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P 2.3 Le indagini sulle murature

al rinvenimento della cappella Domus Herodis

E. P 2.3 Le indagini sulle murature

Come esplicitato dagli obiettivi del progetto, già dalla campagna di indagini del 2008, grazie all’occasione fornita dai restauri che, per lo studio degli intonaci, hanno ri- portato alla luce alcune porzioni di murature, su alcuni dei prospetti delle cappelle sono state eseguite analisi di stratigrafia degli elevati, proseguendo quanto fatto sia alla Cappella della Samaritana che alla Cappella di David nel 2004, benché su ben più ampie porzioni murarie (fig. 7).

Nel corso di questa ultima fase di ricerca, quindi, anche se non è stato possibile do- cumentare dettagliatamente estese sequenze stratigrafiche, si è avuto modo di confrontare

9. La cappella

del Mons Calvarius, con relativa lettura stratigrafica del prospetto W dopo la rimozione dell’intonaco.

le tecniche costruttive di tutte le cappelle indagate e di verificare, al tempo stesso, eventuali analogie fra queste e le murature della Domus Herodis venute alla luce in corso di scavo.

LE MURATURE DELLADOMUSANNE. Le prime analisi sono state eseguite sugli in-

terni della cappella della Domus Anne, stonacati per tutta la fascia inferiore perimetrale: si tratta della porzione di murature più completa ed omogenea analizzata nel corso delle ultime ricerche. La tessitura muraria appariva caratterizzata da una fascia inferiore alta circa 80 cm, che correva lungo il perimetro della cappella, costituita da pietre di arenaria, di medie e grandi dimensioni, spaccate e, in rari casi, sbozzate, disposte per corsi tendenzialmente orizzontali e non sempre paralleli (fig. 8). La malta era friabile e scarsamente tenace, di colore giallo chiaro, molto rifluente.

La tecnica costruttiva così descritta presentava una parentela stilistica con quella

precedentemente individuata sul prospetto orientale interno (PP 5)6 del Sepulchrum

David, il Tipo Murario 2 (TM 2), anche se nella Domus Anne la messa in opera sembrava più regolare e le pietre di dimensioni maggiori, tanto da suggerire l’individuazione di un sottotipo (TM 2 a).

Sul prospetto meridionale interno, inoltre, era visibile una zona più ampia di mu- ratura, che ha consentito di registrare nella zona superiore del paramento, sopra la fascia in arenaria (TM 2 a), la presenza di una tecnica costruttiva diversa in opera mista, in pietre spaccate di arenaria e frequenti laterizi, prevalentemente disposti di fascia.

Si tratta di una messa in opera molto simile, come vedremo, a quella utilizzata per la costruzione dei setti murari della Domus Herodis (USM 208) e che ha consentito di proporre l’individuazione in queste due cappelle di un terzo Tipo Murario (TM 3) (fig. 8).

La malta rifluente e la messa in opera non troppo regolare suggeriscono che il pa- ramento fosse già in origine ricoperto da intonaco.

LE MURATURE DELMONSCALVARIUS. La cappella del Mons Calvarius si presenta

disposta su due piani: una zona inferiore, nella quale a settentrione si apre l’edicola delle

LA GERUSALEMME DI SAN VIVALDO 117

10. La tecnica di messa in opera delle murature della Domus Herodis: si notino le tracce di intonaco sulla USM208 e il paramento esterno in laterizi a faccia- vista (USM210) riferibile al setto murario US211.

Pie Donne, e una stanza soprelevata, accessibile da una breve scala esterna sul lato me- ridionale, che, riproducendo la salita verso il monte Calvario, conduce al gruppo scultoreo della Crocifissione.

Nel corso delle indagini si è ritenuto opportuno far stonacare parte della parete occidentale della cappella, sulla quale era evidente la traccia di un arco a livello del terreno, in modo da verificare l’esistenza di un eventuale ambiente interrato, posizionato sotto il Calvario. La topografia altimetrica gerosolimitana, infatti, sembrava suggerire la possibile presenza di un vano originario ospitante il ‘teschio di Adamo’, forse successi- vamente obliterato per cause statiche (la cappella risulta essere stata danneggiata da smottamenti nel XVII secolo).

Una volta rimosso l’intonaco, è stato messo in luce un arco a tutto sesto in laterizi (USM 307), tamponato da una muratura irregolare con pietre di arenaria e laterizi, legate da malta scarsamente tenace e rifluente (USM 301) (fig. 9). L’apertura di un piccolo saggio esplorativo nel sodo del muro, in alto a destra dell’arco, ha rivelato come si trattasse, probabilmente, di un arco di scarico, posizionato sotto il solaio della cappella del Calvario, e che all’interno del paramento la struttura fosse riempita da terra di risulta mista a malta sciolta e pietre di piccole dimensioni. La presenza di una toppa in cemento e laterizi moderni (USM 306) denunciava, inoltre, l’effettuazione di un son- daggio, forse per i medesimi scopi diagnostici, in epoca piuttosto recente, ma comunque anteriore alla stesura dell’intonaco attualmente presente (USM 308).

LE MURATURE DELLADOMUSHERODIS. Lo scavo stratigrafico, come si è visto, ha

consentito di riportare alla luce alcune porzioni di muratura della cappella scomparsa, consentendoci di analizzarne le tecniche costruttive, sebbene esse fossero assai fram- mentarie e in pessimo stato conservativo.

11. Reperti mobili dallo scavo della Domus Herodis: alcuni dei laterizi con tracce di ‘vetrina’ verde.

I paramenti della Domus Herodis (UUSSMM 211, 208 e 204) si sono rivelati assi- milabili a quanto rilevato nelle altre cappelle indagate per quel che riguarda la scelta dei materiali, costituiti prevalentemente da arenaria spaccata di dimensioni variabili, con scaglie usate come zeppe, e da laterizi, in minore quantità rispetto alla pietra ma co- munque frequenti.

La tecnica di messa in opera non era chiaramente definibile, a causa dell’esiguità dei paramenti conservatisi, ma dimostrava di essere priva di corsi, caratterizzata dall’uso frequente di zeppe di arenaria, disposte prevalentemente nei letti, e legate da malta molto friabile che, ad un’analisi autoptica, si rivelava di scarsa aderenza (fig. 10). Una peculiarità, questa, che è stato possibile riscontrare per i leganti di tutti gli altri prospetti indagati e che suggerisce, in origine, l’uso diffuso di intonaco sia sugli interni, come ri- scontrato, sia sugli esterni (eccetto il prospetto occidentale, USM 210).

In fase di confronto, sono state evidenziate differenze e analogie fra le murature della Domus Herodis e quelle delle altre cappelle indagate.

A questo proposito, la principale tipologia di messa in opera riscontrata in corso di scavo (UUSSMM 211, 208 e 204) presentava forti somiglianze, come già detto, con quella analizzata nella fascia superiore del paramento della Domus Anne, consentendoci di individuare il Tipo Murario 3 (TM 3), ma era sostanzialmente diversa da quella pre- sente nella fascia inferiore del paramento della stessa cappella, essendo in quel caso ca- ratterizzata dall’uso esclusivo dell’arenaria (TM 2 a). Va invece segnalata un’interessante affinità fra l’unico setto murario con il paramento esterno costituito da laterizi a faccia- vista della Domus Herodis (USM 210, fig. 10) e il prospetto meridionale del Sepulchrum David (PP 1, fig. 7).

Un dato interessante, che merita approfondimento, è stato il rinvenimento, nel crollo US 214 e nei setti murari UUSSMM 208 e 204, di alcuni laterizi con tracce di invetriatura verdastra. Ad un’osservazione autoptica queste non hanno l’aspetto di colature, dato che nei campioni analizzati non sono visibili vere e proprie gocciolature, ma allo stesso tempo la stesura della vetrina non è comunque uniforme su tutte le facce e si presenta di spessore variabile (fig. 11). Le ipotesi che si possono avanzare al riguardo sono l’utilizzo della vetrina con finalità estetico-decorative oppure il residuo di tracce di lavorazione del vetro, attività diffusa fin dall’epoca medievale in Valdelsa.

C.M.