.

Figura 3.5: % di adulti statunitensi che usano almeno un sito social media, in base al sesso

3.3.2 Le donne come protagoniste

Il secondo mito assolutamente da sfatare è che i film aventi come protagoniste principali delle donne o che sono stati prodotti da donne facciano fruttare meno soldi al box office. A dimostrare questa idea priva di fondamento, alcuni dati forniti dal mercato evidenziano come nel 2013 nella top #3 dei film campioni d’incassi c’erano “Hunger games-La ragazza di fuoco” (2013), al primo posto, e il film d’animazione “Frozen” (2013), al terzo: questo dovrebbe far riflettere sul fatto che il pubblico sempre di più desidera film incentrati su protagoniste femminili e specialmente in contesti d’avventura e azione. Ad avvallare questa tesi vi è il fatto che questi risultati non sono da considerarsi delle semplici eccezioni, poiché una serie di dati raccolti rivelano che i primi 100 film a grosso budget con una protagonista femminile (116 mil. di dollari in media) hanno avuto in media un guadagno del 20% in più rispetto ai film con protagonisti maschili (97 mil. di dollari in media). Tra i film finanziati da grossi budget nel 2014-2015 ritorna “Il canto della rivolta-Parte 1” (2014) seguito da “Maleficent” (2014), “The Divergent Series: Insurgent” (2015), così come tra i film a medio-basso budget figurano “Cinderella”(2015) e “Pitch Perfect 2”(2015) o anche a budget ridottissimo “Colpa delle Stelle”(2014): tutti film aventi donne come protagoniste principali. Anche ad oggi in cima alla classifica si trova il film “Beauty and the Beast” (2017).

Ovviamente ciascuna prospettiva di narrazione è resa nota e trasmessa dai produttori, registi, scrittori, attori. È importante sottolineare che le narratrici femminili permettono di dare un punto di vista unico alle loro storie, infatti Melissa Silverstein di “Women & Hollywood” ha affermato che le donne raccontano le storie in maniera diversa, poiché hanno differenti esperienze di vita che permettono di cambiare il modo, la lente attraverso cui vediamo il mondo, e quindi diversificare il panorama cinematografico. Infatti proprio alcune creatrici donne stanno proponendo sul piccolo schermo in misura considerevole protagoniste femminili, immagini di donne forti e credibili, riflesso di tante donne che caratterizzano la vita di ogni giorno.

Anche le piattaforme di streaming si stanno muovendo in questa direzione, e stanno assumendo più donne per portare sullo schermo storie più audaci e vere: un esempio evidente è quello di Jill Soloway con la serie tv “Transparent” (2014) su Amazon Prime Series, che offre una rappresentazione anti-convenzionale del desidero e della sessualità femminile.

Tuttavia, il numero di donne che svolgono un ruolo d’alto profilo dietro le quinte sono ancora piuttosto limitate, poiché nel 2014-2015 rappresentavano circa il 27% di creatori, registi, scrittori, produttori, produttori esecutivi, editori e registi di fotografia che lavorano sui programmi di trasmissione e il 25% di coloro che lavorano in questi ruoli chiave sui programmi broadcast, cable e Netflix.

Questa idea è confermata anche nel grafico seguente che mostra la distribuzione dei ruoli dietro le quinte svolti dagli uomini e dalle donne di Hollywood nel 1998, 2001, 2005, 2010, 2011, 2014, 2015 e 2016. Nel 2010 solo il 16% di tutte le occupazioni dietro le quinte, ovvero registi, scrittori, direttori della fotografia sono state rappresentate da delle donne, è l’84% dei posti di lavoro sono stati assegnati agli uomini. Tuttavia, questa situazione nel tempo è rimasta pressoché invariata, con un semplice aumento dei ruoli affidati alle donne dell’1%.

Figura 3.6: Distribuzione dei ruoli dietro le quinte di Hollywood dal 1997 al 2016, in base al sesso

Fonte: www.statista.com (2016)

I programmi con almeno un produttore donna hanno rappresentato una percentuale più elevata di personaggi femminili e hanno impiegato percentuali sostanzialmente maggiori di scrittori, registi e redattori di donne rispetto ai programmi con produttori esecutivi o creatori esclusivamente uomini (Pilcher & Silverstein, 2015).

Infatti, nel mondo televisivo i prodotti realizzati dall’universo femminile o con protagoniste femminili sono decisamente aumentati, e le attrici hanno iniziato anche ad assumere ruoli più complessi e multidimensionali. In passato, le protagoniste donne dovevano mostrarsi soprattutto divertenti e simpatiche, ora invece assumono i ruoli più svariati dall’essere strane come la protagonista Zooey Deschanel della serie tv “New Girl” (2011), a bipolari come Claire Danes in “Homeland” (2011), a personaggi moralmente ambigui come Viola Davis, nella serie tv “How to get away with murderer” (2014). Per queste ragioni, tra le variabili di successo di una serie televisiva occorre considerare sempre più il fatto che quest’ultima sia incentrata su una protagonista femminile.