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CAPITOLO III. MATERIALI E METODI

1. Caso di Studio

1.2. Inquadramento geografico – territoriale e paesaggistico (contesto)

Il campione di aziende agricole è collocato nel più vasto ambito della pianura romagnola, e più nello specifico nel territorio dell'alta pianura imolese, profondamente segnata dall'attività antropica, che conserva soltanto in limitate zone spazi naturali. Nella pianura imolese, come peraltro in generale nel territorio emiliano-romagnolo, l'agricoltura ha raggiunto e mantiene tutt'oggi alti livelli di efficienza produttiva, in cui le colture occupano una porzione importante del territorio. L'industrializzazione e la specializzazione del settore agricolo avvenute nello secolo scorso hanno però profondamente trasformato il paesaggio rurale (Cazzola 2007, Tassinari 2008, Agnoletti 2010a).

Tra le condizioni fondamentali che hanno determinato l'assetto tradizionale del paesaggio rurale, la prima e più antica riguarda il sistema di organizzazione originato dalla dominazione romana (fig. 9); e in particolare si tratta di una maglia regolare di quadrati di circa 700 metri di un lato, delimitati da un reticolo di canali e strade

18 Archivio storico del Comune di Imola, BIM (fonte archivistica: Archivio Amministrazione degli

(centuriazione), creata circa negli anni 185-180 a. C. La struttura centuriata imperniata sulla via Emilia (il decumano massimo) e sulla via Selice-Montanara (il cardo massimo), che costituirono gli assi fondamentali a partire dai quali venne tracciato tale caratteristico sistema di appoderamento delle campagna, è tuttora leggibile sopratutto sul territorio imolese e quello di Mordano (Gambi 1950 e 1995, Castagnoli 1953, Gaiani e Zagnoni 1997).

Figura 9 Veduta del territorio centuriato19

La seconda condizione, che si manifesta nel periodo rinascimentale a seguito dell’affermarsi della mezzadria quale forma di conduzione prevalente, ha mantenuto nel suo interno la configurazione territoriale preesistente, nonostante che il sistema organizzativo delle campagne sia stato completamente modificato. Alla mezzadria si accompagnò gradualmente sia il frazionamento dei terreni in poderi di superficie pari alla capacità lavorativa di una famiglia sia il ritorno dell'antica piantata (Galassi 1989 e 1995, Gaspari 1995, Gambi 1995). Tale agricoltura promiscua (fig. 10), riconducibile alle diverse sistemazioni idraulico-agrarie, ancora fino alla metà del XX secolo ha rappresentato un iconema20 del paesaggio rurale della pianura imolese, come peraltro in tutta la pianura padana (Turri 1998, Cazzola 2007).

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Fonte: www.geometriefluide.com

20 Il termine iconema è stato conferito da Turri (1998) agli elementi costitutivi del paesaggio, che

“impressionano per la loro evidenza, bellezza, grandiosità, singolarità, o perché si ripetono, come leitmotiv caratteristici e inconfrontabili”; questi elementi rilevabili, visibili sul territorio fanno parte della

Figura 10 Un’immagine della piantata padana così come appariva negli anni Settanta, quando tale sistemazione colturale intesseva ancora il paesaggio agrario di larga parte della pianura asciutta (Finotto 2007)

L’organizzazione della struttura produttiva di tipo mezzadrile ha determinato, inoltre, la diffusione del sistema insediativo di tipo sparso, che prevedeva su ogni podere edifici colonici funzionali agli usi che le colture hanno richiesto nel succedersi delle fasi storiche. Infatti, a partire dal XVI secolo l’insediamento sparso a corte aperta rappresenta quella di gran lunga prevalente sul territorio di tutta la pianura padana (Lorenzi 1914, Gambi 1950, Pecora 1970, Gaiani e Zagnoni 1997). Nel territorio della pianura imolese l'insediamento tradizionale più diffuso è quello faentino-imolese21, caratterizzato dal gran numero di annessi che in parte sono congiunti all'abitazione e in parte sono isolati ed ubicati marginalmente alla corte rurale. L’abitazione tipica della pianura faentino-imolese ha la forma rettangolare con la facciata molto allungata e di limitata altezza, ove risaltano gli ampi finestroni del fienile (fig. 11). Di norma la copertura della casa è rappresentata dal unico tetto a due spioventi, orientati verso i due lati più lunghi e con un’inclinazione non forte. Verso occidente della pianura faentino- imolese, lungo il fiume Sillaro, compaiano gli edifici (influenzati dal tipo emiliano) di piante tendenzialmente quadrate con tetto a quattro falde (Gambi 1950 e 1977, Gaiani 1997).

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Per le descrizione delle principali caratteristiche dell'insediamento rurale prevalente nell'area indagata si è fatto riferimento agli studi di Gambi (1950, 1977), riguardanti il territorio della Romagna, che divide la regione in tre zone secondo il quadro antropico e le condizioni morfologiche. Vi è stata distinta la pianura romagnola ulteriormente frazionata nelle sue aree di gravità economica verso gli agglomerati urbani più grandi, tra cui è stata differenziata la pianura faentino-imolese.

Figura 11 Edificio promiscuo ubicato nel comune di Imola (fonte: Comune di Imola – Sezione Urbanistica, Indagine sulle abitazioni di interesse storico-ambientale 1973)

La tendenza a costruire unità poderali più omogenee ed estese verificatasi nel corso del XV secolo ha portato anche a compiere investimenti nella terra, che hanno favorito la bonifica del terreno con particolare riguardo però alla bassa pianura che, per gran parte e per lungo tempo, era stata area di palude e di acquitrino. Nel XVI secolo è stata completata la canalizzazione, che è rimasta sostanzialmente invariata fino ai tempi d'oggi (Poni 1982, Galassi 1989). Tali investimenti e i miglioramenti agrari avvenuti fino a metà del XVI secolo sono da mettere in relazione alla stasi dell'agricoltura imolese con contestuale conservazione dei metodi tradizionali di conduzione e al perdurare dei vecchi sistemi di coltura e di tecnica agraria. Nell’Imolese, infatti, le forze produttive tradizionali non subiranno alcun mutamento fino alla metà del XIX secolo, a differenza degli altri contesti della pianura emiliano-romagnola (Sereni 1957 e 1961). Per l’intero l’arco del XIX secolo si verificò un processo di ricomposizione delle proprietà terriere finalizzato alla creazione delle unità poderali più compatte ed omogenee (Rotelli 1967).

L'esistenza dei poderi si rileva fino agli anni '60, epoca in cui, in buon parte del territorio nazionale, si sono intensificati i processi dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione. In tale periodo, inoltre, l'evoluzione del sistema economico italiano ha determinato la progressiva scomparsa del podere secondo la sua tradizionale funzione ovvero come unità elementare della produzione agricola e il suo definitivo declino come struttura agraria. Nel contempo la dimensione dei poderi è diventata insufficiente a garantire un reddito familiare e infine, negli anni '80, con l'evoluzione

normativa della regolamentazione dei contratti agrari, la mezzadria è scomparsa del tutto.

Allo stato attuale, i terreni ben drenanti delle campagne della pianura imolese occupati per secoli da una tipica agricoltura promiscua (piantata), sono ormai dominati da frutticoltura specializzata e coltivazioni erbacee annuali. Il territorio imolese si distingue dai restanti del territorio provinciale da una notevole diffusione delle produzioni frutticole e vinicole. La pianura, inoltre, è caratterizzata da un’alta densità dell'insediamento sparso, una condizione storica che si è intensificata nel corso dei secoli e in particolar modo nel periodo postbellico. Sul territorio indagato, inoltre, negli anni ’60 e ’70 lo sviluppo infrastrutturale ha determinato nuove arterie di comunicazione con significativi impatti sul territorio rurale; basta pensare alla realizzazione dell’autostrada A14.

In tale contesto, gli elementi che per secoli hanno caratterizzato il paesaggio rurale dell'alta pianura imolese, vanno ricercati a partire dalla presenza di strutture e di elementi che si mostrano di maggiore stabilità nel tempo come le emergenze architettoniche e gli edifici oppure la viabilità e il reticolo idrografico minuto spesso riconducibili ai segni dell'antica organizzazione centuriata22. Infatti, nella pianura imolese, è tuttora molto forte il peso della struttura della centuriazione, che mantiene la sua leggibilità nonostante la presenza delle colture frutticole che tendono ad interrompere la visuale.