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Iniziative industriali 4.0 adottate in Germania e Francia

CAPITOLO 3: Azioni di politica industriale in Italia: efficacia delle misure e confronto con

3.4 Stato di avanzamento di Industry 4.0: confronto tra Italia ed altri Paesi europei

3.4.1 Iniziative industriali 4.0 adottate in Germania e Francia

La Germania rappresenta un punto di riferimento a livello europeo e mondiale nell’approccio alla quarta Rivoluzione industriale: come già affermato nel precedente capitolo, la nascita del concetto risale alla Fiera di Hannover del 2011, e successivamente il governo ha implementato il progetto come parte di un più ampio piano d’azione per la diffusione dell’alta tecnologia con orizzonte al 2020106. Il budget pubblico messo a disposizione è pari a 200 Milioni di Euro, oltre a contributi da parte di aziende private che rientrano nell’elemento di aggregazione più importante per la strategia tedesca: la piattaforma definita Plattform Industrie 4.0. Questo strumento (guidato formalmente dal Ministero per gli Affari Economici, dal Ministero dell’Educazione e della Ricerca, e da rappresentanti dell’industria, della scienza e del mondo sindacale) rappresenta il network attraverso cui comunicano tutti gli attori coinvolti per stringere alleanze, discutere le strade da intraprendere per far convergere lo sviluppo tecnologico verso standard di interoperabilità, generare un impianto normativo di riferimento e in generale proporre un modello di sviluppo digitale.107

L’iniziativa tedesca parte dalla consapevolezza di essere tra i Paesi più competitivi al mondo, nonché il leader nella produzione di attrezzature per la manifattura: il Governo intende evitare che la solida base industriale debba affrontare una stagnazione e come affermato da Kagermann (2013), inventore del termine “Industry 4.0”, la Germania ha l’opportunità di rafforzare ulteriormente la propria posizione di leadership nel manifatturiero. La strategia per conseguire l’obiettivo è definita duale, in quanto opera su due fronti108:

1. Il primo, maggiormente conservativo, consiste nel mantenimento dell’alta competitività nel settore delle attrezzature per la manifattura attraverso l’adozione diffusa del concetto di cyber-

physical system, quindi dell’integrazione delle tecnologie 4.0 nei processi produttivi;

2. Il secondo, più espansivo, mira a sfruttare l’esperienza ingegneristica unita alla tecnologia 4.0 per creare nuovi prodotti innovativi, e successivamente venderli su scala globale ponendosi come mercato di riferimento; per sbloccare questo potenziale è necessario anche incoraggiare molte piccole e medie imprese a superare la loro dimensione prevalentemente locale attraverso iniziative di trasferimento tecnologico per superare le barriere legate all’adozione dei sistemi cyber-fisici.

Al fine di adottare con successo la strategia, sono necessarie tre caratteristiche abilitanti: la prima è l’integrazione orizzontale tra aziende; la seconda è l’integrazione del digitale nei processi produttivi attraverso l’ingegnerizzazione della catena del valore; la terza è l’integrazione verticale dei sistemi produttivi al fine di renderli più flessibili (Kagermann et al., 2013).

106 Commissione Europea (2017)

107 Federal Ministry for Economic Affairs and Energy (2019) 108 Parlamento Europeo (2016)

Per quanto concerne il tema occupazionale, anche in Germania le attività maggiormente routinarie e ripetitive saranno esposte al rischio di automazione. Tuttavia, alla progressiva adozione tecnologica sarà associata una maggiore richiesta di lavoro altamente qualificato soprattutto nell’informatica, ricerca e sviluppo e analisi dati. Nello scenario analizzato da Boston Consulting Group (2015) ed illustrato in FIGURA 3.10, si prospetta realisticamente un tasso di adozione delle tecnologie 4.0 pari al 50% entro il 2025, unitamente a benefici per le imprese in termini di crescita del fatturato intorno all’1% annuo: in questa situazione, l’incremento netto di occupazione in Germania sarebbe di 350.000 lavoratori, pari al 5% della forza lavoro attuale.

Il percorso seguito dalla Francia presenta similarità maggiori al caso italiano, in quanto i comparti industriali di entrambi i Paesi partono da una situazione di minore forza rispetto al sistema tedesco, pertanto i rispettivi piani 4.0 sono stati orientati maggiormente verso il recupero di competitività. Attraverso il programma Industrie du Futur, la Francia ha avviato nel 2013 un programma di incentivi fiscali e di aiuti finanziari alle imprese principalmente come risposta ad un drastico calo degli investimenti privati, potenzialmente dannoso sul lungo termine; come in Italia, i fondi pubblici messi a disposizione sono molto consistenti, e hanno raggiunto i 10 Miliardi di Euro, di cui 5 Miliardi destinati a detrazioni fiscali e la restante parte a sostegno dello sviluppo di offerta tecnologica da parte delle imprese. L’obiettivo è quello di raggiungere, attraverso gli investimenti privati, un effetto leva pari a sette volte il valore degli incentivi concessi109; elemento peculiare del sistema francese è il fatto che le policy sono implementate soprattutto attraverso il settore privato, che finanzia almeno la metà degli investimenti.

109 Istat (2018)

FIGURA 3.10: Incremento netto occupazionale in Germania con Industry 4.0 (valori in migliaia)

La strategia complessivamente adottata con il piano Industrie du Futur può essere riassunta in cinque pilastri110:

1. Lo sviluppo dell’offerta tecnologica per l’industria del futuro. Per essere sulla frontiera tecnologica e diffondere le tecnologie nel tessuto economico, vengono supportate le aziende attraverso fondi di ricerca, sussidi e prestiti, e sviluppando piattaforme per testare le nuove tecnologie: quelle ritenute più importanti sono l’Internet of Things, la realtà aumentata, la stampa 3D e la robotica.

2. Accompagnamento delle imprese verso l’industria del futuro. A livello regionale, viene offerto supporto all’investimento e all’avvio di progetti. Questo concetto è simile alla logica ispiratrice del Piano Nazionale Impresa 4.0 italiano, in quanto il sostegno è dato attraverso misure fiscali di super- e iper- ammortamento, ed inoltre si prevede, nell’ambito di sviluppo delle competenze, l’identificazione di 550 esperti a supporto specifico delle piccole e medie imprese (paragonabile all’iniziativa italiana di lanciare dal 2019 la figura del manager dell’innovazione).

3. Formazione dei lavoratori. Per innalzare il livello di competenze possedute dalla forza lavoro, la Francia punta su accordi sindacali e programmi di formazione; la robotica, oltre ad essere vista come indispensabile per la competitività, è ritenuta creatrice di impiego nel futuro e quindi necessariamente argomento di studio per le future generazioni di occupati.

4. Promozione dell’industria del futuro. L’obiettivo è di fornire maggiore visibilità all’intero programma attraverso iniziative quali il lancio di progetti, l’organizzazione di fiere industriali sul tema e la creazione di un brand; l’interesse primario della Francia sta nell’acquisire rilevanza nel contesto europeo.

5. Rafforzamento della cooperazione europea e internazionale. La messa in pratica di alleanze strategiche per la definizione di standard, unitamente all’avvio di progetti di cooperazione tecnologica o di formazione, trovano compimento nell’accordo trilaterale precedentemente menzionato tra Francia, Germania ed Italia; l’obiettivo è unificare gli sforzi e dar voce ai progetti nazionali a livello europeo e internazionale.

Dall’implementazione del piano, nei prossimi dieci anni il Governo francese attende ritorni per 45,5 Miliardi di Euro in valore aggiunto e creazione di quasi 500 mila nuovi posti di lavoro (Istat, 2018). Per ora, i dati sulla propensione all’innovazione delle imprese parlano di un 62% di piccole e medie imprese manifatturiere che ha innovato nel corso degli ultimi tre anni, cioè da quando è stato avviato il piano Industrie du Futur111.

110 Commissione Europea - Digital Transformation Monitor (2017) 111 Usine Digitale (2018)