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1. Capitolo

4.2. Le indies

Rispetto all'oggetto di tale ricerca, questo paragrafo vuole fare luce sulle case

163 Questi principi riguardano tre aspetti: la triangolazione ossia al ricorso a più strumenti di raccolta dei dati; la creazione di una banca dati intesa come raccolta di dati nella loro forma originale, ossia subire un processo di aggregazione prima di diventare casi; vagliare i legami esistenti tra i dati raccolti, ossia il ricercatore deve evidenziare la catena logica che gli ha consentito di raggiungere determinate conclusioni [Mari, 1994, pag. 53]

164 Ai fini dell'analisi delle etichette discografiche di piccole-medie dimensioni si terrà in considerazione solo il punto b) le

interviste.

165 Per le modalità di intervista si segue lo schema presentato da Mari [Mari, 1994, pag. 56]. 166 Rispetto alla fase di comprensione si prende in considerazione la trattazione di Mari [Mari, 1994].

discografiche di piccole-medie dimensioni operanti nel music business, dette anche

indies. Questo paragrafo vuole delucidare il significato del termine indies e mettere in

luce le particolarità gestionali che caratterizzano tale attività di impresa; a tal scopo si prenderà in considerazione gli studi di Sibilla, Stante, Silva e Ramello riguardo le imprese musicali [Sibilla, 2012; Stante, 2007; Silva, Ramello, 1999,].

Il termine indie può avvalersi di diversi significati rispetto ai generi musicali, viceversa rispetto alla attività di produzione musicale, il suo significato è prevalentemente quello di “indipendente”167. Per delucidare il significato di “indipendente” è utile segnalare il

contributo di Giordano Sangiorgi, leader del MEI168 (Meeting delle Etichette

Indipendenti):

“(...) le case discografiche indipendenti che hanno sempre cercato strade alternative al mercato ufficiale della grande produzione e distribuzione delle multinazionali del disco, colpevoli di non lasciare libertà artistica agli artisti fino alla seconda metà degli anni '90, almeno.(...)” [Stante, 2007,pag. 22]

In questa prospettiva le case discografiche vengono denominate “indipendenti” perché si discostano al mercato di riferimento delle major, costituito da catene produttive e distributive di maggior livello. Un'altra prospettiva, in alcuni casi simile a quella di Sangiorgi, è quella proposta dalle varie associazioni in ambito nazionale, europeo ed internazionale che si occupano della tutela degli interessi delle indies. La A2IM (American Association of Independent Music), associazioni di indies americane asserisce:“The value of music in the marketplace shall not be predicated by the size of

the gatekeeper.”169; la AIM170 (Association of Independent Music), associazione

britannica dichiara: “In Helping independent labels, AIM help great music to

flourish.”171; l'associazione a livello europeo IMPALA172(Independent Music Company

Association), definisce indipendenti quelle attività che rappresentano: “(...) the most

167 Indie/Independent. http://www.mubutv.com/news/mubutv-glossary-of-music-industry-terms.html (data di accesso 09/2014) 168 Il MEI (Meeting delle Etichette indipendenti) rappresenta una manifestazione dedicata alla nuova scena musicale indipendente

italiana e si configura come evento di due giorni dove vengono presentati concerti, esibizioni musicali e letterarie, convegni e mostre, oltre a delle esposizioni rivolte agli operatori della filiera musicale. http://www.meiweb.it/chi-siamo/mei/cose-il-mei/

(data di accesso 09/2014)

169 “Il valore della musica sul mercato non dovrebbe essere affermato dalle dimensioni dell'intermediario”. AIM (Association of Independent Music) http://a2im.org/mission/ (data di accesso 09/2014)

170 AIM (Association of Independent Music) http://www.musicindie.com/about (data di accesso 09/2014)

171 “Aiutando le etichetti indipendenti, la AIM aiuta il fiorire di splendida musica” AIM (Association of Independent Music)

http://www.musicindie.com/about (data di accesso 09/2014)

economically, politically, socially and culturally diverse sector of market.”173; infine la

WIN 174(WorldWide Independent Network) a livello internazionale sostiene:

“We, the independents, will work to grow the value of music and the music business. We want equal market access and parity of terms with Universal, Warner and Sony, and will work with them in areas where we have a common goal. We will work to ensure that all companies in our sector are best equipped to maximize the value of their

rights.”175

Secondo queste visioni le indies svolgono una attività “indipendente” sia punto di vista qualitativo della produzione musicale, offrendo un prodotto musicale “differente” rispetto alle major, sia economicamente in quanto operano in maniera “indipendente” rispetto alle grandi multinazionali.

Rispetto alle peculiarità delle etichette indipendenti, Sibilla definisce le indies come

“(...) una sorta di presidio slow food della musica (...)”[Sibilla, 2012, pag. 51]; ciò non

significa che le major producano musica di bassa qualità anzi queste ultime propongono artisti già affermati sul mercato e molto spesso di elevato spessore, basando la produzione su grandi numeri [Sibilla, 2012]. Generalmente le indipendenti si occupano di generi specifici e soddisfano domande di mercato “di nicchia” e nella maggior parte dei casi l'imprenditore che intraprende tale tipologia di attività è spinto dalla passione personale. Le strutture produttive dell'azienda sono di dimensioni ridotte, il personale impiegato è numericamente basso e non è definibile, nelle aziende di piccola entità, una suddivisione di ruoli precisa [Sibilla, 2012, pag. 52]. I costi che devono sostenere al fine di finanziare un determinato progetto sono elevati e di fatto il prezzo di vendita di un album si avvicina a quello di un album prodotto da una major (anche più basso in alcuni casi); per tali imprenditori, che spesso coincidono agli artisti stessi, di fatto è difficile coprire queste spese [Sibilla, 2012, pag. 52].

L e indies spesso individuano e propongono nuovi filoni di consumo musicale che successivamente esplodono sul mercato di massa: ad esempio uno dei generi di maggior

173 “Le indipendenti rappresentano un diverso settore del mercato, economicamente, politicamente, socialmente e culturalmente”

http://www.impalamusic.org/node/13 (data di accesso 09/2014)

174 WIN (Worldwide Independent Network) http://winformusic.org/about/mission-and-purpose/ (data di accesso 09/2014) 175 “Noi, indipendenti, lavoreremo per la crescita di valore della musica e del music business. Vogliamo un equo accesso e parità

di termini con Universal, Warner e Sony, e lavoreremo con loro in aree dove avere obiettivi comuni. Lavoreremo per assicurare che tutte le aziende nel nostro settore siano ben equipaggiate a massimizzare il valore dei loro diritti.” WIN

successo degli anni novanta (il grunge di Seattle), è partito da una piccola casa discografica locale, la Sub Pop176, che ha pubblicato artisti come i Nirvana o

Soundgarden; tale etichetta propose una forma di abbonamento basata sull'acquisto di un 45 giri al mese contenente brani di artisti emergenti. La Sub Pop, a seguito della popolarità degli artisti riscontrata sul mercato, fu acquisita da una multinazionale177

[Sibilla, 2012, pag. 52].Uno degli scopi delle etichette indipendenti è quello di trovare e far crescere artisti emergenti, naturalmente questa definizione è da contestualizzare, difatti non tutte le etichette adottano questa mission aziendale.

Il crollo del mercato discografico, ha portato delle conseguenze sulla musica di “nicchia”; le major che ormai investono capitali solo su artisti con alte capacità remunerative, lasciano spazio ad un numero elevato di indies che possono quindi specializzarsi in un genere musicale preciso [Sibilla, 2012, pag. 53].

Gli aspetti di collaborazione tra major e indies sono fondamentali al fine di distribuire a livello internazionale un determinato prodotto; le major sono in possesso di ingenti capitali e di reti distributive internazionali che spesso vengono concesse da società affiliate dislocate in altri Stati. Gli esempi osservati in precedenza (Aimee Mann e Marillion) hanno delucidato come artisti in precedenza sotto contratto con major, decidono di mettersi in proprio creando a loro volta delle indipendenti delegando, rispetto a determinati progetti, le fasi di promozione e distribuzione alle major. Il vantaggio è duplice per entrambi: da un lato le indies controllano direttamente i ricavi ottenuti senza necessariamente sostenere spese alla creazione di una struttura organizzativa destinata a perdurare nel tempo; dall'altro le major, non sostenendo alcun costo di produzione, prestano la loro forza lavoro già operativa sul altri prodotti.

Inoltre, aldilà dei singoli progetti, le indipendenti rappresentano per le major dei veri e propri laboratori di ricerca per nuovi talenti, una sorta di laboratorio creativo, dai quali queste ultime attingono per trovare nuovi artisti; Nel caso in cui alcune indies siano in possesso di un catalogo di artisti rilevante, le major, come spesso accade, cercano l'acquisizione dell'impresa o una partecipazione al suo interno [Silva, Ramello, 1999, pag45].

Da questa disamina le indies, svolgono per la gran parte un lavoro di ricerca e sviluppo

176 Sub Pop https://www.subpop.com/about (data di accesso 09/2014)

177 La Sub Pop è stata acquisita dalla Warner nel 1994 http://www.telecompaper.com/news/warner-music-to-acquire-stake-in-sub- pop--43296 (data di accesso 09/2014)

di nuovi talenti ed in questa accezione sono gli innovatori schiumperteriani del settore. Rispetto a tale attività l'esistenza del segmento indipendente non è né in conflitto né in concorrenza con quello delle major, bensì funzionale e necessario per la dinamica delle attività, indispensabile per la sua esistenza.

Tuttavia vi sono delle tipologie di indies che contengono tutti i reparti aziendali di una

major, sono composte dalle medesime strutture organizzative e non producono musica

di “nicchia”, perciò non possono essere considerate “indipendenti”, sia nell'accezione economica del termine sia in quella musicale [Sibilla, 2012, pag. 53]. Queste strutture nel mercato italiano corrispondono ad esempio con la Edel178, V2179, Sugar180 e Mescal181,

oltre ad un ampio ventaglio di etichette più o meno strutturate.