MODULO 7: UDA INTERDISCIPLINARE IL TEMPO
7 INDICAZIONI SU DISCIPLINE
7.1 Schede informative su singole discipline (competenze – contenuti – obiettivi raggiunti)
DOCUMENTO SCHEDA DISCIPLINARE
MATERIA IRC
DOCENTE BATTINELLI ROBERTO
COMPETENZE RAGGIUNTE alla fine dell’anno per la disciplina:
CONOSCENZE o CONTENUTI TRATTATI:
(anche attraverso UDA o moduli)
Nella fase conclusiva del percorso di studi, lo studente: riconosce il ruolo della religione nella società e ne comprende la natura in prospettiva di un dialogo costruttivo fondato sul principio della libertà religiosa; conosce l'identità della religione cattolica in riferimento ai suoi documenti fondanti, all'evento centrale della nascita, morte e risurrezione di Gesù Cristo e alla prassi di vita che essa propone; studia il rapporto della Chiesa con il mondo contemporaneo, con riferimento ai totalitarismi del Novecento e al loro crollo, ai nuovi scenari religiosi, alla globalizzazione e migrazione dei popoli, alle nuove forme di comunicazione; conosce le principali novità del Concilio ecumenico Vaticano II, la concezione cristiano-cattolica del matrimonio e della famiglia, le linee di fondo della dottrina sociale della Chiesa.
ABILITA’:
Lo studente motiva le proprie scelte di vita, confrontandole con la visione cristiana, e dialoga in modo aperto, libero e costruttivo; si confronta con gli aspetti più significativi delle grandi verità della fede cristiano-cattolica, tenendo conto del rinnovamento promosso dal Concilio ecumenico Vaticano II, e ne verifica gli effetti nei vari ambiti della società e della cultura; individua, sul piano etico-religioso, le potenzialità e i rischi legati allo sviluppo economico, sociale e ambientale, alla globalizzazione e alla multiculturalità, alle nuove tecnologie e modalità di accesso al sapere; distingue la concezione cristiano-cattolica del matrimonio e della famiglia: istituzione, sacramento, indissolubilità, fedeltà, fecondità, relazioni familiari ed educative, soggettività sociale.
Innanzitutto si terrà conto della situazione della classe, della maturazione e dell'interesse degli alunni per non cadere in un atteggiamento intellettualistico ed astratto. Nello stesso tempo ,però, si presterà attenzione costante alle finalità proprie dell'IRC e, tenuto conto che è una disciplina scolastica come tutte le altre, sarà particolarmente curata la sistematicità e la scientificità dell'intervento educativo.
L’attività didattica sarà svolta con attenzione a quattro criteri metodologici fondamentali: la correlazione; la ricerca; la fedeltà al contenuto confessionale; il dialogo
METODOLOGIE: a breve e lungo termine tenteranno di coinvolgere attivamente tutti gli alunni nel processo della propria formazione, dandogli modo di imparare ad adeguare lo sforzo all'obiettivo. Schematizzazioni e mappe concettuali visualizzeranno in sintesi i contenuti affrontati per una migliore memorizzazione; elaborati significativi saranno offerti all'osservazione per una maggiore sensibilità all'ascolto, alla comprensione e al rispetto delle realizzazioni altrui.
CRITERI DI VALUTAZIONE: Saranno adottati i criteri stabiliti dal P.T.O.F. d’Istituto, ma la valutazione potrà tener conto anche del livello di coinvolgimento nelle attività didattiche (in ordine ad attenzione, puntualità nelle verifiche, serietà e costanza nell’impegno e nella partecipazione)
TESTI e MATERIALI / STRUMENTI ADOTTATI:
LIM, films, diapositive, cartine... unitamente ad altri mezzi più usuali, come il libro di testo, la Sacra Bibbia, alcuni documenti extrabiblici, documenti del Concilio Vaticano II, quelli più significativi del Magistero nonché‚ una discreta documentazione su problemi attuali costituiranno i privilegiati strumenti didattici
DISEGNO/ST.ARTE
Documento SCHEDA DISCIPLINARE
Materia STORIA DELL’ARTE
Docente IAZZETTA ANTONELLA
COMPETENZE RAGGIUNTE alla fine
dell’anno per la disciplina:
Saper leggere un’opera d’arte nella sua struttura linguistica e comunicativa.
CONOSCENZE o CONTENUTI TRATTATI:
(anche attraverso UDA o moduli)
Il Realismo.
Il fenomeno de Macchiaioli.
L’Impressionismo, tendenze post-impressioniste.
L’Art Nouveau.
Le avanguardie storiche.
L’Espressionismo.
Il Cubismo.
Il Futurismo.
Il Surrealismo.
Il Dadaismo
ABILITA’: Riconoscere lo stile e l’appartenenza ad un periodo storico, ad un movimento, ad un autore. Saper individuare i rapporti tra opera e contesto.
METODOLOGIE: Lezioni frontali, ricerche individuali, visite guidate, utilizzo tecnologie informatiche.
CRITERI DI
VALUTAZIONE: Colloqui orali singoli o collettivi.
La valutazione è stata fatta secondo una griglia dipartimentale che valuta conoscenze, comprensione ed esposizione.
TESTI e MATERIALI / Cricco Di Teodoro Itinerario nell’arte V 5
SCIENZE MOTORIE
Documento SCHEDA DISCIPLINARE
Materia SCIENZE MOTORIE
Docente SOSSIO SPENA
COMPETENZE RAGGIUNTE alla fine
dell’anno per la disciplina:
Saper compiere movimenti efficaci e corretti in relazione alle attività svolte ed essere in grado di adottarli come propri. Saper riconoscere i vantaggi di una corretta alimentazione. Essere in grado di utilizzare il corpo come strumento di comunicazione. in relazione a situazioni specifiche in palestra ed essere in grado di trasferirli alla vita comune.
Considerare le attività di movimento un’opportunità. Essere in grado di utilizzare il proprio corpo come strumento di comunicazione.
CONOSCENZE o CONTENUTI
TRATTATI:
(anche attraverso UDA o moduli)
Apparato scheletrico e apparato muscolare-paramorfismi- fratture- strappi, stiramenti e contratture muscolari - ferite ed emorragie -
colpo di sole e colpo di calore. Nozioni di pronto soccorso Attività motorie relativamente allo sviluppo della coordinazione,
mobilizzazione e tono muscolare, attività con e senza attrezzi.
Una sana alimentazione: gli alimenti nutrienti e i fabbisogni biologici.
I diversi regimi alimentari
Conoscere i principali nutrienti e alimentazione.
ABILITA’: Utilizzare efficacemente i dati senso-percettivi in funzione di una postura corretta, di un efficace controllo dei movimenti e della riuscita
di azioni motorie e sportive eseguire correttamente azioni motorie e sportive finalizzate al miglioramento delle capacità condizionali:
migliorare la forza dei principali distretti muscolari, eseguire movimenti veloci, ampi, ed efficaci ed economici.
coordinazione: realizzare movimenti che richiedano l’associazione di diverse parti del corpo in situazioni semplici e complesse utilizzare le informazioni utili al mantenimento dell'equilibrio.
mobilità articolare: compiere movimenti ampi con le principali articolazioni utilizzando anche lo stretching muscolo-articolare
saper rappresentare tramite il movimento sensazioni, immagini, emozioni, stati d’animo, sentimenti, idee e saperle esprimere con il linguaggio verbale partecipare attivamente ai giochi sportivi proposti,
collaborando e rispettando le regole assistere a manifestazioni sportive con atteggiamenti rispettosi e spirito sportivo saper riconoscere i vantaggi di una alimentazione corretta, nonché il
primo soccorso in caso di infortunio.
METODOLOGIE: Esercitazioni pratiche
Lezione interattiva: discussioni sui libri o a tema,
Lezioni multimediale: (utilizzo della LIM, di PPT, di audio e video) CRITERI DI
VALUTAZIONE:
Sono stati adottati i criteri stabiliti nel PTOF di Istituto, inoltre si è tenuto conto anche dei seguenti criteri: Progressi compiuti rispetto al
livello di partenza; Livello di coinvolgimento nelle attività didattiche
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(in ordine ad attenzione, puntualità nelle verifiche, serietà e costanza nell’impegno e nella partecipazione); Partecipazione ad attività extracurriculari inserite nel PTOF e/o relative all’ambito disciplinare di
riferimento.
TESTI e MATERIALI / STRUMENTI
ADOTTATI:
Libro di testo Appunti e dispense
Presentazioni in Power Point Video
N.1 IL TEMPO
MATERIA TEMA:
ITALIANO: Italo Svevo: “Zeno e il dottor S” tratto dalla
Coscienza di Zeno
FILOSOFIA: Freud
STORIA La prima guerra mondiale
INGLESE: Joyce
MATEMATICA: Lo studio delle funzioni
FISICA: La dilatazione del tempo: il paradosso dei
gemelli
SCIENZE: Gli acidi nucleici
INFORMATICA: Organizzare una biblioteca di risorse on line per la classe
ARTE: S. Dalì- La persistenza della memoria
N.2 ETICA E PROGRESSO
MATERIA TEMA: ETICA E PROGRESSO
ITALIANO: Futurismo: Marinetti
FILOSOFIA: Bioetica
STORIA La prima guerra mondiale
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INGLESE: The Victorian Age
MATEMATICA: Le forme indeterminate
FISICA: La crisi della fisica classica-la nascita della fisica moderna
SCIENZE: La terapia genetica: la clonazione
INFORMATICA: La cittadinanza digitale
ARTE: Futurismo : Boccioni
N.3 IL CONFLITTO
MATERIA TEMA: IL CONFLITTO
ITALIANO: Ermetismo: Ungaretti
FILOSOFIA: Freud
STORIA La prima guerra mondiale
INGLESE: I poeti di Guerra
MATEMATICA: Il dominio di una funzione
FISICA: La crisi della fisica classica-la nascita della fisica
SCIENZE: Alcheni e stereoisomeria geometrica
INFORMATICA: La cittadinanza digitale
Il Consiglio di Classe ha assegnato a ciascun candidato l’argomento, tenendo conto del percorso personale, su indicazione del docente della disciplina caratterizzante, entro il 30 aprile 2021. Il Consiglio di Classe, tra tutti i restanti membri designati per far parte della sottocommissione, ha scelto i docenti di riferimento per l’elaborato, a ciascuno dei quali è assegnato un gruppo di studenti, in rigoroso ordine alfabetico.
L’elaborato è trasmesso dal candidato a tre indirizzi mail: 1) posta elettronica istituzionale della scuola: nais02900r@istruzione.it. 2) mail del docente di riferimento e 3) mail al docente della disciplina caratterizzante per posta elettronica (@gandhiformazione.it) entro il 31 maggio 2021, (In allegato le rispettive assegnazioni).
1. Concetti fisici alla base del treno a levitazione magnetica 2. Forza elettromotrice indotta
3. Legge dell’Induzione di faraday 4. Applicazioni della legge di Faraday 5. Il display a cristalli liquidi
6. Concetti fisici alla base dei Gps 7. Onde elettromagnetiche
8. Circuito capacitivo , induttivo e resistivo 9. Correnti parassite
10. Relatività 11. Circuiti elettrici
12. Primo e secondo postulato della relatività e esperimento di Michelson-Morley 13. Diagramma di Minkowski
14. La corrente di spostamento 15. Simultaneità degli eventi
16. Circuitazione di un campo vettoriale 17. Spettro elettromagnetico
18. Fisica dei termo scanner
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GIOSUE’ CARDUCCI:
“PIANTO ANTICO”
L'albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno da' bei vermigli fior, nel muto orto solingo rinverdì tutto or ora, e giugno lo ristora di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta percossa e inaridita, tu de l'inutil vita estremo unico fior, sei ne la terra fredda, sei ne la terra negra né il sol più ti rallegra né ti risveglia amor.
GIOVANNI PASCOLI
LAVANDARE
«Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi, che pare dimenticato, tra il vapor leggero.
E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene:
Il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l'aratro in mezzo alla maggese.»
GIOVANNI PASCOLI
X AGOSTO San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla.
5Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
10quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
15e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
20le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del male!
D’ANNUNZIO:
IL PIACERE: “ IL RITRATTO DELL’ESTETA”
Sotto il grigio diluvio democratico odierno, che molte belle cose e rare sommerge miseramente, va anche a poco a poco scomparendo quella special classe di antica nobiltà italica, in cui era tenuta viva di generazione in generazione una certa tradizione familiare d’eletta cultura, d’eleganza e di arte.
A questa classe, ch’io chiamerei arcadica perché rese appunto il suo più alto splendore nell’amabile vita del XVIII secolo, appartenevano gli Sperelli. L’urbanità, l’atticismo, l’amore delle delicatezze, la predilezione per gli studi insoliti, la curiosità estetica, la
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mania archeologica, la galanteria raffinata erano nella casa degli Sperelli qualità ereditarie. Un Alessandro Sperelli, nel 1466, portò a Federico d’Aragona, figliuolo di Ferdinando re di Napoli e fratello d’Alfonso duca di Calabria, il codice in foglio contenente alcune poesie “men rozze„ de’ vecchi scrittori toscani, che Lorenzo de’
Medici aveva promesso in Pisa nel ’65; e quello stesso Alessandro scrisse per la morte della divina Simonetta, in coro con i dotti del suo tempo, una elegìa latina, malinconica ed abbandonata a imitazione di Tibullo. Un altro Sperelli, Stefano, nel secolo
medesimo, fu in Fiandra, in mezzo alla vita pomposa, alla preziosa eleganza, all’inaudito fasto borgognone; ed ivi rimase alla corte di Carlo il Temerario,
imparentandosi con una famiglia fiamminga. Un figliuol suo, Giusto, praticò la pittura sotto gli insegnamenti di Giovanni Gossaert; e insieme col maestro venne in Italia, al seguito di Filippo di Borgogna ambasciatore dell’imperator Massimiliano presso il papa Giulio II, nel 1508. Dimorò a Firenze, dove il principal ramo della sua stirpe continuava a fiorire; ed ebbe a secondo maestro Piero di Cosimo, quel giocondo e facile pittore, forte ed armonioso colorista, che risuscitava liberamente col suo pennello le favole pagane. Questo Giusto fu non volgare artista; ma consumò tutto il suo vigore in vani sforzi per conciliare la primitiva educazione gotica con il recente spirito del
Rinascimento. Verso la seconda metà del secolo XVII la casata degli Sperelli si
trasportò a Napoli. Ivi nel 1679 un Bartolomeo Sperelli pubblicò un trattato astrologico De Nativitatibus; nel 1720 un Giovanni Sperelli diede al teatro un’opera buffa intitolata La Faustina e poi una tragedia lirica intitolata Progne; nel 1756 un Carlo Sperelli stampò un libro di versi amatorii in cui molte classiche lascivie erano rimate con l’eleganza oraziana allora di moda. Miglior poeta fu Luigi, ed uomo di squisita galanteria, alla corte del re lazzarone e della regina Carolina. Verseggiò con un certo malinconico e gentile epicureismo, assai nitidamente; ed amò da fino amatore, ed ebbe avventure in copia, talune celebri, come quella con la marchesa di Bugnano che per gelosia s’avvelenò, e come quella con la contessa di Chesterfield che morta etica egli pianse in canzoni, odi, sonetti ed elegìe soavissime se bene un poco frondose.
Il conte Andrea Sperelli-Fieschi d’Ugenta, unico erede, proseguiva la tradizion
familiare. Egli era, in verità, l’ideal tipo del giovine signore italiano del XIX secolo, il legittimo campione d’una stirpe di gentiluomini e di artisti eleganti, ultimo discendente d’una razza intelettuale.
Egli era, per così dire, tutto impregnato di arte. La sua adolescenza, nutrita di studii varii e profondi, parve prodigiosa. Egli alternò, fino a’venti anni, le lunghe letture coi lunghi viaggi in compagnia del padre e potè compiere la sua straordinaria educazione estetica sotto la cura paterna, senza restrizioni e constrizioni di pedagoghi. Dal padre a punto ebbe il gusto delle cose d’arte, il culto passionato della bellezza, il paradossale disprezzo de’ pregiudizii, l’avidità del piacere.
Questo padre, cresciuto in mezzo alli estremi splendori della corte borbonica, sapeva largamente vivere; aveva una scienza profonda della vita voluttuaria e insieme una certa inclinazione byroniana al romanticismo fantastico. Lo stesso suo matrimonio era
avvenuto in circostanze quasi tragiche, dopo una furiosa passione. Quindi egli aveva turbata e travagliata in tutti i modi la pace coniugale. Finalmente s’era diviso dalla moglie ed aveva sempre tenuto seco il figliuolo, viaggiando con lui per tutta l’Europa.
L’educazione d’Andrea era dunque, per così dire, viva, cioè fatta non tanto su i libri quanto in conspetto delle realità umane. Lo spirito di lui non era soltanto corrotto dall’alta cultura ma anche dall’esperimento; e in lui la curiosità diveniva più acuta come più si allargava la conoscenza. Fin dal principio egli fu prodigo di sé; poiché la grande forza sensitiva, ond’egli era dotato, non si stancava mai di fornire tesori alle sue
prodigalità. Ma l’espansion di quella sua forza era la distruzione in lui di un’altra forza, della forza morale che il padre stesso non aveva ritegno a deprimere. Ed egli non si accorgeva che la sua vita era la riduzion progressiva delle sue facoltà, delle sue speranze, del suo piacere, quasi una progressiva rinunzia; e che il circolo gli si restringeva sempre più d’intorno, inesorabilmente se ben con lentezza.
Il padre gli aveva dato, tra le altre, questa massima fondamentale: “Bisogna fare la propria vita, come si fa un’opera d’arte. Bisogna che la vita d’un uomo d’intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui.„
Anche, il padre ammoniva: “Bisogna conservare ad ogni costo intiera la libertà, fin nell’ebrezza. La regola dell’uomo d’intelletto, eccola: ― Habere, non haberi.„
Anche, diceva: “Il rimpianto è il vano pascolo d’uno spirito disoccupato. Bisogna sopra tutto evitare il rimpianto occupando sempre lo spirito con nuove sensazioni e con nuove imaginazioni.„
Ma queste massime volontarie, che per l’ambiguità loro potevano anche essere
interpretate come alti criterii morali, cadevano appunto in una natura involontaria, in un uomo, cioè, la cui potenza volitiva era debolissima.
Un altro seme paterno aveva perfidamente fruttificato nell’animo di Andrea: il seme del sofisma. “Il sofisma„ diceva quell’incauto educatore “è in fondo ad ogni piacere e ad ogni dolore umano. Acuire e moltiplicare i sofismi equivale dunque ad acuire e moltiplicare il proprio piacere o il proprio dolore. Forse, la scienza della vita sta
nell’oscurare la verità. La parola è una cosa profonda, in cui per l’uomo d’intelletto son nascoste inesauribili ricchezze. I Greci, artefici della parola, sono in fatti i più squisiti goditori dell’antichità. I sofismi fioriscono in maggior numero al secolo di Pericle, al secolo gaudioso.„
Un tal seme trovò nell’ingegno malsano del giovine un terreno propizio. A poco a poco, in Andrea la menzogna non tanto verso li altri quanto verso sé stesso divenne un abito così aderente alla conscienza ch’egli giunse a non poter mai essere interamente sincero e a non poter mai riprendere su sé stesso il libero dominio.
Dopo la morte immatura del padre, egli si trovò solo, a ventun anno, signore d’una fortuna considerevole, distaccato dalla madre, in balìa delle sue passioni e de’ suoi gusti. Rimase quindici mesi in Inghilterra. La madre passò in seconde nozze, con un amante antico. Ed egli venne a Roma, per predilezione.
Roma era il suo grande amore: non la Roma dei Cesari ma la Roma dei Papi; non la Roma degli Archi, delle Terme, dei Fòri, ma la Roma delle Ville, delle Fontane, delle
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Chiese. Egli avrebbe dato tutto il Colosseo per la Villa Medici, il Campo Vaccino per la Piazza di Spagna, l’Arco di Tito per la Fontanella delle Tartarughe. La magnificenza principesca dei Colonna, dei Doria, dei Barberini l’attraeva assai più della ruinata grandiosità imperiale. E il suo gran sogno era di possedere un palazzo incoronato da Michelangelo e istoriato dai Caracci, come quello Farnese; una galleria piena di Raffaelli, di Tiziani, di Domenichini, come quella Borghese; una villa, come quella d’Alessandro Albani, dove i bussi profondi, il granito rosso d’Oriente, il marmo bianco di Luni, le statue della Grecia, le pitture del Rinascimento, le memorie stesse del luogo componessero un incanto in torno a un qualche suo superbo amore. In casa della marchesa d’Ateleta sua cugina, sopra un albo di confessioni mondane, accanto alla domanda “Che vorreste voi essere?„ egli aveva scritto “Principe romano.„
D’ANNUNZIO:
“TRIONFO DELLA VOLGARITA’”
La mattina del 20 giugno, lunedì, alle dieci, incominciò la pubblica vendita delle tappezzerie e dei mobili appartenuti a S. E. il Ministro plenipotenziario del Guatemala.
Era una mattina ardente. Già l’estate fiammeggiava su Roma. Per la via Nazionale correvano su e giù, di continuo, i tramways, tirati da cavalli che portavano certi strani cappucci bianchi contro il sole. Lunghe file di carri carichi ingombravano la linea delle rotaje. Nella luce cruda, tra le mura coperte d’avvisi multicolori come d’una lebbra, gli squilli delle cornette si
mescevano allo schiocco delle fruste, agli urli dei carrettieri.
Andrea, prima di risolversi a varcare la soglia di quella casa, vagò pe’ marciapiedi, alla
ventura, lungo tempo, provando una orribile stanchezza, una stanchezza così vacua e disperata che quasi pareva un bisogno fisico di morire.
Quando vide uscir dalla porta su la strada un facchino con un mobile su le spalle, si risolse.
Entrò, salì le scale rapidamente; udì, dal pianerottolo, la voce del perito.
― Si delibera!
Il banco dell’incanto era nella stanza più ampia, nella stanza del Buddha. Intorno, s’affollavano i compratori. Erano, per la maggior parte, negozianti, rivenditori di mobili usati, rigattieri:
gente bassa. Poiché d’estate mancavano gli amatori, i rigattieri accorrevano, sicuri d’ottenere oggetti preziosi a prezzo vile. Un cattivo odore si spandeva nell’aria calda, emanato da quegli uomini impuri.
― Si delibera!
Andrea soffocava. Girò per le altre stanze, ove restavano soltanto le tappezzerie su le pareti e le
Andrea soffocava. Girò per le altre stanze, ove restavano soltanto le tappezzerie su le pareti e le