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Imprese immobiliari ed edilizie.

Il n u m e ro delle S ocietà da 118, nel 1913, è a u m e n ta to a 161 nel 1917; il valore dei cap i­ tali versati è d im in u ito invece da lire 224810000 a lire 190977000, con u n a differenza in meno di lire 28 8 3 3 ooo, com e risulta dai seguenti q u a d ri : A l 3i dicetnbre 1913 1917 P iem o n te N umero delle Società . . . 5 Capit. versati migliaia di lire 2 080 Numero delle Società 10 Capit. versati miglia:a di lire 8 3o5 L ig u ria . . . . io 10020 l3 3i 611 L o m b a rd ia . . . 63 65 230 11 049 'V eneto . . . 6 2 775 6 2390 E m ilia . . Soi 10 1 322 T o sca n a . . . . 3 8oo 8 2 390 M arche . . . . 3 38 3 38 U m b ria . . . . 1 5o 2 75 Lazio . . . . . t5 i34 720 23 125 395 A bruzzi e Molise. i 198 - == C a m p a n ia . . . 4 2 148 6 i3 122 S ic ilia . . 45o 2 280 T o ta li 118 224 810 161 195 977

Im prese im m obiliari ed edilizie 69 D iffe r e n z e v e rific a te si a l 3l d ic em b re 1917, risp etto a l 3i d ic e m b re 1913: Numero delle Società Capit. versati migliaia di lire P ie m o n te . . . . + 5 + 6 225 L iguria... + 3 + 16 091 L om bardia . . — 54 181 V en e to ... = — 385 E m ilia ... + 3 ~b 521 T oscana . . . . + 5 + 1 590 M arche . . . . = U m bria . . . . + 1 + 25 L a z i o ... + 8 9 325 Abruzzi e Molise . — 1 — 198 C am pania. . . . + 2 + 10 974 S i c i l i a ... = — 170 T o ta li + 1 3 — 28 833

I maggiori capitali si tro v an o quindi im p ie­ gati nel Lazio (lire 125 390000).

Le riserve, in ra p p o rto ai capitali, si calco­ lano a circa il 1 0 % .

La m edia dei dividendi d istrib u iti dal 2.60 % , nel 1913, è discesa all’l . 9 5 % .

Le su esposte cifre d im o stran o q u an to le in­ dustrie im m obiliari ed edilizie ab b ian o risen tito dallo stato di gu erra.

II p ro b lem a delle costruzioni in Italia è col­ legato a quello del costo dei m ateriali. Se q u e ­ sto non dim inuirà, difficilmente incoraggerà a

70 p e r l’o r g a n izza zio n e ec o n om ica d e l d o p o g u e r r a

c o s tr u ire ; poiché, p er q uanto, d opo g u e rra , i p ro p rie ta ri p o tra n n o a u m e n ta r e il prezzo dei fitti, il red d ito p u r tu ttav ia non v a rre b b e a co m ­ p e n s a re rag io n ev o lm en te il capitale im piegato. E sarà possibile la d im in u zio n e del costo dei m ateriali ? Ecco che qui risorge la q u estio n e del tonnellaggio. P e r le m a terie prim e, di no­ tevole im p o rta n z a : ferro e carb o n e .

E bene non illuderci s o v erch ia m en te : p o trem o m olto ricav are dall’utilizzazione dei nostri corsi d ’a c q u a ; ma, sp ecia lm e n te a p p e n a to rn a ta la pace, sarem o co stretti ad im p o rta re an co ra una co n sid erev o le q u a n tità di carb o n e.

L’in c re m en to di una in d u stria è s u b o rd in a to alle circostanze del m o m en to e alle condizioni del m ercato. Gli av v en im en ti bellici in tern azio ­ nali fanno sco rg ere in n u m erev o li ostacoli, nel p erio d o in cui l’in d u stria stessa sen te il bisogno di esplicare la sua attività con rin n o v ata vigo­ ria. Di conseguenza, n essu n p ro b lem a può ri­ solversi oggi, che non interessi d ire tta m e n te la g u erra. La p rep araz io n e p erò pel do m an i — si è già d etto — è doverosa. Ne assu m o n o fin d ’ora la re s p o n s a b ilità : il popolo e lo S tato. Il popolo, p rim ie ra m e n te , p erch è è il m aggiore e vero fattore di ogni m anifestazione sociale. E il popolo che, con la sua o p era proficua, con la sua intelligenza, con la sua fermezza, e — sovra tu tto — con la sua disciplina, dà a sé quel b en e s s e re che è giusto com penso, e p ro ­ gresso al te m p o istesso. P oiché, se nuovi desi-

Im prese im m obiliari ed ed ilizie 71

derì, nuove aspirazioni, nuovi sogni di c o n q u i­ sta sorgono, l’elem en to uom o trova allora la via meno erta, in ogni cam po, sia scientifico, sia in d u striale e co m m erciale. P e r essere effi­ cace l’azione del popolo, è necessario che q u esto agisca con un solo in ten d im en to . S o rretto , p r o ­ tetto dallo S tato. Se il popolo — in q u esto caso, l’industria — avrà la p e rsu asio n e di essere age­ volato, nelle varie forme di lavoro, d iv errà da per sè disciplinato, poiché a tto rn o non scor­ gerà interessi c o n tra ri; interessi co n tra ri che avran ragione di essere solo al di là dei confini nazionali, e che serv iran n o anzi allora a s trin ­ gere vie più il legame fra gli individui lottanti per lo stesso scopo.

È indiscutibile quindi — in q u a lu n q u e caso — la risoluzione del p ro b lem a relativo al n o stro tonnellaggio. Come le navi e s p o rte ra n n o un giorno, m olto più del passato, le no stre merci all’estero, agevolando la conquista di tanti m e r­ cati, così, subito dopo la g u erra, av rem o bisogno di esse p er l’im portazione d e ll’indispensabile, pro p o n en d o ci seriam en te, s’intende, di lim itare m aggiorm ente tale im portazione, q u a n d o sa­ rem o in g rad o di sfru ttare meglio le n o stre ri­ so rse naturali.

Non cred iam o in tan to — allo n tan an d o ci un m o m en to dalla considerazione s tre tta m e n te eco ­ nom ica — di trad ire i fini della n o stra esposi-

PER L ORGANIZZAZIONE ECONOMICA DEL DOPO GUERRA

zione, col m an ifestare fin d ’ora un p e n sie ro in to rn o ai concetti d ’arte cui si d o v reb b ero in­ s p irare i nostri arch itetti, allo rq u a n d o il m e rc ato dei m ateriali offrirà la co n venienza alle svariate costruzioni. L’econom ia è la base di ogni b e­ n essere sociale, in q u a lu n q u e esp ressio n e, com ­ p resa quella della bellezza. A p rim a vista tale asserzione s e m b re re b b e un p arad o sso ; p u re no n esitiam o a d ic h ia ra re che esiste a n ch e un b e ­ n essere sp iritu ale — riflesso sovente di quello m a teria le — alim en tato a p p u n to dal g o d im en to estetico. V o rrem m o quindi che la n o stra a rc h i­ te ttu ra , arm o n izzan d o con la seren ità e lim pi­ dezza del cielo italico, co n serv asse le form e più p u r e di concezione artistica, senza su b ire l’in­ fluenza di motivi stran ieri, che non ci a p p a r te n ­ gono, p e rc h è non co rris p o n d o n o al n o stro sen ­ tim en to . Noi non solo d o b b ia m o farci co n o scere ed ap p rezzare all’estero con la n o s tra o p ero sità p ro d u ttiv a e con la n o stra abilità co m m erciale, ma ab b iam o a n ch e il d o v ere di cu sto d ire, in tu tte le manifestazioni, q u ell’im p ro n ta p r e tta ­ m e n te italiana, che è sto ria e vanto del popol nostro. Ne av rem o p u re un vantaggio e c o n o ­ mico, poiché a u m e n te r à in tal m o d o il n u m e ro di forestieri che v e r r a n n o nel n o stro P aese, ad a m m ira re le bellezze no n co n o sciu te altrove.

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