• Non ci sono risultati.

IMPOSTA SUL REDDITO (unità monetarie)

Tempo Reddito privato (aliquota 10%)Imposta Spesa pubblica delle venditeValore

i 100 10

_

90 2 100 10 10 100 3 100 10 10 100 4 100 10 10 100 5 90 9 10 91 6 100 10 9 99 7 100 10 10 100 8 100 10 10 100 9 91 9,1 10 91,9 10 99 9,9 9,1 98,2 11 100 10 9,9 99,9 12 100 10 10 100 57 97,25 9,72 9,91 97,44 58 96,29 9,63 9,72 96,39 59 97,55 9,75 9,63 97,42 60 99 9,90 9,75 98,86 (n — 3) 97,56 9,76 9,76 97,56 pi — 2) 97,56 9,76 9,76 97,56 (w — 1) 97,56 9,76 9,76 97,56 (») 97,56 9,76 9,76 97,56

Si suppone una dotazione di moneta uguale a 400 unità e un processo di pro­ duzione e di distribuzione del reddito costituito nella media da tre stadi (D = 4). Se si suppone altresì che la velocità di circolazione della moneta rispetto al red­ dito sia uguale a tre nel periodo di un anno (cioè che il periodo di reddito, periodo durante il quale il reddito pagato uguaglia la dotazione di moneta, sia di quattro mesi), i tempi dal 1° al 12o indicano la situazione del primo anno, e quelli dal 57° al 60° indicano la situazione dell’ultimo quadrimestre del quinto anno.

9. — L’introduzione di una imposta sul reddito determina, come si è visto, in condizioni di quantità e velocità fisclieriana della mo­ neta costanti, una flessione dei prezzi dei beni finali di consumo; que­ sta flessione è in valore assoluto inferiore all’imposta e ne è di tanto inferiore di quanto più è elevato il valore di D, cioè il grado di diffe­ renziazione della produzione e degli scambi. L’esigenza di moneta, cbe deriva dal trasferimento dell’imposta dai percettori di reddito alla cassa pubblica, si distribuisce in tutti gli stadi. Il numero medio D di tra­ passi che la moneta compie nell’unità di tempo considerata (numero che per ipotesi non può cambiare data l’invariabilità di Vt ) si distin­ gue in due parti: la prima riguarda i trapassi che la moneta stessa compie in relazione al ciclo di formazione e distribuzione del reddito e alla spesa complessiva; la seconda riguarda il pagamento dell’imposta all’ente impositore. Indicando con Pg = 1 il livello generale di tutti i prezzi precedenti l’imposta diretta sul reddito, con PJ lo stesso li­ vello successivo a tale imposta, dall’uguaglianza

M V t = P a . D D + a D + M .a D I) + a = P„' . D + M . a D D + a ’ si ha: I) D -f- a

La « deflazione » connessa al tributo si diffonde uniformemente su ogni prezzo: le variazioni del livello dei prezzi dei beni Anali e le va­ riazioni del livello generale dei prezzi sono tra loro uguali.

10. — L’introduzione di una imposta indiretta su merci ha, per con­ tro, nelle condizioni monetarie da noi supposte, due effetti distinti: il primo, già esaminato, di rialzo del livello dei prezzi dei beni fi­ nali di consumo (con l’eccezione dei casi marginali illustrati); il se­ condo di flessione dei restanti prezzi. Il rialzo dei prezzi dei beni fi­ nali conseguente all’applicazione di una imposta indiretta su merci si asside su un generale processo di flessione dei restanti prezzi. Il fabbisogno di disponibilità monetarie, che la nuova imposta e la spesa pubblica pongono in essere, attinge a tutti gli stadi della catena di produzione e distribuzione del reddito nazionale, sicché al rialzo dei prezzi dei beni finali inclusivi dell’imposta si contrappone la flessione dei prezzi dei beni di grado anteriore sui quali non grava l’imposta, e dei prezzi, al netto dell’imposta, dei beni sui quali l’imposta medesima è applicata, o ai quali essa si aggiunge.

Tale flessione, uniforme in ogni stadio, come uniforme è la sottra­ zione di moneta nel nostro astratto modello, in cui, tra l’altro, anche l’ente impositore paga l’imposta, si commisura al nuovo livello dei prezzi dei beni finali, depurato dell’imposta in esso inclusa. Indicando con P J

iì nuovo livello generale di tutti i prezzi, al netto dell’imposta, coli

p = i il livello dei prezzi dei beni finali precedente l’imposta, e P /

quello ad essa successivo, si lia: P 'ge: P g = (P/ — a . P/): P f, da cui;

P' CIP, = 1 — a a . h 1 ) a . h D 1 D a . In, ~

„ ,

a ■ h

T Z> (1 —

a)

1

— a

In realtà, nella misura in cui il « cuneo » dell’imposta non è assorbito dal rialzo dei prezzi dei beni finali (e come si è sottolineato precedente- mente il rialzo dei prezzi è sempre inferiore all’imposta), si fia una flessione del livello generale dei prezzi al netto dell’imposta medesima. Questa flessione è sensibilmente più accentuata di quella che avrebbe altrimenti luogo nel livello generale dei prezzi, qualora si ricorresse all’imposta diretta sul reddito: l’espressione — ' ~ è infatti sempre superiore ad a. La flessione dei prezzi, depurati dell’importo dell’im­ posta, appare in sede di imposta indiretta su merci funzione diretta, oltre che dell’aliquota, del numero dei passaggi che il flusso mone­ tario pubblico deve compiere, ed è quindi tanto più ampia quanto più « arretrata » è l’applicazione dell’imposta medesima lungo il pro­ cesso di formazione e distribuzione del reddito; al tempo stesso è fun­ zione inversa del grado di differenziazione del mercato.

11. — Ma anche il livello « generale » di tutti i prezzi, di quelli ai quali si aggiunge l’imposta, e quindi inclusivi dell’imposta medesima, e dei restanti prezzi, viene di norma spinto all’ingiù da una imposta su merci, giacché su di esso agisce l’assorbimento pubblico di disponibilità monetarie. Invero nelle condizioni da noi assunte, un’imposta sempre fa flettere il livello « generale » di tutti i prezzi (salvo le eccezioni in­ dicate), sia essa diretta o sia essa indiretta.

Il numero medio D dei trapassi che, a seguito dell’applicazione di una imposta indiretta su merci, la moneta compie nell’unità di tempo considerata, può distinguersi in tre parti: la prima riguarda i trapassi che la moneta compie, unitamente come flusso privato e pubblico, entro il processo di formazione e distribuzione del reddito e per la spesa complessiva, ossia i trapassi in cui al pagamento del «prezzo privato» si aggiunge il pagamento del corrispettivo dell’imposta; la seconda parte riguarda gli ulteriori trapassi di moneta del ciclo privato, ai quali

non si aggiunge corrispettivo di imposte; e la terza riguarda il paga­ mento dell’imposta all’ente impositore. Dall’uguaglianza:

M V t = P g h — 1 D — h -)- 1 1 — a a . li ~ 1 T a . h m — a) + M l a . 1 --- d “f" a . h i r , = P 'g . D - f M i a . 1 — a -{- a . li m si ha: P ' = 1 ■ D ‘ , a . h 1 — a I )

Il livello generale di tutti i prezzi, ivi compresi i redditi privati, susseguente all’imposta indiretta su merci, appare sempre inferiore al livello esistente prima dell’applicazione dell’imposta medesima; ed ap­ pare altresì inferiore al livello susseguente a una imposta diretta sul reddito di uguale prelievo reale, in termini di beni finali, purché sia

h < D - { - l (li-)- Al verificarsi di tale disuguaglianza, che riflette il caso

generale e consueto, il valore monetario dell’imposta, e perciò la quan­ tità di moneta stornata per il pagamento dell’imposta, viene ad essere con l’imposta indiretta superiore a quella che si presenterebbe con 1 im­ posta diretta. Il livello generale dei prezzi susseguente all’imposta in­ diretta si riduce, in questo caso generale, fermo restando le altre con­ dizioni, col ridursi di h. Il ridursi di h implica infatti un più elevato livello dei prezzi inclusivi dell’imposta e di conseguenza un più ampio storno di disponibilità monetarie ai fini fiscali. Ad es. posto D = !t e

a = 0,10, il livello generale dei prezzi scende, come si è visto, ricorrendo

a una imposta diretta a 97,56 per cento; quello susseguente a una im­ posta indiretta scende a 97,37 per cento per li = 2 e a 97,44 per cento per h — 3. Se poi <a = 0,20, il livello generale dei prezzi scende, ricor­ rendo all’imposta diretta sul reddito, a 95,24 per cento, e scende,

ri-(17) Infatti rispettivamente per 1 1 — a + a . h i r < >■ D + a /t = D + 1 .

correndo a quella indiretta, a 94,45 per cento per h = 2 e 94,74 per Cento per h — 8.

Quando h = ossia il pagamento dell’imposta è così arretrato da dare questo risultato, si lia lo stesso livello generale di tutti i prezzi, sia che si ricorra all’imposta sul reddito e sia che si ricorra all’imposta indiretta su merci; il livello dei prezzi susseguente all’im­ posta indiretta è inclusivo dell’imposta medesima. In questo caso non vi è, astrattamente, pagamento «priva to» senza contestuale pagamento dell’importo dell’imposta, ed inoltre il flusso pubblico compie un pas­ saggio suppletivo uguale ad a: il numero complessivo dei passaggi diviene D -(-a ; e

9 B + a

Quando, infine, h > B - \ - l il livello generale dei prezzi susseguente all’imposta indiretta su merci scende nuovamente al di sotto di quello susseguente all’imposta diretta di uguale prelievo reale (18).

Questi risultati si modificano se, in luogo del livello generale di tutti i prezzi inclusi i redditi, si calcola il livello dei prezzi al netto dei pagamenti dei redditi ai singoli fattori produttivi, e questi paga­ menti dei redditi privati si accomunano al pagamento dell’imposta. In tal caso si ha:

M V t = P„ ■a + a . h 1 T + D — ìi 1 + a . h B (1 — a) M 1 + a . h B (1 — a) + a • l — a -{- a . h I T = P fl' (B — 1) + M 1 — a per cui si ha : PJ — B — 1 — a -j- a . ìi ~W~ a . h B B — r

(18) Il livello generale dei prezzi è rappresentato dalla formula * e diviene per h = D + 1 ; ^ , 0 „ per h — D + 2 1 — a -(- a . ìi

D

B + a D + 2 a

D

Questo livello « generale » dei prezzi al netto dei redditi, rimané Superiore a quello susseguente a una imposta diretta (in altre parole la flessione dei prezzi è meno ampia) quando

I) < h +

condizione die, dal punto di vista economico, rappresenta il caso ge­ nerale. La flessione diverrà uguale sia si ricorra all’imposta diretta e sia si ricorra a quella indiretta, per

D = h + h ~ l (19).

a

Nei nostri esempi questo livello generale dei prezzi, die per D = 4 e a = 0,10 prende il valore di 97,56 per cento quando vi è ricorso all’impo­ sta diretta, assume il valore di 98,25 per cento per h — 2 e 99,15 per cento per h = 3, quando vi è ricorso all’imposta indiretta ; per a = 0,20 l’indice dei prezzi, uguale a 95,24 per cento con l’imposta diretta, diviene con l’imposta indiretta 96,29 e 98,2 per cento rispettivamente per h = 2 e

h = 3.

Infine questo livello generale dei prezzi rimane invariato per valori di li e D tra essi uguali, quando cioè l’imposta accompagna in modo uniforme ogni pagamento di merci e servizi.

12. — La contrapposizione tra l’uno e l’altro livello dei prezzi quando vi è ricorso all’imposta su merci, il livello dei beni finali di consumo e quello generale, fu vista da alcuni finanzieri quantitativisti ed è stata vista anche dal Brown.

I quantitativisti non fermarono tuttavia l’attenzione sulla addizio­ nale esigenza di fondi da parte dell’ente impositore, o altrimenti sui nuovi passaggi monetari inerenti alla addizionale attività finanziaria, e nell’ambito di un livello generale immutato contrapposero ad un li­ vello più elevato dei prezzi dei beni finali la flessione dei restanti prezzi, scambiando l’invariabilità del flusso monetario con quella dei prezzi, malgrado l’accrescersi del volume delle transazioni, oppure im­ plicitamente assumendo l’espansione della quantità di moneta, o un aumento della velocità di circolazione V t.

Pel Brown, poi, la contrapposizione ha assunto il valore di una mera qualificazione dei risultati di una teoria dell’incidenza, che già

(19) Infatti :

D~

1 — a + a . h I) ~

'■ (D -- - 1) : I)—jy — per 1) < h h — 1

Dal che deriva che per h = 2,

Z> < 2 + — , per h = 3 ,D < 3 + — , per ù = 4 , D < 4 + — , ecc.

era stata costruita e accolta sulla base dell’immobilità dei prezzi dei beni finali o di un loro modesto rialzo sostanzialmente trascurabile (20).

Il Eolpli a sua volta afferma che un sistema generale e uniforme di imposte sul consumo lascia stabili i prezzi al consumatore, i soli, daltio canto, che abbiano rilevanza per la sua teoria dell’incidenza, e non si oc­ cupa degli effetti sui restanti prezzi. Quindi implicitamente il suo modello flessione dei prezzi dei beni dello stadio antecedente a quello della ap plicazione dell’imposta, flessione uguale in valore assoluto all’imposta medesima, si addizionano, lungo la catena della produzione e distribu­ zione del reddito sociale, le flessioni dei prezzi dei beni degli stadi an­ teriori.

1 3. _ Tra le condizioni poste all’inizio di questa analisi appare quella della generalità dell’imposta. Si è ritenuto di introdurre questa condizione limitativa, sia per ragioni di semplificazione metodologica, e sia in considerazione del comportamento dell’imposta speciale sul red­ dito, simile, per quanto concerne gli effetti sui prezzi dei beni a essa collegati, a una imposta indiretta.

Tuttavia la limitazione non ha ragione di essere, e i risultati con­ seguiti in merito al livello dei prezzi, generale e dei beni finali, sono estensibili anche alle imposte speciali. Differenze tra imposte generali e imposte speciali sorgono unicamente nei rapporti tra i singoli prezzi. I limiti di variazione del livello dei prezzi dei beni finali sono sem­ pre determinati, indipendentemente dalla generalità o specialità del­ l’imposta, dai valori di D, di li e dell’aliquota a, riferita quest’ultima, a seconda del tipo di imposta, all’intero valore delle vendite, o all’in­ tero reddito sociale. A parità di prelievo assoluto e a parità di ogni altra condizione, le variazioni del livello generale dei prezzi e quelle del livello dei beni finali di consumo sono le medesime.

Diversi sono invece, i rapporti tra i prezzi all’interno di questo livello generale: quindi ben diversi sono altresì gli effetti propri del­ l’incidenza a seconda del grado di generalità, o specialità, dell’imposta. In sede di applicazione di una imposta indiretta su merci, l’im­ posta speciale differenzia i prezzi dei beni tassati da quelli dei restanti beni. I prezzi dei primi si elevano presumibilmente di più di quanto si sarebbero elevati se si fosse applicata un’imposta generale e uniforme- mente distribuita su tutti i prodotti; i prezzi dei restanti beni sono per contro in tal caso più bassi.

In sede di applicazione di una imposta speciale sul reddito, si opera, entro il quadro del ribasso del livello generale dei prezzi, una ampia discriminazione tra i prezzi dei beni, al cui apprestamento hanno contribuito fattori produttivi gravati da imposta, e i prezzi dei beni di diversa origine. De retribuzioni dei fattori produttivi tassati aumen­ tano al lordo dell’imposta: l’aumento fa elevare i prezzi dei beni da essi prodotti.

L’imposta speciale sui redditi di impresa di determinati settori pro­ duttivi (che non sia assisa soltanto sul sovrappiù), l’imposta speciale su determinati redditi di lavoro o di capitale, è probabile sospingano al rialzo i prezzi al consumo dei beni indirettamente ad esse collegate. Nell’ambito di un livello generale dei prezzi determinato dal valore as­ soluto del prelievo fiscale e dal valore di D, ne deriva una pressione de­ flazionistica sui restanti prezzi, dei beni finali e di quelli d’ordine ante­ riore, ancora più intensa di quella che si sarebbe avuta se l’onere fiscale fosse stato ugualmente ripartito su ogni reddito.

14. — La precedente analisi e le formule analitiche in essa impie­ gate suppongono implicitamente che la moneta in circolazione sia tutta della stessa natura, usata indifferentemente per le spese dei consuma­ tori e per i pagamenti degli operatori economici (caso, ad es. di una sola circolazione in moneta effettiva), oppure che i diversi tipi di mo­ neta siano fungibili (caso, ad es. in cui la moneta creditizia interviene accanto alla moneta effettiva o al biglietto).

L’esistenza di più tipi di moneta, usati distintamente per diverse forme di pagamento, i quali siano tra loro scarsamente fungibili, ri­ durrebbe corrispondentemente la possibilità di ripartizione in più stadi, o passaggi, del fabbisogno pubblico di moneta, e avrebbe conseguenze deflazionistiche.

La moneta viene inoltre considerata, in conformità allo schema teo­ rico Brown-Rolph, unicamente sotto l’aspetto di mezzo di scambio: le giacenze di cassa degli operatori economici, dell’ente pubblico imposi- tore e dei consumatori sono supposte strettamente adeguate alle esi­ genze tecniche dei pagamenti. La ricostituzione della moneta nella in­ tegralità delle sue funzioni, di riserva di valore oltre che di mezzo di scambio, allenta gli stretti rapporti di dipendenza dei prezzi dalla quan­ tità di moneta. Il rialzo dei prezzi dei beni finali, accertato in sede di applicazione di una imposta indiretta su merci, viene accelerato nel tempo; la flessione dei prezzi, accertata in sede di applicazione di una imposta diretta, appare contenuta. Gli operatori economici non sono co­ stretti, in dipendenza del minor introito delle vendite, a ridurre della stessa misura e immediatamente gli acquisti e l’attivià produttiva; i singoli, a lor volta, non sono costretti, dinanzi a una decurtazione dèi reddito, a ridurre istantaneamente e corrispondentemente i consumi. L’ampiezza delle variazioni dei prezzi appare da ultimo, a processo di assestamento concluso, uguale a quella già accertata soltanto nel caso in cui la preferenza per la liquidità, il saggio dei profitti e le altre condizioni del mercato spingano la collettività a ricostituire i fondi oziosi nella stessa ampiezza complessiva assoluta esistente prima del­ l’introduzione dell’imposta; altrimenti la variazione dei prezzi verrà influenzata dal ridursi o dall’aumentare della quantità di moneta uti­ lizzata negli scambi. In linea di grande massima, supposta ogni con­ dizione del mercato invariata, in relazione anche alla premessa di Una attività produttiva costante, e supposto che i singoli, al termine

dei fondi oziosi, quando v’è ricorso all’imposta m a n cia , e ima quando v’è ricorso a quella diretta. In entrambi i casi, lo spot di moneta dai fondi oziosi a quelli attivi, e viceversa, dappri lita i mutamenti dei prezzi, e quindi ne contiene 1 ampiezza.

P5 _ ji credito (o una variazione quantitativa della moneta) non è fattore necessario per variazioni differenziate dei prezzi. L’aumento dei prezzi dei beni finali conseguente all’introduzione di una imposta indiretta su merci non ne è condizionato; e così la flessione dei prezzi, conseguente all’imposta diretta, è di misura inferiore all’imposta, an­ che senza restrizione del credito. Il credito eleva in generale illiv e llo finale dei prezzi al di sopra di quello che altrimenti si sarebbe con­ solidato. Il ricorso al credito da parte dei privati dà modo agli ope­ ratori economici di soprassedere alla riduzione della propria attività produttiva e ai singoli di contenere la limitazione dei consumi.

Il ricorso dell’ente impostore al credito ripropone la situazione, cui si è fatto cenno, di precedenza della spesa pubblica sull’entrata fiscale, quando l’ente impositore si costituisce il proprio fondo di cassa senza sottrarre disponibilità monetarie al settore privato, e promuove di conseguenza la creazione di nuova moneta (21). Esso ci conduce al­ l’assunzione cui si attiene il Kolph, di una imposta la quale interviene nel corso di un processo inflazionistico in atto, m quanto le spese pubbliche eccedono le entrate fiscali. Ad aggiustamento avvenuto i prezzi sono evidentemente più elevati che nel caso in cui il prelievo fiscale preceda l’imposta: permane tuttavia sempre la differenza già rilevala del livello dei prezzi, a seconda del tipo di imposta che viene scelta,

diretta o indiretta. .

Si supponga che nel periodo di tempo scelto la dotazione di moneta della collettività compia un intero ciclo di formazione, distribuzione e spesa del reddito, sicché si abbia: 8m = I ; il periodo corrisponde ai quattro tempi delle tabelle II e III. Si supponga che 1 ente impo- sitore, nella attesa di introdurre una imposta di aliquota a, e di poter usufruire del corrispondente gettito, proceda nell’intero periodo ad una spesa allo scoperto uguale ad a.M, e che introduca la nuova imposta al termine del periodo medesimo in modo che possa avvalersi del suo ricavo già a partire dal periodo successivo; in particolare, poiché tra entrate e spesa deve intercorrere sempre una unità di tempo (ciò che si preleva oggi è speso domani), il prelievo fiscale avrà inizio nei nostri esempi

ta-(21) Il caso in cui l ’ente impositore emetta prestiti presso i privati e

questi non ricorrano, a lor volta, al credito e non posseggano fondi ozios a cui attingere, o non intendano attingervi, equivale nel nostro modello sem­ plificato al caso del ricorso ad un’imposta diretta sul reddito.

bellari a partire dal tempo 4 del I o periodo. Il livello terminale dei prezzi dei beni finali (come il livello generale di tutti i prezzi), precedentemente accertato, si eleverà in misura uguale ad a, sia che si applichi un’im­ posta indiretta su merci e sia che si applichi un’imposta diretta sul red­ dito. Nei nostri esempi tabellari, dove a = 10 %, il livello dei prezzi dei beni finali di consumo, rilevato in condizioni di quantità e velocità della moneta costanti, passerà, rispetto a quello esistente prima dell’espan­ sione dell’attività finanziaria, da 105,3 a 115,S con l’imposta indiretta e da 97,6 a 107,3 con quella diretta sul reddito.

Nel caso, poi, in cui la spesa allo scoperto non si prolunghi un intero periodo di reddito, bensì sia limitata alle unità di tempo occor­ renti affinchè l’entrata fiscale non assorba disponibilità monetarie dal settore privato, il livello dei prezzi finali di consumo aumenterebbe in misura corrispondente al valore monetario dell’imposta indiretta su merci, nel caso di ricorso a questa imposta, e rimarrebbe invariato con quella diretta. Nel primo caso, tuttavia, più lungo è il periodo di spesa allo scoperto, che nel secondo: con la imposta indiretta su merci h

Documenti correlati