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le competenze e si fa accademia

di Claudio Tucci e Giorgio Pogliotti

Estratto da Il Sole 24 Ore, LAVORO24, 9 marzo 2022, , p. 23

L e Academy aziendali, o Corporate University, vale a dire strutture dedicate alla formazione e alla gestione della conoscenza, oggi in Italia sono circa 160; sono localizzate principalmente nel Nord Italia - Lombardia, Emilia Ro-magna, Piemonte (ma numeri significativi si registrano anche nel Lazio e in Campania)- e si stanno ramificando quasi in tutti i principali settori del Made in Italy, dall’in-dustria manifatturiera (che la fa da padrone) al settore assicurativo bancario; dall’alimentare ai trasporti; dai servizi alla telefonia e comunicazione. Sono soprattutto le grandi imprese a dotarsi di proprie Academy. Queste strutture, sono create per rispondere al bisogno di molte aziende di trovare le competenze specifiche che spesso sono difficili da reperire, e per rafforzare il collegamento tra mercato del lavoro e sistema formativo, colmando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Sono iniziati-ve che iniziati-vengono da lontano, considerando che le prime esperienze di Corporate University si rintracciano negli anni venti del secolo scorso negli Stati Uniti, dove nel 1988 erano già state rilevate circa 400 strutture assimilabili ad una Corporate University; attualmente sono oltre 2mila.

Il numero delle Corporate University (o Academy azien-dali, che dir si voglia, visto che non esiste una definizione univoca di queste realtà) è in continua crescita anche nel nostro Paese, forse per imitazione di esperienze stranie-re o forse perché le noststranie-re impstranie-rese hanno maturato la consapevolezza che il patrimonio di conoscenza e il capi-tale intellettuale sono ormai diventati fattore prioritario per la competitività. Anche dal punto di vista delle attività svolte c’è stato un notevole sviluppo. «Se molte delle Cor-porate University che osservavamo dieci anni fa erano poco più che dei progetti ambiziosi - sottolinea Giuseppe Cappiello, professore di Economia e Gestione delle Im-prese all’università di Bologna, tra i principali esperti del settore -, oggi quelle stesse sono realtà consolidate, con anche spazi fisici dedicati, un sistema evoluto di

valuta-zione delle proprie attività e molti rapporti con le altre agenzie formative del territorio, dalle Business School ai Centri di ricerca, ai Competence Center, solo per fare de-gli esempi». La caratteristica principale delle Corporate University attuali è quella di essere diventate un nodo significativo di una rete stabile in cui la conoscenza circo-la e si consolida sotto forma di capitale sociale. A livello aziendale, le Corporate University sono presenti soprat-tutto nelle medio grandi imprese. Ma non mancano casi di realtà di minori dimensioni. «Un esempio che recente-mente mi ha colpito - aggiunge il professor Cappiello - è una neonata Academy in ambito sportivo. RBR Academy è una iniziativa che una squadra di Basket di Rimini ha avviato insieme al suo main sponsor (Riviera Banca) per condividere le proprie competenze con le altre organiz-zazioni sportive del territorio e con persone interessate ad avviare una carriera nello sport. Il successo che sta riscuotendo questa esperienza documenta che non è necessario operare in settori hi-tech o investire ingen-ti risorse finanziare. Il requisito principale è l’interesse a creare valore condiviso con gli altri stakeholder». Ri-mandando alle storie raccontate in queste due pagine di Lavoro24 per vedere, più da vicino, attività e settori di interesse di alcune delle principali Academy italiane, un progetto d’avanguardia è quello che si sta sviluppan-do nel Gruppo Tecnico Capitale Umano e Formazione di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici coordinato da Laura Deitinger. Si punta su un nuovo concetto di for-mazione, che, rimodulando la relazione tra “line” e fun-zione Hr, consente di misurare gli effetti degli interventi sul capitale umano attraverso l’analisi delle dimensioni comportamentali degli stakeholder finali. La metodolo-gia è stata “messa a terra” in Assoknowledge (di cui Dei-tinger è presidente) da cinque colossi, Poste Italiane, Tim, Gruppo Hera, Eni ed Enel. I risultati sono positivi, e ora la sfida è di traslarla e adattarla alle Pmi. «L’innovazione metodologica - spiega Deitinger - consente all’azienda di valorizzare gli investimenti sul capitale umano sulla base degli effetti che generano anziché sul costo materiale che la stessa sostiene per realizzarli». Il cambio di paradigma è stato lanciato dall’ultimo rapporto di Assoknowledge, presentato a palazzo Chigi a febbraio 2020. Le Academy e i dipartimenti Education delle aziende sono chiamati a un triplice salto in avanti, che sintetizza così il direttore di Assoknowledge, Alessandro Sciolari: «Ripensare il pro-prio ruolo rendendolo funzionale alle rinnovate esigenze competitive. Diventare strumentali alla realizzazione dei risultati di business, svolgendo una funzione di aiuto e supporto alle “line” dell’impresa nel perseguimento dei loro risultati. Concorrere alla produzione del valore.

Nuova Sabatini, erogazione del contributo in più quote annuali

Alessandra Caputo, Estratto da Il Sole 24 Ore, Norme&Tributi Plus Fisco, 4 marzo 2022

In sintesi

Anche per il 2022 è stata assicurata la continutà ope-rativa della “nuova Sabatini”, l’agevolazione che perse-gue l’obiettivo di rafforzare il sistema produttivo e competitivo delle Pmi, attraverso l’accesso al credi-to finalizzacredi-to all’acquiscredi-to, o acquisizione in leasing, di beni materiali o immateriali ad uso produttivo.

La legge di Bilancio per l’anno in corso, infatti, ha pre-visto uno stanziamento di 900 milioni di euro (spalma-ti nel periodo dal 2022 e fino al 2027), per assicurare la continuità operativa della misura.

La stessa legge 234/2021 al comma 48, inoltre, ha ri-pristinato l’erogazione del contributo in più quote annuali (come previsto prima dello scorso anno, nel quale, invece, l’erogazione era prevista in un’unica quota); resta, però, ferma restando la possibilità di procedere all’erogazione in un’unica soluzione, nei li-miti delle risorse disponibili, in caso di finanziamenti di importo non superiore a 200 mila euro.

L’agevolazione

La nuova Sabatini, introdotta con il Dl 69/2013,

consi-ste nella concessione da parte di banche e intermediari finanziari, aderenti all’Addendum alla convenzione tra il ministero dello Sviluppo economico, l’Associazione bancaria italiana e Cassa depositi e prestiti Spa, di fi-nanziamenti per sostenere gli investimenti in beni strumentali, nonché di un contributo da parte del mi-nistero dello Sviluppo economico rapportato agli inte-ressi sui predetti finanziamenti.

Il finanziamento può essere assistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese”

fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso e deve rispettare tre condizioni:

deve avere durata non superiore a 5 anni;

deve avere un importo compreso tra 20 mila euro e 4 milioni di euro;

deve essere interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili.

Con specifico riferimento all’ammontare, il Mise ha chia-rito che il limite di 4 milioni deve considerarsi un limite complessivo per la singola impresa, con riferimento a tutte le agevolazioni fruite anche in più finanziamenti.

Il contributo a copertura degli interessi è, invece,

deter-minato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’in-teresse annuo pari al 2,75% per gli investimenti ordinari e al 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (investimenti in tecnologie c.d. Industria 4.0).

I soggetti ammessi

Possono accedere alla agevolazione nuova Sabatini le micro, piccole e medie imprese (Pmi) che, alla data di presentazio-ne della domanda, rispettino i seguenti requisiti:

sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro del-le imprese o nel Registro deldel-le imprese di pesca;

sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a proce-dure concorsuali;

non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, suc-cessivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione europea;

non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà;

sono residenti in un Paese estero purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il ter-mine previsto per l’ultimazione dell’investimento.

Per la definizione della dimensione dell’impresa è necessario rifarsi alla raccomandazione 2003/361/Ce della Commissione del 6 maggio 2003.

In particolare, si definisce microimpresa un’impresa che oc-cupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo op-pure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro.

Si definisce, invece, piccola impresa quella che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bi-lancio annuo non superiori a 10 milioni di euro. Si definisce, infine, media l’impresa che occupa meno di 250 persone e che ha un fatturato annuo che non supera i 50 milioni di euro oppure che ha un totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.

Gli investimenti agevolati

Per poter essere agevolati, gli investimenti devono avere ad oggetto beni strumentali nuovi riferiti a impianti e macchi-nari, attrezzature industriali e commerciali, atri beni oppure software e tecnologie digitali.

Non sono in ogni caso ammissibili le spese relative a terreni e fabbricati, relative a beni usati o rigenerati, nonché riferibili a

“immobilizzazioni in corso e acconti”.

Gli investimenti devono soddisfare alcuni requisiti; in partico-lare, i beni devono essere dotati di autonomia funzionale, non ammesso il finanziamento di componenti o parti di mac-chinari; deve sussistere una correlazione dei beni oggetto dell’agevolazione all’attività produttiva svolta dall’impresa;

devono essere avviati successivamente alla data della do-manda di accesso ai contributi e conclusi entro 12 mesi dalla stipula del finanziamento.

La domanda e l’iter per il contributo

Per poter fruire della misura è anzitutto necessario presenta-re alla banca o all’intermediario finanziario, unitamente alla

richiesta di finanziamento, la domanda di accesso al contri-buto ministeriale, attestando il possesso dei requisiti e l’ade-renza degli investimenti alle previsioni di legge.

L’impresa deve scaricare, prestando attenzione all’ultima ver-sione pubblicata, e compilare in formato elettronico l’allegato 1 “Modulo di domanda”, sottoscriverlo digitalmente, e proce-dere alle operazioni di verifica e chiusura dello stesso.

L’invio, esclusivamente da un indirizzo Pec, sarà all’indirizzo di posta elettronica certificata delle banche/intermediari finan-ziario a cui si chiede il finanziamento, aderenti all’Addendum alla Convenzione Mise-Abi-Cdp.

Le modalità e la procedura operativa di compilazione sono recuperabili nella “Guida alla compilazione del modulo di do-manda”.

Dopo aver verificato la regolarità della domanda, la banca/

intermediario finanziario trasmette al Ministero la richiesta di prenotazione del contributo.

A seguito della conferma della disponibilità di risorse da par-te del Minispar-tero delle risorse, la banca/inpar-termediario finanzia-rio adotta la relativa delibera e la trasmette al Ministero, uni-tamente alla documentazione inviata dalla stessa Pmi in fase di presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni.

Il Ministero adotta, così, il provvedimento di concessione del contributo, con l’indicazione dell’ammontare degli investi-menti ammissibili, delle agevolazioni concedibili e del relativo piano di erogazione, nonché degli obblighi e degli impegni a carico dell’impresa beneficiaria e lo trasmette alla stessa e alla relativa banca/intermediario finanziario.

A questo punto, si procede alla stipula del finanziamento;

da questo momento decorrono i 12 mesi entro cui l’impresa deve concludere l’investimento e comunicarlo al Mise.

Solo a seguito della comunicazione di conclusione dei lavori e di richiesta di erogazione del contributo, l’impresa ottiene l’effettiva erogazione.

Come anticipato in premessa, l’erogazione avviene in una sola soluzione solo nel caso di investimenti di ammontare non superiore a 200 mila euro.

Il cumulo

L’agevolazione nuova Sabatini è cumulabile con altre misure.

In particolare, è cumulabile con misure che costituiscono aiuti di Stato a condizione che il cumulo non porti al superamento delle misure massime previste dai regolamenti Ue per il set-tore di riferimento. Inoltre, è cumulabile con misure fiscali di-verse dagli aiuti Stato (credito 4.0, ad esempio), a condizione che il cumulo non porti al superamento del costo sostenuto per gli investimenti.

DIRITTO

Reflex di Nelu Pascu

A cura di

L’impossibilità