• Non ci sono risultati.

INFORMATION OBSCURED

Nel documento Master Negative Storage Number OCI (pagine 22-28)

*. v ' t

obé alla saa vanità non attehaéa . 'Venut'» VI giortìo » ohe dovca partile il Mescihtno ringrazia Tddiò Signore » che l* hvea fatto dal periglio asc'ire, ove provato avea tanto timore

dammi la robba mi^ oomtneiò a dire , cbé già cohoseó il vostro folle errore, una donzell'a lo prese a'menare , ‘ . - va , ohe don ‘posi» il padre tuo trovare.

Spalancjogli V* uscita , -e' poi soletto si pese'a caminarO , e'trovò il loco, ove parlò quel'serpe naalfedetto, che un sacco parea tutto foco ,^

dicea HaVi'CD, cTie dici, fe tub difetto, parto,'me ne ritorqò iri festa e gi<oco, e Macco lo voiìea iì spaventare .

co»^ miìle voci che sentia gridate.

'Tutti dicean vanne per dispetto , possa- trovare il padre tuo nèl fuoco, dicea il. cavaliero * o maledetto, possa penar, sempiterno loco ; il fiume ripaasb con gran diletto , trovò nella caverna presso a poco , d’onde uscite", e gir tosto a ritrovare il romito, che il'cavai ' gli dèe,dare .

Quando'i s'eVvi di Dio ebbèr veduto il Cavaliér bpesto v ®d affannato , gli andaro'inc'ontrò per', donarli ajuto, e l’ ebbero del tutto esaminato ,

egli sol ràc^ntb <^anto ha veduto,

© oiò' che'sia in qB'elMoogo si. spietato, poi ringraziò i fo.rfiiti * «‘fecd nòtp, per gtrè a Rbiad^'a tòddisfare un vot«.

Quindi montato in fella

verfo Roma n andò con piè volanti . e arrivato colà foKcemehte ,,

dal E’apa egli portossi in un istante, quando fa presso il caValièt possente é iprostrossi in terra, e baciogli le piante,

che se yu.>I gire a dimostrar sua fronte ei lo dichiacs^cavaliero,,e conte.

11 camrnin dell’Apostolo S. Giacomi Il spiccò il Santo Papa il suo articolo, malandrini e ladrotoT un fiero ostacolo di tanti passaggieri era il pericolo:

tarai colla tua sp^da uno spettacolo, liberare ogni strada, ed ogni vicolo, ti vedo nel mirar sapiente e specolo lacquistérai delle vigorie al secolo.

Il benedico l’oTine,c’l tuo ì^alore dice migenió con santo parlare: ’**

»ià sentisti da me tutto il tenore il quanto che t'imposi devi fare

iraime in Galizia, e mostra il tuo furore B poi torna da me senza indugiare ìe adempirai poi tutto II mio volere*, ripremiar ti saprò com’è dovere.

Figlio ti benedico, e stringo al senof indi si partì il cavalior sovrano ,

i 4('Sto allenìa al corridore il freno corre più ville, e più rìttade piano I giunse a una campagna in volto ameiìo ‘ love stava di ladri una gran mano,

quali mirando rarmi d’ oro fino ccei'o conto d’-assaliré il Meschini,

fc-li disio un di coloro, dovè andate^

INFORMATION OBSCURED

-IKt"

«k tal parlare il cavalle^ rispose,

fio

a S. Gìacorno io vado in verit ade » per cèrto afFaic clie il cónf«ssor m’impose rispose un’ altro quando pur .vogliate

con voi venire abbiam voglie bramose ma il capo di color con veci liete, il ciiiese il valigin delle monete . -•

Tutto adirato la sua lancia arresta indi gridando fra costerà caccfa,

e queir urta quel frange, e quel tempesta più di duecento a morte egli ne spaccia altrettanti ne spinge alla foresta,

non vuol seguir punto la traccia e libero il camin spedito; e lieve,

in Galiaia arrivò in tempo breve.

E visitando l’ Apostolo Santo, a Roma ritornò tutto contento ,

riportando di gloria pregio e vanto;

il brando ognun lodava e l’ardimento ecco che il turco si prepara inf'nto,

dare al crìstian nuovo tormento, e il Papa prega il cavalier possente, a gir contro all’ottomana gente!

E gl’ impose dimandar in sella armali fin nella Puglia per camin spedito con ottimila fanti accompagnalo,' va contro il turco per pugnare ardlt passato il mare, e Dulcigrto assediai

assale il turco , e mette asinai partito, entrò in ,Du,a2zo col divino ajuto, ove ptigìon Suo padre era tenuto* '

Il mise a fuoco senza discrezione*

Qgni cesa oadendo ,al suo potere •

il, popola Ip chiaqfia spp padrone . pa*dronè della vjiba'e dell* avere,

?uand9 intese gridar gente prigione , disse il Cruerrin fatannielo Vedere

due veccbi avnnti gli èiibero a menare alla coi vista in terra ebbero a cascare.

Disse il Heschfn al ve^cobio òr to cbi sei quanto temp^è che in prigione stai f svela a me ^deì. tuo, petto li trofei , che.cavar li s^rò da pene, e guai, Milon rispose for sti sogli miei, di questi'luoghi qui signureggtai, signor, la libertà: dabei se puoi;

Signor ti pregò abbi pietà di noi . S] sentiva nel palio palpitare, Inqn poteva paróla preferire, ,

volle del tutto io fatti esaminare , dimmi la vedila non mi mentire: ; avesti mai figliuoli nel regnare;- avanti o dopo, eh* io possa capire, disse Mìlone entrai nelle catene, un ne lasciai fra li tormenti ^ pene.

Voglio saper, come si nominava il figlio e^ chi lo cu‘t >>liva ancora ; . rispose il vecchio: Z ffira che stava , ' nella mia corte e mi ricordo ancora, Guerrino il figlio^niio lei 1* aiutava , il guerriero ne fu di senno fuora, . le lagrime il visc»\li bagnava

che fosse il Padre suo che ricercava*

Non potè il cavalier p’n trattenere j,*.

il pianto, e 1* abbracciò dolce con dird voi siete padre mio, non è dovere.

#3

ebc un’aiTinno ai darò ancov patire»

dobbiate Asie » ed Europa voléntière paesai per contentar lo oiio destre»

e mt'^ detto già con gran dolore»

che stava incatenato a tutte l*ore. ' Giascunx'de’cittadini resto stiipito»

del come padre' e madre ba ritrovato e ciò per tutta Italia fo bandi'tò»

®d oggi fu sul trono incoronatò'}

non si fermò Guertin, ma f© partilo per* far vendetta sul Torco adirato».

e distruggerlo ancora fece voto

acciocché a tutto ,il mondo fosse neto.

E giurava il Mescbin di vendicare', .1 oltraggio fatto al padre, e*l dispiacere contro Personio «gli si vuol s»foga're>', che il padre suoi in catene fè,tene.rej e sorte fu cbé'andettefo assediare^

e la bella Antenisca vennero aveèe»

8*urò'i! Meschino di farli morire »' e l’andò la donzella a rivérire. <

In rimirar quella reina amata, gli aperse in seno una crudel ferita, era la bella'tutta addolorata,

se non ei*a il Méscilin perdea la vita»

di mori una feroce armata » Antenisca la bella era gradite da consola, l’esorta, e lui dtnota»

COSI un liete desir questa divota. , Xe disse mia regina 'non temete ,

qi^sta gente mai non dubitate, questi son miei nemici, e lo vedrete*

Ah spavento, o timor più non abbiate»

preifi ir^«»Qbia U inyilofpata. reie, acciò po'n possa èssére. remo, ^ iÒ K’uerra indonne collè ^^If© ardito.

. .i ,1d.>e.,itf iiij itag;*»

.«r'.riii.w ?«’,*I.' nembo petòa, cb# »**^'^'* »i

>i addòBb. col, Beecbipo;, cbedf tormenti ali dicea questa voUi rton |a scampi ,

% una baita gii die senkà spaventi , tu fosti il traditor de^iniei parenti.

Personio il re doll’inimieo campo, che ordito alla reina il t’radimefito, il caValier colla sua spada al campo, tòsto gli

diede

l’ulfimo tormento non fu pia, per li mori Verun scampo che

per fuggir restò

pocò contento, quaftrojBÌla e'pin mori in un istante , colla testa del reo uceiao innante .

E la troncata allor superba testa , presentar fece alla bella Antenisca , per Cai nella citta si ffe gran festa, acciò brilli ogni core e ne gioisca . e la Savia regina, e tanto onesta ; con il guerricr .in mìatrimqn s unisca con pura face, e con la voglia casta, e la testa fu posta sopra un’ asta .

Dopd tantà fatica, e tanta guerra Gonvien che *goda la superba soglia, della bella regina, che qui in terra,

* non so so la compagna si raccoglia , di leliaia egni eor a’apsa • disserra.

j, r

ch(rf gii gortotói/Ai

*'^arG«r dalfo stu^ìor le cigjr* ’ ri«^ Pl«PÓài o ttìià letfdre .* ‘ I m^U onestii^cl^e■venni a narràfl-

^ fòrte nel v^alo/e' P®*" 'A padre vendetta volle farei ' acquistò ancor là Snosa'. >

^ 7 a groiré/ ' a!/A Pi« C^tento- 1*0 non so dire Cosi dettero finó ài lóro aÌFanni ®’

Guerrina irre colla donzella «.“ati i nuovi danni P iiman^f ijolla Brigala

è 3enf òd* ànnl. . 7^*^® - frazzo far JSntVatfl

ÌafoV**f“‘ ‘3“|',«aya^er SubliÀV, *

*“ >0 faccio qui fine alle iqio fi,ne^‘'

^ t* F I '^

i H i

'“ >^21: r:rt:_

.4

Nel documento Master Negative Storage Number OCI (pagine 22-28)

Documenti correlati