• Non ci sono risultati.

Imprese e Lavoratori dell’attività manifatturiere e del settore orafo ad Arezzo:

Imprese e Lavoratori dell’attività manifatturiere e del settore orafo ad Arezzo: un confronto

L’attività manifatturiere è un fattore fondamentale per i sistemi economici moderni, l’industria si occupa della trasformazione dei beni primari. Secondo una classificazione comune, comprende diversi tipi di industrie minori, tra cui quella alimentare, del tabacco, tessile, dell'abbigliamento e del pellame, del legno e dei mobili, quella metallurgica, meccanica, dei minerali non metallici, quella chimica e della gomma. In questa parte faremo riferimento ai dati del Censimento 2011.

Il censimento generale dell’industria e dei servizi 2011 (ultimo disponibile) ha l’obiettivo di rappresentare in maniera puntuale e dinamica il mondo delle imprese, del non profit e delle istituzioni pubbliche, per offrire un contributo alle decisioni di politica economica e alla governance di tre importanti settori della vita del paese. E’ articolato in quattro filoni: 1) archivio statistico delle imprese attive; 2) rilevazioni sulle istituzioni non profit; 3) rilevazioni sulle istituzioni pubbliche; 4) rilevazione campionaria sulle imprese. In questo capitolo ci si incentra sulla rilevazione sulle imprese, pubblicate nel corso del 2013: la rilevazione fornisce un quadro puntuale della situazione imprenditoriale italiana con particolare attenzione alla gestione delle risorse umane, posizione sul mercato nazionale e internazionale, capacità di innovazione, scelte finanziarie e di delocalizzazione. Per l’appunto, il primo paragrafo mostra le informazioni raccolte dal Censimento dell’industria 2011 sul settore manifatturiero e sul Repertorio 32.1 ad Arezzo. Inoltre sono presentati i dati relativi ai distretti di maggior rilievo per l’economia italiana: Valenza Po’, Vicenza e Napoli, proponendo un confronto delle medesime realtà distrettuali. Infine il paragrafo si compone di un analisi dell’esportazione orafa tramite esercizi di calcolo semplice. La seconda parte si interessa ai lavoratori aretini del comparto orafo-argentiero, tramite l’indagine sulla forza lavoro. Di seguito è apparso interessante indagare sulle tipologie di contratto dei lavoratori del repertorio 32.1 ad Arezzo: grazie alle informazioni della piattaforma C.O.B. è possibile mostrare le trasformazioni dello status lavorativo di un campione di soggetti titolari dal 2011 al 2015.

L’ultimo paragrafo è dedicato ad un singolare lavoro svolto dall’ente IRES Toscana che concerne la definizione di “lavoro cognitivo” che risale a E. Rullani (2011). Distinguere il lavoro cognitivo ed energetico all’interno del settore orafo-argentiero ad Arezzo permette di verificare l’esistenza di un processo di cambiamento nella conformazione della forza lavoro. L’obiettivo è quindi mostrare <<il tentativo di alcune

58

aziende di innovare processi e prodotti attraverso know-how nuovo, in grado di incrementare il valore aggiunto delle produzioni>> (E. Fabbri, 2016).

3.1. Il tessuto imprenditoriale dell’attività manifatturiere e del repertorio 32.1: dati di censimento e altre fonti

Il censimento è finalizzato a fornire informazioni sulle principali caratteristiche del sistema economico; si tratta di una “rilevazione assistita da archivio” la quale si pone l’obiettivo di verificare la qualità degli archivi di riferimento sia per le imprese, istituzioni e unità locali sia per gli attributi quali forma giuridica, ubicazione, attività. L’archivio statistico delle imprese attive (ASIA), l’Archivio delle istituzioni pubbliche (ASIP) e delle istituzioni non profit (ASINP) svolgono un ruolo di supporto alle nuove tecniche di rilevazione perché si realizza una integrazione tra le rilevazioni censuarie e archivio statistico al fine di migliorare la qualità dei dati raccolti. Inoltre, grazie alla disponibilità dei archivi è stato possibile una riduzione delle possibilità di errore del processo di trattamento dei dati dovuto ad uno snellimento del questionario sottoposto alle imprese. Il patrimonio informativo è raccolto nel data Warehouse (Istat) che organizza i risultati in quattro temi relativi a: 1) dati di confronto tra censimento 2001 e 2011; 2) dati strutturali delle imprese; 3) primi risultati della rilevazione sulle istituzioni concernenti la forma giuridica, l’attività economica, risorse umane impiegate e la localizzazione territoriale; 4) approfondimenti tematici. Tale sistema è basato sulla tecnologia sviluppata dall’Economic Co-Operation and Development (Oecd), come piattaforma di software e servizi statistici; i dati sono offerti al pubblico in tavole multidimensionali affiancate dai metadati ovvero il sistema semantico che inquadra il contenuto di un documento e le informazioni in esso riportate nel contesto.

La tecnica di Indagine che è stata utilizzata risulta essere mista: attraverso una rilevazione di tipo campionario per le medie e piccole imprese e di tipo censuario sulle imprese di grandi dimensioni. Il censimento ha coinvolto un campione di 260.000 unità divise tra: grandi gruppi industriali, imprese di grandi e medie dimensioni e circa 190.000 piccole imprese. La rilevazione è stata realizzata attraverso due modelli di questionario, differenziati a seconda della dimensione dell’impresa.

Dal censimento industria, istituzione pubbliche e non profit 2011, alla voce dati strutturali sulle imprese, nella provincia di Arezzo è possibile recuperare i dati relativi al tessuto imprenditoriale.

59

Tabella 3 Il settore manifatturiero ad Arezzo – 2001 e 2011 a confronto – (fonte Censimento)

Elaborazione su dati Censimento 2011

Tabella 4 Il repertorio 32.1 ad Arezzo -2001 e 2011 a confronto - (fonte Censimento)

Elaborazione su dati Censimento 2011

La tabella 3 nostra un confronto tra i due censimenti del 2001 e del 2011: il tipo di dato riguarda il numero delle imprese in loco, numero degli addetti e i due tipi di lavoratori: esterni e temporanei. Dal raffronto emerge un incremento del numero di unità attive (+4,6%) e del numero dei lavoratori temporanei (131,9%%). La crisi del 2008 ha influito sul numero di assunzione delle imprese: vi una decrescita del numero degli addetti del - 2,9% e dei lavoratori esterni del – 38,9%. La tabella 4 si compone del numero di imprese attive, di quelle artigiane, del numero di addetti e delle unità locali del comparto 32.1 “fabbricazione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, lavorazione delle pietre preziose”.

Al 2016 le imprese attive sono 1.592 con una variazione % di 0,7 punti rispetto all’anno precedente; il numero di addetti ammonta a 7.669 i quali sono diminuiti dello 0,84% rispetto al 2015.

Innanzitutto, secondo la definizione del glossario statistico presente sul sito dell’Istat per Imprese sul territorio si intendono le aziende che producono beni e servizi destinabili alla vendita e che, secondo la legge, hanno facoltà di distribuire i profitti realizzati ai soggetti proprietari (pubblici o provati). Tra le imprese, anche in forma artigiana si distinguono in: individuali, società di persone, società di capitali, società cooperative, i consorzi di diritto privato, gli enti pubblici economici, le aziende speciali e pubbliche di servizi. Inclusi nella definizione vi sono lavoratori autonomi e liberi professionisti. Per un’unità locale si intende un’impresa o una parte di essa situata in una località

Arezzo 2001 2011 variazione%

num ero unità attive 27754 29032 4,6 num ero addetti 103604 100607 -2,89 num ero lavoratori esterni 3866 2360 -38,9 num ero lavoratori tem poranei 373 865 131,9

Arezzo 2001 2011 variazione %

numero imprese totali 1681 1313 -21 numero imprese artigiane 1193 965 -19 numero di addetti 10282 7653 -25 numero unità locali attive 1746 1397 -20

60

topograficamente identificata. In tale località, o a partire da tale località, una o più persone svolgono (lavorando eventualmente a tempo parziale) delle attività economiche per conto di una stessa impresa.

Nello specifico è possibile estrapolare i dati dal censimento del repertorio 32 “altre industrie manifatturiere” e risalire alle voci che compongono il comparto orafo-argentiero,

in loco. Di seguito è presentata la tabella che confronta le informazioni suddette all’anno

2011.

Tabella 5 Confronto tra le tipologie di impresa dell’Attività Manifatturiera, di Altre attività manifatturiere e del comparto orafo-argentiero ad Arezzo 2011 (fonte Censimento)

61

Come si mostra dalla tabella, la tipologia più utilizzata delle imprese manifatturiere ad Arezzo è società a responsabilità limitata, segue la società per azioni e infine società in nome collettivo. Nello specifico al 2011 sono mediamente 117 imprese per la fabbricazione di oggetti di gioielleria e bigiotteria; sono solo 5 le aziende per la lavorazione di pietre preziose di cui la forma prevalente e di imprenditori liberi.

Nella definizione di addetti rientrano sia i lavoratori dipendenti sia quelli indipendenti. per lavoratori dipendenti si intendono gli occupati legati all’unità giuridico-economica da un contratto di lavoro diretto, sulla base del quale percepiscono una retribuzione. Sono da considerarsi tali: dirigenti, quadri, impiegati, operai, apprendisti, soci, lavoratori a domicilio, lavoratori stagionali, lavoratori con contratto di inserimento, lavoratori con contratto a termine e gli studenti che hanno un impegno formale per contribuire al processo produttivo in cambio di una remunerazione e/o formazione. Al 2011 nel territorio Aretino il totale dei dipendenti è 5553 di cui 4192 sono operai: essi godono di una posizione lavorativa priva del requisito della specifica collaborazione propria della categoria impiegatizia; la mansione è legata più al processo produttivo dell’impresa, ben distinto da quello organizzativo o tecnico-amministrativo. Gli impiegati (984 persone al 2011) sono coloro ai quali è assegnata l’esplicazione continuativa e sistematica di una determinata attività di concetto o di ordine, diretta a sostituire o integrare quella dell’imprenditore nella funzione organizzativa. Gli apprendisti che sono 927 oppure tirocinanti godono di uno speciale rapporto di lavoro in cui vi è l’obbligo, da parte del datore, di impartire l’insegnamento necessario per diventare un lavoratore qualificato. L’opera dell’apprendista è, per legge, utilizzabile all’interno nell’impresa. I dirigenti (11 persone al 2011) sono “l’alter ego dell’imprenditore” e sono preposti alla direzione di una intera organizzazione aziendale o anche di una branca rilevante e autonoma di questa, egli gode di ampi poteri di autonomia decisionale. Per quanto riguarda i 29 quadri presenti al 2011 sono coloro che esplicano una funzione simile ai primi, pur non appartenendo alla categoria di dirigenti. Svolgono funzioni di rilevante importanza per lo sviluppo e l’attuazione degli obiettivi d’impresa. Infine,

I lavoratori indipendenti, invece, sono coloro che svolgono la propria attività senza vincoli formali di subordinazione e la cui remunerazione ha natura di reddito misto (capitale/lavoro). Sono da considerarsi tali: i liberi professionisti e i lavoratori autonomi; i familiari coadiuvanti; i soci delle società di persone o di capitali a condizione che effettivamente lavorino nella società. Usualmente, le imprese in cui è presente la figura del

62

lavoratore indipendente sono quelle organizzate con forma giuridica individuale, società di persona e di capitale e cooperative. Al 2011 i lavoratori indipendenti del repertorio 32.1 ad Arezzo sono 37494. Una ulteriore divisione all’interno delle imprese tra lavoratori esterni e lavoratori temporanei: i primi sono i collaboratori a progetto (co.co.pro), quelli con contratto occasionale di tipo accessorio; i secondi sono le persone assunte da una agenzia di somministrazione di lavoro regolarmente autorizzata, la quale pone uno o più lavoratori a disposizione dell’unità giuridico-economica che ne utilizza la prestazione lavorativa per il soddisfacimento di esigenze di carattere temporaneo.

Il settore orafo ad Arezzo ha subito dal 2001 al 2011 un’ingente perdita di lavoratori dipendenti, indipendenti, esterni e temporanei. Il fenomeno è spiegabile attraverso l’utilizzo della serie dal 2000 e termina nel 2014 rappresentante il numero di imprese del settore orafo sul territorio Aretino.

Figura 14 Numero di imprese del repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 2000 2014 - (fonte CCIAA di Arezzo)

Elaborazione su dati della camera di commercio di Arezzo

Le imprese attive sul territorio, come si evince dalla linea continua in nero, subiscono una leggera flessione negli ultimi anni del 1999 per poi raggiungere picchi positivi nel 2001 e 2002. Tuttavia questi due valori rappresentano una anomalia dell’andamento della serie. E’ presente una flessione al 2012, con una variazione negativa del 23,7% rispetto al 2003. Dal 2012 al 2014 si fotografa un andamento pressoché stazionario del numero di imprese, facendo registrare una variazione positiva nel 2014 di solo 0,31% rispetto al 2012. In totale dal 2002 al 2014 si presenta una ingente flessione del numero di imprese del - 22%. Nel grafico, la linea tratteggiata raffigura l’andamento delle sole imprese artigiane

63

nel territorio, che come si nota segue l’andamento di quelle totali, registrando un calo netto del -22,10% rispetto al 2002. Il 2015 risulta un anno ancora molto difficile per il comparto artigiano, infatti dal 2008 il tessuto imprenditoriale ha continuato a perdere terreno a ritmo sostenuto.

E’ stato possibile prelevare dal sito della camera di commercio di Arezzo le informazioni riguardanti gli addetti delle imprese attive, in loco dal 2000 al 2014.

Figura 15 Numero di addetti delle imprese attive del Repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 2000 2014 - (fonte CCIAA di Arezzo)

Elaborazione su dati della camera di commercio di Arezzo

La serie presenta, come per il numero di imprese, un picco positivo che fotografa la situazione nel 2001 in cui il numero di addetti è di 10282. Il picco negativo si registra a termine 2007 con una variazione rispetto al 2001 del -30%.

Dal Rapporto Exelsior pubblicato dalla Camera di Commercio (2016), è stato possibile prelevare alcune informazione che riguardano la decrescita degli addetti negli ultimi 2 anni nel settore manifatturiero: -250 nel 2015 e -230 nel 2016. Il risultato è generato con il rallentamento della dinamica occupazionale, non solo provinciale ma che si registra in tutta Italia.

E’ stato possibile un confronto tra anni anni dei precedenti Censimenti (1961, 1971, 1981, 1991, 2001, 2011) dell’andamento del numero di imprese e di addetti del settore orafo aretino.

64

Figura 16 Numero di imprese e di addetti del repertorio 32.1 ad Arezzo – 1961 1971 1981 1991 2001 2011 - (fonte CCIAA di Arezzo)

Elaborazione su dati della camera di commercio di Arezzo

La linea in grigio tratteggiata mostra l’evoluzione nel tempo dal primo censimento di cui sono disponibili i dati il 1961 all’ultimo del 2011, facendo registrare una variazione positiva del numero di unità attiva del 982%. Anche per il numero di addetti, rappresentato dalla linea in nero, vi si registra un andamento positivo fino al 2001, infatti vi è una variazione percentuale positiva del 510%. Tuttavia si registra un ingente calo del numero di addetti nell’ultimo censimento del 2011 che presenta una flessione negativa del 40%.

L’impatto della grande recessione può essere osservato con precisione nei dati riguardanti il fatturato e la produzione del distretto. Il biennio 2008 e 2009 fa registrare i risultati peggiori con una contrazione del fatturato rispettivamente del - 8,3% e del -22,8% corrispondenti ad un calo della produzione del -9,9% e del -22%. Di seguito è riportata il correlogramma della produzione e del fatturato delle imprese orafe aretine dal 2010 al 2015.

Figura 17 Correlogramma Produzione e Fatturato delle imprese del Repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 2010 2015 – (fonte CCIAA di Arezzo)

65

Il 2013 mostra un lieve incremento del fatturato (2,5%) a fronte di una più consistente variazione della produzione (7,7%). Tuttavia, all’ultimo dato disponibile si registra una flessione del 2,1 % della produzione rispetto al 2014 e del -1,3% del fatturato.

3.1.1. L’esportazione gioielliera ad Arezzo

Per rendere completa l’analisi sul tessuto imprenditoriale aretino, si è pensato di raccogliere le informazioni disponibili sull’esportazione del settore orafo-argentiero. La piattaforma utilizzata è Coweb: il sistema informativo dedicato alle statistiche del commercio con l’estero. La sua finalità principale è fornire un patrimonio informativo sui flussi commerciali dell’Italia con il resto del mondo. Per i paesi dell’Unione Europea il data warehouse acquisisce i suoi dati dai modelli Intrastat. Differentemente per i paesi extra europei i dati sono raccolti dal Documento Amministrativo Unico (D.A.U.). La rilevazione dei movimenti delle merci tra l’Italia ed i paesi partner avviene con modalità diverse tra le due indagini. In particolare, le informazioni statistico-amministrative relative all’indagine Intrastat sono raccolte dagli uffici territorialmente competenti e la periodicità delle dichiarazioni da parte dei soggetti obbligati varia in funzione di un sistema di soglie che determina dichiarazioni mensili ed integrazioni trimestrali ed annuali. Invece, il sistema di rilevazione dell’indagine Extrastat si basa sulle tradizionali dichiarazioni doganali.

I dati elementari sono forniti mensilmente all’Istat dal Ministero delle finanze, Agenzia delle dogane, e sono sottoposti ad una complessa procedura di controllo da parte dei revisori dell’Istat. Tal verifica avviene in due fasi: una prima comprende controlli di carattere generale e determina la validazione dei dati in forma provvisoria, seguita da un comunicato stampa; una seconda, di correzione vera e propria, prevede controlli e verifiche più puntuali e determina sia la rettifica dei dati precedentemente rilasciati, sia la possibilità di diffondere dati in modo molto più dettagliato. Sono previste quattro modalità di consultazione dei dati: 1) Performance esportativa dell’Italia: comprende tavole statiche che consentono di compiere una prima analisi della performance esportativa dell’Italia nel mese di riferimento e tavole relative al numero di imprese esportatrici nei principali mercati internazionali; 2) Consultazione tematica: tavole a struttura fissa con variabili di riga, colonna e filtri già predefinite, per le quali l’utente deve impostare solo la variabile temporale e la voce di interesse; 3) Ricerca puntuale: tavole per le quali l’utente deve definire la struttura, impostando le variabili di riga, di colonna ed i filtri, consente di estrarre i singoli dati di interesse, oltre a statistiche sul modo di trasporto e sul regime

66

statistico; 4) Approfondimenti: tavole statiche relative alle esportazioni regionali trimestrali per alcuni particolari settori merceologici tipici del Made in Italy tra cui è presente la voce merceologica “fabbricazione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; lavorazione delle pietre preziose.

Di seguito è riportato il Time Plot: esso fornisce una indicazione sull’andamento del fenomeno “export” del settore orafo durante il periodo di osservazione, nel caso specifico i valori dell’esportazione sono analizzati dal 1991 al 2016.

Figura 18 Time Plot dell’esportazione del Repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 1991 2016 – (fonte Coweb)

Elaborazione su dati Coweb

La serie si presenta evolutiva sino al 2000, tuttavia dal 2001 al 2016 si può definirla stazionaria in media, con diverse oscillazioni che rappresentano valori anomali rispetto all’andamento della stessa.

Figura 19 Correlogramma dell’esportazione del Repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 1991 2016 – (fonte Coweb)

67

Come è stato evidenziato dal grafico precedente la serie è composta da pattern ovvero le variazioni sistematiche o deterministiche (trend ciclo, stagionalità) e da oscillazioni di disturbo o casuali. La serie storica pertanto, come è stato descritto nel capitolo II, è Yt= f (Tt, Ct, St, et) ed occorre la stima della componente ciclica, con opportuni metodi statistici.

Tuttavia, nel caso preso in riferimento si considera la componente ciclica solo in riferimento al trend-ciclo poiché si prende ad ipotesi che non vi sono oscillazioni cicliche. Tendenzialmente esistono due modelli con cui stimare le singole componenti (nota metodologica 3), nel caso specifico si è scelto il modello additivo perché sembra che l’ampiezza delle oscillazioni non varia con il variare della serie.

Per la stima dei singoli componenti si è deciso di utilizzare il metodo delle medie mobili: MMk(Yt) = (Yt-1+Yt+Yt+1…)/k

un calcolo di una serie aggiuntiva del fenomeno in cui il termine relativo ad un determinato tempo è il risultato della media di 3 e 5 termini (k), come si evidenzia da i grafici che seguono.

Figura 20 Media Mobile (a 3 termini) dell’esportazione del Repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 1991 2016 – (fonte Coweb)

68

Figura 21 Media Mobile (a 5 termini) dell’esportazione del Repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 1991 2916 – (fonte Coweb)

Elaborazione su dati Coweb

Tale strumento ha l’effetto di smussare le oscillazioni come è evidenziato dalle linee tratteggiate nelle figure precedenti. La media mobile a 5 termini ha eliminato un maggior numero di oscillazioni rendendo la serie visibilmente “più liscia”.

Ai fini della previsione dell’export di medio-lungo periodo, e importante stimare anche il trend della serie attraverso una funzione del tempo da poter poi utilizzare ai fini delle previsioni La stima del trend scelta è con funzione lineare: f(t) = β0+β1t dato che

l’andamento di fondo della serie è stazionario. Nel caso del fenomeno preso in analisi Yt= Tt+et è possibile utilizzare il metodo dei minimi quadrati ordinari per effettuare previsioni di medio-lungo periodo: ∑ con i=1…n (yi-ŷi)^2.

Figura 22 Previsione fino al 2020 dell’Esportazione del Repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 1991 2016 – (fonte Coweb)

69

Un secondo metodo di previsione one step al t+1 è l’Exponential Smoothing

αYt+(1-α)E.S.Yt-1

impiegato per la sua flessibilità nell’ambito dell’analisi delle serie storiche tramite le Medie Mobili. Nell’effettuare la previsione al tempo immediatamente successivo si

modifica la previsione precedente stimata ŷt, tenendo conto dell’errore di previsione (yt-ŷt)

commesso nel prevedere yt ponderato secondo il valore del parametro di smussamento α. Il valore che assume quest’ultima (α) influenza la struttura dei pesi ω ovvero si stabilisce che ωYt decresce esponenzialmente fino a 0. La scelta ottimale di α è importante al fine di ottenere una previsione che consenta, in media, il minore errore di previsione.

Di seguito è riportata la figura che rappresenta il lisciamento della serie dell’esportazione del repertorio 32.1 ad Arezzo con α = 0,5 che appare quello ottimale.

Figura 23 Exponential Smoothing a=0,5 dell’esportazione del repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 1991 2016 – (fonte Coweb)

Elaborazione su dati Coweb

Avendo scelto un parametro di smussamento α = 0,5 le successive previsioni risentono adeguatamente delle oscillazioni della serie. Differente è il discorso per la figura che segue con α = 0,3 confrontata con α =0,8.

70

Figura 24 Exponential Smooting a=0,3 e a=0,8 dell’Esportazione del Repertorio 32.1 ad Arezzo – dati annuali 1991 2016 – (Fonte Coweb)

Elaborazione su dati Coweb

Con una α = 0,8 si rileva che di fronte a oscillazioni della serie la successiva previsione risente molto del valore dello shock; se α = 0,3 la successiva previsione risente molto poco

Documenti correlati