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Scelte metodologiche per la lettura dello spazio

3.4 s ImulacrI vIrtualI dI ambIentI comPless

La fotografia porta in sé ciò che noi sappiamo del mondo accettandolo quale la macchina lo re- gistra. Ma è l’esatto opposto della comprensione,

che parte dal non accettare il mondo quale esso appare.54 L’intero processo fotografico, dall’acquisizione dell’imma- gine alla sua elaborazione, si sta spostando sempre più verso la fase della postproduzione e verso le finalità multimediali comunicative alle quali l’immagine è destinata.

Le potenzialità offerte dallo strumento fotografico sono or- mai alla portata e agli occhi di tutti. È indiscutibile che ven- ga considerato dall’intera collettività uno strumento capace di trasformare l’immagine percepita in qualcosa di altro, ap- partenente alla sfera del virtuale, trasposizione della realtà all’interno di un ambiente globale e multidimensionale. 55

E’ altresì vero che oggigiorno non esiste un modo univoco di descrivere lo spazio complesso attraverso le immagini, e che per questo motivo il linguaggio visivo sta cercando sempre più di trovare una sua autonomia per affermare una credibilità comune dell’immagine acquisita.

Ogni fotografia, non considerata appunto come la visione più realistica di quello che ci circonda ma come una delle più attendibili fonti per percepire attivamente il modo grazie agli stimoli che essa offre, non va più considerata solo come una ‘finestra’ dalla quale ammirare ciò che appare alla vista, ma come mosaico in grado di offrire nuovi percorsi esplo- rativi e ipertestuali, capaci di descrivere una molteplicità di situazioni al contesto. Ogni fotografia è polifonica, con mol- teplici significati, e così ogni pixel diventa una ‘nuova porta di percezione’ per portare a percorsi di conoscenza in cui l’utente diventa parte integrante ed attiva del paesaggio.56

La macchina fotografica può essere in questo caso uno degli strumenti più affidabili per restituire all’uomo il rapporto intrinseco con l’ambiente che lo circonda e definire quindi visivamente l’idea di paesaggio.

Questo presuppone che la fotografia generi atteggiamenti interpretativi dell’immagine del mondo, e le tecnologie più

Il modello virtuale di Piazza Duomo a Firenze. Ricostruzione 3D della Firenze del Buonsignori (1586) e dell’immagine attuale della città attraverso la realizzazione di modelli interattivi navigabili nei quali la simulazione del visitatore all’interno dello spazio è incrementata dall’inserimento di link interrogabili, quali panoramiche sferiche a 360° e schede descrittive dei monumenti e degli edifci appartenenti al paesaggio virtuale.

Elaborati eseguiti all’interno dello studio di architettura di Giulia Pettena ed Enrico Ciabatti, 2011. avanzate della computer grafica stanno proprio ribaltando il

concetto dalla macchina all’interpretazione e alla manipola- zione dell’operatore-utente. La fotografia stimola molteplici domande, e altrettante risposte di ampia apertura e interpre- tazione . L’ipertesto può conferire individualità ricercata nel mondo contemporaneo, perché la non linearità e la trasver- salità delle tematiche affrontate dai medium costituiscono un approccio sicuramente più duttile all’esplorazione di vite e situazioni sfaccettate. La realtà è un concetto ignoto e ir- raggiungibile, è una questione di probabilità, e la macchina aiuta a ‘concretizzare’ le probabilità e rassicurarci. L’am- biente digitale e virtuale è il luogo dove diviene possibile concretizzare le probabilità.57

Il passaggio dall’analogico (lineare) al digitale (trasversale) è proprio parte di questo panorama di possibilità configu- rative di uno spazio, e diventa cruciale per la comprensio- ne della molteplicità di interpretazioni che stanno dietro ad un’immagine .

La singola fotografia diventa il punto di partenza, di ricerca iniziale, la bozza dalla quale elaborare immagini di marke- ting, di ambientazioni, di modelli tridimensionali. Quello che negli ultimi anni si sta sviluppando è la ricerca di una rappresentazione dei luoghi che, per quanto possibile in ac- cordo con quanto prima affermato, provi a riproporre “vero- similmente” e attraverso ambienti virtuali, le caratteristiche peculiari, che in parte possano descrivere tali scenari e che,

Confronto virtuale di differenti progetti di facciata, proposti al con- corso bandito alla fine dell’‘800, per la realizzazione del nuovo fronte della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. Nella simulazi- one digitale è possibile effettuare valutazioni estremamente verosimili circa l’impatto percettivo che altre soluzioni sono in grado di offrire a scenari urbani esistenti, dotati di un’immagine oramai consolidata nella mente della collettività.

come un tempo era stato per la “fotografia di frontiera”, possano inventariare l’intero patrimonio culturale in esso contenuto. Turisti improvvisati fotografi, ‘uploadando’ sul web e condividendo con il mondo le immagini che raccon- tano il loro viaggio, elaborano inconsapevolmente quello che può essere considerato uno dei più grandi archivi fo- tografici a disposizione. Il limite di distanza e tempo si accorcia, sempre di più, fin quasi a scomparire nell’epoca del digitale. Ognuno, se dotato di connessione internet, può accedere a tali archivi e trovarsi virtualmente dall’al- tra parte del mondo grazie a simulazioni di ambientazioni in cui modelli fotografici permettono un’ immersione in un racconto del luogo.

La fruizione diventa così immediata ed estremamente semplificata dal mezzo mediatico utilizzato: l’archivio, non più statico ma dinamico, permette di orientarsi in spa- zi a tre dimensioni, altamente fotorealistici, in cui l’utente può muoversi liberamente, interagire con lo spazio ed in- terrogarlo, in un sistema di domanda-offerta che molto si avvicina a quelle che oggi sono le richieste delle società contemporanea. Il luogo documentato viene in seguito co- dificato; l’utenza, recependone il linguaggio, lo fruisce, lo assorbe, lo mastica e digerisce. Se ne appropria.

In questo modo le possibilità offerte dal digitale, che pro- pongono tali prodotti ad alto contenuto informativo, ri- sultano affidabili non solo dal punto di vista qualitativo, di suggestione, ma anche a livello metrico e, trovando sempre più campo di applicazione nella rappresentazione urbana e paesaggistica, contribuiscono a rivoluzionare il modo di intendere e vedere lo spazio collettivamente.58

Sia per quanto riguarda il settore di documentazione archi- tettonica, sia per la tutela e valorizzazione del paesaggio, lo strumento fotografico caratterizza tutte le procedure di rilevamento ambientale e le innovazioni tecnologiche le- gate sia agli strumenti che a software sempre più specifici e aggiornati, consentono di ottenere applicazioni sorpren- denti anche nelle operazioni di rilevamento e rappresenta- zione dell’ambiente, prendendo in prestito dalla computer grafica alcuni dei prodotti migliori in ambito di rappresen- tazione 3D.

La grafica tridimensionale e la modellazione degli spa- zi virtuali sempre più, per molteplici ragioni di carattere economico e pratico, adoperano siste mi automatici che partendo da fotografie sono in grado di elaborare e creare automaticamente modelli tridimensionali, garantendo di

Alcune immagini della ricostruzione digitale del centro storico di Firenze tratte da Google Earth. Il sistema di interazione virtuale che Google mette a disposizione dell’utente è quello di usufruire non più di uno spazio bidimensionale gestito per livelli tematici, ma quello di potersi inter- facciare direttamente con un sistema tridimensionale, al quale viene aggiunto il valore qualitativo dell’immagine fotografica. Il modello, grazie a queste caratteristiche, è caratterizzato da una serie di informazioni estremamente dettagliate per per ogni edificio o elemento dello spazio virtuale. La comprensione delle potenzialità e del possibile utilizzo dello spazio virtuale trasformano l’utente da semplice visualizzatore a figura attiva all’interno del processo che prevede l’acquisizione, l’elaborazione e divulgazione dell’immagine mentale del paesaggio alla comunità.

soddisfare una generica descrizione del contesto percepito destinato alla fruizione via web grazie ad una semplificazio- ne della qualità morfologica.59

Le sperimentazioni affrontate in questi anni in ambito di structure from motion hanno inevitabilmente condotto ad una nuova forma di racconto dello spazio.

E’ ormai un dato di fatto che venga totalmente affidato all’immagine il compito di completare il bagaglio informa- tivo connesso all’identità di un determinato territorio, in- terrogabile e usufruibile totalmente in quel grande paradiso informatico rappresentato dal prodotto ‘virtuale’.

L’interazione con tali luoghi digitalizzati non solo garan- tisce la condivisione delle informazioni acquisite secondo linguaggi facilmente comprensibili, ma ci catapulta verso le nuove frontiere del cosiddetto fast survey che puntano all’acquisizione del dato quasi esclusivamente tramite stru- mento fotografico. Il rilievo image based così articolato punta a sfruttare le caratteristiche di economicità, estrema versatilità e automazione del dato immagine, indispensabi- li ai fini di un rilievo speditivo necessario laddove ampie porzioni di aree urbanizzate risultano carenti di adeguati si- stemi di cartografia per una corretta gestione del paesaggio.