• Non ci sono risultati.

Implicazioni del recupero dei corpi per la futura gestione

1. Il recupero dei corpi delle vittime delle frontiere

1.1 Implicazioni del recupero dei corpi per la futura gestione

Le differenti occasioni in cui un corpo può essere ritrovato introducono diverse modalità di gestione dello stesso, argomento che sarà proprio di questo paragrafo.

Abbiamo notato come nel corso degli anni ci sia stato un slittamento dal soccorso – sia di migranti vivi che deceduti- involontario verso quello volontario ed ufficiale, sempre più connotato da logiche umanitariste (Cuttitta, 2016b).

Con la consapevolezza di dover raccogliere anche deceduti, le imbarcazioni impiegate nelle operazioni SAR si dotano di strumenti adatte ad accogliere i corpi. Questi sono, in primis, i sacchi neri per cadaveri, fondamentali affinché gli umori del corpo non si disperdano nell‟imbarcazione durante il trasporto verso la terra ferma. Il mancato utilizzo dei sacchi comportava infatti ulteriori disagi per il natante soccorritore, il suo equipaggio, i passeggeri e soprattutto il rischio di disperdere elementi utili per l‟identificazione.

In mancanza di un luogo specifico dove isolare i sacchi neri, è comune posizionarli in un luogo lontano dai passeggeri della nave, per risparmiare ai sopravvissuti la vista e l‟odore di chi non ce l‟ha fatta. Inizia il processo di separazione dei vivi dai morti.

La sede in cui sono conservati i sacchi neri cambia a seconda della conformazione dell‟imbarcazione. Spesso, il ponte della nave è stato il posto giudicato più conveniente, principalmente perché ventilato ed impedisce che l‟odore della decomposizione ristagni.

53

Purtroppo, considerando che una nave, dopo il recupero, impiega in medi 48 ore prima di raggiungere la costa56 l‟esposizione dei sacchi neri al calore del sole accelera il processo di decomposizione. Vengono così “cotti al vapore” secondo le parole degli agenti di Polizia Scientifica, per cui tale metodo di trasporto non è considerato ottimale per la futura gestione del cadavere.

Alcune navi, in primo luogo quelle delle autorità militari e di MSF, si sono quindi equipaggiate di celle frigorifere per la conservazione delle salme. La dimensioni della cella frigo variano a seconda della grandezza della nave. Si noti che non si può sapere mai in anticipo quanti corpi potranno essere recuperati e quindi è difficile fare delle stime sulla grandezza adatta del morgue. Nel caso del naufragio del 27 Agosto 2015 i 52 cadaveri furono poste nel container frigo della nave militare svedese che effettuò il soccorso,57 che però era troppo piccolo per contenere il numero di cadaveri rinvenuti con compromissione del risultato.

Le prime ore a seguito del soccorso sono fondamentali per la catalogazione dei dati provenienti dei corpi, come vedremo in seguito. Le navi, non si sono equipaggiate unicamente per la conservazione delle salme ma anche per la collezione dei primi elementi rilevanti per l‟identificazione, ovvero: campioni biologici, dattiloscopie, fotografie, catalogazione effetti personali e descrizione del deceduto. Non essendoci una procedura ufficiale per questo, ciò che viene fatto varia a seconda dell‟operatore. Nel caso del naufragio del 24 agosto 201458, in cui vennero rinvenute 24 vittime, i militari che esaminarono a bordo i corpi si limitarono a fare delle foto alle salmei, posti già dentro i sacchi neri e non curandosi che i volti fossero ritratti correttamente. Viceversa gli operatori a bordo delle navi di MSF seguono attentamente le procedure previste dalla CICR a seguito del ritrovamento di una vittima di un disastro di massa (Morgan, Tidball-Binz ,van Alphen 2009). Di ciò parleremo in seguito.

La diversa attenzione sviluppata nel tempo nei confronti dei soccorsi di, ci porta ad un‟ultima considerazione nella gestione delle salme, ovvero il luogo in cui queste sbarcheranno. Chi soccorreva i corpi dei migranti prima della massiccia operazione Mare Nostrum, portava i deceduti e i sopravvissuti nel primo luogo utile di sbarco, in

56 Dato tratto da colloqui recenti col personale di SOS Mediterranè e MSF. Si noti che le imbarcazioni

della Marina impiegano meno tempo perché più veloci.

57 http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/08/27/news/a_palermo_i_51_migranti_morti_asfissiati-

121704290/

58 http://www.corriere.it/cronache/14_agosto_26/si-aggrava-bilancio-naufragio-canale-sicilia-24-

54

ottemperanza a numerosi trattati internazionali. 59 Così facevano i pescatori quando recuperavano migranti, vivi e deceduti, così anche le navi della Guardia Costiera o Marina, quando rispondevano agli SOS lanciati dalle imbarcazioni.

I soccorsi, gestiti dalla MRCC di Roma, corrispondente alla sala operativa della Guardia Costiera, non solo hanno oggi un sistema che stabilisce quali imbarcazioni devono intervenire e quali devono portare le persone a terra, ma sono anche seguiti per quanto concerne il luogo di sbarco, indicato sulla base della decisione del Ministero dell‟Interno, che gestisce i migranti una volta a terra.

Pertanto, a partire da Mare Nostrum, le autorità locali sanno del ritrovamento del cadavere di un border death prima che sia sbarcato ed hanno il tempo –quello impiegato dall‟imbarcazione di soccorso nel tragitto dal luogo di recupero al luogo di sbarco- di allestire mezzi e risorse in modo tale da poter gestire i corpi. O almeno, non hanno più a disposizione la scusante dell‟evento inaspettato, per non essere preparati.

Ad esempio, a seguito del ritrovamento di 45 cadaveri recuperati dalla Marina Militare italiana il 1 luglio del 2014,60 nella stiva di un peschereccio, il Comune di Pozzallo e la Croce Rossa si attrezzarono per custodire le salme, creando una cella frigorifera e requisendo camion frigo per il trasporto dei surgelati. Così il Comune di Palermo allestì una camera per le ispezioni cadaveriche al cimitero dei Rotoli, sotto tende e con l‟ausilio di condizionatori portantili, dopo lo sbarco del container frigo per il naufragio del 27 agosto 2015, riportato precedentemente. Questi luoghi di custodia per i corpi dei migranti possano apparire inadeguati, ma sono pur sempre meglio dell‟hangar dell‟aeroporto di Lampedusa o di tumulazioni provvisorie, ovvero luoghi comuni, prima del 2013, dove venivano conservati momentaneamente i corpi.

Pertanto i cadaveri vengono fatti sbarcare lì dove ci sono luoghi adatti –o più predisposti- ad accoglierli: Palermo, Trapani, Pozzallo (in cui gli sbarchi sono in diminuzione negli ultimi tempi), Augusta, Catania, Messina, Reggio Calabria o Taranto. In tali luoghi sono inoltre presenti migliori strutture investigative, come i Dipartimenti di Biologia Forense, Medicina Legale, i Gabinetti Regionali di Polizia

59 Mi riferisco in particolar modo alla Convenzione per la salvaguardia della vita umana in

mare (SOLAS- Safety of Life at Sea, Londra, 1974), la Convenzione sulla ricerca ed il salvataggio marittimo, (SAR- International Convention on Maritime Search and Rescue, Amburgo, 1979) e la Convenzione ONU sul Diritto del Mare (UNCLOS - United Nations Convention on the Law of the Sea, Montego Bay, 1982).

60 http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Immigrazione-45-morti-nel-peschereccio-di-Pozzallo-

55

Scientifica, Procure della Repubblica, Dipartimenti Distrettuali Antimafia o sono comunque più raggiungibili da queste unità rispetto a lontane isole in mezzo al mare. Decidere in anticipo dove sbarcheranno i deceduti permette inoltre ad avviare il processo di nomina della polizia giudiziaria, dei medici necroscopi, dei servizi cimiteriali, insomma di tutti gli attori coinvolti nella gestione dei cadaveri dei border death, che qui sono generalmente più attrezzati al prelievo e conservazione dei dati presi dai corpi.

Ne consegue che alla centralizzazione e all‟aumento dei soccorsi in mare, e forse dei corpi rinvenuti,61 consegue una migliore gestione delle salme.

Documenti correlati