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CAPITOLO 3: Il territorio tra Reggio e Motta San Giovann

2. Periodo greco o magno greco

2.1. Inquadramento storico

I primi contatti tra la regione e la Grecia risalgono almeno al periodo miceneo intorno al XIV secolo a.C.41. Questi contatti, avvenuti per scopi commerciali si vanno progressivamente intensificando tra la fine dell’Età del Bronzo e l’Età del Ferro42 quando ha inizio la colonizzazione greca dell’Italia meridionale.

Le ragioni che hanno portato alla colonizzazione di questo territorio sono molteplici, prima fra tutte la posizione geografica al centro delle rotte del Mediterraneo, oltre a condizioni geomorfologiche favorevoli, il clima mite, la disponibilità d’acqua, la presenza di risorse boschive e di ampi spazi per praticare agevolmente l’agricoltura43.

La pianura costiera reggina, infatti, presenta condizioni ottimali per la coltivazione dei cereali ma anche per la viticultura e l’olivicoltura. Le acque dello Stretto, inoltre, forniscono l’opportunità di praticare la pesca e il commercio, mentre la vicinanza del massiccio dell’Aspromonte permette di sviluppare la silvicoltura, la pastorizia e l’allevamento44

.

Vista l’ampia disponibilità di risorse naturali l’area dava la possibilità d’impiantare diverse attività artigianali come l’industria tessile, la produzione ceramica, la lavorazione del legno e la cantieristica navale. Nella zona erano presenti anche diversi affioramenti di minerali (argento, rame e ferro) che potevano garantire l’avvio di una fiorente attività metallurgica. Il sito di Reggio, infine, insieme a quello Zancle poteva assicurare il controllo dell’attraversamento dello Stretto di Messina e della rotta marittima tirrenica.

38 O

RSI 1914;PUTORTÌ 1914, 1922,1924.

39 V

ILLA 1989,ANDRONICO 1991,AGOSTINO 2001.

40

Un elenco di fonti storiche, letterarie ed epigrafiche del periodo è presente in COSTAMAGNA 1986 e in MARTORANO 2002.

41 P

ERONI 1987,p. 84, TAYLOUR 1987,pp. 171-173 e 182-183; CULTRARO 2006,pp. 221-237. Sono segnalati in Calabria materiali Micenei nei siti di Broglio di Trebisacce, Torre Mordillo, Gallo di Briatico.

42

ARNESE,FACELLA 2003,p. 461. Uno scavo nel territorio di Stilo (RC) ha evidenziato la presenza di ceramica greca d’importazione in tombe protostoriche. Questi ritrovamenti attestano scambi commerciali tra greci e popolazioni indigene locali anche poco prima o contemporaneamente alla fondazione della colonia di Caulonia.

43G

UZZO 1987,pp. 140-141.

44

GIUSEPPE CLEMENTE, Conoscere e comprendere il territorio. Ricerche archeologiche e topografiche tra Reggio

Calabria e Motta San Giovanni, Tesi di dottorato in Storia, Culture e Letterature del Mediterraneo, indirizzo

archeologico, XXVI ciclo, Università degli Studi di Sassari.

La città, fra le più antiche di tutta la Magna Grecia, fu fondata secondo le fonti antiche nell’ultimo quarto dell’VIII secolo a.C.45. Tale dato trova conferma nelle scarse fonti archeologiche cittadine46 e in ulteriori ritrovamenti del territorio reggino47.

L’inizio della colonizzazione si compie a discapito delle popolazioni indigene, in un territorio già intensamente abitato, secondo un modello, comune nella Magna Grecia, di espansioni successive, fasi di compresenza, scontro e di progressiva sostituzione. Alla fine prevale l’elemento greco che elimina totalmente le tracce dalle popolazioni precedenti. A partire dall’VIII secolo a.C., infatti, lo spazio liberato dalla distruzione degli abitati indigeni viene gradualmente occupato dai greci48.

Lo stanziamento avviene, nella quasi totalità dei casi, con un tessuto insediativo completamente differente dal precedente. Diverse sono le logiche che guidano il popolamento del territorio e lo sfruttamento delle risorse naturali, in quanto non legate ad una semplice volontà di occupazione ma soprattutto all’espansione, sostentamento e arricchimento della colonia e della sua madrepatria. A volte, a determinare le scelte insediative sono motivi strategici, principalmente il controllo delle vie di comunicazione e di limitazione delle sfere d’influenza delle altre colonie49.

Tra VII e VI secolo a.C. si assiste, invece, all’espansione delle colonie nei territori circostanti e in parallelo, grazie allo sfruttamento delle risorse ambientali, al progressivo ingrandirsi dei centri urbani. Seppur con modalità diverse, questa espansione segue le vie naturali (corsi d’acqua, crinali, promontori) sia lungo la costa che verso l’interno. Anche la delimitazione dei confini si basa sui principali elementi geografici e viene sancita topograficamente dalla fondazione di santuari o altri luoghi di culto che servono a proteggere e sacralizzare il limite politico della colonia50.

In questa fase la colonia di Reggio si espande rapidamente fino ad inglobare gran parte del massiccio dell’Aspromonte e a lambire la Piana di Gioia Tauro dalla parte della costa tirrenica e Capo Spartivento sulla costa Jonica51 (fig. 9).

L’interno del territorio viene progressivamente occupato attraverso ulteriori fondazioni urbane (‘sub-colonie’) o con stanziamenti di minori proporzioni52. In entrambi i casi, gli insediamenti hanno lo scopo di fornire una base per l’impianto di attività produttive e per l’approvvigionamento delle materie prime, solo in un secondo momento rispondono ad esigenze abitative e si ingrandiscono a tal punto da diventare degli insediamenti stabili53.

45G UZZO 1987,p. 146. 46G UZZO 1987,p. 150. 47 MARTORANO 2002,p. 28. 48G UZZO 1987,p. 152. 49 D

E SENSI SESTITO 1987, p. 230; LOMBARDO 1994. In questultimo articolo vengono spiegate tutte le problematiche legate al rapporto tra colonie e popolazioni indigene fino all’occupazione romana.

50

GUZZO 1987,p. 166; LOMBARDO 1994,pp. 74 e 80-81: vengono citati alcuni esempi anche nel territorio di Reggio.

51C

OSTAMAGNA 1986,2000;ACCARDO,CORDIANO 2004;ACCARDO,BROGGI,CORDIANO,ISOLA 2006.

52G

UZZO 1987,p. 173.

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Calabria e Motta San Giovanni, Tesi di dottorato in Storia, Culture e Letterature del Mediterraneo, indirizzo

archeologico, XXVI ciclo, Università degli Studi di Sassari.

L’occupazione completa del territorio si conclude nel corso del VI secolo a.C. con la definitiva stabilizzazione e gerarchizzazione della rete degli insediamenti (sub-colonie, villaggi e postazioni di controllo) e la concentrazione della popolazione lungo la costa e i principali assi viari. Quando l’espansione delle colonie raggiunse il proprio culmine iniziarono le rivalità tra le varie città per il controllo economico, commerciale e politico della regione. Il primo grande scontro avvenne alla fine del VI secolo a.C. con la distruzione di Sibari e la guerra tra colonie ioniche e achee che si concluse con la famosa battaglia della Sagra. A seguito di questo scontro nacque un sostanziale equilibrio tra le città e una crescente instabilità politica e militare che favorì l’ingerenza delle potenze straniere e la successiva conquista della regione.

La fine del VI e l’inizio del V secolo

a.C., infatti, vide profondi cambiamenti territoriali con il progressivo affermarsi di Crotone nel nord della regione in sostituzione a Sibari54. Alle trasformazioni dell’assetto territoriale si accompagnano ulteriori cambiamenti di tipo politico come il progressivo affermarsi in tutta l’area di istituzioni tiranniche e oligarchiche.

Nello stesso periodo anche a Reggio si instaura un governo tirannico a seguito dei crescenti interessi commerciali che spingono l’oligarchia cittadina a ricercare una politica più espansionistica. Proprio per controllare i traffici dello Stretto, Reggio e Zancle si scontrano in una lunga guerra che alla fine vede vincitrice Zancle. A causa della sconfitta reggina Anassilao, esponente dell’elite cittadina, prende il potere e diventa il tiranno della città55. Salito al potere, Anassilao attua una politica volta a conquistare entrambe le sponde dello stretto ed a occupare tutto il territorio fino a Milazzo distruggendo la città rivale56.

54

DE SENSI SESTITO 1987,p. 249.

55D

IONIGI ALICARNASSO XX7,1;ERODOTO VI23,2;DIODORO SICULO XI48,2.Tutti convergono nel datare questo avvenimento al 494 a.C.

56T

UCIDIDE VI4,5;PAUSANIA IV23,6.La città fu ripopolata da persone provenienti dalla Messenia e per questo ribattezzata Messena.

Figura 9: Calabria nel VI sec. a.C. In questa cartina sono rappresentati i territori controllati da Reggio, Locri, Crotone e Sibari (da DE SESTI SESTITO 1987,p. 23)3.

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archeologico, XXVI ciclo, Università degli Studi di Sassari.

Grazie al controllo totale dell’area la città di Reggio iniziò ad espandersi e ad ingrandire la propria chora, a discapito soprattutto di Locri portando i confini al fiume Kaikìnos (attuale Amendolea)57 sul versante ionico e sul Métauros (attuale Petrace) nella piana di Gioia Tauro sul versante tirrenico58 (fig. 10). Queste conquiste spinsero però Locri ad allearsi con Siracusa e a dichiarare guerra a Reggio e ai suoi alleata Cartaginesi. La guerra si risolse nel 483 a.C. con la vittoria dei locresi e di Siracusa e con la sottomissione di Reggio59. Questo avvenimento causò la fine dell’autonoma della città e il ridimensionamento dell’economia e dei traffici reggini60. All’indebolimento economico e politico di Reggio si contrappose la crescita di Locri e del suo territorio61.

L’espansione locrese e Siracusana, spinse le altre città ad allearsi nuovamente tra loro riportando la situazione ad un generale equilibrio politico e militare. Tale situazione permise l’inizio di una serie di profondi cambiamenti sociali e istituzionali in diverse città della Magna Grecia62.

L’ultima metà del V secolo a.C. fu segnata, infatti, dalla rivoluzione pitagorica a Crotone e più in generale dall’affermazione dei movimenti democratici. Nel 460 a.C. a Reggio venne ripristinata una moderata oligarchia che mirava a riportare l’assetto cittadino all’epoca pre- tirannica. A favorire questi sviluppi erano stati la ripresa dei rapporti commerciali e l’alleanza con Atene, che fecero rinascere però i contrasti con Messana che si era resa indipendente e con Locri63. 57 A CCARDO,CORDIANO 2004,pp. 45-46. 58 D E SENSI SESTITO 1987,pp. 253-255. 59 D E SENSI SESTITO 1987,pp. 256-258. 60 DE SENSI SESTITO 1987,p. 258. 61 D

E SENSI SESTITO 1987,p. 258. I Locresi conquistano Temesa togliendola a Crotone.

62D

E SENSI SESTITO 1987,p. 262. Questa fase vide il ripristino, nelle città siciliane e delle Stretto, dei movimenti e dei governi democratici o moderatamente oligarchici e la cancellazione delle politiche tiranniche.

63

DE SENSI SESTITO 1987,p. 267.

Figura 10: Calabria nel V sec. a. C. Nella figura sono raffigurati i territori di Reggio, Locri e Crotone (da DE SESTI

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Tra il 460 e il 427-424 a.C. Locri attaccò ripetutamente Reggio dalla costa ionica occupando la fascia di territorio compresa tra i fiumi Halex64 e Kaikìnos65 molto vicina a quella interessata da questo studio.

Nello stesso periodo Atene decise di rifondare Sibari costruendo la città di Turi. Le tensioni innescate dalla fondazione della nuova colonia, portarono a ricreare la lega achea e di conseguenza una nuova lega ionica e a fare risorgere le conflittualità che ricalcavano quelle in atto tra Atene e Sparta, poi sfociate nella guerra del Peloponneso.

Nel 427 a.C. la guerra scoppiata tra Siracusa e Leontini coinvolse direttamente anche Reggio che venne utilizzata come base dalla la flotta Ateniese. La città, quindi, scese nuovamente in campo per tentare di riconquistate i territori perduti precedentemente. La guerra dopo un iniziale vantaggio reggino portò all’invasione e alla devastazione locrese della chora di Reggio e all’assedio della città. La nuova sconfitta causò il ritorno di un regime oligarchico a Reggio e l’avvio di una politica di neutralità destinata a durare anche nel corso dei successivi eventi bellici66.

Le divisioni e i conflitti tra le città greche permisero alle popolazioni sannite, osche e lucane di conquistare tutti i territori tirrenici, prima in Campania, poi in Basilicata e nel nord della Calabria, costituendo una grossa minaccia per l’esistenza stessa di tutte le città della Magna Grecia67.

L’arrivo di queste popolazioni, che costituivano entità statali organizzate sempre più attive politicamente, insieme al progressivo affermarsi della potenza siracusana all’inizio del IV secolo, segnarono l’inizio della definitiva trasformazione della Magna Grecia classica, che fu proiettata nel mondo più propriamente ellenistico attraverso un nuovo sistema di potere, di alleanze e di strutture organizzative territoriali.

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